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edilizia di culto
restauro
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Perugia
Perugia - Citta' della Pieve
chiesa
sussidiaria
San Matteo degli Armeni
Parrocchia di San Giovanni Apostolo
pianta; alzato; facciate; campanile ; elementi decorativi; pavimenti e pavimentazioni
presbiterio - aggiunta arredo (2011)
1272 - 1272(insediamento intero bene); 1273 - 1273(consacrazione intero bene); 1277 - 1286(elargizione intero bene); 1294 - 1306(costruzione intero bene); 1299 - 1299(copertura altare); 1308 - 1308(indulgenza intero bene); 1380 - 1380(capitolo intero bene); 1385 - 1385(iscrizione lapide); 1389 - 1389(esistenza frati); XV - XV(restauro intero bene); 1439 - 1450(restauro intero bene); 1453 - 1453(acquisto campana); 1466 - 1466(utilizzo intero bene); 1467 - 1467(registrazione atto); 1528 - 1528(uso intero bene); 1541 - 1541(iscrizione proprietà); 1617 - 1629(destinazione intero bene); 1630 - 1632(stipula contratto); 1632 - 1632(descrizione intero bene); 1632 - 1632(costruzione annessi); 1636 - 1640(ampliamento intero bene); 1820 - 1820(possesso intero bene); 1821 - 1821(descrizione affreschi); 1888 - 1889(stato di conservazione affreschi); 1895 - 1895(descrizione intero bene); 1895 - 1895(stato di conservazione intero bene); 1920 - 1920(restauri intero bene); 1952 - 1952(restauri intero bene); 1954 - 1954(pagamento restauri); 1954 - 1954(restauri intero bene); 1954 - 1954(collaudo intero bene); 2000 - 2000(restauri intero bene); 2007 - 2009(restauri affreschi)
Chiesa di San Matteo degli Armeni
Tipologia e qualificazione chiesa sussidiaria
Denominazione Chiesa di San Matteo degli Armeni <Perugia>
Ambito culturale (ruolo)
gotico (costruzione)
Notizie Storiche

1272  (insediamento intero bene)

Il 31 luglio 1272 frate Profeta, in qualità di priore e custode del locus e della ecclesia di San Matteo degli Armeni in Pastina, avuto il consenso da frate Gregorio, già dimorante nella chiesa, concede ai canonici della cattedrale di Perugia il complesso. Contestualmente i frati si impegnano ad elargire 6 denari annui per la festa di Sant'Ercolano, purché vi possano dimorare e praticare i loro uffici. Si conosce, inoltre, che qualora i frati Armeni avessero lasciato il luogo, questo sarebbe dovuto restare ai canonici della città.

1273  (consacrazione intero bene)

Al 30 giugno 1273 si riferisce una elargizione di elemosina da parte del Comune di Perugia, in 10 lire, chiesta dai frati Armeni della Regola di San Giovanni Battista (probabile errore per indicare i frati della Regola di San Basilio) per sostenere le spese della consacrazione avvenuta il 2 luglio 1273.

1277 - 1286 (elargizione intero bene)

Il 30 giugno 1277 il Consiglio Generale di Perugia elargisce un'elemosina ai frati eremiti di San Giovanni per la confraternita della chiesa di San Matteo. Negli anni 1277, 1282 e 1286 le consuete elemosine elargite dal comune di lire 10 (pro indumentis/ pro vestibus) sono date a frate Giovanni con il compenso di 30 lire pro suo salario, facendo intendere lo svolgimento di un suo lavoro di pubblica utilità per la città.

1294 - 1306 (costruzione intero bene)

Il 25 gennaio 1294 i monaci chiesero ai magistrati qualche elemosina per continuare i lavori della chiesa. Il 25 gennaio 1297 la comunità si rivolge ancora al consiglio per avere una nuova elemosina della durata di quattro anni per portare a compimento la fabbrica. Nel 1298 i frati si rivolgono di nuovo all'autorità comunale per sollecitare l'elemosina per la costruzione della chiesa "ad honorem Dei omnipotentis et gloriosissime Matris Virginis Marie ed Sanctis Mathei Apostoli". I lavori dovettero protrarsi nel tempo tanto che nel 1306 ottennero altre 60 lire per provvedere alle necessità e al sostentamento dei frati, nonché alla fabbrica della chiesa.

