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Lissaro
Mestrino
Padova
chiesa
parrocchiale
S. Giovanni Battista
Parrocchia di San Giovanni Battista
Pavimenti e pavimentazioni; Elementi decorativi
presbiterio - intervento strutturale (1972)
1077 - 1320(prime informazioni intero bene); 1498 - 1498(riedificazione intero bene); 1506 - 1893(decorazioni opere d'arte e abbellimenti); 1860 - 1861(riedificazione intero bene); 1901 - 1909(progettazione e realizzazione interni); 1934 - 1934(realizzazione oratorio); 1955 - 1955(ritinteggiatura interno chiesa); 2001 - 2004(restauro intero bene)
Chiesa di San Giovanni Battista
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di San Giovanni Battista <Lissaro, Mestrino>
Altre denominazioni S. Giovanni Battista
Autore (ruolo)
Diedo, Antonio (Direttore lavori)
Ambito culturale (ruolo)
rinascimentale (costruzione)
Notizie Storiche

1077 - 1320 (prime informazioni intero bene)

La dedicazione a S. Giovanni Battista, Santo preferito agli arbori del cristianesimo, e dell’esistenza di una antica Pieve prima del 1077 quando il Vescovo di Padova prese sotto la sua regia protezione assieme ad altre chiese anche quella di Lissaro, rivendicandola al Vescovo di Vicenza, sono indizi importanti, che possono testimoniare la presenza del cristianesimo, in questi luoghi nei primi secoli. L'organizzazione ecclesiastica delle pievi risale infatti al IV-V secolo e decadde nel Vl-Vll secolo durante la dominazione longobarda, ecco perché molto probabilmente la chiesa di Lissaro assieme ad altre dodici chiese del Padovano fu rivendicata dopo il ristabilimento e la riforma Carolingia. L’origine della Pieve di Lissaro come viene fatta risalire infatti ad un nome colonico romano. La prima antica chiesa, sicuramente é stata distrutta nella prima metà del 1300 da Cangrande della Scala, Lissaro, infatti, fu saccheggiata e rasa al suolo negli anni 1312 -1314 -1320.

1498  (riedificazione intero bene)

La chiesa venne riedificata, nel sagrato di fronte a quella attuale, probabilmente in un'area donata alla Pieve dai frati Benedettini di Nonantola, che nell’antica Corte di origine imperiale di Lissaro avevano in feudo un monastero. Dalla prima relazione di visita vescovile conosciuta del mons. Pietro Barozzi si apprende che il 29 agosto 1498 sono stati consacrati: l'altare Maggiore e poste le reliquie di S. Giacomo il Minore Apostolo, l'altare della B. Vergine Maria e quello del Santi Fabiano e Sebastiano. Titolari quest’ultimi di una chiesa scomparsa che molto probabilmente doveva essere la Cappella dei Frati di Nonantola presenti nel nostro territorio, a Mestrino con una cella e con possedimenti terrieri ad Arlesega prima del 1033.

1506 - 1893 (decorazioni opere d'arte e abbellimenti)

La Chiesa di Lissaro ebbe il suo massimo splendore nel XVI secolo come lo dimostrano i dipinti presenti in chiesa, realizzati sotto il patronato degli Arcipreti della famiglia Borromeo: Bernardino 1506- 1524, Filippo il Vecchio 1524- 1540, Filippo il Giovine 1540-1569, Antonio 1605; senza dimenticare altre illustri famiglie come gli Sforza (mons. Bernardino 1618-1643), gli Orsato (don Sertorio 1681-1684 e Giovanni 1685-1738), diventando Lissaro Pieve oltre di Arlesega, di Mestrino, di Veggiano e nel 1669 di Sarmeola, Rubano, Bosco di Rubano e Ronchi di Campanile. Dell'impianto della vecchia Pieve ci rimane la struttura interna del Campanile inglobata in quello attualmente esistente dove la sua antica forma appare nel progetto di modifica della lanterna dell’ing. Civile Angelo Sacchetti datato 6 luglio 1833 prima di essere sopraelevato alla fine dell’800 (1893) dall’impresario Babbolin Angelo detto “Guano” di Marsango.

1860 - 1861 (riedificazione intero bene)

La Chiesa durò cinque secoli fino a quando nell'anno 1860 si decise, visto l’aumento della popolazione e delle sue precarie condizioni, di erigere un nuovo edificio, il progetto fu commissionato al Nobile Veneziano Diedo Antonio architetto, insigne Professore e segretario all’Accademia delle Belle Arti di Venezia e fu realizzata in un solo anno (1861) sotto la direzione dell’ing. Giuseppe Dionese di Padova, il Diedo infatti scomparve prima della sua edificazione nel 1847.

