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Prato
Prato
chiesa
sussidiaria
S. Domenico
Parrocchia di San Domenico
Interno della chiesa; Elementi decorativi
altare - aggiunta arredo (1980)
1320 - 1430(committenza costruzione); 1610 - 1866(committenza costruzione delle volte); 1781 - 2006(passaggio di proprietà intero bene)
Cappellone di San Domenico
Tipologia e qualificazione chiesa sussidiaria
Denominazione Cappellone di San Domenico <Prato>
Altre denominazioni Capitolo del convento di San Domenico
S. Domenico
Ambito culturale (ruolo)
maestranze pratesi e fiorentine (costruzione)
maestranze pratesi (costruzione delle volte )
Notizie Storiche

1320 - 1430 (committenza costruzione)

In conformità con le esigenze della vita conventuale, i Domenicani, poco dopo il 1320 costruirono accosto alla sacrestia la sala capitolare. Alla fine del Trecento-inizi del Quattrocento la sala fu ornata da un primo ciclo di affreschi, completati poi tra il 1425 e il 1430.

1610 - 1866 (committenza costruzione delle volte)

Circa il 1610 la sala fu coperta da una volta a padiglione con unghiature, e adibita anche a sepoltura di religiosi e laici; l'uso proseguì fino all'Ottocento. Al centro delle pareti laterali sono infatti i monumenti funebri del francescano Alberico Tofani (1863) e dell'avvocato Giovacchino Benini (1866), ambedue di Prato.

1781 - 2006 (passaggio di proprietà intero bene)

In seguito alla soppressione del convento e l'allontanamento dei domenicani da parte del granduca Pietro Leopoldo e del vescovo Scipione de' Ricci (1781), nel 1783 la chiesa di San Domenico fu eretta in parrocchia e fu affidata alle cure dei francescani, che l'hanno retta fino al 4 ottobre 2006.
Descrizione

Il capitolo, detto Cappellone, del convento di San Domenico sorge sul lato orientale del vasto chiostro rinascimentale ed è ornato di resti di affreschi con storie di san Domenico.
Interno della chiesa
Illuminato da due fìnestroni centinati e con portale centrale, l'ampia sala, quadrata e coperta da volta a padiglione con unghiature, degli inizi del Seicento, conserva sulla parete di fronte all'ingresso pochi lacerti di una Deposizione e di una Resurrezione (perduta è la Crocifissione, al centro), dipinte alla fine del Trecento-inizi del Quattrocento da un valido pittore forse Niccolo Gerini o un suo collaboratore, abilmente descritte a monocromo, con poche campiture di altri colori. A destra dell'ingresso è un'acquasantiera secentesca in marmo verde, mentre al centro delle pareti laterali sono due monumenti funebri ottocenteschi.
Elementi decorativi
Le pareti laterali, dipinte intorno al 1425-30 forse da Arrigo di Niccolò, raffigurano episodi della vita di san Domenico. Su quella a nord è una delle più antiche rappresentazioni dell’abbraccio tra i santi Francesco e Domenico: dietro di loro è il mondo, nel quale essi portano obbedienza, povertà e castità. Seguono poi le storie del Santo che accoglie gli scampati a un naufragio; i santi Pietro e Paolo (perduti) che consegnano la missione dell’Ordine, la prova del fuoco che brucia i libri degli Albigesi. Sulla parete opposta, la visione della madre di Domenico del cane con la fiamma in bocca che incendia tutta la terra; il sogno di Innocenza III con Domenico cher regge la basilica di San Giovanni in Laterano, cadente; la conferma della regola da parte di papa Innocenzo III.
Adeguamento liturgico

altare - aggiunta arredo (1980)
Per la celebrazione liturgica verso il popolo è posto un altarolo mobile presso la parete di fronte all'ingresso.
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