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Esanatoglia
Camerino - San Severino Marche
chiesa
parrocchiale
S. Martino
Parrocchia dei Santi Anatolia e Martino
Interno; Impianto strutturale; Coperture
altare - aggiunta arredo (1970-1979)
1233 - 1233(costruzione intero bene ); 1311 - 1324(ricostruzione in altro luogo intero bene); 1493 - XVI(passaggio di proprietà intero bene); 1675 - 1699(ricostruzione intero bene); 2015 - 2018(restauro intero bene)
Chiesa di San Martino
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di San Martino <Esanatoglia>
Altre denominazioni S. Martino
Ambito culturale (ruolo)
maestranze marchigiane (costruzione)
maestranze marchigiane (ricostruzione in altro luogo)
maestranze marchigiane (restauro)
maestranze marchigiane (ricostruzione )
Notizie Storiche

1233  (costruzione intero bene )

La memoria più antica di San Martino risale al 1233. La prima chiesa era situata, forse, più a monte di dove sorge quella attuale.

1311 - 1324 (ricostruzione in altro luogo intero bene)

Nel 1311 il vescovo Berardo di Camerino autorizzò Don Bentivoglio, Abate del Monastero di Sant'Angelo infra hostia, dal quale dipendeva San Martino, a trasferire la medesima chiesa in un luogo poco distante nei pressi della strada principale del castello. Nel 1324 viene citata negli statuti come chiesa presso Porta del Borgo.

1493 - XVI (passaggio di proprietà intero bene)

Dal 1493 i beni del Monastero di Sant'Angelo e quindi la chiesa di San Martino passarono sotto la famiglia dei Da Varano. Successivamente alla decadenza del Monastero di Sant'Angelo infra hostia, nel XVI secolo la chiesa di San Martino fu eletta a Collegiata dal Cardinale Alessandro Farnese.

1675 - 1699 (ricostruzione intero bene)

Dagli anni 70 del XVII secolo la chiesa inizia a conformarsi secondo l'aspetto attuale: il nuovo titolo di Collegiata impone una revisione estetica e strutturale all'intero edificio. Restano oggi come tracce dell'impianto originario trecentesco un arco in pietra a lato sinistro del portale e il basamento della torre campanaria.

2015 - 2018 (restauro intero bene)

Al 2015 risale un progetto di restauro con cui si prefissavano consolidamento e restauro delle murature portanti, del campanile, delle volte, degli interni; sostituzione della pavimentazione interna; rifacimento dell'impianto di riscaldamento. I lavori non sono ancora iniziati.
Descrizione

Costruita tra il 1311 ed il 1324, ubicata al centro di Esanatoglia quale parte di un complesso edilizio articolato da volumi di diversa natura e dimensione, disposta lungo la direttrice nord - sud, la Collegiata di San Martino, parrocchiale insieme all’antica pieve, domina col suo prospetto principale sud lo slargo che dal centro di corso Vittorio Emanuele II digrada verso le Fontane di San Martino, fonti in pietra risalenti al XIII secolo. Il prospetto principale, intonacato, è caratterizzato da un reticolo di elementi in laterizio che mettono in evidenza le linee delle paraste, della trabeazione, della cornice del timpano, dei marcapiani, delle volute di raccordo tra porzione centrale e porzioni minori ai lati. Al centro un elegante, sobrio portale con cornice e timpano in pietra scolpita; quest’ultimo è sormontato da ampia finestra, attualmente tamponata, nel cui invaso è raffigurato il Santo con un mosaico risalente al 1957. Al centro del timpano un oculo privo di ornamenti. Alla sinistra del portale, un trecentesco arco a tutto sesto tamponato è testimonianza dell’impianto originario della chiesa, così come il basamento lapideo dell’imponente torre campanaria che, coronata con alta cella in laterizio con quattro fornici a tutto sesto e coperta con tetto a padiglione rivestito in coppi, svetta sull’estremo angolo nord ovest dell’edificio. Il prospetto est, caratterizzato in alto dalla sequenza di cinque ampie finestre disposte per illuminare l’aula più una piccola in corrispondenza del presbiterio, ma completamente cieco alla base, si svolge lungo il vicolo che con andamento ad “S” taglia l’isolato e separa l’edificio di culto dal palazzetto signorile che si sviluppa più a valle. Il prospetto ovest, invece, oltre ad essere segnato a nord dal campanile, presenta in alto quattro ampie finestre più una piccola in corrispondenza del presbiterio e si affaccia su una corte. Il prospetto nord si svolge lungo via Marinelli ed è una parete cieca in pietra segnata solo, nella porzione più a monte, dalla svettante torre campanaria.
Interno
L’aula si presenta ampia e molto luminosa: ciò è dovuto al bianco dell’intonaco ed alle undici finestre che dall’alto consentono alla luce naturale di entrare. L’impianto planimetrico adottato è quello della croce latina il cui corpo è composto da quattro campate voltate a botte con unghiature in corrispondenza delle ampie finestre poste sopra l’importante trabeazione decorativa che corre lungo tutto il perimetro dell’aula e dell’abside. Prima di giungere al transetto, ai lati del corpo centrale si sviluppano otto invasi di cui sei cappelle laterali, caratterizzate da archi a tutto sesto, e due spazi minori di cui quello di sinistra è occupato da un pulpito ligneo, quello di destra, tamponato, risulta accessibile solo dall’esterno. Il braccio di transetto è caratterizzato da due importanti cappelle contenenti altrettanti altari, da qui, poi, si accede al campanile, dalla cappella sinistra ed alla sagrestia da quella di destra. L’innesto dei due bracci è coperto con cupola ellettica intradossata in camorcanna, innestata su quattro pennacchi generati da altrettanti archi a tutto sesto che poggiano su altrettante colonne doriche non scanalate, a loro volta affiancate da paraste angolari. Il presbiterio accoglie al suo centro, su piedistallo a tre gradini, un pregevole altare preconciliare sul cui dossale è stato posto in alto al centro un crocifisso. Alle spalle di quest’ultimo un coro ligneo rimarca la base della superficie curva dell’abside intradossata il cui ritmo è scandito da una serie di paraste e dalla trabeazione che, al centro, diventa cornice architettonica per una pregevole immagine della Vergine tra due Santi. In controfacciata, al contrario, una cantoria lignea finemente lavorata sovrasta la bussola d’ingresso ed ospita un pregevole organo di Giuseppe Fedeli del 1770.
Impianto strutturale
Muratura perimetrale portante posta in opera con blocchi di pietra irregolari ed inserti in laterizio.
Coperture
Tetto a due falde con solaio in laterizio rivestito esternamente in coppi, sorretto da impalcato ligneo di capriate, travi ed arcarecci.
Adeguamento liturgico

altare - aggiunta arredo (1970-1979)
Davanti al podio sul quale si trova l'altare preconciliare è stato appoggiato un tavolo in legno che funge da altare.
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