Descrizione |
Il complesso architettonico è situato al centro del paese di lusiana e definisce, assieme al campanile, il lato est della piazza IV novembre. La chiesa è a struttura semplice di stile rinascimentale. La navata centrale, la prima realizzata, è coperta da un controsoffitto piano, che si raccorda sopra al cornicione posto a livello degli archi con in semicerchio, sostenuto da struttura lignea e sopra di esso vi è il tetto a due falde. Le navate laterali hanno soffitto piano e tetto con struttura lignea e sovrastante coperto ad una falda. Le stesse sono separate da quella centrale da una serie di colonne monolitiche in marmo rosso, che poggiano su basamenti, sempre in marmo rosso, e con unico capitello ogni due colonne, dal quale dipartono una serie di tre archi sempre in marmo rosso.
Anche nelle pareti laterali, in corrispondenza degli altari della vergine e dello spirito santo, vi sono delle colonne rotonde e quadrate, che sostengono il capitello da cui diparte l’arco in marmo rosso. Negli altri quattro altari le colonne sono di forma rettangolare. A termine delle navate laterali, si trova a sud la sacrestia, e a nord un edificio realizzato negli anni ’60 circa, adibito ad aule per la dottrina, ora in disuso.
Il presbiterio è circondato nei quattro angoli da un insieme di colonne rotonde e quadrate, sempre in marmo rosso asiago, ma di tonalità più sbiadita.
Su tali colonne poggia il capitello da cui dipartono n. 4 archi a tutto sesto, sempre in marmo rosso asiago, sopra ai quali, diparte la cupola dell’abside.
Dietro all’altare maggiore è posizionato l’organo e lo spazio per il coro.
Le dimensioni esterne delle chiesa sono ml. 35,08 in lunghezza e ml. 24,13 in larghezza.
Le dimensioni interne della chiesa sono ml. 32,88 circa in lunghezza, dall’ingresso fino alla fine del presbiterio e ml. 17,75 circa in larghezza, escluse nicchie degli altari laterali.
L’altezza interna della chiesa è ml. 10,10 nella navata centrale, ml. 8,80 nelle navate laterali e ml. 11,16 nel presbiterio.
L’ingresso alla chiesa avviene nel lato ovest, verso la piazza, ove si trovano n. 3 porte, ubicate una per ogni navata.
L’illuminazione naturale della chiesa avviene, oltre che dal rosone nella facciata centrale, dalle finestre posizionate in corrispondenza di ogni altare laterale.
Alla fine delle due navate laterali, nella parte alta, vi sono due finestre a mezza luna. L’abside è illuminato da un rosone posto nella parte a sud.
Struttura |
La struttura portante dei muri laterali è realizzata con materiale lapideo (pietre) del posto, intonaco a grezzo e fino e con finitura in marmorino. |
Coperture |
Il tetto è, nella parte centrale, a due falde, sostenuto da capriate in legno e struttura lignea di ottima forma, sul quale poggiano le altre travi e manto di copertura in coppi.
La struttura del tetto delle due navate laterali è sempre in legno, ma con finitura scadente, rinforzata durante i lavori di restauro, e manto di copertura in coppi.
Nel 1866 il pittore rocco Pittacco, decorò il soffitto della navata centrale con tre affreschi.
Il centrale, il più grande, raffigurante l’apparizione della vergine a s. Giacomo, a causa delle infiltrazioni d’acqua e dell’umidità si staccò e fu rifatto nel 1907 dal pittore Demetrio Alpago, il quale dipinse il martirio di s. Giacomo. La scena fu ben interpretata sia per la prospettiva e per la tonalità dei colori, come per l’espressione accesa dei personaggi in contrasto con la figura dell’apostolo che attende sereno il colpo del carnefice. Dal cielo scendono tre angeli per incontrare il santo ed offrirgli i simboli del martirio: la palma e una corona di fiori. Nell’angolo sinistro un cappello ed alcuni “pacchi” di treccia stanno a ricordare che la chiesa di s. Giacomo fu realizzata, in gran parte, con il frutto dell’umile lavoro della treccia.
