chiese italiane
censimento chiese
edifici di culto
edifici sacri
beni immobili
patrimonio ecclesiastico
beni culturali ecclesiastici
beni culturali della Chiesa cattolica
edilizia di culto
restauro
adeguamento liturgico
Montecreto
Modena - Nonantola
chiesa
sussidiaria
B.V. DEL TROGOLINO o DELLA VITA
Parrocchia di San Giovanni Battista
Coperture; Impianto strutturale; Struttura; Pavimenti e pavimentazioni
nessuno
XV - XV(preesistenze intero bene); 1677 - 1765(restauro e ricostruzione intero bene); 1753 - 1753(restauro intero bene); 1873 - 1873(ampliamento facciata del santuario); 1970 - 1970(restauro intero bene); 1982 - 1982(consolidamento copertura); 1984 - 1985(ristrutturazione intero bene); 2014 - 2015(consolidamento copertura)
Santuario della Beata Vergine della Vita o del Trogolino
Tipologia e qualificazione chiesa sussidiaria
Denominazione Santuario della Beata Vergine della Vita o del Trogolino <Montecreto>
Altre denominazioni B.V. DEL TROGOLINO o DELLA VITA
Ambito culturale (ruolo)
neorinascimentale (costruzione)
Notizie Storiche

XV  (preesistenze intero bene)

Il Santuario Beata Vergine della Vita, detta del Trogolino, è ormai da oltre 300 anni il centro della vita di fede della comunità cristiana di Montecreto. Narra la tradizione, tramandata oralmente di generazione in generazione, che nei primi anni del 1600 fu rinvenuta nei castagneti un’immagine della Madonna, posta in un abbeveratoio per maiali, definito per l’appunto “trogolo”. L’immagine fu trasportata per diverse volte e con tutti gli onori all’interno della Chiesa Parrocchiale, da dove ogni volta miracolosamente spariva per ricomparire nel luogo del ritrovamento. Si decise così di edificare sul luogo della scoperta una piccola cappella, dove fu posta l’effige.

1677 - 1765 (restauro e ricostruzione intero bene)

Nel 1673 la cappella edificata in precedenza era ormai cadente e, scrive in un documento il Parroco Don Apollonio Zanelli (Parroco di Montecreto dal 1677 al 1714), in quell’anno grazie alla sua iniziativa fu restaurata. Lo stesso Parroco, nel 1677, diede inizio ai lavori di costruzione di un nuovo oratorio adiacente al primo, edificio che fu terminato il 26 giugno del 1682 e dedicato alla Madonna il 2 luglio successivo, festa della Visitazione. Da allora numerose furono le testimonianze di grazie ottenute tramite l’intercessione della Madonna del Trogolino, al punto che nell’agosto del 1765, in seguito di una di esse, al vecchio titolo di “Madonna del Trogolino” venne affiancato il nuovo “Madonna delle Grazie”.

1753  (restauro intero bene)

Sempre in quel periodo la fede e la devozione degli abitanti di Montecreto si manifestarono in un restauro e abbellimento dell’oratorio, soprattutto sotto il rettorato di Don Gian Marco Petrucci (1739-1768): il suo nome è ricordato, insieme a quelli di Giacomo e Giuseppe Ballotti, tra coloro che si impegnarono nell’opera nel 1753 (lo riporta la lapide che si trova sopra la porta laterale dell’oratorio). L’abbellimento incluse anche l’erezione di un nuovo altare dedicato alla Visitazione di Maria, sul lato destro della Chiesa.

1873  (ampliamento facciata del santuario)

Il titolo di “Madonna delle Grazie” lo ritroviamo anche nella lapide posta sulla facciata del Santuario nel 1873, quando, grazie alla generosità di una donna, Angela Cappellani, l’oratorio fu ingrandito e portato alla forma che oggi conosciamo.

1970  (restauro intero bene)

Nel 1970, in preparazione del terzo centenario della Madonna della Vita, essendo Parroco Don Giuseppe Reggiani, venne effettuato un altro consistente restauro. Fu rifatto il tetto e il pavimento e si provvide alla nuova sistemazione dell’altare, abbattendo il precedente in marmo e sostituendolo con un altro in legno intagliato e dorato di fattura settecentesca proveniente dall’oratorio della Madonna delle Grazie di Magrignana, che versava già a quel tempo in forte degrado.

