chiese italiane censimento chiese edifici di culto edifici sacri beni immobili patrimonio ecclesiastico beni culturali ecclesiastici beni culturali della Chiesa cattolica edilizia di culto restauro adeguamento liturgico Prato Prato oratorio sussidiario Madonna del Buon Consiglio Parrocchia di Santa Maria delle Carceri Interno della chiesa; Esterno della chiesa; Elementi decorativi altare - intervento strutturale (1957) XIII - 1411(committenza intero bene); XV - XV(ristrutturazione intero bene); 1678 - 1759(passaggio di patronato intero bene); 1791 - 2015(restauri intero bene)
Oratorio della Madonna del Buon Consiglio
Tipologia e qualificazione
oratorio sussidiario
Denominazione
Oratorio della Madonna del Buon Consiglio <Prato>
Altre denominazioni
Oratorio di San Ludovico <Prato>
Ambito culturale (ruolo)
maestranze pratesi (costruzione)
Notizie Storiche
XIII - 1411 (committenza intero bene)
Lungo la Via del Borgo al Cornio, ora Via Garibaldi, all'angolo con il vicolo dei Gherardacci, è l'oratorio della Madonna del Buonconsiglio, dedicato originariamente a San Ludovico vescovo di Tolosa, come testimonia la figura in terracotta del santo nella lunetta del portale di accesso. Si ritiene sia stato fondato nel Trecento da Bartolomeo di ser Pagno degli Aliotti padre di Ludovico vescovo di Volterra (1361-1411), ma la sua struttura risale almeno al XIII secolo, come mostrano alcuni resti di paramento in alberese e una porta lungo il vicolo.
XV (ristrutturazione intero bene)
I Gherardacci o Bocchineri, discendenti dal noto capitano di ventura Bartolomeo Gherardacci detto il Boccanera, che possedeva case e torri nelle vicinanze, fin da Quattrocento esercitarono sull’oratorio il diritto di patronato: sulla facciata è inserito il loro stemma, plasmato anch'esso in terracotta, e il motto della casata inciso sull'architrave del portale «Somnolentos increpat». Fu questa famiglia, sul finire del XV secolo, a ristrutturare l’oratorio nella veste che tuttora conserva, visibile nella struttura architettonica e, soprattutto, nella decorazione scultorea, interna ed esterna, eseguita dalla bottega di Andrea della Robbia.
1678 - 1759 (passaggio di patronato intero bene)
Gran parte della storia dell'oratorio si lega alle vicende della famiglia Bocchineri, almeno fino al 1779, quando l'ultima erede vendé l'oratorio alla famiglia Pazzi di Firenze. Nel 1826 la proprietà dell’oratorio passò alla Parrocchia di Santa Maria delle Carceri. Dalla seconda metà del Seicento e fino al 1725, l’oratorio fu utilizzato durante i giorni del Carnevale per l'esecuzione di oratori musicali, in virtù della volontà testamentaria del canonico Domenico Bartolozzi, morto nel 1678. Il titolo che popolarmente designa l’oratorio deriva dalla congrega della Madonna del Buonconsiglio, fondata nel 1759 da Filippo Bocchineri.
1791 - 2015 (restauri intero bene)
Soppressa dalla foga demolitrice del vescovo Scipione de’ Ricci, la congrega risuscitò nel 1791, rifiorì ben presto e si arricchì di numerosi privilegi di papi e di vescovi. L’oratorio fu gravemente danneggiato dai bombardamenti del marzo 1944; venne restaurato e riaperto al culto nel 1957. Tra il 2012 e il 2015 sono state restaurate tutte le terrecotte robbiane.
Descrizione
Fondato nel Trecento dagli Aliotti, ma con struttura risalente agli inizi del XIII secolo, l’oratorio fu ristrutturato alla fine del Quattrocento, come testimoniano sia il portale, con maioliche della bottega di Andrea Della Robbia nella lunetta con san Ludovico e angeli e nel soprastante emblema col galletto dei Bocchineri. Anche l'interno, con doppia volta a vela, conserva un dossale in terracotta invetriata con la Madonna, il Bambino e santi, fiancheggiato da due grandi statue di san Giuliano e di sant'Ansano, di Andrea e bottega.
Interno della chiesa
La semplice facciata a capanna con cornice a dente di sega, rialzata nell’Ottocento con la costruzione di ambienti collegati al contiguo palazzotto, ha al centro il portale in pietra sul cui architrave è il motto «Somnolentos increpat», che si riferisce al galletto smagliante di colore, emblema della famiglia Bocchineri, raffigurato nel tondo robbiano con cornice a festone di foglie e frutta, collocato al centro della facciata sotto il finestrone rettangolare. Di Andrea Della Robbia è anche la lunetta con san Ludovico tra due angeli e le altre maioliche presenti nell’oratorio, realizzate nell’ultimo decennio del Quattrocento.
Esterno della chiesa
L'interno, eliminati con i restauri del dopoguerra gli altari laterali e altre strutture sei-settecentesche, è a navata unica scandita da due campate di volte con rosoncino centrale. Dietro l'altare una struttura ad arco trionfale introduce ad un piccolo sacello anch'esso voltato. L'arredo dell'oratorio è affidato unicamente allo splendore e al biancore delle terrecotte invetriate di Andrea della Robbia, la cui bottega, nell'ultimo decennio del Quattrocento, ha lasciato a Prato numerose altre testimonianze della propria arte.
Elementi decorativi
L'interno, eliminati con i restauri del dopoguerra gli altari laterali e altre strutture sei-settecentesche, è a navata unica scandita da due campate di volte con rosoncino centrale. Dietro l'altare una struttura ad arco trionfale introduce ad un piccolo sacello anch'esso voltato. L'arredo dell'oratorio è affidato unicamente allo splendore e al biancore delle terrecotte invetriate di Andrea della Robbia, la cui bottega, nell'ultimo decennio del Quattrocento, ha lasciato a Prato numerose altre testimonianze della propria arte.
Adeguamento liturgico
altare - intervento strutturale (1957)
Ricostruito in muratura l'altare al centro del presbiterio.