chiese italiane censimento chiese edifici di culto edifici sacri beni immobili patrimonio ecclesiastico beni culturali ecclesiastici beni culturali della Chiesa cattolica edilizia di culto restauro adeguamento liturgico Romano d'Ezzelino Padova chiesa parrocchiale Purificazione della Beata Vergine Maria Parrocchia della Purificazione della Beata Vergine Maria Impianto strutturale; Facciata; Torre campanaria presbiterio - intervento strutturale (1981) 1880 - 1903(costruzione intero bene); 1930 - 1955(costruzione torre campanaria); 1939 - 1939(consacrazione intero bene); 1981 - 1981(spostamento fonte battesimale); 1981 - 1981(ristrutturazione intero bene)
Chiesa della Purificazione della Beata Vergine Maria
Tipologia e qualificazione
chiesa parrocchiale
Denominazione
Chiesa della Purificazione della Beata Vergine Maria <Romano d'Ezzelino>
Autore (ruolo)
Zardo Augusto (Progettista)
Zardo Antonio (Progettista)
Ambito culturale (ruolo)
maestranze venete (costruzione)
Notizie Storiche
1880 - 1903 (costruzione intero bene)
La posa della prima pietra trova data per il 4 Aprile 1880 ed inaugurazione l’8 Dicembre 1903, con un tempo di esecuzione quindi di 23 anni. Da notizie tramandate risulta che ci sia stata una forte partecipazione popolare.
1930 - 1955 (costruzione torre campanaria)
Progettato nel 1930 viene inaugurato nel 1955 dal Vescovo Mons. Girolamo Bortignon.
1939 (consacrazione intero bene)
Il Vescovo Mons. Carlo Agostini il 9 settembre 1939 consacra la chiesa.
1981 (spostamento fonte battesimale)
Il fonte battesimale, in precedenza ubicato in un vano appartato laterale alla navata, è stato posizionato nell’abside sul fianco sinistro in allineamento con la “mensa”.
1981 (ristrutturazione intero bene)
Ristrutturazione generale nel 1981 con spostamento dell’altare maggiore con orientamento verso il popolo, nuova pavimentazione, impianto di riscaldamento, impianto di illuminazione, tinteggiatura e nuova via Crucis.
Descrizione
La navata è arricchita nelle pareti da ribassamento in marmo e ripetute riquadrature con disegni interni fatti da rilievi geometrici assai baroccheggianti. Nella parte superiore il raccordo parete-soffitto è costituito da un ampio cornicione frontalmente degradato e dal quale aggettano le finestre. L’altare di S. Antonio, nella parete NORD; è realizzato in marmo di Carrara con la scultura di S. Antonio, opera di Giuseppe Longo di Venezia, è posta in un incavo a settori rivestiti a mosaico con decorazioni in tessere oro zecchino stile liberty tipo francese di fine ottocento. L’altare vero e proprio a quattro colonne con capitelli reggenti la chiusura superiore a forma triangolare con sporgenza sagomata. Detto altare termina verso la navata con una balaustra un marmo su piano rialzato di n° 3 gradini. L’opera marmorea è realizzata dagli scalpellini Donazzan di Pove del Grappa. L’altare della Madonna della parete Sud è realizzato in marmo di Carrara dalla ditta Zanchetta di Pove del Grappa. Anche in questo caso l’altare si compone di quattro colonne reggenti con vistosi capitelli corinzi un cornicione in marmo con in macroscopico rialzo centrale dove in una specchiatura risalta la lettera “M”. La statua della Madonna Immacolata è opera dello scultore Francesco Rebesco di San Zenone degli Ezzelini. L’incavo di collocazione è a forma circolare e termina in alto con un raccordo semisferico grecato. Sopra la porta principale di parete OVEST su una lunetta delimitata da una balaustra è stata dipinta da Giacomo Manzoni la “Cacciata dei profanatori del tempio”. Tra detta lunetta e la porta è collocata la pala del vecchio altare maggiore opera di Giacomo Apollonio del 1640 denominata “Cristo risorto e i Ss. Prosdocimo, Lorenzo, Vito e Zenone”. Nella parte sommitale un grande affresco di Giacomo Manzoni che illustra il momento in cui, nel Tempio, la Madonna con Gesù è davanti al vecchio Simeone per adempiere alla legge ebraica che considerava la donna impura del sangue mestruale per un periodo di 40 giorni dopo il parto di un maschio. La Madonna offre in olocausto due colombe. La cappella invernale è un vano posto a NORD dell’abside, giusto contrapposto alla sacrestia. Viene usata per celebrazioni feriali invernali per le quali è superfluo il riscaldamento dell’intera chiesa. Ha dimensioni 6,50 x 8,0 m e trova valorizzazione nell’altare di stile barocco locale ascrivibile tra il 1600 e il 1700. In origine probabilmente era dedicato alla Madonna del Rosario come sembra testimoniare il corredo marmoreo circostante una probabile piccola pala ad essa dedicata al posto dell’attuale lastra marmorea con crocifisso. Alla parete sud e alla parete ovest di questa cappella vi sono due riproduzioni fotografiche su finta tela che rappresentano rispettivamente la Circoncisione o Presentazione di Gesù al Tempio e la Conversazione tra i santi Antonio abate, Prosdocimo, Lorenzo, Giorgio e Vito. Gli originali dovrebbero essere entrambi di ambito bassanese.
