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Denzano
Marano sul Panaro
Modena - Nonantola
chiesa
parrocchiale
Beata Vergine Assunta
Parrocchia della Beata Vergine Assunta
Impianto strutturale; Struttura; Coperture; Pavimenti e pavimentazioni
presbiterio - aggiunta arredo (2000 circa)
1163 - 1163(preesistenze intorno); 1271 - 1271(preesistenze intorno); 1333 - 1333(preesistenze intero bene); 1341 - 1341(preesistenze intero bene); 1759 - 1759(descrizione storica interno); 1797 - 1797(descrizione storica intero bene); 1987 - 1987(restauri intero bene)
Chiesa della Beata Vergine Assunta
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa della Beata Vergine Assunta <Denzano, Marano sul Panaro>
Altre denominazioni Chiesa parrocchiale della Beata Vergine assunta
Ambito culturale (ruolo)
romanico (edificazione)
Notizie Storiche

1163  (preesistenze intorno)

il toponimo la cui prima forma è da riferirsi a “Zinzano”, sembra derivare da un (A)udentianus fundus legato al gentilizio latino Audentius. Nelle carte medioevali è presente nelle forme Cencanum, Zencanum, Zenzanum e Denzanum. Nel testamento di Gerardo detto Furigone sono citate le località Zinzano e Zenzano riferibili rispettivamente a Zinzano di Savignano e a Denzano

1271  (preesistenze intorno)

il regesto notarile del 9 maggio con cui Gerardino di Fiorano detto Montanarius promette a Landolfo, abate di Nonantola, di mantenere un prete ad officiare nella chiesa di S. Maria di Denzano finché Mantuanos, prete eletto, non se ne potrà assumere la cura.

1333  (preesistenze intero bene)

la chiesa di S. Maria di Denzano è tra quelle sottoposte a Nonantola: il Legato di Romagna le impone la colletta di 50 soldi.

1341  (preesistenze intero bene)

il Vicario Generale dell’abate Guglielmo, recatosi in visita a Denzano, annota che il parroco è costretto a vivere in chiesa non essendovi la canonica. L’elezione del parroco sembra competesse alla popolazione, mentre all’abate di Nonantola era riservata la conferma.

1759  (descrizione storica interno)

dalla visita del Vicario generale Baccarini, delegato dall’abate Albani di Nonantola, si apprende che tre sono gli altari: l’altare di S. Antonio, l’altare del Ss.mo Rosario cui è stata eretta l’omonima Società, e infine l’altare Maggiore, cui è stata eretta la Società del Ss.mo Sacramento.

1797  (descrizione storica intero bene)

l’altare Maggiore, in scagliola, riporta questa data. L’abside romanica della chiesa, conservata quasi integralmente, presenta quattro lesene appoggianti sul basamento. I tre spazi tra le lesene sono suddivisi in due archi a tutto sesto che racchiudono, a loro volta, tre archetti pensili con figure antropomorfe nelle mensole corrose dal tempo e, tre monofore strombate. Il Maestri la ritenne “uno degli esempi più perfetti delle costruzioni romaniche del secolo XII dell’Appennino Modenese” riproducente “in proporzioni molto più modeste, la composizione delle absidi minori del duomo di Modena. La sostituzione di teste umane alle immagini fantastiche che si vedono solitamente nelle costruzioni romaniche del secolo XI e XII, data l’abside all’ultimo periodo del romanico, dopo il duomo di Modena (1099-1106)”. Il restante corpo della chiesa è stato rimesso a nuovo nel XVII secolo quando viene ricostruito l’avancorpo. La base del campanile presenta un paramento murario in conci di arenaria rom

