chiese italiane
censimento chiese
edifici di culto
edifici sacri
beni immobili
patrimonio ecclesiastico
beni culturali ecclesiastici
beni culturali della Chiesa cattolica
edilizia di culto
restauro
adeguamento liturgico
Lusiana
Padova
chiesa
parrocchiale
S. Giacomo
Parrocchia di San Giacomo
Struttura; Coperture; Facciata; Elementi decorativi; Pavimenti e pavimentazioni; Torre campanaria; Impianto strutturale; Elementi decorativi; Elementi decorativi; Elementi decorativi; Elementi decorativi
altare - aggiunta arredo (1970-80)
VIII - 1297(costruzione prima chiesa); 1297 - 1700(?)(preesistenze prima chiesa); 1711 - 1740(ampliamento intero bene); 1825 - 1832(costruzione nuova abside); 2001 - 2006(restauro intero bene)
Chiesa di San Giacomo
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di San Giacomo <Lusiana>
Altre denominazioni S. Giacomo
Autore (ruolo)
De Boni Giovanni Luigi (Progettista e direttore dei lavori)
Ambito culturale (ruolo)
rinascimentale (costruzione)
Notizie Storiche

VIII - 1297 (costruzione prima chiesa)

Si crede che la prima chiesa sia stata eretta, nel secolo VIII, dai monaci benedettini. La prima notizia della chiesa di lusiana risale al 1297 quando compare in una decima papale, come cappella dipendente dalla pieve di Caltrano. Nel 1399 era affidata alle cure pastorali del prete Pietro del Fu Ulrico di Crespadoro. I remoti costruttori la dedicarono all’apostolo Giacomo, il maggiore. La prima chiesa, a pianta rettangolare, misurava all’incirca m. 9 di larghezza, m. 13,5 di lunghezza e m. 6 di altezza. Il pavimento era di tavole di abete ed era ornata di tre altari sui quali erano esposte tre tele

1297 - 1700(?) (preesistenze prima chiesa)

Costruzione della prima chiesa, dal 1297 al 1700 circa, a pianta rettangolare, terminata ad oriente con una piccola abside, ingrandita con il passare degli anni, essa occupò all’incirca la presente navata di mezzo. Addossato alla facciata si drizzava il campanile, la cui cella campanaria raggiungeva l’altezza del coro; esso terminava con una cuspide piramidale. L’interno della chiesa, al quale si accedeva per due ingressi laterali, era ornato di tre altari di legno. Davanti alla facciata si stendeva una piccola piazza e, intorno alla chiesa, il cimitero.

1711 - 1740 (ampliamento intero bene)

Tra gli anni 1700 – 1745 circa, causa l’aumento della popolazione, si rese necessario un ampliamento con la costruzione di due navate laterali. I lavori iniziarono nel 1710. Venne sopraelevato il tetto della chiesa preesistente e si costruì la navata settentrionale, ultimata nel 1711. La navata meridionale fu iniziata nel 1740. Le navate laterali sono separate dalla centrale da quattro coppie di colonne doriche di marmo rosso estratto nella cava delle mazze, vicino a monte corno. Sono monolitiche, cioè d’un sol pezzo. Con la costruzione della navata meridionale la chiesa acquistò uniformità di stile.

1825 - 1832 (costruzione nuova abside)

La costruzione della nuova abside della chiesa, l’opera più impegnativa, i cui lavori iniziarono il 06.03.1825 su progetto dell’architetto Luigi De Boni di Villabruna (Belluno). A causa di imperfezioni progettuali, la continuazione dei lavori venne affidata all’ing. Barrera. L’abside fu ultimata nel 1827. Il nuovo presbiterio misura m. 9,50 per m. 8,60; il coro semicircolare ha il raggio di m. 3,50. Le loro colonne ed arcate non sono di marmo rosso come quelle delle navate, ma d’una tinta più sbiadita: segno evidente che la costruzione è posteriore alle altre parti della chiesa. La decorazione del presbiterio venne commissionata nel 1866 al pittore Rocco Pittaco, il quale affrescò nei quattro pennacchi le figure degli evangelisti, e nel tondo centrale l’assunzione della vergine. La chiesa fu poi consacrata il 26.08.1832.

