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Padova
Padova
chiesa
parrocchiale
Ognissanti
Parrocchia di Ognissanti
Struttura; Pavimenti e pavimentazioni; Coperture; Impianto strutturale; Torre campanaria
presbiterio - aggiunta arredo (1970-1980)
1546 - 1546(visita pastorale intero bene); 1589 - 1627(restauro intero bene); 1657 - 1676(riedificazione intero bene); 1738 - 1738(ampliamento intero bene); 1808 - 1810(notizie storiche intero bene); 1847 - 1941(trasferimento proprietà intero bene); 1976 - 1984(terremoto e restauro intero bene); 1996 - 1996(restauro organo); 1999 - 2000(restauro ex sacrestia - ruota degli esposti); 2002 - 2003(manutenzione straordinaria coperture - impianto elettrico - coloriture); 2004 - 2004(restauro parete est); 2007 - 2007(rifacimento impianto riscaldamento)
Chiesa di Ognissanti
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di Ognissanti <Padova>
Autore (ruolo)
Scamozzi, Vincenzo (restauro)
Ambito culturale (ruolo)
maestranze venete (costruzione)
Notizie Storiche

1546  (visita pastorale intero bene)

La forma attuale della chiesa risale alla metà del 1600, per un intervento radicale di ristrutturazione voluto dell’allora badessa delle monache Benedettine Lodovica de Vico. Fino a quel momento la chiesa aveva ancora pianta a forma di croce latina, con abside semicircolare orientata ad est, transetto e la navata che si concludeva con un nartece. Si hanno notizie della chiesa di Ognissanti sin dal XI secolo (atto di donazione alla chiesa di un piccolo appezzamento di terreno), ma parecchi elementi, in particolare l’ampio uso di mattoni romani e le tecniche costruttive utilizzate fanno supporre che sia molto più antica (IX secolo). Nel 1546 la visita pastorale ci informa che la chiesa, il monastero e le altre strutture erano in pessime condizioni.

1589 - 1627 (restauro intero bene)

il Vescovo Federico Corner decide di affidare al noto architetto vicentino Vincenzo Scamozzi il restauro del monastero e della chiesa, per ospitare le monache benedettine di Polverara, che, secondo i nuovi decreti del concilio di Trento, dovevano rientrare in città. Sappiamo che per il monastero fu seguito abbastanza fedelmente il progetto dello Scamozzi, anche se l’architetto non seguì personalmente i lavori; per quanto riguarda la chiesa, invece, l’intervento fu limitato e circoscritto: il progetto di Scamozzi prevedeva una nuova chiesa, ad aula unica, mentre sappiamo che nel 1627 la chiesa aveva ancora pianta a croce latina.

1657 - 1676 (riedificazione intero bene)

La riedificazione dalle fondamente deve essere invece avvenuta dopo il 1657, per volere della badessa delle monache Benedettine. L’esecuzione dei lavori fu affidata al poco noto proto Zuane Zenso, che attuò, anche se solo parzialmente, il progetto dello Scamozzi, costruendo una nuova chiesa, ad unica aula, con abside semicircolare. Nel 1676 c’è notizia dell’intervento di rinnovo definitivo dell’altare maggiore, effettuato da Francesco Fasolato, che elimina l’abside semicircolare, fa allargare il presbiterio di circa 50 cm (verso nord, a scapito della cappella del crocefisso), collocandovi il nuovo altare maggiore.

1738  (ampliamento intero bene)

Altro intervento notevole è quello dell’ing. Bernardo Squarcina (1738), in cui vengono rifatti completamente la copertura e la volta del soffitto; le murature laterali della chiesa vengono prolungate verso ovest e viene realizzato l’attuale coro ligneo che ospita un organo del Callido. La chiesa assume la forma e le dimensioni che sono arrivate ai nostri giorni.

1808 - 1810 (notizie storiche intero bene)

Nel 1808 viene diminuito il numero delle parrocchie, e ad Ognissanti vengono accorpate San Massimo, S. Maria Iconia, parte del territorio di S. Sofia, le chiese monastiche della Beata Elena, e l’oratorio di S. Eufemia. La posizione periferica della chiesa fa però in modo che il flusso dei fedeli resti invariato. Le funzioni vengono quindi dapprima spostate presso la chiesa del Sacro Cuore; in seguito si pensa all’erezione di una nuova chiesa. Nel 1810, con la soppressione napoleonica degli ordini religiosi, il monastero veniva chiuso. Dopo breve periodo (1828) il monastero viene riacquistato da una ex monaca, per trasformarlo in collegio femminile.

1847 - 1941 (trasferimento proprietà intero bene)

Nel 1847 fu trasferita al monastero di Ognissanti l’istituzione degli Esposti, che acquistò sia il monastero che la chiesa, con la condizione che la chiesa venisse usata dai fedeli fino a che non fosse completata la nuova chiesa in costruzione. La nuova chiesa dell’Immacolata viene inaugurata nel 1864 e mantenne inizialmente il nome di “Ognissanti”. Nella nuova chiesa vengono spostati molti arredi sacri e opere d’arte della vecchia chiesa (fra cui la antica statua lignea della Madonna dei Noli). La chiesa di Ognissanti rimase quindi abbandonata ed in disuso sino ai primi anni ‘40, quando un aumento della popolazione nella zona Fistomba Ognissanti, richiede la restaurazione della chiesa parrocchiale. La chiesa viene riaperta al culto in data 5 luglio 1941, dopo alcuni restauri che interessarono soprattutto la muratura nord.

