chiese italiane censimento chiese edifici di culto edifici sacri beni immobili patrimonio ecclesiastico beni culturali ecclesiastici beni culturali della Chiesa cattolica edilizia di culto restauro adeguamento liturgico Casale Prato Prato chiesa parrocchiale S. Biagio Parrocchia di San Biagio a Casale Loggiato; Campanile; Interno della chiesa; Altari laterali; Coro; Cantoria altare - intervento strutturale (1982); fonte battesimale - intervento strutturale (1982) 1089 - 1777(committenza intero bene); 1247 - 1346(diritto di patronato intero bene); 1718 - 1718(restauro e costruzione del loggiato intero bene); 1779 - 1779(descrizione intero bene); 1830 - 1830(ristrutturazione intero bene); 1914 - 1914(istituzione fonte battesimale); 1916 - 1916(passaggio di diocesi intero bene)
Chiesa di San Biagio
Tipologia e qualificazione
chiesa parrocchiale
Denominazione
Chiesa di San Biagio <Casale, Prato>
Altre denominazioni
Chiesa di San Biagio a Casale S. Biagio
Ambito culturale (ruolo)
maestranze pratesi e pistoiesi (costruzione)
maestranze pratesi e pistoiesi (costruzione di loggiato)
maestranze pratesi (costruzione di campanile)
Notizie Storiche
1089 - 1777 (committenza intero bene)
Nel 1089 i germani Rolando e Gerardo fondarono nella loro chiesa «posita in loco Aquevivole, dedicata in honore Sancti Blasii ... congregationem clericorum» e concessero al proposto dei canonici di Pistoia la potestà «ordinandi ecclesiam et canonicam et immittendi clericos». La donazione fu confermata ai canonici di Pistoia con privilegi del papa Urbano II (1094), Eugenio III (1151), Anastasio IV (1154) e Alessandro III (1174). La chiesa di San Biagio, che in seguito fu designata nella località Casale, restò così sotto il patronato anche dei canonici e, quindi, dell'Opera di San Jacopo di Pistoia fino al 1777.
1247 - 1346 (diritto di patronato intero bene)
Nel febbraio 1247, la chiesa fu sottoposta a pagare 50 soldi per sostenere l’attività militare del figlio dell’imperatore Federico II, Federico d’Antiochia; nella decima papale del 1276-77, fu tassata per 4 lire e 8 soldi. Fra i patroni, che nel 1346 parteciparono all'elezione del rettore della chiesa, erano presenti ser Rustichello di messer Vanni Lazzàri, priore di San Pietro a Seano, fiero e violento partigiano insieme con i guelfi neri contro il vescovo di Pistoia, Ermanno Anastasi, e i nobili Visconti di Alliana.
1718 (restauro e costruzione del loggiato intero bene)
Nel verbale della visita pastorale del maggio 1718, si legge: “La sagrestia è assai bella e vaga, fatta di nuovo dal presente priore [Antonio Bartolomeo Pagnozzi], e parimente la chiesa restaurata e ridotta in vaga forma, con una loggiata avanti».
1779 (descrizione intero bene)
Negli atti della visita pastorale del 20 settembre 1779, la chiesa è così descritta: «La detta chiesa è grande, a tetto alquanto basso, decente, con tre altari, il maggiore cioè alla romana di stucco entro una pulita cappella in volta, con dietro un comodo coro guarnito di pancali, quadro ornato di stucco e avanti un balaustrato di legno tinto, al quale si sale per tre scalini, e gli altri due laterali di pietra. La sacrestia posta lateralmente all’altare maggiore a cornu epistole è stoiata, non molto grande ma pulitissima. Avanti la chiesa e compagnia v’è un bel loggiato in volta, retto da pilastri di materiale».
1830 (ristrutturazione intero bene)
Intorno al 1830, dietro la compagnia, di fianco al coro della chiesa, fu innalzato il campanile a torre; in chiesa, la navata fu coperta da volta a botte ellittica e, in controfacciata, fu costruita la cantoria con accogliere l'organo fatto da Michelangiolo Paoli di Campi Bisenzio.