1299  (copertura altare)

Nel 1299 i frati chiesero ed ottennero un palio fra i numerosi presentati al Comune in occasione della festa di Sant'Ercolano del 1° marzo per poter coprire l'altare della propria chiesa.

1308  (indulgenza intero bene)

L'indulgenza concessa da papa Clemente V nel 1308 alla chiesa del monastero di Perugia sancisce un riconoscimento ufficiale dell'edificio e un incoraggiamento alla frequentazione. Da questo momento i frati perugini ottengono la qualifica di appartenenti all'ordine di San Basilio ed entrano a far parte dei cosiddetti Bartolomiti Armeni.

1380  (capitolo intero bene)

Nel 1380 si tenne nella chiesa il capitolo generale dei frati Armeni dell'Ordine di San Basilio, testimoniando, così, la dignità e il prestigio raggiunto da questo insediamento. Per l'occasione il comune diede la somma di 111 lire.

1385  (iscrizione lapide)

Una lastra tombale del 1385, non più in sito, ricorda la sepoltura del vescovo armeno Tommaso avvenuta nella chiesa di San Matteo.

1389  (esistenza frati)

Ancora nel 1389 i frati sono inseriti nel circuito devozionale della città, ottenendo dal Comune due libbre di cera, pari a 12 candele, per la processione di San Costanzo.

XV  (restauro intero bene)

Nella prima metà del Quattrocento il comune interviene con elargizioni per lavori di restauro e di sistemazione.

1439 - 1450 (restauro intero bene)

Il Consiglio Generale di Perugia corrisponde 10 fiorini alla chiesa per il restauro. Nel 1447 viene nominato priore di San Matteo, frate Antonio di Pietro di Ferrara, il quale, nel 1448 si preoccupa di restaurare la chiesa, la vigna e di pagare alcuni debiti, affittando per nove anni alcune terre di loro proprietà nella zona di monte Bagnolo, con un canone di sette fiorini. Il Consiglio Generale di Perugia continua a elargire somme di denaro per il restauro della chiesa. Nel 1450 la somma è di 15 fiorini.

1453  (acquisto campana)

Il Consiglio Generale di Perugia elargisce 4 fiorini per l'acquisto di una campana.

1466  (utilizzo intero bene)

Nel 1466, la chiesa di San Matteo è ancora annoverata fra i luoghi religiosi destinatari di candele per la festa della Concezione della Vergine.

1467  (registrazione atto)

All'8 maggio 1467 è registrato l'atto di locazione dello stabile tra il Capitolo della cattedrale di San Lorenzo e il priore Biagio di Zenobio (Jure livelli Ecclesiam Sancti Mactei).

1528  (uso intero bene)

Nel 1528, il complesso di San Matteo è annesso fra i luoghi dove si seppelliscono gli appestati, divenendo, così, un lazzaretto. La data costituisce un termine ant quem per la presenza della comunità religiosa di San Basilio di Perugia, che si dovette trasferire altrove o che cessò definitivamente.

1541  (iscrizione proprietà)

Nel 1541 il canonico e camerario di San Lorenzo, Nicolò di ser Baldino, chiede che il catasto di San Matteo venga cassato e che la proprietà venga iscritta fra quelle dei beni posseduti dal capitolo cittadino.

1617 - 1629 (destinazione intero bene)

In una lettera del 19 marzo 1617 si conosce che il complesso di San Matteo degli Armeni fu venduto e poi bonificato dal canonico e rettore del seminario Giovanni Paolo Sozi. Prima di morire, il 2 ottobre 1629, il Sozi aveva disposto che il complesso venisse venduto e che con il ricavato si doveva provvedere all'istituzione di una cappellania corale nella cattedrale, con uno stipendio di 50 scudi annui. Durante questo periodo il canonico Sozi si fece carico di molte bonificazioni che riguardano sia la chiesa sia l'orto.