1976 - 1984 (terremoto e restauro intero bene)

A seguito del terremoto del 1976, che causò alla chiesa notevoli danni, si rese necessario un nuovo restauro. I lavori furono eseguiti negli anni 1983 – 84, con la Direzione Lavori dell’ing. R. Sorrentino e con la supervisione dell’arch. Loris Fontana della Soprintendenza di Venezia. I lavori permisero di mettere in luce le varie fasi e le trasformazioni dell’edificio, lasciando però aperta la questione della forma originaria della chiesa.

1996  (restauro organo)

Restauro dell’organo del Callido

1999 - 2000 (restauro ex sacrestia - ruota degli esposti)

intervento di restauro della ex sacrestia, con ricavo della nuova cappella feriale, spazio sacrestia e locali annessi (compreso museo della Ruota degli Esposti)

2002 - 2003 (manutenzione straordinaria coperture - impianto elettrico - coloriture)

Intervento di manutenzione straordinaria delle coperture, all'impianto elettrico e sistemazione delle coloriture interne .

2004  (restauro parete est)

restauro della parete est della chiesa, previa lettura stratigrafica

2007  (rifacimento impianto riscaldamento)

rifacimento dell’impianto termico della chiesa, con fornitura di nuovo generatore ad aria calda e messa a norma dell’impianto elettrico, dell’impianto di adduzione gas e del locale destinato a centrale termica (controsoffitto REI, serrande REI)
Descrizione

