chiese italiane censimento chiese edifici di culto edifici sacri beni immobili patrimonio ecclesiastico beni culturali ecclesiastici beni culturali della Chiesa cattolica edilizia di culto restauro adeguamento liturgico Santo Stefano di Corvaro Borgorose Rieti chiesa sussidiaria S. Stefano Parrocchia di Santa Maria Pianta; Zona presbiteriale; Facciata; Torre campanaria; Interni; Struttura; Canonica presbiterio - aggiunta arredo (1968) VII - XII(Origini Carattere generale); XII - XII(Sviluppo dell’insediamento Intero bene); XIX - XIX(Riedificazione Intero bene); XX - XX(Ricostruzione Intero bene); XX - XX(Edificazione Canonica); 2013 - 2013(Consolidamento Intero bene)
Chiesa di Santo Stefano
Tipologia e qualificazione
chiesa sussidiaria
Denominazione
Chiesa di Santo Stefano <Santo Stefano di Corvaro, Borgorose>
Altre denominazioni
S. Stefano
Ambito culturale (ruolo)
maestranze abruzzesi (costruzione)
gotico romanico (torre campanaria)
Notizie Storiche
VII - XII (Origini Carattere generale)
Santo Stefano, come comunità civile e religiosa facente capo ad una chiesa rurale con battistero, è documentata per la prima volta in una bolla di Papa Anastasio IV del 1153 (“plebs Sancti Staphani in Clavaro”). Probabilmente l’origine della chiesa è antecedente alla data del 1153. Infatti la pieve di S.Stefano era uno dei principali siti religiosi del Cicolano in possesso dei monaci farfensi già dal VIII secolo a seguito della donazione fatta dal Duca di Spoleto Faroaldo nel 706. Secondo lo storico Andrea Staffa, S. Stefano era l’unica pieve della zona e in essa si conserva una preziosa testimonianza storica, quella che potrebbe essere il fonte pievano, e cioè una base di colonna romana rovesciata, poggiata su un rocchio in marmo impostato su una trabeazione anch’essa in marmo sulla quale sono ancora visibili le tracce di un basso rilievo di età romana (AA.VV - A. Staffa – L’antipapa Niccolò V).
XII (Sviluppo dell’insediamento Intero bene)
La chiesa di S. Stefano esercitò la cura parrocchiale anche nel territorio di Corvaro fino al XII secolo quando la parrocchia si divise con la chiesa di S. Angelo di Corvaro. Essa è riportata nel registro delle chiese parrocchiali della Diocesi di Rieti redatto nel 1398 e citato nelle memorie del Vescovo Saverio Marini (1779 – 1813).
Nonostante le sue origini antiche e il ruolo ricoperto per molti secoli dalla chiesa di S. Stefano, sono poche e scarne le informazioni desumibili dalle fonti storiche, in particolare le “actas visitationis” relative alle visite pastorali effettuate dai vescovi della Diocesi di Rieti, che consentono di ricostruirne le caratteristiche principali dell’edificio.
Esse si limitano essenzialmente ad una elencazione di ciò che è contenuto all’interno dell’edificio in termini di arredi, altari, ecc. Scarne sono anche le notizie relative alle presenze storico-artistiche rilevanti come gli affreschi ancora in parte presenti nelle pareti della chiesa e nelle vol
XIX (Riedificazione Intero bene)
In alcuni casi si fa fatica a riconoscere dalle descrizioni l’impianto planimetrico dell’edificio. Ad esempio dal resoconto della visita pastorale del 1828 la chiesa è lunga “8 canne e larga 3 canne” (circa mt. 18,00x6,70).
Probabilmente chi scrive fa riferimento alla sola navata senza tenere in considerazione il corpo trasversale della zona presbiteriale che non viene menzionato. Ancora: dietro l’altare maggiore, dedicato a Maria S.S. con statua in gesso, esiste un vano semicircolare in cui si trova un organo a cassa senza canne.
Dal rilievo dello stato attuale della chiesa non si ha traccia di una parete semicircolare posta alle spalle dell’altare maggiore.
Il parallelepipedo trasversale del presbiterio è composto da tre vani pressoché quadrati separati da archi ribassati e coperti, quello centrale, da una volta a vela, quelli laterali da volte a botte.
In particolare nel vano a sinistra dell’altare, nella parete trasversale esterna, è ancora visibile un affresco con la figu
XX (Ricostruzione Intero bene)
E’ possibile che l’edificio abbia subito una profonda manomissione durante la ricostruzione, avvenuta negli anni “30 del secolo scorso, a seguito del disastroso terremoto di Avezzano del 13.01.1915, e alcuni elementi e strutture originariamente presenti siano andate distrutte.
