chiese italiane censimento chiese edifici di culto edifici sacri beni immobili patrimonio ecclesiastico beni culturali ecclesiastici beni culturali della Chiesa cattolica edilizia di culto restauro adeguamento liturgico Casola Montefiorino Modena - Nonantola chiesa parrocchiale S. Martino Vescovo Parrocchia di San Martino Vescovo Pavimenti e pavimentazioni presbiterio - aggiunta arredo (1976-1985) XII sec - XVIII sec(preesistenza carattere generale); XVII sec - XIX sec(preesistenza carattere generale); 1774 - 2015(costruzione campanile); 1861 - 1863(ricostruzione abside ); 1891 - 1900(ricostruzione intero bene ); 1909 - 1922(lavori intero bene ); 2016 - 2018(restauro campanile)
Chiesa di San Martino Vescovo
Tipologia e qualificazione
chiesa parrocchiale
Denominazione
Chiesa di San Martino Vescovo <Casola, Montefiorino>
Altre denominazioni
Chiesa parrocchiale di San Martino vescovo S. Martino Vescovo
Autore (ruolo)
Barberi, Carlo (progettazione)
Ambito culturale (ruolo)
neoromanico (costruzione dell'edificio)
Notizie Storiche
XII sec - XVIII sec (preesistenza carattere generale)
La chiesa di Casola è menzionata in alcuni antichi cataloghi delle chiese di Modena del XIII, XIV e XV secolo, come filiale della Pieve di Rubbiano. Questa più antica chiesa doveva sorgere nella località denominata appunto ‘alla Chiesa vecchia’, denominazione che risulta documentata per la prima volta in un elenco delle proprietà della parrocchia del 1638. In una relazione del 1792, il parroco di allora dichiara che la fondazione e l’origine della sua parrocchia è senz’altro antica ma non conosciuta aggiungendo: “Nel paese vi è soltanto la tradizione che l’antica chiesa di Casola in tempi remotissimi lavinasse, e se ne vedono anche adesso de’ vestiggi di muro in lontananza da questa di un mezzo miglio, ove si dice alla Chiesa Vecchia”. Tale località prende ancora il nome dialettale, declinato al plurale, ‘al chiés vech’, ‘le chiese vecchie’, e si trova in un’area a Sud della chiesa attuale, al centro delle borgate più antiche di Casola.
XVII sec - XIX sec (preesistenza carattere generale)
La seconda chiesa di Casola doveva esistere, come detto, almeno nel 1638, ma in realtà sicuramente già nel 1616, perché una mappa di quell’anno conservata presso l’Archivio di Stato di Modena la mostra chiaramente già posizionata dov’è ancora, seppure completamente ricostruita a partire dal 1891, ovvero sul crinale cosiddetto della Serrugola. La chiesa aveva lateralmente quattro altari e due cappelle, come riportano con varie formule gli atti delle visite pastorali conosciute, a partire dal 1595; conformazione riprodotta per altro anche nella chiesa attuale.
1774 - 2015 (costruzione campanile)
Come si ricava da documenti conservati nell’archivio privato della famiglia Rasponi, importante famiglia di Casola, tra il 1744 e il 1746 viene costruito il campanile, sul quale risultano interventi di restauro nel 1826 e nel 1904; è stato recentemente oggetto di manutenzione straordinaria (2015).
1861 - 1863 (ricostruzione abside )
Tra il 1861 e il 1863 il parroco don Luigi Sassi (1855-1888) provvide a ricostruire l’abside della chiesa, struttura che verrà però abbattuta circa trent’anni dopo insieme al resto della chiesa.
1891 - 1900 (ricostruzione intero bene )
Al suo ingresso, il successore di don Sassi don Vincenzo Parenti (1888-1932) trovò la chiesa di Casola pericolante, oltre che troppo piccola per la popolazione. Decise pertanto di costruirne una nuova, assecondando un desiderio a suo dire coltivato già da decenni nei parrocchiani. La soluzione scelta fu quella di fabbricare il nuovo edificio all’esterno del perimetro di quello vecchio; per il progetto venne coinvolto l’architetto Carlo Barbieri di Modena, il costo preventivato fu di ben 36.000 lire. I lavori iniziarono nel gennaio 1891. Demolita del tutto la vecchia chiesa, la nuova fu completata nella copertura e nelle mura esterne il 14 novembre 1893. Per una definitiva sistemazione dell’interno però (dal momento che, per esempio, il pavimento, le volte laterali, gli intonaci erano ancora mancanti) si dovette lavorare ancora per diversi anni: e soltanto nel 1900, il giorno 3 febbraio, la nuova chiesa potè essere inaugurata con solenne benedizione.
1909 - 1922 (lavori intero bene )
Per realizzare la nuova chiesa, don Parenti cercò ovunque finanziamenti, arrivando a scrivere lettere persino alla regina Margherita (1898) e a Vittorio Emanuele III (1904). A completamento della costruzione, pareti e coperture furono abbellite da una fitta decorazione pittorica, con motivi vegetali e geometrici e medaglioni di santi. La pittura della volta della cappella della Madonna del Rosario, a sinistra nel transetto, si distingue per lo stile più aggiornato, ed è opera del sassolese Umberto Chicchi, inaugurata nel 1909. A terminare la campagna dei lavori, ci fu, nel 1922, la costruzione delle due sacrestie ai lati del presbiterio, quella dei confratelli e quella del parroco, già munita quest'ultima di elegante credenza settecentesca.
2016 - 2018 (restauro campanile)
Il campanile è stato restaurato e consolidato strutturalmente.
Descrizione
La chiesa di San Martino di Casola sorge in posizione isolata, orientata con facciata rivolta a Sud; campanile e canonica, che si affacciano sulla strada, coprono parzialmente il fianco sinistro della chiesa, che è costruita per altro ad un livello di terreno leggermente più basso. Le pareti esterne sono in pietre sbozzate, ma non la facciata, in pietre intagliate. Quest'ultima intende riprodurre elementi stilistici medievali, nella semplice forma a capanna con portale archivoltato e nelle finestre sovrastanti quest’ultimo a bifora e piccolo oculo. Altri due oculi e due monofore si aprono ai lati. Il prospetto è delimitato ai lati da due pilastri su cui si innalzano due torrette, mentre ai lati del portale si innestano due lesene concluse da cuspide triangolare all’altezza del profilo superiore della bifora. L’interno è a croce latina, con aula a tre navate separate da colonne a intonaco rosa marmorizzato; sulle pareti delle navate laterali sono addossate due ancone, prive di altare. Il transetto, occupato alle estremità da due cappelle, precede un presbiterio non particolarmente grande e concluso da abside poligonale. Le due cappelle del transetto sono chiuse da cancellate in ferro, mentre una balaustra in marmo è posta davanti all’altare maggiore. Ricca è la decorazione murale a motivi vegetali e geometrici e medaglioni con ritratti di santi, che caratterizza le volte, il catino absidale, le pareti del presbiterio e i segmenti di parete che fanno da sfondo alle due ancone poste nelle navate laterali. La copertura è a volte a crociera; il pavimento in cotto.
Pavimenti e pavimentazioni
Pavimentazione interna in cotto.
Adeguamento liturgico
presbiterio - aggiunta arredo (1976-1985)
La zona presbiterale, rialzata da due gradini rispetto all'aula liturgica, presenta l'altare originario in marmi policromi con tabernacolo, a cui è stata tolta la mensa. L'altare centrale per la funzione è in marmo bianco. Il celebrante ha la sede in legno alla sua sinistra e l'ambone in marmo alla destra.