Di Rocco Pittacco rimangono gli affreschi con i due angeli, nel soffitto centrale, e il tondo con il simbolo dell’agnello sopra l’arco trionfale del presbiterio.
Negli anni 1822-1824 furono rifatti i soffitti delle navate laterali, che G.B. Canale decorò con due affreschi ovali a colori e con quattro chiaroscuri rettangolari, che rappresentano scene della vita di Gesù e della crocifissione.
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Facciata |
La facciata principale della chiesa, in stile rinascimentale, è tutta in marmo rosso con eleganti lesene ed altri motivi ornamentali. Un arco, a tutto sesto, si slancia tra le lesene e l’architrave centrale. Per dare maggiore luce all’interno, vi è nel mezzo un rosone con vetri colorati. Nella sommità sono posizionate n. 5 statue di pietra di Custoza. Nell’incontro dei due spioventi il redentore che addita il cielo, alla sua destra la vergine immacolata e Sant’Antonio di Padova. Alla sua sinistra s. Giuseppe e il titolare s. Giacomo apostolo. |
Elementi decorativi |
Costruzione dell’altare maggiore, di marmo biancone e giallognolo, fiancheggiato da due pilastri sui quali posano le statue, in pietra, degli apostoli Pietro e Paolo. Lo adorna un tabernacolo, a forma di tempietto, sostenuto da agili colonnine, anch’esse di marmo giallognolo.
In fondo all’abside fu sistemato il dossale marmoreo del vecchio altare maggiore , sul cui timpano spezzato vennero sovrapposti i simboli, in gesso, della fede e della speranza. Spiccano in esso due colonne di marmo nero. L’altare maggiore venne completato da una balaustra di marmo giallognolo che continuava fino agli ingressi delle due scale per le quali si scendeva nel sotto coro, ora chiuse.
Dietro l’altare maggiore vi è la pala della natività di Jacopo da ponte, olio su tela centinata delle dimensioni di ml. 2,96 * 1,65. La scena è collocata tra le rovine di una monumentale costruzione. Spicca, al centro del quadro, il bambino Gesù che la madre dolcemente scopre e mostra ai pastori. Popolano la scena figure di pastori, di santi e di angeli.
A sinistra sono raffigurati quattro santi: s. Giuseppe, l’apostolo Giacomo il maggiore, il martire Cristoforo e un vescovo ritenuto s. Prosdocimo.
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Pavimenti e pavimentazioni |
Il primo pavimento, in marmo, fu posto in opera in tre tempi, seguendo le fasi dell’ampliamento. Venne completato nel 1745. Il pavimento era costruito, in parte, da pietre sepolcrali recanti le relative iscrizioni ed alcune anche lo stemma delle più antiche e distinte famiglie di lusiana che, per privilegio, avevano la loro tomba in chiesa.
Successivamente, negli anni ’30, la pavimentazione è stata rifatta, in occasione del rifacimento della facciata, con lastre di marmo bianco e rosso asiago. Il marmo è del tipo anticato. Si dice che tale pavimento sia stato posato sopra al precedente pavimento. La pavimentazione dell’abside è in marmo bianco e rosso asiago lucido, con i gradini sempre in marmo bianco e rosso asiago e con toro arrotondato, rifatto negli anni ’60.
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Torre campanaria |
Il primo campanile, nella prima chiesa di lusiana, non si presentava certo come una costruzione vistosa; la sua cella campanaria arrivava al livello del coro che la cuspide piramidale superava di poco e al suo interno vi erano due campane. L’azione corrosiva del tempo e le intemperie lo danneggiarono più volte, rendendo necessari vari interventi di manutenzione, finché non venne demolito nel 1850, collocando le campane su un castello di legno.