2001 - 2006 (restauro intero bene)

Lavori di manutenzione straordinaria del coperto, delle facciate e dell'interno chiesa
Descrizione

Il complesso architettonico è situato al centro del paese di lusiana e definisce, assieme al campanile, il lato est della piazza IV novembre. La chiesa è a struttura semplice di stile rinascimentale. La navata centrale, la prima realizzata, è coperta da un controsoffitto piano, che si raccorda sopra al cornicione posto a livello degli archi con in semicerchio, sostenuto da struttura lignea e sopra di esso vi è il tetto a due falde. Le navate laterali hanno soffitto piano e tetto con struttura lignea e sovrastante coperto ad una falda. Le stesse sono separate da quella centrale da una serie di colonne monolitiche in marmo rosso, che poggiano su basamenti, sempre in marmo rosso, e con unico capitello ogni due colonne, dal quale dipartono una serie di tre archi sempre in marmo rosso. Anche nelle pareti laterali, in corrispondenza degli altari della vergine e dello spirito santo, vi sono delle colonne rotonde e quadrate, che sostengono il capitello da cui diparte l’arco in marmo rosso. Negli altri quattro altari le colonne sono di forma rettangolare. A termine delle navate laterali, si trova a sud la sacrestia, e a nord un edificio realizzato negli anni ’60 circa, adibito ad aule per la dottrina, ora in disuso. Il presbiterio è circondato nei quattro angoli da un insieme di colonne rotonde e quadrate, sempre in marmo rosso asiago, ma di tonalità più sbiadita. Su tali colonne poggia il capitello da cui dipartono n. 4 archi a tutto sesto, sempre in marmo rosso asiago, sopra ai quali, diparte la cupola dell’abside. Dietro all’altare maggiore è posizionato l’organo e lo spazio per il coro. Le dimensioni esterne delle chiesa sono ml. 35,08 in lunghezza e ml. 24,13 in larghezza. Le dimensioni interne della chiesa sono ml. 32,88 circa in lunghezza, dall’ingresso fino alla fine del presbiterio e ml. 17,75 circa in larghezza, escluse nicchie degli altari laterali. L’altezza interna della chiesa è ml. 10,10 nella navata centrale, ml. 8,80 nelle navate laterali e ml. 11,16 nel presbiterio. L’ingresso alla chiesa avviene nel lato ovest, verso la piazza, ove si trovano n. 3 porte, ubicate una per ogni navata. L’illuminazione naturale della chiesa avviene, oltre che dal rosone nella facciata centrale, dalle finestre posizionate in corrispondenza di ogni altare laterale. Alla fine delle due navate laterali, nella parte alta, vi sono due finestre a mezza luna. L’abside è illuminato da un rosone posto nella parte a sud.
Struttura
La struttura portante dei muri laterali è realizzata con materiale lapideo (pietre) del posto, intonaco a grezzo e fino e con finitura in marmorino.
Coperture
Il tetto è, nella parte centrale, a due falde, sostenuto da capriate in legno e struttura lignea di ottima forma, sul quale poggiano le altre travi e manto di copertura in coppi. La struttura del tetto delle due navate laterali è sempre in legno, ma con finitura scadente, rinforzata durante i lavori di restauro, e manto di copertura in coppi. Nel 1866 il pittore rocco Pittacco, decorò il soffitto della navata centrale con tre affreschi. Il centrale, il più grande, raffigurante l’apparizione della vergine a s. Giacomo, a causa delle infiltrazioni d’acqua e dell’umidità si staccò e fu rifatto nel 1907 dal pittore Demetrio Alpago, il quale dipinse il martirio di s. Giacomo. La scena fu ben interpretata sia per la prospettiva e per la tonalità dei colori, come per l’espressione accesa dei personaggi in contrasto con la figura dell’apostolo che attende sereno il colpo del carnefice. Dal cielo scendono tre angeli per incontrare il santo ed offrirgli