chiese italiane censimento chiese edifici di culto edifici sacri beni immobili patrimonio ecclesiastico beni culturali ecclesiastici beni culturali della Chiesa cattolica edilizia di culto restauro adeguamento liturgico Modena Modena - Nonantola chiesa parrocchiale Santi Faustino e Giovita Martiri Parrocchia dei Santi Faustino e Giovita Martiri Impianto strutturale; Struttura; Pavimenti e pavimentazioni; Coperture; Pianta presbiterio - aggiunta arredo (1965-1970) 1214 - 1214(preesistenze carattere generale); 1500 - 1500(sagrato carattere generale); 1731 - 1865(sepolture carattere generale); 1792 - 1792(preesistenze carattere generale); 1962 - 1962(costruzione intero bene )
Chiesa dei Santi Faustino e Giovita Martiri
Tipologia e qualificazione
chiesa parrocchiale
Denominazione
Chiesa dei Santi Faustino e Giovita Martiri <Modena>
Altre denominazioni
Chiesa parrocchiale dei Santi Faustino e Giovita
Autore (ruolo)
Serafini, Franco (progettazione)
Ambito culturale (ruolo)
architettura moderna (costruzione dell'edificio)
Notizie Storiche
1214 (preesistenze carattere generale)
Le cronache ci informano che nel 1214 fu costruita a Modena una chiesa intitolata ai Santi Faustino e Giovita, nello stesso luogo ove sorge l'attuale edificio. Della chiesa, che forse fu innalzata sulle rovine di una precedente costruzione paleocristiana, si hanno scarse notizie fino agli inizi del '600, quando i documenti ci dicono che venne ampliata e restaurata.
1500 (sagrato carattere generale)
Sul sagrato rimane un'antica croce viaria in ferro del '500 collocata sopra ad una colonna in marmo rosso risalente al tardo XIV secolo.
1731 - 1865 (sepolture carattere generale)
In questa chiesa sono conservati i resti di Girolamo Tiraboschi (1731-1794), Celestino Cavedoni (1795-1865) e Stanislao Sighicelli (1731-1810), provenienti dalla chiesa antica. Una lapide moderna in una nicchia della parete destra della chiesa ricorda queste sepolture. Le lapidi originali sono conservate nel corridoio di accesso alla sacrestia.
1792 (preesistenze carattere generale)
Nel 1792, in seguito alla costruzione della via Giardini, che correva sullo stesso tracciato della strada precedente ma a livello più alto, si decise di ricostruirla in posizione più elevata, innalzandola sui muri perimetrali della vecchia chiesa.
1962 (costruzione intero bene )
Nel 1962 fu demolita per lasciar spazio alla costruzione attuale. Il primo nuovo edificio costruito fu la Canonica il cui salone a piano terra, oggi utilizzato come palestra, venne inizialmente impiegato come chiesa provvisoria.
L'edificazione di questo complesso parrocchiale è particolarmente significativa in quanto è fra i primi interventi per le nuove parrocchie della città e coglie le novità liturgiche e architettoniche.
Alla dedicazione ai santi Faustino e Giovita si aggiunge la dedica di questo tempio alle vittime della strada: in occasione della sagra parrocchiale è consuetudine celebrare una messa a loro ricordo e recentemente è stata collocata nella chiesa una piccola statua della Pietà, con Maria che regge in grembo il corpo senza vita di Gesù.
Descrizione
Il complesso parrocchiale, oltre ad una sala cinematografica, è costituito da tre edifici collegati tra di loro: la canonica, la chiesa, e fra queste un corpo basso di collegamento che comprende la cappella feriale, la sagrestia e lo spazio inizialmente destinato al battistero.
