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Chiesa di San Domenico
Tipologia e qualificazione
chiesa parrocchiale
Denominazione
Chiesa di San Domenico <Doria, Cassano Allo Ionio>
Ambito culturale (ruolo)
maestranze calabresi (costruzione)
Notizie Storiche
XV - XVII (preesistenze carattere generale)
La muratura della chiesa è costituita da grossi massi silicei e calcarei di forma irregolare, legati con malta molto tenace. Si presenta completamente a faccia vista all'interno, mentre all'esterno risulta essere gravata da più strati di intonaco e pitture.
Descrizione
La chiesa, che affaccia sulla piazza del paese, ha forma rettangolare. All'interno, una parete che corre nella direzione Est-Ovest è posta a sinistra dell'ingresso, con due arcate larghe circa 3,30 metri circa ciascuna suddivide lo spazio dando corpo a due navate, una centrale e laterale. La navata centrale è lunga 15 metri e larga 6,90 , quella laterale presenta la stessa lunghezza e larghezza pari a 4,50 metri. Alla fine della navata centrale, si trova un'atra parete, con arcata centrale di 3,60 metri, che dà corpo al presbiterio al cui centro è posto l'altare, in posizione centrale rispetto all'arcata ed a meno di un metro dalla parete Ovest della struttura, al di sopra del quale fu costruito il tabernacolo. Alla fine della navata laterale, vi è una porta per accedere a un piccolo locale utilizzato come sagrestia e comunicante anche con il presbiterio. Dopo il Concilio Vaticano ii, in ottemperanza alle nuove norme, al centro del piccolo presbiterio è stata sistemata una nuova mensa, un nuovo altare, in modo che il celebrante fosse rivolto verso i fedeli. Un tempo, appoggiati alle pareti laterali del presbiterio, vi erano gli scanni formanti un blocco unico con le relative spalliere, il tutto era in legname massiccio. Questi costruirono il coro, forse riservato ai monaci, che abitarono nei locali adiacenti alla parete posta dietro l'altare e che costituivano parte integrante dell'intera struttura. A circa tre metri d'altezza, sporgeva dal muro che divide la sagrestia dal presbiterio una balconata molto ampia, sulla quale era sistemato l'organo a canne, simile a quello che oggi si può osservare nella chiesa di S. Domenico a Cassano, nella zona detta "Paglialunga". Alla balconata si accedeva mediante una scaletta di legno situata nella sagrestia. Verso la fine degli anni '50, durante i lavori di riparazione e di modifiche interne alla chiesa, furono asportati sia gli scanni che l'organo a canne che non furono restaurati e riposti in opera come per costruire anche solo ricordo di un passato ma, probabilmente, sono andati distrutti. Sull'intera parete dietro l'altare maggiore, si può osservare l'immagine di San Domenico, che in tempo imprecisato, ma probabilmente nel XVII secolo, è stato oggetto di intervento di abbellimento. Al centro della parete, molti rilievi architettonici, raffiguranti motivi floreali, fanno corona a due colonne di finto marmo, tra le quali è racchiusa una raffigurazione pittorica, detta ancona o pala dell'altare. L'artista del tempo ci ha tramandato l'effige di San Domenico di Guzman, vestito di tonaca bianca e mantello nero. Tiene con la mano destra un libro e con la mano sinistra un fiore. Ai suoi piedi vi è dipinta una suora domenicana; ai due lati vi sono due figure femminili. Sulla parte alta, sopra l'effige di San Domenico è dipinta l'immagine della Madonna del Rosario. Alla base di ciascuna colonna vi è dipinto un angioletto, mentre sulla parte apicale, sono sopravvissuti diversi capitelli. Su quelli più in alto, sono posti altri due angioletti, rivolti verso l'interno dove si trova un altro piccolo quadro raffigurante il volto di Gesù Cristo. Un ultimo angioletto è posto in alto a completamento della struttura, ideata e realizzata dall'artista che resta anonimo in quanto sul quadro non risulta traccia di alcuna firma. Secondo alcuni studiosi, le tre figure femminili potrebbero essere l'effige di S. Caterina, della beata Cecilia e, quella genuflessa, della beata Diana D'Andalò, tutte domenicane. Sempre sulla stessa parete, si trovano due nicchie, all'interno delle quali hanno sempre trovato posto due statue, in una quella di S. Domenico, nell'altra quella di S. Antonio. Il campanile è stato costruito a fianco e a filo della chiesa.
Elementi decorativi
La chiesa di Doria, strutture murarie interne ed esterne, tre arcate, presbiterio. Vi fu un piccolo coro in legno massiccio, un grande quadro di San Domenico sulla parete dietro l'altare centrale, altri due altari, due navate, campanile, sacrestia, organo a canne, un salone costruito sugli spazi di risulta e sui ruderi di un vecchio locus e poi conventus dei Domenicani, antichità della chiesa, De Clavellis, Tradizioni, locus e poi conventus dei Domenicani, presenza dei domenicani; cenni sul cristianesimo, Eresie e Arianesimo, Paganesimo. Iconoclastica, Padre Esposito, locus, Albigesi e Domenicani in Calabria e a Doria, Platea della curia vescovile del 1650, Doria Parrocchia Vicaria. Il parroco dipendeva dall'Arcidiacono del Capitolo della Cattedrale; Doria restò parrocchia vicaria fino al giorno del Concordato del 1929. Nel 1931 la Chiesa di Doria dichiarata parrocchia autonoma. Il primo parroco della parrocchia autonoma fu il sac. Don Gaetano Bruno. Verso la fine degli anni '50, durante i lavori di riparazione e di modifiche interne alla chiesa, furono asportati gli scanni dell'organo a canne che non furono restaurati e riposti in opera come per costituire anche solo ricordo di un passato ma, probabilmente sono andati distrutti.