chiese italiane censimento chiese edifici di culto edifici sacri beni immobili patrimonio ecclesiastico beni culturali ecclesiastici beni culturali della Chiesa cattolica edilizia di culto restauro adeguamento liturgico Bergamo Bergamo palazzo vescovile Curia Vescovile Diocesi di Bergamo Impianto strutturale; Pianta; Coperture; Elementi decorativi nessuno XII - XII (costruzione intero bene); 1186 - 1186(ampliamento intero bene); 1296 - 1296(parrocchialità carattere generale); 1834 - 1834(parrocchialità carattere generale); 1905 - 1905(parrocchialità carattere generale); 1937 - 1937(restauro interno)
Curia Vescovile
Tipologia e qualificazione
palazzo vescovile
Denominazione
Curia Vescovile <Bergamo>
Altre denominazioni
Curia Vescovile di Bergamo
Autore (ruolo)
Beretta, Giuseppe (progetto ristrutturazione)
Ambito culturale (ruolo)
maestranze bergamasche (costruzione)
Notizie Storiche
XII (costruzione intero bene)
non si conosce la data di costruzione del primitivo edificio ma è documentata l'esistenza già nel XII secolo. La Domus S. Aleexandri veniva così chiamata perché da molto tempo i nobili, nella festa di S. Alessandro, convenivano in questa casa davanti al vescovo ed il vescovo teneva la riunione ufficiale
1186 (ampliamento intero bene)
con l'elezione del vescovo Guala vien costruita la "Domus Nova" e dagli storici è da considerarsi il prolungamento della primitiva costruzione in aderenza alla facciata di S. Maria Maggiore
1296 (parrocchialità carattere generale)
l'edificio chiamato "Domus S.ti Alexandri" viene utilizzato come abitazione del vescovo a partire dalla fine XIII secolo
1834 (parrocchialità carattere generale)
l'ing. Angelo Cattò predispose un progetto per un intervento di restauro alla facciata settentrionale, che però non venne realizzato.
1905 (parrocchialità carattere generale)
con la costruzione del nuovo Episcopio in cima al versante orientale del colle S. Salvatore, il vecchio edificio viene utilizzato esclusivamente come Curia Vescovile
1937 (restauro interno)
l'ing. Luigi Angelini, all'interno del piano di risanamento di Città Alta, su incarico del vescovo Adriano Bernareggi, riportò in luce la quasi totalità della grande sala, detta Aula Picta, prima suddivisa in vari ambienti, riscoprendo il ciclo di affreschi
Descrizione
a Curia Vescovile, unitamente all'Episcopio si trova nel cuore di Città Alta, proprio di fronte al Duomo di S. Alessandro e alla Basilica di Santa Maria Maggiore. Dalla piazza duomo, in prossimità del Battistero e della Cappella Colleoni, oltrepassato una cancello in ferro, una scalinata conduce al portale in marmo di Zandobbio che immette nella grande aula, chiamata Aula Picta, divisa da una grande arcata in pietra. Le pareti dell'aula sono quasi completamente decorate da affreschi del XIII e XIV secolo. Sul lato opposto rispetto all'ingresso, un'apertura conduce al cortile, sempre di pertinenza della Curia ove è presente la cappella vescovile dedicata a Santa Croce. Sul lato di sinistra si trova l' accesso vero e proprio alla Curia vescovile. Superata la portineria una grande scala a due rampe, affiancata dal vano ascensore, collega i tre piani del palazzo dove sono disposti i vari uffici di settore. Il piano primo ed il piano secondo hanno simile distribuzione: un corridoio centrale con uffici su ambo i lati. Dal terzo piano piano, un' ulteriore scala conduce al quarto piano, di dimensioni ridotte ed ai locali sottotetto. Da evidenziare al primo piano, sopra l' Aula Picta, la grande sala per riunioni dedicata a Giovanni XXIII, con una parete in conci di pietra squadrati a faccia vista, dell'adiacente S. Maria Maggiore. Si accede alla sala da portale architravato in marmo Zandobbio con coronamento rettilineo aggettante datato 1638.
Impianto strutturale
edificio in muratura continua
Pianta
edificio con pianta poligonale irregolare
Coperture
copertura con struttura in latero cemento e manto di copertura in coppi
Elementi decorativi
l'aula Picta, così chiamata perché tutta affrescata, non è da considerarsi un semplice passaggio coperto bensì è un elemento rappresentativo della parte che si è conservata dell'antica Domus S.ti Alexandri. Il ciclo pittorico dell'aula si fa risalire alla metà del XIII secolo, probabilmente all'epoca del vescovo Giovanni Tornielli, raffigura sulla parete ovest. La decorazione pittorica si sviluppa in registri sovrapposti che corrono sui quattro lati perimetrali. Ai lati del soffitto ligneo, dopo una fascia con figure animali e una fascia con motivi fitomorfi ocra su sfondo scuro, i riquadri narrativi rappresentano la storia della salvezza dalla Natività di cristo al Giudizio Universale. Al di sotto corre una fascia con formelle polilobate al cui interno sono rappresentati esperti di legge e strane immagini di mostri forse legate allo zodiaco. La bifora nella parete orientale, che è la facciata di Santa Maria maggiore, realizzato verso il 1170 e tamponata nelle prime decadi del XIII secolo, presenta la più antica raffigurazione di S. Alessandro a cavallo con il vessillo gigliato. La scoperta della bifora, unitamente all'aula è avvenuta nel febbraio del 1937 con l'aiuto del restauratore Arturo Cividini