1914 (istituzione fonte battesimale)
Nel 1914 la chiesa fu dotata, con decreto del vescovo di Pistoia e Prato, di fonte battesimale.
1916 (passaggio di diocesi intero bene)
Nel settembre 1916 la diocesi di Prato fu ingrandita, in forza di decreto della Congregazione Concistoriale, con l'incorporazione di 28 parrocchie della diocesi di Pistoia (tra queste anche Casale) e di 12 dell'arcidiocesi di Firenze.
Descrizione
Di struttura medievale, ma assai trasformata nel Sette-Ottocento, la chiesa è preceduta da un portico, e ha interni di gusto neoclassico. Nell'interno conserva dipinti di Simone Pignoni e di Pompeo Caccini.
Loggiato
La facciata della chiesa, con fìnestrone a lunetta, e quella più bassa della compagnia, posta a sinistra, sono unificate da un portico a tre arcate a pieno centro (una è aperta sul fianco sinistro) su pilastri in muratura. Sotto il portico, coperto da volte a crociera, sono gli ingressi ai due ambienti. La chiesa ha un portale in arenaria del primo Quattrocento ampliato nell'Ottocento con stemma sull'architrave.
Campanile
Nella zona posteriore, dietro la compagnia, di fianco al coro della chiesa, è il campanile a torre (1830 circa) con un originale coronamento a gradoni scavato negli spigoli da un motivo a conchiglia.
Interno della chiesa
All'interno la chiesa ha navata coperta da volta a botte ellittica, del 1830 circa, con unghiature in corrispondenza delle finestre, quattro per lato. Le pareti sono spartite da un'intelaiatura a finta pietra di gusto neoclassico, con lesene ioniche che sostengono una trabeazione continua. Intorno al 1730 furono ristrutturati l'arco trionfale, sorretto da doppie lesene ioniche, e il presbiterio, coperto da una cupoletta cieca su pennacchi, dipinta con lo Spirito Santo entro una corona di cherubini e angeli.
Altari laterali
Sulle pareti laterali sono collocati due altari a edicola in pietra, secenteschi, formati da piedritti con stemmi, e lesene ioniche ornate da festone, che sostengono una trabeazione conclusa da timpano spezzato nel quale s’inserisce un cartiglio. L'altare di destra ospita una tela con la Madonna, il Bambino e i santi Rocco e Lucia, del fiorentino Simone Pignoni, databile intorno al 1670, con vivaci bagliori che fanno emergere dall'ombra i personaggi. L'altare di sinistra, dei Novelli (1676), ha invece una tavola del 1612 raffigurante la Madonna del Rosario tra i santi Caterina da Siena, Domenico, Francesco e Chiara, opera attribuita al fiorentino Pompeo Caccini.
Coro
Il coro ha sulla parete sinistra un raffinato tabernacolo, che serviva per la custodia del Sacramento, in pietra serena, della fine del XV-inizi del XVI secolo: la goccia inferiore è formata da foglioni d'acanto con rosette laterali; su questa poggiano la base con festoni e scudo centrale e la mostra a edicola, con lesene corinzie che sorreggono il timpano semicircolare, concluso da acroteri. Nella lunetta sullo sportellino è un Cristo in pietà. Sulla parete oposta è un tabernacolo simile, ma in forme assai semplificate, del XVI secolo. Sulla parete dietro l'altar maggiore è la tela con San Biagio, opera di un pittore fiorentino del 1740-50, con influssi del Ferretti e del Bonechi.
Cantoria
In controfacciata, la cantoria mistilinea in muratura con balaustrini è dipinta a fìnti marmi e sorretta da colonne tuscaniche. L'organo, smontato, era opera di Michelangelo Paoli (1830 circa). Di lato all'ingresso sono due acquasantiere a muro in serpentino verde, secentesche.
Adeguamento liturgico
altare - intervento strutturale (1982)
la mensa è stata separata dal dossale ed è stata posta al centro del presbiterio, per la celebrazione della messa verso il popolo.
fonte battesimale - intervento strutturale (1982)
trasportato dalla controfacciata avanti la gradinata del presbiterio entro una nicchia della parete sinistra.