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Santa Liberata
Lanciano
Lanciano - Ortona
chiesa
sussidiaria
S. LIBERATA
Parrocchia di San Nicola da Bari
Elementi decorativi
nessuno
XVI - XVI(prime attestazioni fondazione); XVII - XVII(ampliamento intero bene); 1994 - 1995(restauro e conservazione pareti interne ed esterne)
Chiesa di Santa Liberata
Tipologia e qualificazione chiesa sussidiaria
Denominazione Chiesa di Santa Liberata <Santa Liberata, Lanciano>
Altre denominazioni Chiesa di Santa Maria Liberatrice
S. LIBERATA
Ambito culturale (ruolo)
maestranze abruzzesi (costruzione)
Notizie Storiche

XVI  (prime attestazioni fondazione)

Le prime notizie riguardanti la Chiesa di Santa Liberata si riferiscono al 1500, essendo essa citata nei "capitoli" di Lanciano quale confine di pascolo. Il costruttore fu Jacopo Giaccio

XVII  (ampliamento intero bene)

nei primi decenni del 1600 la costruzione venne ampliata da Giulio Arcucci. Mons. Alvares, Arcivescovo di Lanciano, visitò nel 1671 S. Liberata, nel resoconto della visita si dice che l'interno vi era l'immagine della Vergine, dipinta sul muro, con ai lati le immagini di San Giovanni Battista e di S. Antonio Abate. Dietro l'altare c'era il coro, al di sopra del quale si eleva un piccolo campanile.

1994 - 1995 (restauro e conservazione pareti interne ed esterne)

intonaco intera chiesa, imbianchinatura. il frontale della Chiesa è stato restaurato nel 1995 con tre mosaici di ceramica. In occasione del collocamento dei mosaici, è stata ripulita anche la facciata della Chiesa riportando alla luce il vecchio mattone.
Descrizione

Essa è a pianta rettangolare ad una sola navata. L'edificio consta di due corpi di fabbrica uniti, ma di diversa altezza. L'interno della Chiesa è scandito da due arconi che dividono lo spazio in tre zone, con le volte a vela. L'esterno ha questa articolazione: la parte anteriore è costituita da un pronao con sopraelevata la canonica; un piccolo campanile, la cui lanterna si solleva sull'intera costruzione, è incastonato, nel lato sinistro, tra i due blocchi di fabbrica. Il fronte della Chiesa è costituito da un timpano con le cornici sporgenti, da un sottostante spazio ben riquadrato, con tre finestre rettangolari, di cui la centrale è cieca. Due grandi cerchi danno un aspetto caratteristico al timpano, che è arioso e nello stesso tempo molto raccolto.
Elementi decorativi
sul frontale, i 3 mosaici di ceramica dipinti a mano sono realizzati dalla Ditta Bontempo di Rapino (CH). Il mosaico più grande è situato nello spazio centrale della facciata, tra le due finestre, e rappresenta la Madonna con il Bambin Gesù in braccio. A destra è rappresentata una scena di donna che allatta un bambino presso una sorgente a ricordo dell'usanza da parte delle puerpere di recarsi alla fontana miracolosa di Santa Fumija. Alla sinistra, invece è rappresentato un pastorello in atteggiamento di preghiera, mentre pascola il gregge sul vecchio tratturo esistente nella zona.
Adeguamento liturgico

nessuno
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