non si conosce l'esatta data di edificazione della chiesa, tuttavia la tradizione popolare afferma che tra il 1517 ed il 1520 venne edificata un'edicola su di una precedente.
1566 (parrocchialità carattere generale)
la prima notizia documentata dell'esistenza della chiesa è contenuta nel verbale della visita del vescovo Federico Cornaro, avvenuta il 19 agosto 1566, in cui si legge: "… sotto questa cura vi sono due cappelle ovvero tribuline una della Santa Maria Elisabetta, qual è serata con la ferriata et se gli celebra qualche volta; l'altra di S. Maria ma non vi è altare ne è serata et non scegli celebra".
1575 (ampliamento carattere generale)
una seconda notizia documentata dell'esistenza della chiesa è contenuta nel verbale della visita di San Carlo, avvenuta nell'ottobre del 1575, in cui si legge che: "… l'oratorio fu iniziato ad essere fabbricato da alcuni anni a questa parte ed è ancora aperto sulla facciata. Ha un solo altare e nessun reddito. In verità fu costruito con offerte abbastanza numerose". Nei decreti si disponeva il completamento della chiesa e la chiusura sul davanti. È possibile che i lavori incompiuti si riferissero già ad un primo ampliamento della struttura.
1590 (parrocchialità carattere generale)
in seguito alla visita del vescovo Gerolamo Regazzoni, avvenuta il 22 settembre 1590, venne annotato che:"… sotto questa cura è un oratorio di S. Maria Elisabet di devotione et se mantiene delle elemosine… spendere ne ha… dessa chiesa et è ben governata et se li celebra messa".
1594 (parrocchialità carattere generale)
in seguito alla visita del vescovo Giovanni Battista Milani, avvenuta il 5 agosto 1594, venne annotato che:"… sotto questa cura è una giesiola di S. Maria Elisabet qual ha la cappella serata di ferata et vi si celebra spesse volte et si va fabbricando il resto della chiesa et non ha entrata ma si fabrica di elemosine".
1599 (parrocchialità carattere generale)
in seguito alla visita del vescovo Giovanni Battista Milani, avvenuta il 13 ottobre 1599, venne annotato che:"… sotto la mia cura è la Chiesa di S. Maria Elisabeth, che non ha entrata alcuna et vi habita un romito et e governata dalli Ministrini, i quali tengono cura dell'elemosine che vi fanno et non mi danno conto di cosa alcuna et non so in che impieghino dette elemosine".
1613 (parrocchialità carattere generale)
in seguito alla visita del vescovo Giovanni Emo, avvenuta il 29 giugno 1613, venne annotato che: "Interrogato (Francesco Chiodi parroco) rispose: vi sono in questa cura le Chiese di S. Maria Elisabetta et la Madonna delle Grazie, senza entrata si non quella di S. Maria Elisabetta che mantiene un cappellano qual è Pre Bartolomeo Basi".
1634 (parrocchialità carattere generale)
il 14 agosto 1634, il vescovo Federico Cornelio visitò la chiesa di S. Maria Elisabetta e dispose che fosse provvista d'ancona e che l’altare portatile fosse avvicinato alla fronte dell’altare di due dita. Vi sono alcuni legati con i quali vengono celebrate le messe nei giorni festivi. Furono visitati i due altari collaterali e dispose che si provvedesse ai singoli lati di due candelabri in peltro all’altare di S. Giovanni Battista.
1659 (parrocchialità carattere generale)
il 25 ottobre 1659, il vescovo Gregorio Barbarigo visitò la chiesa descrivendola con tre altari. In seguito alla sua visita decretò che: la pietra consacrata dell'altare maggiore venisse alzata fino a che venisse distinta dalla mensa, la chiesa venisse dotata di un registro su cui annotare le messe dei singoli giorni, la chiusura di una finestra nella parte anteriore e di un'altra accanto all'altare laterale a lato dell'epistola.
1666 (parrocchialità carattere generale)
in seguito alla visita del vescovo Daniele Giustiniani, avvenuta il 4 agosto 1666, venne annotato che: "… nella terra vi sono S. Elisabetta, S. Lucia, S. Liberata, La Madonna delle Grazie e il S.mo Salvatore ... S. Elisabetta ha d’entrata lire 146 soldi 13, per celebrar tante messe, le ho celebrate io; ha tre altari”. Inoltre venne decretato che sulla torre campanaria e sul culmine del frontespizio della chiesa venisse posta una croce di ferro.
1700 (parrocchialità carattere generale)
nella visita pastorale del vescovo Luigi Ruzzini, del 1700, si legge una descrizione della chiesa simile all'aspetto odierno: "in cui sono tre altari, il maggiore dei quali è nel coro con volta ad arco e i due laterali sui quali manca la volta. Il tetto della chiesa è fatto in travi di legno sorretto da due archi. Ha due porte: una aperta verso settentrione, una laterale verso meridione. Al lato del vangelo si innalza il campanile".
1700 - 1750 (completamento presbiterio)
nel XVIII secolo venne costruito un altare in legno che faceva corpo unico con l'abside, coprendo affreschi cinquecenteschi.
1864 (parrocchialità carattere generale)
nel 1864 la struttura fu trovata in pessime condizioni dal vescovo mons. Luigi Speranza.
Descrizione
la chiesa di Sant'Elisabetta si presenta immediatamente in un avanzato stato di degrado. La facciata è liscia ed è coperta da gronda sporgente a due falde. Centralmente si apre un portale in pietra ben sagomata con arco a tutto sesto e stipiti, preceduto da una scalinata in cemento. Ai lati dell'ingresso vi sono due finestre, anch'esse con contorno in arenaria, protette da inferriata di sicurezza. Sopra il portale vi è una finestra circolare svasata verso l'esterno con contorno in muratura e inferriata di sicurezza. Internamente due arcate a sesto acuto suddividono la navata in tre campate, ciascuna delle quali è dotata di una finestra sul lato destro; esse sono abbastanza ampie con contorno svasato sia internamente che esternamente. Il presbiterio è preceduto dall'arco trionfale più stretto della navata, il quale ospita sui due tratti della parete di fondo ai lati dello stesso i resti di due ancone in stucco dipinto. Il presbiterio è in rilievo di tre gradini ed è coperto da volto a vela con lunetta un tempo dipinta. Ai lati dei resti dell'altare in muratura vi sono due porte che conducono alla sagrestia.
Impianto strutturale
edificio in muratura continua costituita da pietra locale.
Pianta
l'edificio presenta una pianta rettangolare caratterizzata da un'unica navata ripartita in tre campate; il presbiterio è a pianta quasi quadrata.
Pavimenti e pavimentazioni
il pavimento della navata, del presbiterio e della sagrestia è costituito da mattonelle in cotto posato diagonalmente con fascia perimetrale di contorno. I tre gradini del presbiterio sono in pietra locale grigia con bordo sagomato.
Coperture
la chiesa presenta una copertura a due falde con struttura in legno e manto di copertura in coppi di laterizio; internamente la navata presenta struttura a vista in legno, mentre il presbiterio è coperto da volta ad vela parzialmente crollata.
Elementi decorativi
la chiesa è di stile romanico come risulta chiaramente dalla struttura interna ed esterna e conteneva pregevoli affreschi, parecchi dei quali, purtroppo, sono andati perduti o trafugati.