1987  (restauri intero bene)

un generale intervento di restauro ha interessato tutta la chiesa; l’intonacatura esterna ha ricoperto tutta la muratura lasciando in vista solo le porzioni romaniche originarie, tra cui l’abside e la base della torre campanaria.
Descrizione

il toponimo la cui prima forma è da riferirsi a “Zinzano”, sembra derivare da un (A)udentianus fundus legato al gentilizio latino Audentius. Nelle carte medioevali è presente nelle forme Cencanum, Zencanum, Zenzanum e Denzanum. Nel testamento di Gerardo detto Furigone sono citate le località Zinzano e Zenzano riferibili rispettivamente a Zinzano di Savignano e a Denzano. Il complesso immobiliare esistente attorno alla chiesa parrocchiale della Beata Vergine Assunta di Denzano è costituito principalmente dall’edificio di culto, dal corpo di fabbrica della canonica su due piani e dalla torre trecentesca del Castello con la rocca, raccolti a corte aperta in sommità ad uno sperone roccioso che domina l’accesso alla vallata. La chiesa, in stile romanico dalle linee sobrie ed essenziali per quanto riguarda il linguaggio architettonico e l’apparato decorativo esterno, è stata edificata nel medioevo con il classico orientamento di fondazione: la facciata d’ingresso a ovest e l’abside semicircolare a est, col campanile svettante sul fondo addossato alla parete nord in corrispondenza del presbiterio, con la sagrestia alla base accessibile dall’interno della chiesa. La costruzione è stata oggetto di numerosi interventi nel corso dei secoli che, in parte, sono leggibili nelle strutture murarie restaurate nel 1987, compreso l’ampliamento della navata centrale del XVII secolo. L’interessante apparato decorativo romanico originario è costituito da paraste murarie semicilindriche con capitello, un doppio ordine di archetti pensili, sottili monofore strombate, cornici e modanature in pietra arenaria levigata nell’abside semicilindrica lasciata a vista. La chiesa possiede un impianto planimetrico longitudinale, schematicamente a croce latina, dove i bracci sono rappresentati dalle due ampie cappelle laterali sotto grandi archi ribassati; possiede navata unica, ampia e continua fino al presbiterio, con soffitto voltato a botte, intonacato e unghiato in corrispondenza delle finestrature laterali. L’interno conserva uno stile neoclassico conferitogli nel Settecento, fino al presbiterio dove i restauri del 1987 hanno riportato alla luce la massiccia eleganza delle forme architettoniche dell’abside e degli archi in muratura di arenaria della chiesa romanica.
Impianto strutturale
l’edificio religioso risulta di medie dimensioni e forma semplice a capanna, due corpi di fabbrica ortogonali al corpo principale, addossati lateralmente alla navata centrale, che contengono due cappelle, conferiscono alla chiesa l’aspetto basilicale a croce latina; possiede un impianto planimetrico longitudinale a navata unica, ampia e continua fino al presbiterio, che pare quasi un prolungamento della navata stessa, con soffitto voltato a botte e, sul fondo, l’abside semicilindrica aggettante all’esterno, che contiene il piccolo coro.
Struttura
muratura continua in blocchi di pietra arenaria e in mattoni di laterizio, sul perimetro del fabbricato e nei corpi laterali delle cappelle, intonacata e tinteggiata sia verso l’esterno sia verso l’interno dell’edificio, a parte l’abside e la base del campanile lasciati a vista. Due grandi archi ribassati in muratura all’interno dell’aula ecclesiastica sulle pareti laterali in corrispondenza delle cappelle, senza catene metalliche di rinforzo. Copertura a falde inclinate con capriate, terzere e travetti di legno, piano in tavelle di laterizio di produzione artigianale e manto in coppi a canale di laterizio. Soffitto voltato a botte sull’aula ecclesiastica, probabilmente realizzato con tavelle di laterizio in foglio.
Coperture
il tetto è tradizionale a falde inclinate, con due spioventi a capanna sul corpo centrale della chiesa, a spiovente unico sui corpi laterali delle cappelle e a padiglione con quattro spioventi sul campanile.
Pavimenti e pavimentazioni
antico ammattonato di cotto nel pavimento del presbiterio e dell’aula, e grosse lastre di pietra arenaria utilizzate nelle soglie e nei gradini.
Adeguamento liturgico

presbiterio - aggiunta arredo (2000 circa)
impianto liturgico precedente alla riforma del Concilio Vaticano II: l’altare maggiore in muratura e stucco dipinto col tabernacolo al centro, rialzato di due gradini sul piano del presbiterio, a sua volta rialzato di un gradino sull’aula dei fedeli, è posto alle spalle del celebrante, centralmente come elemento di separazione tra coro e presbiterio. Recentemente è stata aggiunta una nuova mensa di legno rivolta verso l’aula ecclesiastica.
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