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Pianiga
Padova
chiesa
parrocchiale
S. Martino
Parrocchia di San Martino
Elementi decorativi; Elementi decorativi; Torre campanaria; Struttura; Coperture
presbiterio - aggiunta arredo (1995-2000)
1136 - 1192(prime informazioni intero bene); 1555 - 1690(restauro e ampliamento intero bene); 1712 - 1771(restauro e ampliamento intero bene); 1920 - 1970(rifacimento cella campanaria); 1998 - 1998(manutenzione torre campanaria)
Chiesa di San Martino Vescovo
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di San Martino Vescovo <Pianiga>
Altre denominazioni S. Martino
Ambito culturale (ruolo)
romanico (costruzione)
Notizie Storiche

1136 - 1192 (prime informazioni intero bene)

I più antichi documenti che nominano la chiesa di San Martino Vescovo di Pianiga sono due. Il primo è l'atto di vendita di un terreno posto nelle vicinanze dell'edificio fatto da Gualgagno da Fiesso ad un certo Gaido e Patavina nel 1136. Attraverso tale documento si viene a sapere che la chiesa è intitolata a S. Martino Vescovo di Tours. Il secondo documento, risalente al 1192, è il testamento di Speronella Delesmanina moglie di Ezzelino da Romano il Monaco. In esso viene nominata la chiesa accanto ad altri templi beneficiati. Si suppone però che l'edificio sia ancora più antico e che sorga sulle rovine di una presunta chiesa paleocristiana. L'edificio a croce latina non completa e con il tetto a volta ribassata che copre un'antica struttura a capanna, conserva le sembianze dell'antico stile romanico con influssi gotici.

1555 - 1690 (restauro e ampliamento intero bene)

La chiesa venne restaurata nel 1555 e fu oggetto di successive aggiunte e trasformazioni. Alla prima metà del XVI secolo risale la porta principale di accesso all'edificio. La cappella che accoglie il fonte battesimale venne costruita nel XVII secolo ed ospita gli affreschi che descrivono il battesimo, le azioni eroiche, i miracoli e la morte di S. Martino, realizzati da pittore ignoto nel 1608. Risalgono al 1690 il presbiterio, chiuso da una balaustra, e l'altare maggiore titolato al SS. Sacramento munito di due angeli laterali di pietra tenera. Degna di nota è la seconda porticina del tabernacolo dell'altare maggiore, di rame dorato, che rappresenta in rilievo la figura di Gesù flagellato con ai lati la Vergine e Giovanni.

1712 - 1771 (restauro e ampliamento intero bene)

Il grazioso pronao della facciata, sostenuto da due colonne di pietra, venne rinnovato nel 1712. Nel 1715 si aggiunse alla prima una sacrestia piccola. A settentrione si può notare un elegante portale sormontato da un altorilievo raffigurante il Santo Patrono che divide il mantello con il povero, tra due angeli che recano le insegne episcopali. I locali addossati ai lati del presbiterio, comunicanti con quest'ultimo mediante doppie arcate, vennero eretti nel 1909 modificando sostanzialmente la struttura della chiesa. La facciata dell'edificio è stata rivalorizzata da recenti lavori di restauro che hanno riportato all'antico splendore il rosone centrale e le due monofore arcuate laterali al pronao, già rimaneggiato nel 1771 e formato da tre archi a tutto sesto retti da due svelte colonne, su cui poggia un timpano.

1920 - 1970 (rifacimento cella campanaria)

La torre campanaria è stata oggetto di restauro con contestuale rifacimento della punta campanaria, abbattuta negli anni '20 da un forte temporale. La cella campanaria, installata negli anni '70, presenta all'interno un telaio in ferro realizzato per assorbire le vibrazioni delle campane.

