chiese italiane censimento chiese edifici di culto edifici sacri beni immobili patrimonio ecclesiastico beni culturali ecclesiastici beni culturali della Chiesa cattolica edilizia di culto restauro adeguamento liturgico Palù Conselve Padova chiesa sussidiaria San Giovanni Battista e Sant'Eurosia Parrocchia della Beata Vergine Maria Immacolata Impianto strutturale; Struttura; Campanile nessuno '500 - '500(bonifica località); 1338 - 1338(prime informazioni località); 1413 - 1413(proprietà palù); 1574 - 1574(costruzione intero bene); 1578 - 1578(messa quotidiana celebrazioni); 1626 - 1626(ampliamento intero bene); 1640 - 1671(perizie intero bene); 1733 - 1733(restauri intero bene); 1959 - 1959(inaugurazione nuova chiesa); 2005 - 2006(restauro intero bene)
Oratorio di San Giovanni Battista
Tipologia e qualificazione
chiesa sussidiaria
Denominazione
Oratorio di San Giovanni Battista <Palù, Conselve>
Altre denominazioni
San Giovanni Battista e Sant'Eurosia
Ambito culturale (ruolo)
maestranze venete (costruzione)
Notizie Storiche
'500 (bonifica località)
Intorno alla metà del Cinquecento si conclude, nella zona, un articolato piano di bonifica idraulica.
1338 (prime informazioni località)
Il toponimo Palù (palude) compare per la prima volta l’8 marzo 1338 quando l’intera zona venne donata al Comune di Padova da Marsilio da Carrara.
1413 (proprietà palù)
Il 30 luglio 1413 l’intera località venne acquistata da Nicolò II Lazara, eletto primo Vicario di Conselve all’epoca della dominazione veneziana.
1574 (costruzione intero bene)
I Lazara, che avevano già un palazzo dominicale nel centro di Conselve, fecero seguire, al Palù, la costruzione di una “villa rustica” nelle cui vicinanze, nel 1574, edificarono un piccolo complesso costituito da chiesetta con annesso convento e ospizio.
1578 (messa quotidiana celebrazioni)
Il 17 ottobre 1578 i Lazara si accordarono con in frati Eremitani di Padova per la conduzione del Convento e l’obbligo di questi ultimi di celebrare una messa quotidiana nella chiesetta.
1626 (ampliamento intero bene)
Con atto del 26/04/1626 Nicolò Lazara e i frati Eremitani prospettarono l’ampliamento della chiesetta e del convento.
1640 - 1671 (perizie intero bene)
Tra il 1640 ed il 1642 ci fu un rinnovato assetto della chiesa. Dalle perizie fatte nel 1671 a causa di una controversia tra i Lazara e gli Eremitani, rispettivamente dal perito Tomaso Forzan e dal perito Antonio Minorello è possibile stabilire che l’edificio così ripristinato è del tutto simile a quello oggi esistente.
1733 (restauri intero bene)
Nella chiesa ci furono restauri settecenteschi (1733) o rimaneggiamenti vari.
1959 (inaugurazione nuova chiesa)
Nel 1959, con la chiesetta in pessime condizioni, fu inaugurata l’adiacente nuova chiesa intitolata alla Beata Vergine Maria Immacolata.
2005 - 2006 (restauro intero bene)
Nel 2005, con l’arciprete di Conselve don Paolo Doni, iniziò l’intervento di completo restauro della chiesetta di San Giovanni Battista, lavori che terminarono l’anno successivo, riaprendo al culto la cinquecentesca chiesa dei Lazara il 16 dicembre 2006.
Descrizione
Non esistono documenti attestanti l’inizio dei lavori per il rinnovato assetto della chiesa che, comunque, devono essere riferiti al periodo 1640 – 1642. Manca qualsiasi riferimento archivistico dei lavori ma di notevole importanza per la storia di quell’ampliamento e restauro si rivelano le perizie redatte, nel 1671, dal proto Tomaso Forzan, scelto dal Lazara, e da Antonio Minorello perito di fiducia dei frati Eremitani; tutti e due operatori assai qualificati e ben introdotti nell’ambiente padovano. Nonostante il divario tra le valutazioni allora proposte, del tutto concordi si dimostrano dette perizie per quanto concerne data, entità dei lavori e nominativo degli artisti, segnatamente di quelli che portarono a compimento la decorazione della chiesa. Del semplicissimo ma armonioso edificio così ripristinato, le perizie riportano sia gli schemi della pianta che del prospetto, del tutto simili a quanto effettivamente realizzato e tuttora in situ. D’accordo con quanto affermano il Forzan e il Minorello la modesta facciata si presenta articolata secondo i canoni dell’ordine toscanico, delimitata da due paraste angolari poste a sorreggere la trabeazione su cui insiste il robusto timpano di coronamento. Il portale, semplicissimo, è sormontato dall’epigrafe dedicatoria tardo cinquecentesca a cui si sovrappone un arco greco e una finestra centinata, in origine destinata all’illuminazione della sala ma poi tamponata, forse all’epoca dei restauri settecenteschi, e decorata con un affresco nei modi di Francesca Zanella. La sacrestia, assieme al campanile, venne costruita successivamente ai lavori prima elencati; infatti da una perizia redatta dal proto Antonio Zanini, nel settembre 1665, si notificano pietre, tavelle e coppi allora giacenti presso una fornace dei Lazara sita nel luogo di Palù, materiale appunto destinato all’esecuzione di quelle strutture. Le perizie redatte dal Minorello e dal Forzan sono utilissime per conoscere l’andamento del ripristino costruttivo della chiesetta, nonché preziose e insostituibili esse si dimostrano per quanto concerne l’ampio sviluppo decorativo allora predisposto al suo interno, ciclo purtroppo del tutto scomparso. Tale decorazione si estendeva sulla superficie del soffitto, originariamente strutturato come una volta “a schifo”, suddiviso da quadrature architettoniche poste a delimitare le varie raffigurazioni.
Impianto strutturale
L’impianto originario della chiesa, ad un’unica aula, è del 1574. All’interno, l’unica navata di forma rettangolare è da riferirsi all’impianto originario mentre le proporzioni in altezza risalgono alle innovazioni seicentesche, le stesse che affiancarono alla sala le costruzioni di una cappella, di un sepolcro e di una sacrestia.
Struttura
I materiali usati sono coevi col tempo: mattoni, legno, elementi lapidei.
Campanile
La forma arcaica e scarna del campanile forse si spiega come un voluto riferimento emblematico allo stemma dei Lazara, raffigurato in particolare in varie parti della chiesa e delle tombe terragne.
Adeguamento liturgico
nessuno
Il restauro ha mantenuto l’impianto liturgico originario, senza alcun adeguamento.