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restauro
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Serrapetrona
Camerino - San Severino Marche
chiesa
parrocchiale
S. Francesco
Parrocchia di San Clemente
Interno; Impianto strutturale; Coperture
altare - intervento strutturale (1970-1979)
XIV - XIV(costruzione Intero bene); XV - XVIII(elementi decorativi Intero bene); XIX - XIX(passaggio di proprietà intero bene); XX - XX(rifacimento campanile); 1958 - 1979(restauro intero bene); 1993 - 1993(restauro intero bene); 1997 - 2003(eventi sismici intero bene); 2003 - 2003(restauro intero bene)
Chiesa di San Francesco
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di San Francesco <Serrapetrona>
Altre denominazioni S. Francesco
Ambito culturale (ruolo)
maestranze marchigiane (costruzione)
ambito marchigiano (elementi decorativi)
maestranze marchigiane (rifacimento campanile)
maestranze marchigiane (restauro)
maestranze marchigiane (restauro)
maestranze marchigiane (restauro)
Notizie Storiche

XIV  (costruzione Intero bene)

Il terreno per costruire chiesa e convento di San Michele, divenuto poi di San Francesco, fu acquisito dai frati minori conventuali nel 1325. Alla costruzione lavorò un frate di Serrapetrona, Giovanni, soprannominato “della Martella”. Il frate morì il 28 febbraio 1331 a chiesa ultimata: qui venne sepolto in un arcosolio, posto nella parete nord, affrescato da autore ignoto. Di scuola giottesco-riminese è invece l’affresco del 1340 rappresentante la Resurrezione di Cristo, originariamente posto sulla parete di fondo della scarsella, quindi coperto sotto uno strato di intonaco, rinvenuto nel 1961, asportato e , infine, ricollocato all’interno dell’aula.

XV - XVIII (elementi decorativi Intero bene)

Nel XV secolo fu realizzato l'affresco della Vergine in trono con Bambino sulla parete destra dell’aula. Dal 1496 la chiesa fu arricchita con un pregevolissimo polittico di Lorenzo d’Alessandro. Il primo altare di sinistra, dedicato dal Generale dell'Ordine Conventuale Giovanni Pico da Serrapetrona a Sant’Antonio da Padova, è stato realizzato nella seconda metà del XVI secolo. Anche il coro, in legno di noce e la cantoria furono realizzati nel XVI secolo:il parapetto, in legno di noce, fu decorato nel XVII secolo con nove tele dipinte raffiguranti, ai lati, sette ritratti di santi e, al centro, la Madonna col Bambino e la Deposizione. Nel corso del XVIII secolo un anonimo pittore affrescò le pareti laterali della scarsella e gli spicchi della volta a crociera con diversi soggetti: i quattro Evangelisti, la Sacra Famiglia e le stimmate di San Francesco. Allo stesso periodo risalgono gli ovali posti in alto sulle pareti dell’aula e le inquadrature degli altari laterali.

XIX  (passaggio di proprietà intero bene)

Con la soppressione napoleonica i frati conventuali abbandonarono la chiesa che diventò proprietà comunale. In tale occasione essi asportarono il corpo di frate Giovanni "della Martella".

XX  (rifacimento campanile)

Tra il 1925 ed il 1926 il campanile fu ricostruito in stile neogotico con falsa merlatura. Del campanile precedente resta il basamento sotto il livello della copertura dell’aula.

1958 - 1979 (restauro intero bene)

Il primo restauro condotto sulla chiesa cercò di riportare alla luce l’essenza gotica della costruzione: furono eliminati molti degli apparati settecenteschi e vennero riaperte le monofore. Il 12 aprile 1961, in occasione della rimozione del polittico di Lorenzo d'Alessandro, fu scoperto sul fondo della scarsella l'affresco della Resurrezione di Cristo, opera realizzata intorno al 1340 da un seguace della scuola giottesco-riminese. Nel 1975 l'affresco fu restaurato dalla Soprintendenza, quindi nel 1979 riposto su una parete dell’aula. L’intervento di ricollocazione è stato poco felice poiché gli elementi metallici, atti a sorreggere l’affresco staccato, avrebbero irrimediabilmente danneggiato la porzione di muro dell’aula - sede attuale - su cui, sembrerebbe vi sia la certezza di rinvenire ulteriori affreschi.

1993  (restauro intero bene)

Nel 1993 vennero condotti interventi di rifacimento del pavimento e del tetto.