1998  (manutenzione torre campanaria)

Infine nel 1998 sono state eseguite delle opere di manutenzione ordinaria alla torre campanaria, autorizzata dalla Soprintendenza per i beni Ambientali ed Architettonici, consistenti nella rimozione delle intonaci utilizzati per la stilatura dei giunti murari e la successiva stilatura con medesimo materiale, il tutto parzialmente eseguito.
Descrizione

La chiesa attuale è romanica, pur con notevoli influssi gotici, e conserva nelle sue linee fondamentali l'aspetto risalente al XIII secolo, pur dopo le numerose ristrutturazioni ed ampliamenti condotti nel corso dei secoli. La facciata è molto semplice ed elegante, rivestita di mattonelle in cotto di Treviso ed abbellita da un portico esterno sostenuto da due colonne di pietra; sotto il portico la lunetta sovrastante il portale è ornata da un affresco rappresentante San Martino nell'atto di dividere il proprio mantello con il povero. All'interno, sulle pareti, si notano ancora lacerti di un affresco cinquecentesco che un tempo le decorava completamente; oggi ne rimane leggibile solo una immagine di Santa Lucia. Seicentesca e completamente affrescata la cappella del fonte battesimale: vi si notano, alle pareti, il ciclo delle storie di San Martino, datate 1608, mentre sul soffitto è illustrata una Gloria del Paradiso dipinta all'incirca negli stessi anni. Anche la vasca del fonte è antica, in marmo greco, posta su un piedistallo in marmo africano; la cupola metallica che la copre è invece un'aggiunta moderna. Il presbiterio e l'altar maggiore risalgono alla fine del XVII secolo. Sopra l'altare è conservato un prezioso polittico in legno dorato attribuito alla scuola del Giambellino. Notevoli, ai lati del presbiterio, gli ambienti aggiunti nel 1909, comunicanti con questo tramite un doppio rango di arcate. All'esterno della chiesa sorge il campanile, rivestito, come la chiesa, di mattonelle in cotto; l'edificio della vecchia canonica ha invece una facciata resa elegante dal portichetto, aperto da svelte arcate. L'identico motivo ad arcate viene ripreso dalle finestre del piano nobile.
Elementi decorativi
I due altari laterali risalgono al 1655; in un primo momento questi erano di legno dorato, ora invece sono di pietra tenera, eccettuate le colonne che sono di marmo nero di Francia. Da alcune note dello scorso secolo si desume che uno dei due altari contenesse la Pala della Beata Vergine, che ora si trova di fronte alla cappella battesimale. In essa oltre alla Beata Vergine sono dipinti anche S. Rocco, S. Sebastiano, S. Elena imperatrice e S. Agata; la Pala fu fatta nell'anno 1567 e porta i segni di una mano abile, soprattutto nella figura della Vergine. Il secondo altare contiene la Pala di S. Carlo, eseguita nel 1700. Questa rappresenta anche S. Antonio e Gesù Cristo in braccio all'Addolorata insieme a S. Giuseppe.
Elementi decorativi
All'interno delle mura della chiesa, che la recintano completamente, venne edificato nel 1554 il capitello presso il campanile in seguito ad un voto fatto durante una pestilenza che colpì Pianiga nel 1550.
Torre campanaria
Sul lato sinistro della chiesa si innalza il maestoso campanile a pianta quadrata, ricordato nella visita vescovile di Marco Cornaro avvenuta nel 1596. Non si hanno però documentazioni precise sulla data della sua costruzione. Su ciascun lato il campanile presenta una tripla lesenatura; la cella campanaria è alleggerita da due monofore arcuate e separate da un piccolo pilastro. Sul coronamento vi sono angolarmente quattro guglie che si richiamano alla slanciata cuspide conica costruita su una base ottagonale più piccola rispetto alla canna. La cuspide conica è stata ricostruita recentemente poiché quella originale a mattoni arrotondati fu demolita nel 1929 per le precarie condizioni di stabilità, mantenendo per anni la torre campanaria con una terminazione a piramide bassa ottagonale. Nel 1771 il campanile venne dotato di un grande orologio eseguito dagli allora celebri costruttori Bartolomeo Ferracini di Solagna e Giovanni Battista suo figlio, che ora non esiste più. La struttura è realizzata in mattoni faccia a vista in cotto; l'edificio, di formazione romanica co richiami gotici, si presenta con pianta quadrata di dimensioni 4,75 mt x 4,75 mt ed altezza massima di circa 31,50 mt.
Struttura
Muratura portante in mattoni faccia a vista
Coperture
Struttura realizzata in capriate in legno con reticolo di morali superiori etavelle in cotto con soprastante manto di copertura in coppi rossi.
Adeguamento liturgico

presbiterio - aggiunta arredo (1995-2000)
E' stato posizionato un altare mobile per la celebrazione verso il popolo; è stato realizzato inoltre un ambone in rame e sono state spostate delle balaustre da sopra gli scalini del presbiterio a sotto gli scalini.
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