i simboli del martirio: la palma e una corona di fiori. Nell’angolo sinistro un cappello ed alcuni “pacchi” di treccia stanno a ricordare che la chiesa di s. Giacomo fu realizzata, in gran parte, con il frutto dell’umile lavoro della treccia. Di Rocco Pittacco rimangono gli affreschi con i due angeli, nel soffitto centrale, e il tondo con il simbolo dell’agnello sopra l’arco trionfale del presbiterio. Negli anni 1822-1824 furono rifatti i soffitti delle navate laterali, che G.B. Canale decorò con due affreschi ovali a colori e con quattro chiaroscuri rettangolari, che rappresentano scene della vita di Gesù e della crocifissione.
Facciata
La facciata principale della chiesa, in stile rinascimentale, è tutta in marmo rosso con eleganti lesene ed altri motivi ornamentali. Un arco, a tutto sesto, si slancia tra le lesene e l’architrave centrale. Per dare maggiore luce all’interno, vi è nel mezzo un rosone con vetri colorati. Nella sommità sono posizionate n. 5 statue di pietra di Custoza. Nell’incontro dei due spioventi il redentore che addita il cielo, alla sua destra la vergine immacolata e Sant’Antonio di Padova. Alla sua sinistra s. Giuseppe e il titolare s. Giacomo apostolo.
Elementi decorativi
Costruzione dell’altare maggiore, di marmo biancone e giallognolo, fiancheggiato da due pilastri sui quali posano le statue, in pietra, degli apostoli Pietro e Paolo. Lo adorna un tabernacolo, a forma di tempietto, sostenuto da agili colonnine, anch’esse di marmo giallognolo. In fondo all’abside fu sistemato il dossale marmoreo del vecchio altare maggiore , sul cui timpano spezzato vennero sovrapposti i simboli, in gesso, della fede e della speranza. Spiccano in esso due colonne di marmo nero. L’altare maggiore venne completato da una balaustra di marmo giallognolo che continuava fino agli ingressi delle due scale per le quali si scendeva nel sotto coro, ora chiuse. Dietro l’altare maggiore vi è la pala della natività di Jacopo da ponte, olio su tela centinata delle dimensioni di ml. 2,96 * 1,65. La scena è collocata tra le rovine di una monumentale costruzione. Spicca, al centro del quadro, il bambino Gesù che la madre dolcemente scopre e mostra ai pastori. Popolano la scena figure di pastori, di santi e di angeli. A sinistra sono raffigurati quattro santi: s. Giuseppe, l’apostolo Giacomo il maggiore, il martire Cristoforo e un vescovo ritenuto s. Prosdocimo.
Pavimenti e pavimentazioni
Il primo pavimento, in marmo, fu posto in opera in tre tempi, seguendo le fasi dell’ampliamento. Venne completato nel 1745. Il pavimento era costruito, in parte, da pietre sepolcrali recanti le relative iscrizioni ed alcune anche lo stemma delle più antiche e distinte famiglie di lusiana che, per privilegio, avevano la loro tomba in chiesa. Successivamente, negli anni ’30, la pavimentazione è stata rifatta, in occasione del rifacimento della facciata, con lastre di marmo bianco e rosso asiago. Il marmo è del tipo anticato. Si dice che tale pavimento sia stato posato sopra al precedente pavimento. La pavimentazione dell’abside è in marmo bianco e rosso asiago lucido, con i gradini sempre in marmo bianco e rosso asiago e con toro arrotondato, rifatto negli anni ’60.
Torre campanaria