1997 - 2003 (eventi sismici intero bene)

La chiesa fu danneggiata dal sisma del 1997.

2003  (restauro intero bene)

Danneggiata dal sisma del 1997, la chiesa fu oggetto di restauro nei primi anni del 2000.
Descrizione

Eretta nel XIV secolo lungo la direttrice ovest - est, braccio sud dell’omonimo convento e libera sui lati sud ed est, la chiesa parrocchiale di San Francesco domina l’estremità occidentale più a monte di Serrapetrona e si affaccia su un ampio sagrato ornato da aiuole verdi ed alberi. Il titolo di parrocchiale le fu conferito nel 1811, poiché l’antica chiesa di San Clemente era stata fortemente lesionata dal terremoto del 1799. Il prospetto principale sud, corrispondente al fianco destro dell’aula, è scandito da quattro contrafforti in pietra che individuano tre porzioni intonacate, rispettivamente bucate in alto da un’alta monofora trilobata; oltre alle monofore, le due porzioni a partire da sinistra sono segnate in basso da due pregevoli portali: il primo è ornato con una pregevole cornice in pietra arricchita da due volute che sostengono un timpano spezzato che, al centro, lascia spazio ad una testa finemente lavorata; il secondo è caratterizzato da una semplice cornice rettangolare modanata. Alla destra del volume dell’aula si erge, più elevato, il parallelepipedo della scarsella, segnato anch’esso al centro da un’alta monofora trilobata e rinforzato all’angolo sud est da ampio contrafforte. Posta sull’angolo nord est della chiesa, alle spalle della scarsella, svetta la torre campanaria: della struttura originaria resta il basamento poiché la cella campanaria in stile neogotico venne ricostruita all’inizio del XX secolo. Il prospetto est è, dunque segnato dal parallelepipedo della scarsella, a destra dalla prosecuzione dell’ala est del convento ed in secondo piano a destra dall’imponente campanile con alta cella a quattro fornici a sesto acuto e copertura a terrazzo con balaustra scandita da merli guelfi. Come detto, i prospetti nord ed ovest sono occupati dalle estremità delle altre ali del convento.
Interno
Un’ampia e lunga aula rettangolare, intonacata, con copertura tradizionale lignea lasciata a vista, impreziosita sul lato nord da due pregevoli altari cinquecenteschi e da un arcosolio affrescato del XIV secolo, sul lato sud da un pregevole altare seicentesco, da una serie di affreschi e lacerti del XV e del XVI secolo, rinvenuti in occasione degli ultimi restauri e, in alto, da una serie di ovali e cornici in stucco realizzati nel XVIII secolo, forse dalle stesse maestranze che in quel periodo operarono nelle chiese di Santa Maria delle Grazie e di San Lorenzo. Posto al centro del presbiterio, su basamento rialzato, l’altare maggiore precede la parete fondale su cui, ai lati, sono posizionati due altari e, al centro, si apre un ampio arco a tutto sesto che introduce alla retrostante scarsella. Quest’ultima è un ampio spazio rettangolare, coperto con volta a crociera dipinta e nervata, illuminato da una monofora trilobata posta sul lato destro ed ospita, oltre ad un importante coro ligneo del XVI secolo, un pregevolissimo polittico di Lorenzo d’Alessandro, realizzato nel 1496 e posto sulla parete di fondo. Sulla parete ovest dell’aula, alla sinistra dell’ingresso principale, è stata posizionata una preziosa cantoria lignea del XVI secolo, con balaustra a nove riquadri che ospitano altrettanti volti dipinti di Santi, risalenti al XVII secolo; al centro della cantoria è ubicato un pregevole organo del 1838, opera del caldarolese Francesco Santilli. Al centro dello spazio sottostante la cantoria è stato posizionato un pregevole fonte battesimale.
Impianto strutturale
Muratura perimetrale portante posta in opera con blocchi di pietra irregolari ed inserti in laterizio.
Coperture
Tetto a due falde con solaio in laterizio rivestito esternamente in coppi, sorretto da impalcato ligneo di capriate, travi ed arcarecci.
Adeguamento liturgico

altare - intervento strutturale (1970-1979)
Il dossale e l'altare preconciliari furono demoliti: con il materiale di spoglio fu realizzato il presente altare sorretto da un plinto centrale e da sei balaustri posti ai lati. La mensa è in pietra.
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