1901 - 1909 (progettazione e realizzazione interni)

Gli interni sono stati progettati e decorati tra il 1901-1909, da Don Demetrio Alpago che dipinse, il grande medaglione e i due ottagoni a soffitto, rappresentanti scene della vita e della morte del titolare della chiesa S. G. Battista; Il resto delle decorazioni e pitture furono fatte dai suoi allievi: Di Capio ai lati del presbiterio e da Angelo Capuzzo, per le restanti decorazioni.

1934  (realizzazione oratorio)

La chiesa aveva due sacrestie fino alla richiesta di modifica di quella collegata con la Canonica mediante la realizzazione dell’oratorio dedicato a San Giovanni Bosco su progetto dell’arch. Giovanni Padovan di Mestrino, autorizzato, dalla Commissione diocesana di arte sacra il 24 luglio 1934, con una particolare deroga da parte del Vescovo per l’apertura delle finestre sul coro che si affaccia sul presbiterio per assistere alla S.S. messa da parte dei fanciulli e fanciulle della Parrocchia.

1955  (ritinteggiatura interno chiesa)

La chiesa fu ritinteggiata coprendo le vecchie decorazioni del soffitto e dei cornicioni.

2001 - 2004 (restauro intero bene)

Con i lavori di restauro dell’apparato decorativo della navata e dell’area presbiteriale della Chiesa, intrapresi dalla Parrocchia, sono state riscoperte le decorazioni monocromatiche a soffitto e gli angioletti nelle unghie della volta; L'apparato decorativo complessivo della chiesa rappresenta così uno dei pochissimi esempi completi di pittura dell’inizio del novecento. Nell’anno 2004 è stato portato a termine il restauro gli altari di: - San Leopoldo (già dell’annunciazione) con mensa del sec. XV-XVI e sovrastruttura del 1707; - Sant’Antonio (già della Beata Vergine del Rosario) con mensa del sec. XV-XVI e sovrastruttura del 1707; - Sacro cuore di Gesù sec. XIX; - Madonna della Salute sec. XIX; - Maggiore con mensa del sec. XV-XVI e tabernacolo Barocco dell’inizio del sec.XVIII con il restauro degli altari è stata ripristinata parte della pavimentazione originaria del presbiterio.
Descrizione

L’edificio di stile rinascimentale ha una sola navata terminante con una abside semicircolare, presenta una accortezza formale nei suoi rapporti architettonici, infatti la lunghezza della navata é un rettangolo perfetto (un lato doppio dell’altro), mentre l’altezza é stata determinata nella misura del presbiterio proiettata in verticale. Entrando in chiesa possiamo subito ammirare come la volta a vele sia sostenuta da tre grandi archi a tutto sesto uno all’entrata e due nell’abside-coro, ripetuti in altri sei più piccoli, quattro che sovrastano gli altari laterali e due ciechi sopra le due porte laterali, una fuga di cornicioni la rendono inoltre lineare e le danno una estrema leggerezza.
Pavimenti e pavimentazioni
Il pavimento e costituito da marmettoni rossi e bianchi, colore che ricorre anche negli altari, tre dei quali compreso quello maggiore appartenenti alla vecchia Pieve.
Elementi decorativi
La chiesa contiene grandi opere pittoriche, come la Pala dell’altare Maggiore di Girolamo Del Santo (anno1532) raffigurante il Battesimo di Gesù Cristo (17), un dipinto su tela della Madonna in Trono con Gesù Bambino e Santi (1545) attribuito dalla D.ssa Giuliana Ericani a Stefano Dell’Arzere, una annunciazione del seicento e una serie di tavolette, in legno dipinte, raffiguranti la via Crucis di scuola popolare del settecento. Tra le opere più importanti appartenute alla chiesa vi è un bassorilievo raffigurante una Madonna Con il Bambino recentemente ritrovato a distanza di oltre un secolo in America a New York. L'opera attribuita allo scultore Donatello era contenuta un tempo in una cornice di pietra finemente lavorata e tutt'ora conservata nella chiesa, assieme ad un calco che ne testimonia l'appartenenza alla comunità di Lissaro. Un dono molto probabilmente fatto dalla famiglia Borromeo che esercitava il diritto di Patronato con i suoi arcipreti protettori della Chiesa in piena epoca rinascimentale.
Adeguamento liturgico

presbiterio - intervento strutturale (1972)
Il Presbiterio è stato oggetto di lavori, nell’anno 1972, con la posa in opera di una nuova pavimentazione in granito rosso e l’eliminazione delle balaustre attualmente ancora conservate nei magazzini parrocchiali, delle quali sono state riutilizzate i soli zoccoli di fondazione, come segno della loro presenza in occasione del restauro dell’altare maggiore ed il ripristino della pavimentazione originaria ritrovata presso la canonica, l’adeguamento liturgico dell’area presbiteriale attualmente risulta ancora non completato in quanto andrà ripensata la tipologia di altare e di ambone nel rispetto di un eventuale recupero integrale o meno delle balaustre.
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