1630 - 1632 (stipula contratto)

Dopo la morte di Sozi, il capitolo di San Lorenzo stipulò un contratto con Marcantonio Oddi al quale viene concesso in enfiteusi la chiesa e il complesso residenziale, nel 1630. Il passaggio divenne definitivo solo nell'anno successivo, 1631, quando anche Marcantonio attivò una concessione al fratello Giacomo Oddi, facendo divenire il luogo la sua dimora personale e della sua famiglia. Giacomo si dovette impegnare a pagare 750 scudi annui per curare e restaurare la chiesa e il giardino oltre che essere obbligato "di far la festa nel giorno del titolo della d.a Chiesa". Fin dal 21 settembre del 1631 il canonico onorò questo impegno, ma nel 1632 i festeggiamenti hanno una maggiore solennità. La descrizione di Francesco Macinara, nella sua cronaca, riporta anche una descrizione della chiesa che nel suo interno "era tutta risarcita et imbiancata con l'altare discostato dal muro per spatio di choro".

1632  (descrizione intero bene)

A questo intervento di Giacomo Oddi si deve ascrivere, quindi, l'imbiancatura e l'intonacatura degli affreschi, oltre che la realizzazione dell'altare barocco che andava a chiudere la monofora della parete dell'abside con un tabernacolo per il S. Sacramento e un dipinto d'altare con San Matteo e l'angelo, copia dell'opera di Caravaggio per San Luigi dei francesi a Roma, di cui non si ha più notizia. Sempre riferita alla festa del 1632, Macinara descrive anche il giardino che è anticipato da una piazza mattonata con al centro il pozzo, da un lato la loggia, dove vi era sistemata la statua di Santa Caterina martire, costata scudi 5.35 (spostata in una nicchia della chiesa al tempo della visita del 1821 di Siepi), e dall'altro, verso la chiesa, si trovava l'uccelleria. Più avanti si vedevano le quattro fonti e scendendo una scala si trovava, al centro, la peschiera ricca di pesci e "in mezzo sotto un portico dentro nel muro" vi era la statua di un Tritone.

1632  (costruzione annessi)

Sopra il muro della vigna si vedevano vasi e testacce con diverse piante quali i limoni, i gelsomini e altre varietà pregiate. Il 13 marzo 1632, Giacomo Oddi chiede al capitolo il permesso di costruire alcune stanze sopra la loggia.

1636 - 1640 (ampliamento intero bene)

Il permesso dei lavori fu concesso dal capitolo per mezzo di due decreti del 13 novembre 1636 e del 7 maggio 1638. La volta della loggia fu riempita di terriccio per poterne stabilizzare la struttura e costruire alcune camere, una cucina e altri annessi necessari e un "palombaro". I primi lavori vengono fatturati il 23 giugno 1640.

1820  (possesso intero bene)

Il capitolo torna in possesso del bene, nel 1820, dopo la fine dell'enfiteusi dato alla famiglia Oddi. Come complesso religioso, il luogo viene abbandonato; mentre il terreno circostante viene utilizzato per usi agricoli.

1821  (descrizione affreschi)

Serafino Siepi nel 1821 descrive gli affreschi trecenteschi, prima che i canonici decidano di scialbarli e prima di ri-affittare il complesso a un certo Battini, ultimo affittuario.

1888 - 1889 (stato di conservazione affreschi)

La corrispondenza epistolare tra il pittore armeno Fetvajean e lo storico P. Ghewond Alishan, fra il 1888 e il 1889, attesta la non buona situazione degli affreschi di San Matteo, che erano, quindi visibili.