Impianto strutturale
Trattasi di chiesa con unica navata con soffitto ad arco e orientamento canonico EST-OVEST. Nelle due pareti NORD e SUD sono ricavati due altari.
Facciata
La facciata principale è quella ad OVEST ed è caratterizzata da un alto basamento marmoreo intervallato da quattro strutture a pilastro che a due quote diverse terminano con formazioni fusellate con sfera superiore. In senso orizzontale tre cornicioni innestati a detta struttura delimitano la facciata in tre distinte aree: la parte inferiore con la porta principale incorniciata da due lesene con capitelli pensili, il tutto sovrastato da una ampia lunetta marmorea e lateralmente da due ornati in rilievo; la parte intermedia è abbellita centralmente dalle tre nicchie che accolgono tre statue in cemento: a sinistra Sant’Antonio da Padova, al centro la Madonna e a destra quella del beato Luca Belludi, realizzate dalla ditta Pietro Toniolo nel 1909; la parte superiore a forma di ampia lunetta al cui interno due cerchi concentrici racchiudono il simbolo della SS. Trinità.
Torre campanaria
Sul lato NORD-OVEST, distanziato di circa 10 m dalla chiesa, sorge il campanile. È stato costruito in due fasi. Nella prima è stata realizzata la fondazione in profondità per esigenze statiche e di qualità del sottosuolo. Lo zoccolo è da 13x13 metri e profondità circa 4,50 m. Il basamento realizzato nel 1930 è rivestito in pietra 8,50 x 8,50 m di altezza circa 8 m e spessore di parete 2,10 m. Circa venti anni dopo è stata realizzata la parte superiore con mattoni a vista con spessore di parete circa 1 m per altezza complessiva di circa 50 m. Il progetto è dell’ing. Fausto Scudo di Crespano del Grappa. L’inaugurazione del vescovo mons. Girolamo Bordignon è avvenuta il 22 aprile 1955. La sommità è accessibile con scala protetta. L’azionamento delle campane, inizialmente manuale, è da circa 30 anni elettrico. È dotato di orologio sui 4 lati. Stato di conservazione buono.
Adeguamento liturgico
presbiterio - intervento strutturale (1981)
L’altare è stato realizzato nel 1946 da Ferruccio Donazzan di Pove del Grappa ed è una interessante realizzazione di arte lapidea, sia per la composizione sinuosa marmorea cromatica del dossale e del paliotto sia per la corona di angeli oranti, danzanti e musicanti attorno all’alto ciborio con il suo “resurrexit” sommitale. Sul retro è collocata la batteria delle canne dell’organo.
Nella parte anteriore, a chiusura verso la navata inizialmente c’era una balaustra in marmo della stessa tipologia dell’altare. Detta opera è stata rimossa nel 1981 allorché con la ristrutturazione la mensa dell’altare è stata spostata e posta frontale verso il “popolo” al limite del presbiterio.
A destra rispetto all'atare è ubicato l’ambone: mobile in legno decorato di recente esecuzione