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Ganaceto
Modena
Modena - Nonantola
chiesa
parrocchiale
San Giorgio Martire
Parrocchia di San Giorgio Martire
Pianta; Impianto strutturale; Coperture; Elementi decorativi; Struttura; Pavimenti e pavimentazioni; Serramenti
presbiterio - aggiunta arredo (anni '80 del XX secolo)
816 - 816(chiesa preesistente intero bene); 1038 - 1038(committenza e costruzione intero bene); 1259 - 1259(costruzione battistero); 1267 - 1267(consacrazione altare maggiore); 1326 - 1326(distruzione parziale intero bene); 1454 - 1454(ricostruzione intero bene); 1561 - 1561(decadenza giurisdizionale intero bene - parrocchia); 1818 - 1818(ricostruzione parziale intero bene); 1960 - 1960(restauro e ripristino dello stile romanico intero bene); 2013 - 2013(lavori di riparazione e miglioramento sismico intero bene)
Chiesa di San Giorgio Martire
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di San Giorgio Martire <Ganaceto, Modena>
Altre denominazioni Chiesa parrocchiale di San Giorgio martire
Ambito culturale (ruolo)
romanico (costruzione)
Notizie Storiche

816  (chiesa preesistente intero bene)

Esisteva già una prima chiesa dedicata a San Giorgio Martire di Ganaceto, toponimo derivante dall’antico lessico mediterraneo - Gandaceto - citato nell’822 in un diploma di Lodovico Pio, riferito ad un luogo incolto e pietroso dal quale prese nome la nobile famiglia dei signori “Da Ganaceto”, una delle più potenti di Modena, oggi estinta.

1038  (committenza e costruzione intero bene)

Il conte Bonifacio, padre di Matilde di Canossa, dona il castello, la corte e la Cappella consacrata in onore di San Giorgio Martire di Ganaceto al Vescovo di Modena Guiberto (o Viberto), a patto di poterne conservare l’enfiteusi. E’ legittimo supporre che, dopo la morte di Bonifacio e della figlia Matilde (1115), per cura e generosità della famiglia Da Ganaceto si erigesse la collegiata. Si presume che la chiesa attuale sia sorta sulle rovine del sacro tempio originario (danno motivo di crederlo le lastre di pietra arenaria rinvenute durante i restauri del 1960) nello stesso periodo in cui veniva edificata la Sagra di Carpi (1140) poi consacrata da Papa Lucio III nel 1184, con la quale ha in comune la linea architettonica, il mattone e la calce

1259  (costruzione battistero)

Un’iscrizione a caratteri gotici all’interno della chiesa ci ricorda che il battistero è stato fatto mentre era Prevosto di Ganaceto Matteo Pio, che fu poi Vescovo di Modena. La vasca battesimale (originariamente un'acquasantiera) presenta figure a rilievo di sirene a due code che alludono alla lussuria, uno dei peccati più perseguitati dalla chiesa medievale. È interessante il fatto che la stessa tipologia si ritrovi in una antefissa (metopa) del Duomo di Modena, il che ha fatto attribuire l'opera alla scuola del «Maestro delle metope" (secolo XII).

1267  (consacrazione altare maggiore)

Il 15 ottobre, come cita il Silingardi, l’altare maggiore di San Giorgio Martire è stato consacrato dal Vescovo Boschetti.

1326  (distruzione parziale intero bene)

Il 25 luglio è incendiato il borgo di Ganaceto, come viene riportato nel “Diritto Cattolico” del 25 luglio 1892 e, probabilmente per questo fatto un’ampia porzione della chiesa di Ganaceto crolla assieme al castello degli Attonidi. Mentre tutto il castello era rovinato e raso al suolo, rimanevano in piedi le tre absidi ed il santuario dell’antica chiesa, nello spazio che occupa ancora attualmente, e pare anche alcune parti della canonica; per circa un secolo, su questi resti minimi e sull’altare di San Giorgio Martire, si sono celebrati alla meglio i divini Misteri.

1454  (ricostruzione intero bene)

Un decreto del Duca Borso D'Este conservato presso l’archivio parrocchiale, ci informa della ricostruzione della chiesa in stile romanico quattrocentesco (o “della decadenza” con qualche influenza gotica evidente dagli archi interni ogivali) e della nuova torre campanaria innalzata sull’abside destra del tempio. Prevosto di Ganaceto è Guidoni Egidio da Carpi, Vescovo di Rimini, il quale il 15 ottobre ottiene dal Duca un diploma con cui le undici famiglie (le sole residenti allora in Ganaceto) vengono esonerate dal pagamento dei tributi per otto anni per poter contribuire alla ricostruzione della chiesa.

1561  (decadenza giurisdizionale intero bene - parrocchia)

Il 15 settembre è stato promulgato da uno dei palazzi Rangoni un decreto che sancisce la lenta e progressiva decadenza della parrocchia di Ganaceto, mentre la vicina Soliera, il cui castello era diventato feudo dei marchesi Campori, con Comune e giusdicenza, aumentava in estensione e prestigio. Alla fine del ‘600 al Rettore di Ganaceto viene dato il titolo di Arciprete.

1818  (ricostruzione parziale intero bene)

Dopo aver subito qualche ingiuria nel periodo barocco, la chiesa di San Giorgio Martire viene ricostruita e innalzata per essere adeguata allo stile neoclassico dell’epoca, ad opera del parroco Pini Don Francesco.

1960  (restauro e ripristino dello stile romanico intero bene)

Il parroco Rubbiani Don Ivo, incentivato dall’unanimità dei parrocchiani e dal contributo governativo, si fa promotore di un nuovo restauro della chiesa sotto la supervisione e la direzione dei lavori del Soprintendente Regionale ai Monumenti arch. A. Barbacci e del Prof. C. Corradini. Le absidi antiche riscoprono anche internamente la loro purissima e classica linea romanica; l’apparato parietale esterno, compreso il campanile, è ripulito e consolidato, in modo che l’insieme dell’edificio sacro appare oggi lindo, armonioso e solenne, pure nel suo policromo accostamento di stili differenti.

