Chiesa di San Giacomo Maggiore Apostolo <San Giacomo Maggiore, Montese>
Altre denominazioni
Chiesa parrocchiale di San Giacomo Maggiore apostolo S. Giacomo Maggiore Apostolo
Ambito culturale (ruolo)
neoclassico (ricostruzione)
Notizie Storiche
1496 (edificazione intero bene)
data presunta riferita alla probabile costruzione della chiesa come ampliamento di un oratorio preesistente, sicuramente dopo la scomparsa della chiesa di Zudignano
1506 (preesistenze intorno)
tra i preti nominati dalla Chiesa di Modena a visitare i beni che Bersanino Montecuccoli offriva per ottenere il giuspatronato di Maserno, compare anche il rettore della chiesa di Ranocchio (precedente nome di S. Giacomo Maggiore)
1552 (conservazione intero bene)
nella visita pastorale del 2 agosto, la chiesa risulta in buone condizioni
1569 (conservazione intero bene)
nella vista pastorale la chiesa risulta cetera omnia sunt accomodata
1588 (ampliamento intero bene)
nell’attuale sagrestia si trova la lapide del sepolcro fatto costruire in questa data dal conte Francesco Montecuccoli per sé e i suoi avi con un’iscrizione; probabilmente la chiesa viene ampliata
1596 (arte intero bene)
il conte Francesco Montecuccoli è il committente della tela posta nel coro, con raffigurato l’Assunzione di Maria, i santi Giacomo e Giovanni Evangelista e lo stesso conte
1609 (visita intero bene)
il 20 agosto il vescovo Pellizzari visita la chiesa assistito dal rettore Marco Antonio Andrei.
1740 (ricostruzione intero bene)
la chiesa viene ricostruita e restaurata sotto la direzione del maestro muratore Giacomo Antonio Burghini di Trentino
1775 (descrizione intero bene)
un inventario di Don Pietro Zani descrive così la chiesa: è murata a sassi e calcine, legnamata e coperta a piagne, selciata a piagne, e ha il soffitto fatto in volto
1819 - 1827 (restauri campanile)
il campanile è oggetto di restauri
1831 (preesistenze intorno)
la famiglia Menegatti costruisce un oratorio in Ranocchio, il quale viene approvato dal Vescovo di Modena solo nel 1846, col permesso di celebrarvi la messa
1884 - 1904 (restauri campanile)
il campanile è oggetto di restauri
1900 (abbellimento intero bene)
la chiesa viene ripulita e abbellita
1924 (restauri intero bene)
su iniziativa di Don Riccardo Monterastelli si eseguono lavori di restauro della chiesa e delle pitture danneggiate dal terremoto ad opera di un certo Passini Gioacchino di Fanano, con una spesa complessiva di £ 10.609.
1937 (restauri intero bene)
il pavimento della chiesa viene completamente rinnovato: i mattoni e i lastroni rimossi vengono riutilizzati nella canonica e negli altri edifici pertinenziali; al loro posto viene posato un pavimento in marmette del tipo chiamato “arlecchino misto”. I parrocchiani procurano sabbia e ghiaia dal fiume e mettono la mano d’opera coordinata dal capomastro Fiorini Nando di Salto e da Giacomo Bonetti di Ranocchio. Nello stesso anno l’altare vecchio di legno avrebbe avuto bisogno di riparazioni e indoratura, di conseguenza si decide di affidare al marmista sig. Fortini Gaetano di Pisa la realizzazione di un nuovo altare in marmo e delle due pile per l’acqua santa alle porte. Mons. Ferdinando Bussolari, Arcivescovo di Modena, eleva la parrocchia al titolo di Prevostura locale.
1948 - 1952 (restauri campanile)
il campanile è oggetto di restauri iniziati nel 1948
1949 (restauri copertura)
si concludono i lavori di ricostruzione del tetto e di alcune parti della chiesa e della canonica distrutte dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale.