XX (Edificazione Canonica)
All’impianto planimetrico della chiesa è stata aggiunta la canonica, realizzata in aderenza alla chiesa accanto alla facciata principale. Le caratteristiche di questo edificio, la tipologia, lo stile architettonico e l’analisi della tecnico-costruttiva, ci consentono di affermare, anche senza l’ausilio di documenti comprovanti, che la canonica è un tipico edificio riconducibile al periodo del papato di Pio XI, riscontrabile anche in altre parrocchie del reatino, e che esso sia stato realizzato contemporaneamente agli interventi di ricostruzione post terremoto.
2013 (Consolidamento Intero bene)
I lavori di riparazione e miglioramento sismico della torre campanaria sono stati finanziati da Commissario Delegato al Sisma 1997
Descrizione
Il complesso edilizio parrocchiale di Santo Stefano si affaccia su un piccolo spazio pubblico dell’omonimo abitato della frazione di Santo Stefano di Corvano nel Comune di Borgorose. Esso risulta isolato rispetto alla struttura urbana del centro abitato: ad est e a nord la strada comunale, che sale in direzione nord, cinge l’edificio e lo nasconde in parte lasciando scoperta una porzione del corpo trasversale del presbiterio; a sud la piccola piazza contiene il fronte principale della chiesa, la casa canonica e l’alto campanile; sul fronte ovest il complesso edilizio si affaccia sull’ampia spianata dove è stato realizzato un campo da gioco, per realizzare il quale è stato abbassato il terrapieno esistente fino al livello del piano fondale dell’edificio. Sulle pareti della chiesa è ancora evidente il piano di imposta lasciato dal terreno prima dell’intervento.
Pianta
La navata unica è articolata in tre campate di forma quadrata, evidenziate da tre pilastri addossati alle pareti longitudinali e collegati da archi ribassati. Tali archi non hanno alcune funzione strutturale, ma esclusivamente decorativa. Dalle indagini di rilievo, in corrispondenza del lato di incontro tra il corpo della navata e quello della zona presbiteriale, si è riscontrato un arco richiuso, che probabilmente era l’arco trionfale della chiesa. E’ possibile che la chiesa in origine aveva una copertura a tetto impostata su un’unica quota (quella della zona presbiteriale più alta) e che, pertanto, la navata aveva un’altezza maggiore rispetto a quella dello stato attuale. Questa considerazione, non supportata da fonti documentate, ci porta a ipotizzare che sia i pilastri, sia gli archi di collegamento, sia le volte della zona presbiteriale siano riconducibili ai lavori di ricostruzione della chiesa a seguito del terremoto del 1915.
Zona presbiteriale
La zona presbiteriale è sopraelevata rispetto alla navata e si accede superando una scalinata, ampia quanto la larghezza della navata stessa, composta da sei gradini. Sul lato sinistro della scalinata, in sommità, si trova l’ambone, mentre il seggio del celebrante, in marmo bianco, si trova sulla parete opposta. Anche questa zona è ripartita in tre campate separate da archi ribassati.
Nella campata centrale, coperta da una volta a vela, si trova l’altare con la mensa, in marmi policromi, posto centralmente. Alle spalle, nella parete di fondo, si trova il tabernacolo sovrastato da un crocifisso.
Le due cappelle laterali, di forma anch’esse quadrangolare, sono coperte da volte a botte. La cappella sinistra, rispetto all’altare, contiene il fonte battesimale, posto nella parete trasversale esterna. Da questa cappella si accede alla sacrestia, piccolo spazio anch’esso quadrangolare posizionato ad una quota più alta rispetto al presbiterio. Nella volta di questa cappella, sotto lo strato di tinteggiatura, si intravedono dei motivi pittorici.
Nella cappella di destra è ancora visibile una porzione di affresco raffigurante Gesù e altre figure di santi. Sulla parete ortogonale alla navata si trova un’apertura con porta in legno, attualmente chiusa, che consentiva l’accesso verso l’esterno della chiesa. I lavori di realizzazione di un campo da gioco hanno modificato la quota del terreno esterno lungo questo lato della chiesa, scoprendo l’apparato fondale dell’edificio.
In entrambe le cappelle, lungo la parete di fondo dell’edificio, si trovano due nicchie ad arco, analoghe a quelle presenti nella navata, incorniciate da uno stucco a rilievo. Sulle due pareti terminali del corpo trasversale del presbiterio, sono presenti due finestre ad arco che illuminano lo spazio interno.
Facciata
La facciata principale è stretta tra la canonica da un lato e, dall’altro, dalla torre campanaria. Sulla facciata si trova il portone di ingresso alla chiesa soprelevato rispetto alla piazza. In asse si trova la finestra rettangolare che illumina lo spazio della navata. L’intera facciata è rifinita da uno spesso strato di intonaco a base cementizia di recente realizzazione.
Torre campanaria
Nel fianco destro della chiesa è ubicata la torre campanaria a base quadrangolare, con tre interpiani intermedi. Una cella campanaria con un fornice per lato completa l’elemento architettonico.