Il primo campanile, nella prima chiesa di lusiana, non si presentava certo come una costruzione vistosa; la sua cella campanaria arrivava al livello del coro che la cuspide piramidale superava di poco e al suo interno vi erano due campane. L’azione corrosiva del tempo e le intemperie lo danneggiarono più volte, rendendo necessari vari interventi di manutenzione, finché non venne demolito nel 1850, collocando le campane su un castello di legno. Il disegno del nuovo campanile era stato preparato dall’arch. Abramo Chioccarello di Piovene. Il 06.06.1876 fu impartita la benedizione alla prima pietra nella quale erano state incluse alcune monete ed altre memorie dell’epoca. I lavori iniziarono e, per la fine del 1876, la base era già condotta a termine. Nella primavera del 1884, abbandonato il primo progetto e adottato quello di Antonio Gasparini da Carrè, si riprese la costruzione, essa pure affidata allo stesso progettista. Nel 1890, finalmente ultimato, il campanile poté mostrare la sua alta cuspide slanciata verso il cielo. L’altezza del campanile raggiunse i 73 metri. Non passò molto tempo e vennero installate le campane; cinque belle campane fuse a bassano del grappa nella secolare fonderia di Pietro Colbacchini. L’intero concerto raggiunse complessivamente i 9036 kg. La campana maggiore, ornata di bei fregi e immagini di santi, del peso di kg. 3596, fu donata dall’amministrazione comunale. Le campane furono suonate per la prima volta il 28.03.1890 e l’inaugurazione del campanile avvenne nel settembre dello stesso anno. Nel 1961 fu installato un impianto di elettrificazione per le campane. L’alta cuspide del campanile, a causa del vento e delle intemperie subi’ vari danneggiamenti con il tempo, e dopo vari interventi di manutenzione, nel 1965, venne smantellata la cupoletta pericolante e gettata una soletta in calcestruzzo. La nuova cuspide del campanile è stata ricostruita secondo il progetto originario con il restauro avvenuto negli anni 1991-1993. Dimensioni del campanile: ml 7,70*7,70. Altezza ml. 68 circa
Impianto strutturale
La costruzione dell’abside, ha comportato la realizzazione di un piano, al fine di coprire il dislivello esistente tra la quota del terreno nel retro della chiesa e il pavimento della stessa. In tale locale, denominato “sottocoro” ed intitolato al “sacro cuore” è stata costruita una cappella costituita da una unica sala rettangolare, con soffitto ad imbotte, e che termina nel lato est con una costruzione semicircolare, simile al sovrastante coro. Tale cappella occupa tutta la superficie della sovrastante abside. Un tempo si raggiungeva con due rampe di scale che scendevano ai lati dell’altare maggiore. Tali scale sono state chiuse negli anni ’60 durante i lavori di restauro. Attualmente si raggiunge la cappella del sottocoro dalla porta ubicata in fondo alla navata di sinistra e da una gradinata avente n. 26 scalini. In essa è stato riposizionato il vecchio altare e la balaustra. Attualmente tale cappella, vista la difficoltà di accesso, è quasi inutilizzata. Dimensioni: ml. 14,84 * 7,15 circa, altezza ml. 4,42.
Elementi decorativi
Sopra la porta della navata centrale, vi è un quadro del XVII secolo, di autore ignoto, raffigurante la pietà. Trattasi di un olio su tela, delle dimensioni di cm 160*80. In questo quadro, oltre al corpo livido di Cristo, vi sono accanto, nella parte destra del quadro, la madre e il discepolo Giovanni, mentre nella parte destra due angioletti. Al di sotto di questo quadro vi sono posizionati i 14 quadri della via crucis, risalenti al XVII secolo, delle dimensioni di cm 60*45 cadauno. Gli stessi furono benedetti ed esposti in chiesa nel 1745. Non risultano opera di una stessa persona ma di più mani diverse. Lungo le pareti della chiesa sono ora disposti altri 14 quadri più grandi delle stazioni della precedente via crucis, dipinti ad olio e sostituiti nell’anno 1851 per iniziativa del pievano Callegari. Sopra alle porte delle due navate laterali vi sono tre dipinti, senza cornici, raffiguranti santi; due sopra la porta della navata a nord del pittore Dionisio Gardini, raffiguranti s. Maria Bertilla Boscardin e s. Luigi con gli appestati, e uno sopra la porta della navata a sud, di autore ignoto, raffigurante s. Giuseppe da copertino. Posizionato nel trittico destro dell’abside, vi è la statua del Cristo crocifisso, opera dell’artista Orazio Marinali, del 1827, donata dal conte Velo all’arciprete Montini. La scultura marmorea rivela il talento dell’autore che nel bel volto di cristo, appena spirato, è riuscito ad infondere un atteggiamento di rassegnazione e di pace. Nel lato sud dell’abside, sotto al rosone, vi è una tela raffigurante l’incoronazione di Maria Vergine, di autore ignoto.