1895  (descrizione intero bene)

Il 9 maggio 1895 il Soprintendente di Perugia scrive una lettera al capitolo per avere notizie di una costruzione avente funzione di fienile addossata alla chiesa di San Matteo. Nella risposta data dal capitolo del 17 luglio 1895 si legge una articolata sintesi del complesso. In origine la chiesa era staccata dall'abitazione dei frati, mentre ora vi è collegata con una volta, facendo sparire la facciata della chiesa e l'apertura che vi era (rettangolare con terminazione trilobata). Vennero chiuse anche le finestre, tranne una, dei muri perimetrali. All'esterno del muro destro della chiesa, non molto tempo addietro, fu addossata una fabbrica e si conferma la costruzione della capanna dietro all'abside ad opera di Battini, ultimo affittuario. Nella lettera si riporta anche lo stato della chiesa. Sono ancora leggibili gli affreschi dell'abside e vengono menzionati anche gli altri sparsi per le pareti della chiesa e quello del 1348.

1895  (stato di conservazione intero bene)

Si nota, che nonostante l'edificio sia tenuto male, la sua condizione di stabilità è buona. Viene sottolineato che si vede un leggero distacco della volta della prima campata della parete sinistra, in prossimità dell'abside e di una lesione del muro della parete di fondo dell'abside che attraversa l'immagine del Redentore. Il capitolo indica una serie di interventi da effettuare, quali la demolizione della capanna, la ristuccatura delle varie lesioni, la sottofondazione di due contrafforti del muro verso la strada e la stagnatura di un metro di larghezza a ridosso dei muri perimetrali per poterli preservare dalle infiltrazioni delle acque piovane. Proposte che vengono accettate dal Ministero con lettera del 1° agosto 1895.

1920  (restauri intero bene)

Il 9 luglio 1920, il Capitolo ha restaurato la porta della chiesa e ha riportato l'altare allo stato primitivo. Probabilmente si riferisce a questo intervento anche la nota di Ricci (1929) che descrive gli affreschi puliti e "ravvivati" con una "leggerissima tempera all'uovo".

1952  (restauri intero bene)

Il Soprintendente locale Gisberto Martelli comunica al capitolo, con una lettera del 19 settembre 1952, che verranno iniziati i lavori di restauro al tetto e agli affreschi della chiesa di San Matteo.

1954  (pagamento restauri)

Il 16 aprile 1954 viene pagata la somma di lire 800.000 alla ditta Anastasi Virgilio, fu Anastasio, per i lavori di consolidamento e di restauro di San Matteo.

1954  (restauri intero bene)

Nella lettera del 25 maggio 1954 il soprintendente afferma che, con propri fondi, è stato provveduto al ripristino delle strutture, degli infissi, al rifacimento del tetto e del pavimento della chiesa. Successivamente saranno restaurati anche gli affreschi.

1954  (collaudo intero bene)

Il collaudo del 30 settembre 1954 del soprintendente Martelli, verifica il lavoro di restauro della ditta Arnaldo Blasetti di Foligno (lire 214.000) che ha consolidato, pulito e completato la messa in luce degli affreschi della chiesa di San Matteo che erano ancora rimasti sotto la scialbatura e di quelli che ancora non erano leggibili per l'intervento di intonacatura e imbiancatura ad opera degli Oddi. In questo intervento si deve registrare anche la rimozione dell'altare barocco che aveva chiuso la monofora absidale.

2000  (restauri intero bene)

Nel 2000, grazie al Piano annuale dei beni culturali danneggiati dagli eventi sismici, sono stati attuati lavori di ripristino e consolidamento di San Matteo degli Armeni. I lavori, attuati dall'Azienda di Promozione Turistica dell'Umbria hanno previsto le indagini diagnostiche e primo intervento conservativo delle fontane; restauro conservativo dell'ex-canonica; ripristino del magazzino e forno a ridosso del lato esterno verso l'orto della chiesa; le indagine per il ripristino delle condotte di approvvigionamento idrico delle fontane.