Il disegno del nuovo campanile era stato preparato dall’arch. Abramo Chioccarello di Piovene.
Il 06.06.1876 fu impartita la benedizione alla prima pietra nella quale erano state incluse alcune monete ed altre memorie dell’epoca.
I lavori iniziarono e, per la fine del 1876, la base era già condotta a termine. Nella primavera del 1884, abbandonato il primo progetto e adottato quello di Antonio Gasparini da Carrè, si riprese la costruzione, essa pure affidata allo stesso progettista. Nel 1890, finalmente ultimato, il campanile poté mostrare la sua alta cuspide slanciata verso il cielo. L’altezza del campanile raggiunse i 73 metri. Non passò molto tempo e vennero installate le campane; cinque belle campane fuse a bassano del grappa nella secolare fonderia di Pietro Colbacchini. L’intero concerto raggiunse complessivamente i 9036 kg. La campana maggiore, ornata di bei fregi e immagini di santi, del peso di kg. 3596, fu donata dall’amministrazione comunale. Le campane furono suonate per la prima volta il 28.03.1890 e l’inaugurazione del campanile avvenne nel settembre dello stesso anno. Nel 1961 fu installato un impianto di elettrificazione per le campane.
L’alta cuspide del campanile, a causa del vento e delle intemperie subi’ vari danneggiamenti con il tempo, e dopo vari interventi di manutenzione, nel 1965, venne smantellata la cupoletta pericolante e gettata una soletta in calcestruzzo. La nuova cuspide del campanile è stata ricostruita secondo il progetto originario con il restauro avvenuto negli anni 1991-1993.
Dimensioni del campanile: ml 7,70*7,70. Altezza ml. 68 circa
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Impianto strutturale |
La costruzione dell’abside, ha comportato la realizzazione di un piano, al fine di coprire il dislivello esistente tra la quota del terreno nel retro della chiesa e il pavimento della stessa. In tale locale, denominato “sottocoro” ed intitolato al “sacro cuore” è stata costruita una cappella costituita da una unica sala rettangolare, con soffitto ad imbotte, e che termina nel lato est con una costruzione semicircolare, simile al sovrastante coro. Tale cappella occupa tutta la superficie della sovrastante abside.
Un tempo si raggiungeva con due rampe di scale che scendevano ai lati dell’altare maggiore.
Tali scale sono state chiuse negli anni ’60 durante i lavori di restauro. Attualmente si raggiunge la cappella del sottocoro dalla porta ubicata in fondo alla navata di sinistra e da una gradinata avente n. 26 scalini.
In essa è stato riposizionato il vecchio altare e la balaustra. Attualmente tale cappella, vista la difficoltà di accesso, è quasi inutilizzata.
Dimensioni: ml. 14,84 * 7,15 circa, altezza ml. 4,42.
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Elementi decorativi |
Sopra la porta della navata centrale, vi è un quadro del XVII secolo, di autore ignoto, raffigurante la pietà. Trattasi di un olio su tela, delle dimensioni di cm 160*80.
In questo quadro, oltre al corpo livido di Cristo, vi sono accanto, nella parte destra del quadro, la madre e il discepolo Giovanni, mentre nella parte destra due angioletti.
Al di sotto di questo quadro vi sono posizionati i 14 quadri della via crucis, risalenti al XVII secolo, delle dimensioni di cm 60*45 cadauno. Gli stessi furono benedetti ed esposti in chiesa nel 1745. Non risultano opera di una stessa persona ma di più mani diverse.
Lungo le pareti della chiesa sono ora disposti altri 14 quadri più grandi delle stazioni della precedente via crucis, dipinti ad olio e sostituiti nell’anno 1851 per iniziativa del pievano Callegari.