La chiesa sorge su un livello leggermente più alto del piano stradale mentre il piano sottostante accoglie vari ambienti utilizzati nelle attività parrocchiali. Lo spazio ristretto a disposizione per la costruzione dell'intero complesso, e la realizzazione del necessario sagrato sul fronte della Via Giardini, ha fatto sì che la chiesa assumesse una forma compatta che ne contraddistingue l'architettura. Il fronte è caratterizzato da un discreto sviluppo in altezza, dalla copertura a spioventi e dal paramento murario in mattoni faccia a vista, e si mostra come elemento di forte riconoscibilità sulla scena urbana. Il progetto originario prevedeva la realizzazione, mai avvenuta, del campanile a sinistra del sagrato. L’aula ha una pianta di forma trapezoidale che si restringe nella zona presbiteriale. Questa conformazione garantisce una corale partecipazione dei fedeli alla liturgia e favorisce, attraverso la convergenza delle linee, l'attenzione verso la zona dell'altare, messa in risalto anche dall'irraggiamento della luce naturale che proviene da una vetrata posta al di sopra del presbiterio, nascosta alla vista diretta dell'assemblea.
La luce naturale illumina inoltre l'intera aula attraverso aperture collocate subito al di sotto della copertura lungo i muri perimetrali, conferendo allo spazio interno una buona ed omogenea luminosità.
La chiesa si mostra come un ampio ed unitario spazio comunitario che trova il suo punto focale nell'altare e nella zona presbiteriale collocati in posizione leggermente rialzata. 'altare e l'ambone sono realizzati con programmatica sobrietà in pietra di Aurisina.
Queste caratteristiche trovano piena conferma nelle riflessioni scaturite dal laboratorio bolognese del cardinal Lercaro e dal Concilio Vaticano Il, ed è proprio a quegli anni che si deve questo complesso parrocchiale. La chiesa venne anche definita "Chiesa del Concilio" a sottolineare il fatto che la prima pietra venne posta durante i lavori del Concilio. A ricordo di questa circostanza nel 1970 fu realizzata la vetrata interna ad opera di Nevio Colfi che mostra Cristo dominante con a lato i Pontefici e i Vescovi del Concilio ed i nomi di alcune Costituzioni Conciliari.
In anni recenti, per migliorare l'acustica, sono stati applicati sulle pareti interne appositi pannelli.
Sul lato sinistro della chiesa, vicino alla controfacciata, si apre uno spazio esagonale inizialmente destinato a Battistero, ma ora non più utilizzato per questo scopo, e sostituito da un fonte battesimale collocato a destra dell'altare.
Sempre sul lato di sinistra si trova, tangente all'aula, la cappella feriale, che attraverso la grande vetrata di Colfi, realizzata a libro, può aprirsi verso la chiesa per aumentarne la capienza. Si tratta di un ambiente curato e ben illuminato, con accesso autonomo verso l'esterno, ma anche ben integrato con l'aula ecclesiastica della quale può divenire vera e propria estensione.
Impianto strutturale
Chiesa a pianta trapezoidale, con copertura a spioventi.
Struttura
La struttura portante è in cemento armato con muri di tamponamento in mattoni laterizi a faccia vista. Copertura a spioventi con travi in cemento, manto in tegole.
Pavimenti e pavimentazioni
Le pavimentazioni interne sono in ceramica. Gradini in marmo bianco.
Coperture
Con copertura a spioventi e paramento murario in mattoni faccia a vista, l'edificio di culto si mostra come elemento di forte riconoscibilità sulla scena urbana. Il manto è in tegole laterizie.
Pianta
L’aula ha una pianta di forma trapezoidale che si restringe nella zona presbiteriale.
Adeguamento liturgico
presbiterio - aggiunta arredo (1965-1970)
La chiesa si mostra come un ampio ed unitario spazio comunitario che trova il suo punto focale nell'altare e nella zona presbiteriale collocati in posizione leggermente rialzata. 'altare e l'ambone sono realizzati con programmatica sobrietà in pietra di Aurisina.
Queste caratteristiche trovano piena conferma nelle riflessioni scaturite dal laboratorio bolognese del cardinal Lercaro e dal Concilio Vaticano Il, ed è proprio a quegli anni che si deve questo complesso parrocchiale. La chiesa venne anche definita "Chiesa del Concilio" a sottolineare il fatto che la prima pietra venne posta durante i lavori del Concilio.