chiese italiane censimento chiese edifici di culto edifici sacri beni immobili patrimonio ecclesiastico beni culturali ecclesiastici beni culturali della Chiesa cattolica edilizia di culto restauro adeguamento liturgico San Giacomo Maggiore Montese Modena - Nonantola oratorio sussidiario San Rocco Parrocchia di San Giacomo Maggiore Apostolo Impianto strutturale; Coperture; Struttura; Pavimenti e pavimentazioni nessuno 1632 - 1632(edificazione intero bene); 1675 - 1675(descrizione storica intero bene); 1788 - 1788(proprietà intero bene); 1902 - 1902(ampliamento Intero bene); 1904 - 1904(descrizione storica intero bene); 1949 - 1950(restauri interno); 1985 - 1985(restauri intero bene)
Oratorio di San Rocco
Tipologia e qualificazione
oratorio sussidiario
Denominazione
Oratorio di San Rocco <San Giacomo Maggiore, Montese>
Ambito culturale (ruolo)
barocco (edificazione)
Notizie Storiche
1632 (edificazione intero bene)
l'oratorio di S. Rocco viene eretto dal parroco Don Giacomo Nardi in seguito alla fine dell’epidemia di peste, ampliando una preesistente cappella di cui rimangono affreschi attribuibili alla seconda metà del XVI sec. Nella mensa dell'altare maggiore si trova l'iscrizione che ci permette di datare questa costruzione: Ego Jacobus Nardus Rector Ranoch oratorium d (ivi) Roch aeree p(ro)prio erexi idem (que) eccl.e pa/rochiali aggregavi an(n)o 1632.
1675 (descrizione storica intero bene)
nell'inventario parrocchiale si dichiara: Il sudetto Oratorio posto nela terra di Ranochio dalla banda verso ponente, in locho detto a S. Rocho, in mezzo di due strade comuni, con il suo campanilino sù la muraglia di detta Chiesa con la sua campanella... Nel quale Oratoria vi è un altar solamente con la pittura della Beatiss:a Verg: in faccia nella muraglia, e con altre pitture intorno cioè S. Giacomo, S. Antonio Abate, S. Rocho, S. Lucia e S. Giob.*
Questi affreschi sono un esempio raro di stile emiliano dell'Appennino del XVI secolo.
1788 (proprietà intero bene)
l'oratorio viene ricordato nell’”Inventario” come di ragione della parrocchia.
1902 (ampliamento Intero bene)
l'oratorio di S. Rocco viene ampliato di un terzo e, nello stesso anno si inizia la costruzione del campanile, terminata due anni dopo.
1904 (descrizione storica intero bene)
Don Leonardo Monterastelli scrive: Detto Oratorio era piccolo e fuori di proporzione... per mia iniziativa fu allungato (ora è lungo 9 m) e restaurato tutto a nuovo: lo abbellì Aristide Tarlati... Fu ampliato anche il presbiterio dell'altare della Madonna... Nel 1904, furono fuse 4 campane su cui furono incise le seguenti parole: Turris erecta, templum refetcto, concordia populi (dopo aver finito il campanile, rifatta la chiesa, tutto il popolo concorde, furono fuse le campane), fulmina frango (spezzo i fulmini), funera plango (piango ai funerali) e dissipo ventos (faccio andare via il vento)
1949 - 1950 (restauri interno)
lavori di riparazione con la collocazione di porte in legno
1985 (restauri intero bene)
ritinteggiatura dell’interno e dell’esterno dell’oratorio e restauro del campanile
Descrizione
l’oratorio di San Rocco è ubicato sul crinale lungo il percorso che collega S. Giacomo Maggiore (Ranocchio) con la Penna. Di notevoli dimensioni, è formato da un corpo centrale a pianta rettangolare e da due laterali asimmetrici. La facciata, conclusa con due spioventi, s’innalza al di sopra della copertura conferendo maggiore imponenza al fabbricato e presenta un portale centrale rettangolare con sovrastante finestra a lunetta.
L’interno offre pregevoli affreschi del XVI secolo nel presbiterio, probabilmente la parte più antica dell’oratorio: nella parete di fondo sono rappresentati la Madonna in trono col Bambino in braccio tra i Santi Giacomo e Antonio abate; nella parete di sinistra S. Lucia e S. Rocco, e in quella di destra S. Giobbe. L’aula ecclesiastica è a navata unica suddivisa in tre campate tramite paraste emergenti dalle pareti laterali, ed è coperta con volta a botte, unghiata, impostata su una cornice classica modanata. La campata adiacente al presbiterio genera una sorta di transetto coi bracci laterali che si protendono alla destra e alla sinistra oltre due grandi archi a tutto sesto, formando due cappelle: una dedicata a S. Rocco e l’altra al SS. Crocifisso.
Il campanile, a pianta quadrata, è in sasso, tranne la cella campanaria e la sua guglia, che sono in mattoni. La cella campanaria, con finestre a ogiva, spicca per la complessa ed elaborata rifinitura delle quattro facciate, coronate a cuspide, con effetto decorativo di gusto neo-gotico.
Impianto strutturale
l’oratorio si presenta esternamente di ampie dimensioni con forma semplice a capanna, un corpo centrale più imponente e due corpi laterali asimmetrici, adiacenti ad esso, posti a nord e a sud. L’oratorio possiede un impianto planimetrico longitudinale, schematicamente a croce latina con transetto e bracci laterali trasformati in cappelle, incorniciati da due grandi archi a tutto sesto. Al centro, in posizione opposta all’ingresso, un grande arco a tutto sesto con catena metallica e cornice baroccheggiante, sostenuto da due paraste angolari, separa il presbiterio dall’aula dei fedeli.
Coperture
la copertura è tradizionale a falde inclinate, con due spioventi a capanna e il campanile, con guglia piramidale, sovrasta l’edificio addossato esternamente al presbiterio alla destra del celebrante.
Struttura
muratura continua di blocchi di pietra arenaria locale e mattoni di laterizio, intonacata e tinteggiata sia verso l’esterno sia verso l’interno dell’edificio. Grandi archi in muratura tra aula ecclesiastica, presbiterio e cappelle laterali. Copertura a falde inclinate con capriate, terzere, travetti e tavolato di legno e manto in tegole marsigliesi di laterizio. Soffitto voltato a botte con piccole unghie laterali. Catene metalliche di ritegno alle reni dei grandi archi di muratura.
Pavimenti e pavimentazioni
in mattonelle di cemento esagonali, colorate in bianco e in cotto, posate a scacchiera; lastre di composito bianco con torello, utilizzate nelle soglie e nei gradini.
Adeguamento liturgico
nessuno
impianto liturgico precedente alla riforma del Concilio Vaticano II, risalendo all’inizio del ‘900: l’altare maggiore in muratura, al centro del presbiterio che si protende nel catino absidale, è posto alle spalle del celebrante contro la parete di fondo, chiuso da una balaustra in ghisa.