Chiesa ad unica navata con presbiterio a est di dimensioni ridotte rispetto alla navata, affiancato a nord dalla centrale termica (ex cappella del crocefisso, ora inaccessibile dalla chiesa) e a nord dal campanile romanico (notevole la scala interna alla grossa muratura, con copertura a volta in mattoni, messa in luce dai restauri degli anni ‘80). All’ingresso vi è un coro ligneo che ospita la bussola di ingresso e al piano superiore l’organo del Callido (accessibile tramite stretta scala a chiocciola in legno). Vicino all’ingresso, a sud ovest, si trova il piccolo locale che racchiude il fonte battesimale. La navata è interrotta da due altari laterali sporgenti, con predella e scalini; quello di destra (a sud) ospita la tela della Visitazione (Giovanni Carboncino 1681); quello di sinistra (a nord) ospita l’affresco di Madonna con Bambino e due Santi dipinto da Stefano Dall’Arzere nel 1500 (affresco “strappato” dalla muratura, proveniente dalla chiesa della Pia Casa di Dio, successivamente dal monastero di S. Giovanni da Verdara e infine ad Ognissanti dal 1868). L’altare ha un magnifico paliotto decorato in scaiola, che contiene una formella in marmo raffigurante un barcone del Piovego, simbolo della “Faglia dei Barcaioli” Ai lati del presbiterio, verso la navata, vi sono due altari con struttura lignea; quello a sinistra, verso nord ospita la tela della crocifissione (autore ignoto), quello a destra, verso sud, ospita la tela del Paradiso (Francesco Migliori 1730). L’altare Maggiore (come già ricordato opera del Fasolato nel 1676) ospitava un affresco raffigurante la Pentecoste; il recente restauro ha permesso di “riscoprire” l’originale affresco raffigurante l’ascensione di Cristo, modificato nel 1600 per adattarlo al nuovo altare. A fianco dell’altare ligneo a nord del presbiterio, su una nicchia corrispondente ad un livello pavimentale precedente all’attuale, vi è un affresco raffigurante un Cristo Pantocratore che costituisce uno dei più antichi reperti pittorici padovani. La chiesa ha un cornicione aggettante che corre lungo tutto il perimetro, da cui parte il soffitto costituito da volta unica, a botte centinata, con piccole vele di scarico in corrispondenza delle finestre. I restauri del 1983-84 hanno messo in luce le murature facenti parte del transetto della antica chiesa con pianta a croce latina, caratterizzate dalla presenza di mattoni romani di grandi dimansioni. La muratura di destra, verso sud, ospita una elegante trifora romanica. La facciata della chiesa è a capanna, decorata da una sobria cornice che delimita il timpano; notevole il portale principale, in pietra tenera di Nanto, ora molto detriorato, affiancato da due ingressi laterali. Sopra il portone una lunetta centinata di gusto scamozziano interrompe la muratura. A sud del sagrato, La muratura dell’ex convento di Ognissanti ospita la nicchia che contiene la ruota lignea “degli esposti”, rimasta in funzione sino al 1888. Il fianco nord della chiesa è caratterizzato da due robusti contrafforti che dividono lo spazio; nella parte superiore si aprono le finestre termali tripartite che illuminano la navata. Questa facciata era in mattoni a vista e fu intonacata solo nel 1941.
Struttura
Le murature perimetrali sono costruite in mattoni. La parte più antica della chiesa (muratra ad est) è costituita da muratura a sacco, con mattoni di origine romana, così come i tratti di muratura nord e sud corrispondenti all’antico transetto. La muratura realizzata con l’ampliamento seicentesco è invece in mattoni a quattro corsi. La facciata principale esternamente è intonacata a calce, così come la facciata laterale nord. La facciata est è in mattoni faccia a vista. All’interno l’immagine seicentesca con le murature intonacate a calce bianche, è stata interrotta dagli elementi caratteristici più antichi, messi in luce dai restauri degli anni 1980, con alcuni tratti di muratura a vista (corrispondente soprattutto alla zona dell’ex transetto.
Pavimenti e pavimentazioni
Il pavimento della navata è in lastre di marmo bianco e rosso, posate in diagonale, riquadrate da una fascia perimetrale in marmo rosso. Il pavimento è stato realizzato a cura della Soprintendenza, nel 1990 a seguito degli scavi archeologici effettuati, sostituisce quello precedente, in marmo bianco e nero, che risaliva al 1880. Il pavimento del presbiterio, realizzato anch’esso nel 1990 a cura della Parrocchia, è anch’esso in lastre di marmo bianco e rosso, posate in diagonale, ma di dimensioni inferiori
Coperture
La struttura portante della copertura è costituita da capriate lignee posate sulle murature perimetrali. La struttura, recentemente restaurata, mediante pulitura e impregnazione antitarlo, risulta perfettamente ispezionabile tramite passerella lignea dotata di parapetti di protezione, realizzata durante i lavori di restauro del 2002. Le capriate lignee supportano la struttura secondaria, costituita da travi in legno “correnti”, che supportano il sottomanto in morali in legno e tavelle in cotto. Il manto di copertura è in coppi di laterizio. Il restauro della copertura realizzato nel 2002, si rese necessario a causa delle numerose infiltrazioni di acqua piovana che andavano ad intaccare la volta del soffitto. Per garantire l’impermeabilizzazione del manto, vennero posate lastre di tipo onduline a supporto del manto in coppi di laterizio. La copertura è dotata di una buona ventilazione naturale, che contribuisce alla salvaguardia e conservazione della struttura lignea, costituita dall’apertura tonda in facciata, al centro del timpano, e dalla porticina ad est, sopra la copertura dell’abside. Le due aperture sono state dotate di serramenti in alluminio protettivi in alluminio dotati di lame parapioggia e rete antivolatile, per garantire la corretta areazione. Il soffitto a volta è dotato di una struttura portante autonoma costituita da “capriate zoppe” posate sui muri perimetrali, alle qualli sono ancorate tramite pendinatura lignea le centine sagomate portanti il soffitto costituito da cantinelle intonacate. La volta del soffitto della navata è a botte, con vele di scarico in corrispondenza delle lunette della finestre. La volta del presbiterio è invece a crociera. I soffitti sono intonacati e colorati a calce bianca.
Impianto strutturale
Dimensioni: Aula assembleare mt. 21,40 x 14,80 Presbiterio mt. 6,00 x 4,20 Coro e Bussola ingresso (con soprastante organo) mt. 14,80 x 2,30 ai lati del presbiterio, a nord centrale termica (ex cappella del crocefisso) dim. mt. 3,75 x 3,90; a sud campanile dim. mt. 2,90 x 3,00 Corpi adiacenti a sud (dentro il volume dell’ex convento di Ognissanti): Cappella Feriale mt. 11,20 x 4,70 – sacrestia mt. 4,50 x 5,60 – servizio igienico con anti – ripostiglio, disimpegno e “museo della Ruota” (locale posto dietro la ruota degli esposti visibile dal sagrato) dim circa mt 12,20 x 4,20 (locali di forma trapezoidale) Altezza dell’aula al cornicione perimetrale mt. 9,50 (sopra cornicione) – alla sommità della volta mt. 13,05
Torre campanaria
La parete est della Chiesa, insieme al campanile romanico adiacente, come confermato dalla lettura stratigrafica effettuata, costituisce uno dei tratti murari più antichi di Padova. La parete, posta sul retro del presbiterio, è orientata ad est ed è composta principalmente da mattoni romani e da altri materiali lapidei di origine romana di recupero; la parte inferiore della parete può essere fatta risalire ad epoca tardoantica.
Adeguamento liturgico

presbiterio - aggiunta arredo (1970-1980)
Non vi è stato alcun adeguamento liturgico permanente; il presbiterio è dotato di una mensa per le celebrazioni provvisoria, affiancata da un semplice leggìo con funzione di ambone. Ditero alla mensa provvisoria, su semplice pedana lignea, vi è una poltroncina in legno con funzione di sede. Un progetto di adeguamento liturgico con la previsione di arredi sacri definitivi, predisposto nel 1996, non ha ottenuto il parere favorevole della Soprintendenza.
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