2007 - 2009 (restauri affreschi)

Nel 2007 iniziano i lavori di restauro agli affreschi della chiesa per opera del restauratore Dino Roselletti. Gli interventi eseguiti sono stati: - messa in luce della pellicola pittorica e fissaggio; - fissaggio degli strati preparatori; - rimozione degli intonaci; - pulitura della superficie pittorica; - pulitura della pellicola pittorica e consolidamento; - stuccatura dei bordi, delle lesioni di struttura e lacune.
Descrizione

La chiesa è eretta subito fuori le mura medievali di Perugia, longitudinalmente al prolungamento dell'asse che struttura il quartiere di Porta Sant'Angelo e che esternamente culmina nel caposaldo percettivo del convento francescano di San Francesco al Monte (Monteripido). Fondazione originariamente dei monaci armeni alla fine del XIII secolo, la struttura presenta le caratteristiche dello stile romanico che si fonde con il gotico. Antica Commenda, fortificata esternamente con confini ancora visibili, il polo liturgico si fonde con spazi legati alla vita agricola e trova le ragioni della sua ubicazione per la ricca presenza di acqua. La giustapposizione di volumi, con l'eterogeneità materica delle sue parti, corrisponde anche ad un'alternata funzionalità del luogo, utilizzato dapprima come luogo liturgico, poi come lazzaretto nel XVI secolo e quindi come residenza dal XVII secolo, come ben testimonia il giardino con il raffinato sistema di fontane. Il restauro del 2000 ha messo in luce la diversità delle forme e degli stili esaltando l'originaria configurazione.
pianta
Rettangolare, ad un'unica navata. L'ambiente è scandito da sei paraste di sezione circolare che costituiscono due campate quadrate ed una rettangolare a ridosso dell'ingresso. Il modulo quadrato del presbiterio presenta una sua compattezza per una tamponatura successiva dell'apertura laterale di destra, matericità rotta solamente dai tagli di luce della grande finestra trilobata posta sul fondo della navata e della finestra laterale di sinistra. Sulla seconda campata a sinistra è presente un ingresso laterale attualmente non praticabile.
alzato
L'alzato è caratterizzato dall'andamento gotico delle volte a crociera con i costoloni intonacati che si appoggiano sulle sei paraste interne con capitelli ancora di matrice romanica. Le volte presentano le caratteristiche forature correlate all'antico uso delle lampade a soffitto. All'esterno sono visibili i contrafforti addossati in corrispondenza delle paraste interne. Lungo il muro perimetrale di sinistra, nella seconda campata, si apre una porta a tutto sesto e sopra una monofora trilobata; mentre nella campata successiva si trova un'altra luce con dimensioni maggiori rispetto alla precedente. L'abside rettangolare ha un'ampia monofora trilobata in corrispondenza con l'ingresso e la ex facciata ad un unico fornice.
facciate
L'originaria facciata principale, dove è posto l'ingresso alla navata, è oggi poco visibile per la crescita del complesso edilizio sviluppatosi in tale lato con un volume posto sopra una volta a botte che conduce all'esterno, sul lato della strada. La facciata era dotata di una finestra rettangolare e, sopra, una trilobata, la cui tamponatura è visibile all'interno. Il portone d'accesso, parzialmente tamponato, è sormontato da un arco ribassato. La facciata laterale diviene così la principale, connotata dalle caratteristiche dell'architettura medievale umbra con grande portale arcuato, per l'uso della pietra, della copertura a capanna e del campanile a vela.
campanile
A vela, sul lato interno.
elementi decorativi
Altare in pietra con staffe e sagomatura; la pietra consacrata è in marmo con sigle. Statua di Santa Caterina in terra cotta, collocata in nicchia.
pavimenti e pavimentazioni
In cotto di restauro, ricoperto da moquette.
Adeguamento liturgico

presbiterio - aggiunta arredo (2011)
Il comodato d'uso del luogo alla comunità armena di rito ortodosso ha comportato la creazione di un'iconostasi temporanea e l'aggiunta di una moquette sopra al pavimento.
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