Elementi decorativi
L’organo, inizialmente posto nella navata centrale sopra la porta maggiore assieme alla cantoria, fu spostato all’epoca dell’arciprete don Teso, durante i lavori di costruzione della facciata, e lo ubicò nel lato sinistro del presbiterio. Don Angelo Zanella dotò la chiesa di un nuovo organo costruito dalla nota ditta Mascioni di Cuvio (Varese), inaugurato il 06.10.1946. La stessa ditta costruttrice ha provveduto al restauro dell’organo nell’anno 2004, durante i lavori di manutenzione straordinaria e restauro conservativo della chiesa.
Elementi decorativi
Lungo le navate laterali stanno sei cappelle, internate nel muro. In esse furono eretti sei altari di marmo, tutti in stile barocco. Il più antico è l’altare di san rocco, il primo della navata sinistra, e quello degli angeli custodi, che gli sta parallelo nella navata destra. Essi ornavano la prima chiesa e furono qui sistemati dopo i lavori di ampliamento. L’altare di san rocco fu eretto per voto subito dopo la cessazione della peste del 1630, come testimonia la dedica del timpano. Nel 1941 questo altare fu adattato a battistero, eliminando la mensa e tenendo la parte superiore, costituita da due colonne rotonde, su cui poggia il timpano dell’altare. Il battistero è realizzato in marmo rosso asiago e ricoperto da una struttura in rame. Nella nicchia fu posta una tela raffigurante il battesimo di Gesù; opera recente e di scarso valore artistico. Il secondo altare della navata sinistra è dedicato alla madonna del rosario. Tale altare è ornato da una pala del de pieri, raffigurante la vergine del rosario, racchiusa in un indovinato motivo floreale di marmo bianco. Interessanti sono anche i misteri del rosario, lavoro artigianale d’intarsio, che attorniano la pala del de pieri dov’è raffigurata la vergine nell’atto di consegnare il rosario a s. Domenico e s. Caterina da Siena. Tale altare è ricavato all’interno di una piccola cappella separata dalla navata da una balaustra in marmo bianco e rosso asiago e da due colonne monolitiche cilindriche sempre in marmo bianco e rosso asiago, che sostengono i capitelli da cui parte un arco a tutto sesto. La mensa dell’altare è realizzata con marmi policromi. A sostegno del timpano vi sono 4 colonne monolitiche in marmo rosso asiago. Le due laterali sono attorcigliate, mentre le altre due sono cilindriche. Il timpano, lavorato finemente con marmo rosso e bianco asiago, termina con ai lati due angeli e al centro una lapide di marmo nero, con riportata la seguente dedica in latino: “ d.o.m. b.m.v. ss. Rosarii patronae lusianae hac ara dedica an. Mdccxx”, che tradotto: “questo altare fu dedicato a dio ottimo, massimo e alla b. Vergine del rosario, patrona di lusiana, l’anno 1720” Il terzo altare della navata sinistra è dedicato a s. Antonio di Padova. Altare sempre realizzato in marmo bianco e rosso asiago per la mensa da cui dipartono n. 4 colonne rotonde, sopra le quali è realizzato il timpano, al cui centro vi è l’immagine di un angelo. Vi si venera una pala del de pieri, d’ispirazione murilliana, raffigurante la gloria del santo. Spicca al centro della pala, in posizione leggermente obliqua, la figura del santo di Padova, inginocchiato sulle nubi e sostenuto da due angeli che lo sospingono verso l’alto. Accanto a lui altri due angeli sollevano dei gigli, il caratteristico fiore dell’iconografia antoniana. Le braccia del santo si aprono nel mistico incontro con gesù bambino che, in uno squarcio di vivida luce, scende verso di lui. Tra un nugolo di graziosi angioletti. In alto, a sinistra, un grande angelo ammira estasiato la scena paradisiaca.