2013  (lavori di riparazione e miglioramento sismico intero bene)

In seguito agli eventi sismici del maggio 2012 che hanno provocato dissesti e lesioni nella chiesa, sulla scorta dell’affermarsi della recente normativa tecnica per le costruzioni, si manifesta la necessità di interventi strutturali locali di riparazione e miglioramento sismico, su progetto dell’ing. Gambuzzi Augusto.
Descrizione

Il complesso parrocchiale di Ganaceto è costituito dalla chiesa e dai fabbricati a due piani della canonica e dell'ex convento-convitto raccolti a corte aperta. L’edificio sacro risulta isolato con il classico orientamento di fondazione: la facciata d’ingresso a ovest e le tre absidi semicircolari a est, col campanile svettante sul fondo della navata sinistra e un’interessante apparato decorativo costituito da paraste e archetti pensili, monofore strombate, cornici e modanature. La chiesa possiede un impianto planimetrico longitudinale a croce latina senza transetto, a tre navate di cui quella centrale con soffitto voltato a botte. L’interno conserva lo stile neoclassico conferitogli nell’Ottocento fino al presbiterio, dove i restauri del 1960 hanno riportato alla luce l'eleganza architettonica delle absidi romaniche. I prospetti laterali interni sono scanditi dalla ripetizione ritmica di paraste ioniche che sostengono una trabeazione continua sulla quale si aprono finestrelle rettangolari. Le navate laterali sono scandite in quattro campate con soffitto voltato intonacato. Un grande arco in pietra arenaria definisce la separazione fisica ed ideale tra il presbiterio e l’aula riservata ai fedeli; un gradino di dislivello tra questi spazi sottolinea più marcatamente tale separazione.
Pianta
La chiesa possiede un impianto planimetrico longitudinale, schematicamente a croce latina senza i bracci laterali del transetto, a tre navate di cui quella centrale ampia e continua.
Impianto strutturale
L’edificio religioso si presenta esternamente in stile romanico, isolato, di medie dimensioni e forma semplice a capanna, due corpi di fabbrica più bassi e stretti addossati lateralmente alla navata maggiore più alta al centro. L’edificio risulta isolato con il classico orientamento di fondazione: la facciata d’ingresso a ovest e le tre absidi semicircolari a est, col campanile svettante sul fondo della navata sinistra. I prospetti laterali interni sono scanditi dalla ripetizione ritmica di paraste ioniche che sostengono una trabeazione continua sulla quale si aprono finestrelle rettangolari che illuminano l’aula e di archi leggermente ogivali che ripropongono la cosiddetta “travata ritmica”, il tutto intonacato e tinteggiato. Un grande arco in pietra arenaria separa il presbiterio dall’aula.
Coperture
L'ampia navata centrale è coperta da soffitto voltato a botte, intonacato e unghiato in corrispondenza delle finestrature laterali. Le navate laterali sono scandite in quattro campate con soffitto voltato a vela o a crociera, intonacato e tinteggiato così come gli archi e i piedritti.
Elementi decorativi
L’attuale chiesa appare all'esterno in stile romanico, con linee sobrie ed essenziali per quanto riguarda il linguaggio architettonico e l’apparato decorativo. L’interno, invece, conserva lo stile neoclassico conferitogli nell’Ottocento fino al presbiterio, dove i restauri del 1960 hanno riportato alla luce la massiva eleganza delle forme architettoniche delle absidi e degli archi in muratura di mattoni della chiesa romanica. I prospetti laterali interni sono scanditi dalla ripetizione ritmica di paraste ioniche che sostengono una trabeazione continua.
Struttura
La struttura portante è in muratura continua di mattoni pieni di laterizio; nelle porzioni più antiche della zona absidale, come nella sagrestia, considerate ciò che rimane oggi della chiesa medioevale, le strutture murarie sono di mattoni pieni di laterizio con inserti in pietra arenaria locale, mentre nelle porzioni più recenti, risalenti al 1818, quasi certamente le strutture portanti sono a sacco se di spessore rilevante. Le volte sono in muratura di tavelle di laterizio disposte in foglio, legate con malta a base di gesso, o calce e gesso, quindi intonacate e tinteggiate, con nervature trasversali d’irrigidimento ad arco a tutto sesto che scandiscono l’aula liturgica in quattro campate.
Pavimenti e pavimentazioni
Il pavimento della chiesa è in mattonelle quadrate di cotto di colore rosso, posate in diagonale senza fuga, realizzato probabilmente nel 1818. La pavimentazione esterna è in pillori di fiume spaccati e livellati.
Serramenti
I serramenti delle finestre che illuminano con luce naturale l’interno della chiesa sono in metallo con vetri retinati mentre le porte interne ed esterne sono di legno.
Adeguamento liturgico

presbiterio - aggiunta arredo (anni '80 del XX secolo)
L’impianto liturgico risulta classico, precedente ai dettami del Concilio Vaticano II, con la zona presbiterale collocata tra il coro e l’aula ecclesiastica, rialzata di un gradino e ben visibile a tutta l’assemblea, con l’altare maggiore originario rialzato di due gradini, il tabernacolo al centro e la mensa in marmi policromi alle spalle del celebrante. Negli anni Ottanta l’impianto liturgico è stato adeguato alle indicazioni del Concilio Vaticano II con la collocazione di una nuova mensa in legno al centro del presbiterio, sostenuta da colonnine lignee, e l’ambone sulla destra del celebrante.
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