1954 (preesistenze intorno)
la località è detta “Ranocchio” fino a questa data, alla quale viene chiamata col titolo della chiesa parrocchiale dedicata appunto a S. Giacomo Apostolo
1974 (restauri copertura)
un gruppo di volontari incitati e guidati dal parroco riparano il tetto e la facciata della chiesa
1979 (restauri copertura)
la ditta Maier di Bolzano che in quell’anno si trovava a Zocca per lavori di copertura, viene incaricata del rifacimento del tetto della chiesa e del campanile che nel luglio 1975 era stato colpito e gravemente danneggiato da un fulmine. Viene installato un impianto di parafulmine con una spesa di £ 850.000
2005 - 2009 (restauri intero bene)
ultimato l’intervento di riparazione e consolidamento delle strutture della chiesa ad opera dell’ingegnere Paolo Monari, coadiuvato dall’architetto Paolo Sorzia, dopo gli eventi tellurici del 24 agosto 1995, con epicentro S. Marcello Pistoiese e, del 07 luglio 1999, con epicentro Pavullo nel Frignano. I lavori sono iniziati nel 2005 e sono stati eseguiti con il contributo della Regione e col sostegno di offerte private
Descrizione
la chiesa parrocchiale di S. Giacomo Maggiore, orientata liturgicamente, è situata ai margini della strada principale in posizione sopraelevata, ha paramenti murari intonacati, copertura a due falde e presenta una facciata tripartita, spoglia di elementi decorativi, con la parte centrale aggettante e sopraelevata, coronata da due spioventi modananti. Nella parte posteriore della chiesa, in adiacenza, sorgono il campanile e alcuni edifici ad uso sagrestia e canonica. La canonica presenta nella facciata principale, scandita simmetricamente dalle finestre, un pregevole portale centrale in laterizio sette-ottocentesco, ad arco a tutto sesto, con chiave a sguscio ed elementi modananti all’imposta dell’arco. Di fianco alla chiesa, a sinistra, si può ammirare un portale si stile rinascimentale, con lo stemma dei Nardi nella chiave di volta. L’interno della chiesa è sobrio ed austero con l’aula ecclesiastica rettangolare, suddivisa in tre settori da due grandi archi trasversali rinforzati con catene metalliche e sorretti da paraste sporgenti: la campata centrale è coperta con volta a botte e sui lati si affacciano i confessionali e la cantoria con organo. Gli altri due settori presentano il soffitto voltato a crociera e quattro cappelle laterali incorniciate da archi con stipiti in pietra arenaria, scolpiti con motivi simbolici. Il presbiterio, opposto all’ingresso, ha pianta quadrata, è coperto con volta a cupola decorata ed è rialzato di due gradini sull’aula liturgica Al centro del presbiterio, sotto una lastra di vetro, è in vista la tomba dei Montecuccoli ornata, nella parte nord, da una croce color rosso con iscrizioni latine, mentre la lapide marmorea che, originariamente, la ricopriva si trova, ora, nella sagrestia. Alla sinistra del celebrante, durante l’ultimo restauro è stata collocata la lapide del sepolcro fatto costruire dal conte Francesco nel 1588.
Impianto strutturale
la chiesa di S. Giacomo Maggiore si presenta esternamente di medie dimensioni con forma semplice a capanna, due corpi di fabbrica più bassi e stretti addossati lateralmente alla navata maggiore più alta al centro. Alla dx del celebrante si trova un collegamento interno con la sagrestia e la canonica in un corpo di fabbrica addossato all’edificio sacro in corrispondenza del presbiterio. La chiesa possiede un impianto planimetrico longitudinale, schematicamente a croce latina senza transetto e bracci laterali; la navata unica centrale, larga e continua fino al presbiterio, è scandita in tre ampie campate da due archi trasversali a tutto sesto. Sui prospetti laterali interni, sotto archi a tutto sesto in arenaria, si aprono quattro cappelle che si protendono esternamente nei due avancorpi laterali. Il presbiterio a pianta quadrata, è proteso, centralmente in asse con l’ingresso principale, all’esterno verso est. I soffitti sono a volta: a botte nella campata centrale dell’aula ecclesiastica, a crociera nelle altre due campate e nelle cappelle laterali, quindi a cupola nel presbiterio.
Coperture
la copertura è tradizionale a falde inclinate, con due spioventi a capanna sulla navata unica centrale, più alta, consecutivi anche sui due avancorpi laterali; tetto a padiglione a quattro falde sul campanile quadrato.
Struttura
muratura portante continua, mista in mattoni di laterizio e in blocchi di arenaria locale, intonacata e tinteggiata sia verso l’interno della chiesa, sia verso l’esterno. Paraste e archi trasversali d’irrigidimento, rinforzati con catene metalliche, nella navata centrale. Archi di scarico e stipiti in pietra arenaria nelle cappelle laterali e nel presbiterio. Soffitti voltati a botte nella campata centrale dell’aula ecclesiastica, a crociera nelle altre due campate e nelle cappelle laterali, quindi a cupola nel presbiterio. Copertura a falde inclinate con capriate, terzere e travicelli di legno, tavolato in tavelle di laterizio e manto superiore in coppi a canale di laterizio.
Pavimenti e pavimentazioni
in marmette quadrate di calcestruzzo con graniglia di marmo, monocromatiche. Gradini in lastre squadrate di pietra arenaria con torello e in lastre di marmo rosso di Verona.
Adeguamento liturgico
nessuno
impianto liturgico precedente alla riforma del Concilio Vaticano II, risale probabilmente al XIX secolo: l’altare maggiore in marmi policromi, col tabernacolo al centro, si trova alle spalle del celebrante, l’ambone alla destra e la sede alla sinistra.