Elementi decorativi
L’altare degli angeli custodi posto a destra era esistente nella navata centrale della prima chiesa, è stato spostato dopo la costruzione della navata sud. Esso è stato costruito in onore degli angeli custodi, come risulta dall’incisione posta nel timpano. Realizzato con marmi policromi da cui diparte il basamento in rosso asiago e sopra allo stesso due colonne rotonde che sostengono il timpano, ai cui lati sono adagiati due angeli. La pala al suo interno, del pittore Francesco Zugno, si divide in due piani. In quello inferiore, su uno sfondo limpido, aperto verso un paesaggio d’idilio, campeggia la figura dell’arcangelo Raffaele nell’atto di salvare il piccolo Tobia, che impaurito da un grosso drago si aggrappa a lui. In alto, l’azzurro sfuma nel grigiore delle nubi e la scena diventa movimentata. Lucifero, debellato da Michele, precipita con i suoi seguaci verso il luogo della punizione eterna. Al sommo della cappella vi è un affresco con la beata Giovanna m. Bonomo. La configurazione dell’altare dello spirito santo posto a destra è simile a quello ubicato di fronte ed intitolato alla madonna del rosario. Nella nicchia di tale altare è stata riposta l’antica pala raffigurante la discesa dello spirito santo, recentemente restaurata, opera di Jacopo da ponte. Nel dipinto, rivive lo straordinario avvenimento accaduto a Gerusalemme il mattino di pentecoste. Mentre dall’alto scende la luce dello spirito santo, gli apostoli attorniano la madonna assisa al centro, con il capo avvolto da duplice velo. La massa degli apostoli si presenta, in questo dipinto, stupita ed assorta. Accanto alla vergine, ma ad un piano leggermente inferiore, siede l’apostolo Pietro, il quale sostiene il viso pensoso con la mano sinistra. La mensa è realizzata con marmi bianco e rosso asiago. Il paliotto dell’altare dello spirito santo è finemente lavorato e le quattro colonne corinzie sono un mosaico di pietruzze policrome pazientemente unite con mastice. Nel timpano, ai lati del quale stanno due statue di angeli, s’apre una piccola finestra rotonda con vetri colorati e davanti ad essa una simbolica colomba bianca. Il paliotto termina con una conchiglia. L’altare di san Giuseppe è stato realizzato nel 1750 con marmi bianco e rosso asiago e marmi policromi. A sostegno del timpano, lavorato con marmi bianco e rosso asiago e policromi, vi sono sempre 4 colonne rotonde. Da una attenta analisi del timpano si desume che lo stesso è stato recuperato da altro altare presente precedentemente nella navata e riadattato a tale struttura. Nella sommità vi è una concilia. In tale altare è esposta una tela, opera modesta ma devota del prof. Radaelli di Padova, nella quale con s. Giuseppe venne raffigurata anche s. Teresa di Gesù bambino nell’atto di spargere su lusiana le simboliche rose. Sta sull’altare un tabernacolo di marmo la cui porticina reca dipinta l’immagine di san Giuseppe. Le parole “ex pallio s.cti ioseph” ricordano che qui un tempo era custodita la reliquia del santo.
Adeguamento liturgico

altare - aggiunta arredo (1970-80)
Per l’adeguamento liturgico non è stato eseguito nessun intervento fisso. E’ stato solo posizionato un altare in legno amovibile nella parte centrale del presbiterio.
Contatta la diocesi