Interni
In corrispondenza dell’imposta degli archi trasversali si trova una cornice che si sviluppa per l’intero perimetro interno dell’edificio. Un controsoffitto orizzontale intonacato, con struttura portante in morali di legno, chiude lo spazio della navata. Nella campata centrale si trovano due nicchie ad arco con bordi in mattoni. Accanto alla nicchia della parete sinistra, più in basso, riquadrato da una cornice in gesso, è visibile ancora una piccola porzione di un affresco raffigurante la Madonna col Bambino citato nelle “actas” della visita pastorale del 1828. Una zoccolatura perimetrale in pietra levigata riveste la base delle pareti longitudinali. Il pavimento è composto da mattonelle quadrate in clinker; due fasce longitudinali in mattonelle rettangolari in cotto, delimitano lo spazio centrale della navata. L’intera zona è pavimentata con mattonelle di forma rettangolare in gres porcellanato. La zona occupata dall’altare è rialzata da un basamento rivestito con mattonelle in travertino di forma quadrata; due scalini preludono al tabernacolo.
L’intero spazio interno della chiesa è intonacato e tinteggiato con colore chiaro sulla gamma dei marroni.
Struttura
La struttura portante della chiesa è realizzata con muri in pietra dello spessore di cm 75. Particolarmente grave per la muratura perimetrale risulta essere il fenomeno dell’umidità. Questo fenomeno, molto accentuato lungo la parete est (lato strada) è dovuto principalmente alla risalita per capillarità dell’umidità proveniente dal terreno che circonda l’edificio. In particolare esso è maggiormente evidente lungo il lato confinante con la strada comunale. Il tetto della navata è a due spioventi (falde). La struttura portante è costituita da nove capriate in legno su cui è posta un’orditura primaria e secondaria composta da travi in legno con sovrastante tavolato anch’esso in legno. Dalle indagini condotte il pacchetto di copertura è composto da uno strato di guaina bituminosa su cui è stato posizionato direttamente il manto di copertura con tegole portoghesi. Il tetto della zona presbiteriale è anch’esso a due spioventi ed è impostato ad una quota più alta rispetto a quella del tetto della navata. La struttura è costituita da un solaio latero-cementizio con gronda in C.A. Il manto di copertura è realizzato con tegole marsigliesi.
Canonica
La canonica è un tipico esempio di edificio adottato per questa funzione in molte realtà parrocchiali del reatino, e riconducibile al periodo del papato di Pio XI. L’edificio a pianta rettangolare è composto da due piani fuori terra, una porzione di piano seminterrato, oltre al piano sottotetto.
L’accesso al piano rialzato avviene dalla piccola piazza antistante attraverso un ballatoio. Dall’atrio di ingresso si accede direttamente alle quattro stanze che compongono il piano rialzato, non comunicanti tra loro. Le stanze sono di forma regolare e pressoché uguali, delle dimensioni di circa 9,00-12,00 mq. dotate tutte di due finestre esterne, mentre la stanza a nord-est ne ha una soltanto. L’altezza del piano è di m. 2,90.
Il pavimento è realizzato con mattonelle in graniglia a base cementizia di colore grigio delle dimensioni di cm 20x20; le pareti sono intonacate e tinteggiate.
Al piano primo la disposizione degli ambienti si ripete uguale a quella del piano rialzato. Il piano è coperto da un controsoffitto intonacato e struttura interna realizzata da una rete metallica a maglia quadrata e fissata ad una sovrastante orditura in travi circolari in legno. Esso è posto ad un’altezza dal pavimento di mt. 3,00. Analogamente al piano rialzato il pavimento è in mattonelle in graniglia a base cementizia di colore grigio delle dimensioni di cm 20x20 e le pareti sono intonacate e tinteggiate.
Una botola posta nel controsoffitto dell’atrio consente di accedere al sottotetto.
Il locale seminterrato ha una dimensione minore rispetto ai due piani sovrastanti. Ad esso si accede da una porta esterna sul prospetto ovest ed ha un’altezza inferiore rispetto a quella degli alti locali (mt. 2,10). Il pavimento è allo stato rustico. Le pareti sono intonacate e non rifinite superficialmente. Le due stanze sono comunicanti; la stanza accanto a quella di ingresso è fornita di una piccola finestra quadrata.
Adeguamento liturgico
presbiterio - aggiunta arredo (1968)
L'adeguamento liturgico della zona presbiteriale è stato inaugurato il 04/07/1968 in occasione del venticinquesimo di Mons. Vincenzo Santori, nativo del luogo. L'altare verso il popolo è costituito da due setti di marmo con sovrastante piano in marmo, il tutto su di una pedana sempre rivestita in marmo. La sede è collocata di fianco all'altare ed è costituita da sedia in marmo con braccioli e sedute laterali sempre in marmo. L'ambone è posto sulla destra dell'altare guardando il popolo, anch'esso è in marmo ed è posto su di una pedana in legno. La custodia eucaristica è anch'essa in marmo, il tabernacolo di marmo è posto su di una colonna quadrata in posizione centrale ed elevata rispetto alla zona presbiteriale. La Chiesa non dispone di fonte battesimale in quanto non è parrocchiale.