Sopra alle porte delle due navate laterali vi sono tre dipinti, senza cornici, raffiguranti santi; due sopra la porta della navata a nord del pittore Dionisio Gardini, raffiguranti s. Maria Bertilla Boscardin e s. Luigi con gli appestati, e uno sopra la porta della navata a sud, di autore ignoto, raffigurante s. Giuseppe da copertino.
Posizionato nel trittico destro dell’abside, vi è la statua del Cristo crocifisso, opera dell’artista Orazio Marinali, del 1827, donata dal conte Velo all’arciprete Montini.
La scultura marmorea rivela il talento dell’autore che nel bel volto di cristo, appena spirato, è riuscito ad infondere un atteggiamento di rassegnazione e di pace.
Nel lato sud dell’abside, sotto al rosone, vi è una tela raffigurante l’incoronazione di Maria Vergine, di autore ignoto.
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Elementi decorativi |
L’organo, inizialmente posto nella navata centrale sopra la porta maggiore assieme alla cantoria, fu spostato all’epoca dell’arciprete don Teso, durante i lavori di costruzione della facciata, e lo ubicò nel lato sinistro del presbiterio. Don Angelo Zanella dotò la chiesa di un nuovo organo costruito dalla nota ditta Mascioni di Cuvio (Varese), inaugurato il 06.10.1946. La stessa ditta costruttrice ha provveduto al restauro dell’organo nell’anno 2004, durante i lavori di manutenzione straordinaria e restauro conservativo della chiesa. |
Elementi decorativi |
Lungo le navate laterali stanno sei cappelle, internate nel muro. In esse furono eretti sei altari di marmo, tutti in stile barocco.
Il più antico è l’altare di san rocco, il primo della navata sinistra, e quello degli angeli custodi, che gli sta parallelo nella navata destra. Essi ornavano la prima chiesa e furono qui sistemati dopo i lavori di ampliamento. L’altare di san rocco fu eretto per voto subito dopo la cessazione della peste del 1630, come testimonia la dedica del timpano. Nel 1941 questo altare fu adattato a battistero, eliminando la mensa e tenendo la parte superiore, costituita da due colonne rotonde, su cui poggia il timpano dell’altare. Il battistero è realizzato in marmo rosso asiago e ricoperto da una struttura in rame. Nella nicchia fu posta una tela raffigurante il battesimo di Gesù; opera recente e di scarso valore artistico.
Il secondo altare della navata sinistra è dedicato alla madonna del rosario.
Tale altare è ornato da una pala del de pieri, raffigurante la vergine del rosario, racchiusa in un indovinato motivo floreale di marmo bianco. Interessanti sono anche i misteri del rosario, lavoro artigianale d’intarsio, che attorniano la pala del de pieri dov’è raffigurata la vergine nell’atto di consegnare il rosario a s. Domenico e s. Caterina da Siena. Tale altare è ricavato all’interno di una piccola cappella separata dalla navata da una balaustra in marmo bianco e rosso asiago e da due colonne monolitiche cilindriche sempre in marmo bianco e rosso asiago, che sostengono i capitelli da cui parte un arco a tutto sesto. La mensa dell’altare è realizzata con marmi policromi.
A sostegno del timpano vi sono 4 colonne monolitiche in marmo rosso asiago.
Le due laterali sono attorcigliate, mentre le altre due sono cilindriche.
Il timpano, lavorato finemente con marmo rosso e bianco asiago, termina con ai lati due angeli e al centro una lapide di marmo nero, con riportata la seguente dedica in latino: “ d.o.m. b.m.v. ss. Rosarii patronae lusianae hac ara dedica an. Mdccxx”, che tradotto: “questo altare fu dedicato a dio ottimo, massimo e alla b. Vergine del rosario, patrona di lusiana, l’anno 1720”
Il terzo altare della navata sinistra è dedicato a s. Antonio di Padova.
Altare sempre realizzato in marmo bianco e rosso asiago per la mensa da cui dipartono n. 4 colonne rotonde, sopra le quali è realizzato il timpano, al cui centro vi è l’immagine di un angelo.