1982  (consolidamento copertura)

Nel 1982 il Parroco Don Giorgio Bellei fece fare il consolidamento e l’impermeabilizzazione del tetto.

1984 - 1985 (ristrutturazione intero bene)

Negli anni 1984 – 1985 il Parroco Don Ferruccio Natale Albergucci fece ridipingere l’interno, rintonacare e ridipingere i muri esterni e, in sostituzione delle semplici seggiole usate fino ad allora, fece collocare artistici banchi in legno di castagno.

2014 - 2015 (consolidamento copertura)

Il progetto ha previsto la sostituzione dell’attuale manto di copertura con nuovo manto, che considerato la natura dell’edificio, è stato previsto in lastre di ardesia (piagne) di spessore più consistente delle attuali comunque non superiore a cm. 2 con tonalità il più possibile similare alle piagne nostrane.
Descrizione

L’oratorio a semplice sala rettangolare presenta i tipici caratteri delle chiese rurali di montagna tra Sette e Ottocento: disegno impostato su ampie superfici piane e intonacate sulle quali risalta la continuità degli elementi di bordura in arenaria: basamento, portale architravato, cantonali, timpano modanato. Sul fianco che evidenzia un ampliamento, forse in occasione della ristrutturazione della chiesa (1758), emerge un campaniletto quadrato con la medesima soluzione della cella campanaria vista sulla torre del castello. Al di sopra dell’ingresso laterale è murata una grande lapide, decorata con fregio, recante un’iscrizione commemorativa di un restauro avvenuto nel 1753. La semplice forma circolare dell’edificio, anch’essa forse richiamo alla Chiesa di Santa Maria della Vita di Bologna, è stata modificata nel 1873 con l’aggiunta di una parte anteriore, nel cui interno vennero ricavate le tribune per i cantori e l’organo (la lapide sulla facciata ricorda la modifica strutturale). Sopra il portale di ingresso si trova l’organo a canne fabbricato da Don Tomaso Piacentini nel 1873, con cassa a fregi intagliati. Sulla facciata dell’oratorio, dipinte entro nicchie, le immagini dei Santi Pietro e Paolo, recanti rispettivamente il simbolo delle chiavi e la spada della Parola di Dio: segno tangibile della devozione verso gli apostoli, colonne della chiesa, e del legame con la Chiesa di Roma, il cui Vescovo, successore di Pietro, è ancora segno di unità della Chiesa e maestro infallibile della vera dottrina di Cristo.
Coperture
L’edificio religioso ha copertura a capanna, a due falde, con struttura lignea composta da un’orditura principale di capriate trasversali, un’orditura secondaria di terzere longitudinali, un’orditura terziaria di travicelli orientati nella direzione delle falde. Il manto è in pietra arenaria appena ristrutturato (piagne).
Impianto strutturale
L’oratorio a semplice sala rettangolare presenta i tipici caratteri delle chiese rurali di montagna tra Sette e Ottocento: disegno impostato su ampie superfici piane e intonacate sulle quali risalta la continuità degli elementi di bordura in arenaria: basamento, portale architravato, cantonali, timpano modanato. Internamente la chiesa si divide in sette zone, la navata principale, si presenta di forma rettangolare all'ingresso per poi allargarsi in forma circolare a tutt'altezza nel centro, le scale interne che fiancheggiano l'ingresso principale, perfettamente speculari portano al primo piano nei due matronei; il presbiterio e la navata circolare centrale sono collegate da due passaggi longitudinali alla sacrestia, il catino absidale è coperto da una semicupola intonacata.
Struttura
La struttura portante è in muratura continua in blocchi di pietra arenaria.
Pavimenti e pavimentazioni
La pavimentazione all’interno della chiesa è in granito rosso.
Adeguamento liturgico

nessuno
L’impianto liturgico risulta classico, precedente ai dettami del Concilio Vaticano II, con la zona presbiteriale collocata tra l'abside e l’aula ecclesiastica, rialzata un gradino e ben visibile a tutta l’assemblea, con l’ambone posto a sinistra, l’altare maggiore in legno intagliato e rialzato da un gradino, non è presente la mensa alle spalle del celebrante.
Contatta la diocesi