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Chiesa di Santa Maria Maddalena
Tipologia e qualificazione
chiesa parrocchiale
Denominazione
Chiesa di Santa Maria Maddalena <Tavola, Prato>
Altre denominazioni
Chiesa di Santa Maria Maddalena a Tavola S. Maria Maddalena
Autore (ruolo)
Franci, Raffaello (progettista)
Ambito culturale (ruolo)
maestranze pratesi (costruzione)
Notizie Storiche
1284 - 1292 (committenza intero bene)
Il territorio di Tavola ancora per buona parte del XIII secolo fece parte di San Giusto; solo intorno alla fine del Duecento, a seguito di lavori di canalizzazione e bonifica che permisero nuovi insediamenti e colture in terreni prima paludosi, si ebbe lo sviluppo dell'abitato, dotato dal 1284 di una propria chiesa parrocchiale, dedicata alla Maddalena. Il primo rettore della chiesa fu ser Benuccio che la governò fino al 1292.
1325 - 1326 (danni di guerra intero bene)
Spaventosi furono i danni che Tavola e i paesi vicini soffrirono nella guerra di Prato e di Firenze contro Castruccio Castracani degli Antelminelli. Quando, schiantate le forze avversarie il 23 settembre 1325 ad Altopascio, il fiero signore di Lucca portò i suoi attacchi, per la via dell'Ombrone, fino alle porte di Firenze, alcune «ville» o popoli del distretto di Prato - Castelnuovo, Cafaggio, Tavola e Paperino - furono costrette a intavolare trattative per il riconoscimento della supremazia di Castruccio e il pagamento di un tributo. Loro ambasciatori furono due preti, Chele di Berlinguccio, rettore della chiesa di Castelnuovo, e Bonavia, rettore della chiesa di Tavola. I due preti furono in seguito tradotti davanti al tribunale del vescovo di Pistoia, esule a Prato, e condannati ciascuno ad un ammenda pecuniaria (1326) per aver avuto rapporti con lo scomunicato Castruccio, «rubello e persecutore della chiesa e fautore d'eretici per più articoli contro la fede».
1938 - 1953 (rifacimento intero bene)
L’antica chiesetta, preceduta da un portico a cinque arcate di forme neoclassiche, insieme col campanile a torre e la compagnia del Santissimo Sacramento furono abbattuti nel 1938. L’11 dicembre dello stesso anno si svolse la cerimonia della posa della prima pietra della nuova chiesa. La costruzione si protrasse fino al 1941; tra il 1943 e il 1946 furono realizzate le vetrate. Nel 1953 la nuova chiesa fu consacrata dal vescovo di Pistoia e Prato, mons. Giuseppe Debernardi.
Descrizione
La chiesa di Santa Maria Maddalena a Tavola, ampia e di articolate forme neomedievali, fu costruita nel 1939-1941 su progetto di Raffaello Franci. Il presbiterio è concluso da un'abside con deambulatorio. Vi restano due pale dell’antica chiesa: una notevole Effusio sanguinis di Santi di Tito (1584) e un Sant'Antonio, del primo Settecento, dell'ambito di Pier Dandini; nel catino absidale è un affresco con la Pentecoste, di Silvestro Pistolesi (1982).
Esterno della chiesa
L'attuale chiesa di Santa Maria Maddalena venne costruita nel 1939-1940 su progetto di padre Raffaello Franci, dopo l'abbattimento dell'antica chiesa parrocchiale del 1285. Come tutte le architetture del Franci, l'edificio ha notevole sviluppo in altezza, e una certa imponenza, pur nella scarsa raffinatezza delle linee. L'ampia facciata a capanna è in filari di alberese (con affioramenti di ossidi ferrosi, che creano un curioso effetto a mosaico) e presenta due archi concentrici con ghiera in laterizio: in quello più interno si inseriscono l'occhio circolare e il portale. Nella zona inferiore sono invece due nicchie e, nella parte alta, tre tondi con bassorilievi dei santi Pietro e Paolo e, in alto, il monogramma di Cristo (1941).
Campanile
A destra della facciata, staccato da questa, è il campanile a torre, anch'esso in alberese, che riprende il motivo del doppio arco, sia inferiormente che nella cella. La campana più antica è del 1728.
Interno della chiesa
All'interno l'ampio vano, coperto da soffitto ligneo a capriate, ha pareti scandite da quattro arcate cieche a doppia ghiera e forate da quattro monofore con vetrate istoriate con Santi; nell'occhio in controfacciata è la Maddalena. Tutte le vetrate della chiesa furono eseguite dal vetraio fiorentino Rodolfo Fanfani (1943-1946). Le stazioni della Via crucis, olio su tela, sono opera di Mario Barberis (1944). A metà della parete sinistra è collocata una notevole Effusio sanguinis e Santi (1584), di Santi di Tito, con particolari di alta qualità. Di fronte, sulla parete destra, è un'altra bella tela del primo Settecento con Sant'Antonio da Padova col Bambino, di artista della scuola di Pier Dandini, con richiami al Gabbiani. Nella prima arcata cieca di sinistra è stata collocata una scultura in bronzo con il Cristo risorto che appare alla Maddalena, opera di Chiara Pasquetti di Prato (2007).
Presbiterio
Il presbiterio è concluso da un'abside, alla base della quale una serie di arcate generano un deambulatorio forato da vetrate con Apostoli. Il catino absidale è decorato da un affresco di Silvestro Pistolesi con la Pentecoste (1982), sotto il quale sono una serie di monofore con angeli musicanti. Sull'altar maggiore è un Crocifisso ligneo policromato tardosecentesco, esemplato su quello bronzeo dell'Algardi in San Lorenzo a Firenze.
Adeguamento liturgico
altare - intervento strutturale (1975)
separata la mensa dell'altare dal dossale per la celebrazione della messa verso il popolo