Vi si venera una pala del de pieri, d’ispirazione murilliana, raffigurante la gloria del santo.
Spicca al centro della pala, in posizione leggermente obliqua, la figura del santo di Padova, inginocchiato sulle nubi e sostenuto da due angeli che lo sospingono verso l’alto. Accanto a lui altri due angeli sollevano dei gigli, il caratteristico fiore dell’iconografia antoniana. Le braccia del santo si aprono nel mistico incontro con gesù bambino che, in uno squarcio di vivida luce, scende verso di lui. Tra un nugolo di graziosi angioletti. In alto, a sinistra, un grande angelo ammira estasiato la scena paradisiaca.
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Elementi decorativi |
L’altare degli angeli custodi posto a destra era esistente nella navata centrale della prima chiesa, è stato spostato dopo la costruzione della navata sud. Esso è stato costruito in onore degli angeli custodi, come risulta dall’incisione posta nel timpano.
Realizzato con marmi policromi da cui diparte il basamento in rosso asiago e sopra allo stesso due colonne rotonde che sostengono il timpano, ai cui lati sono adagiati due angeli.
La pala al suo interno, del pittore Francesco Zugno, si divide in due piani. In quello inferiore, su uno sfondo limpido, aperto verso un paesaggio d’idilio, campeggia la figura dell’arcangelo Raffaele nell’atto di salvare il piccolo Tobia, che impaurito da un grosso drago si aggrappa a lui. In alto, l’azzurro sfuma nel grigiore delle nubi e la scena diventa movimentata. Lucifero, debellato da Michele, precipita con i suoi seguaci verso il luogo della punizione eterna. Al sommo della cappella vi è un affresco con la beata Giovanna m. Bonomo.
La configurazione dell’altare dello spirito santo posto a destra è simile a quello ubicato di fronte ed intitolato alla madonna del rosario.
Nella nicchia di tale altare è stata riposta l’antica pala raffigurante la discesa dello spirito santo, recentemente restaurata, opera di Jacopo da ponte.
Nel dipinto, rivive lo straordinario avvenimento accaduto a Gerusalemme il mattino di pentecoste. Mentre dall’alto scende la luce dello spirito santo, gli apostoli attorniano la madonna assisa al centro, con il capo avvolto da duplice velo. La massa degli apostoli si presenta, in questo dipinto, stupita ed assorta. Accanto alla vergine, ma ad un piano leggermente inferiore, siede l’apostolo Pietro, il quale sostiene il viso pensoso con la mano sinistra. La mensa è realizzata con marmi bianco e rosso asiago.
Il paliotto dell’altare dello spirito santo è finemente lavorato e le quattro colonne corinzie sono un mosaico di pietruzze policrome pazientemente unite con mastice. Nel timpano, ai lati del quale stanno due statue di angeli, s’apre una piccola finestra rotonda con vetri colorati e davanti ad essa una simbolica colomba bianca. Il paliotto termina con una conchiglia.
L’altare di san Giuseppe è stato realizzato nel 1750 con marmi bianco e rosso asiago e marmi policromi. A sostegno del timpano, lavorato con marmi bianco e rosso asiago e policromi, vi sono sempre 4 colonne rotonde. Da una attenta analisi del timpano si desume che lo stesso è stato recuperato da altro altare presente precedentemente nella navata e riadattato a tale struttura. Nella sommità vi è una concilia.
In tale altare è esposta una tela, opera modesta ma devota del prof. Radaelli di Padova, nella quale con s. Giuseppe venne raffigurata anche s. Teresa di Gesù bambino nell’atto di spargere su lusiana le simboliche rose. Sta sull’altare un tabernacolo di marmo la cui porticina reca dipinta l’immagine di san Giuseppe. Le parole “ex pallio s.cti ioseph” ricordano che qui un tempo era custodita la reliquia del santo.
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