chiese italiane censimento chiese edifici di culto edifici sacri beni immobili patrimonio ecclesiastico beni culturali ecclesiastici beni culturali della Chiesa cattolica edilizia di culto restauro adeguamento liturgico Carceri Padova chiesa parrocchiale Annunciazione della Beata Vergine Maria Parrocchia dell'Annunciazione della Beata Vergine Maria Facciata presbiterio - intervento strutturale (1995); fonte battesimale - intervento strutturale (1970) 1242 - 1242(distruzione e riparazione intero bene); 1643 - 1686(distruzione intero bene); 1669 - 1686(consacrazione intero bene); 1690 - 1690(soppressione abbazia intero bene); 1931 - 1937(restauro intero bene); 2014 - 2015(restauro facciata )
Chiesa dell'Annunciazione della Beata Vergine Maria
Tipologia e qualificazione
chiesa parrocchiale
Denominazione
Chiesa dell'Annunciazione della Beata Vergine Maria <Carceri>
Ambito culturale (ruolo)
romanico (prima conformazione)
barocco (riparazione delle preesistenze)
Notizie Storiche
1242 (distruzione e riparazione intero bene)
Un incendio distrugge parte della chiesa impostata dai portuensi. La chiesa viene riparata.
1643 - 1686 (distruzione intero bene)
La chiesa è colpita nuovamente da un incendio. La chiesa viene riparata in stile barocco. Una lapide muraria, posta nel 1686 dai Camaldolesi, sopra la porta d’ingresso, ricorda il restauro eseguito da loro sulla chiesa romanica degli agostiniani, distrutta, quasi completamente, da un incendio ed ora “meliori culto exornata”.
1669 - 1686 (consacrazione intero bene)
La chiesa viene consacrata da S.Gregorio Barbarigo, che viene a compiere due visite pastorali nel 1669 e nel 1686.
1690 (soppressione abbazia intero bene)
Nel 1690 il papa Alessandro VIII soppresse l'abbazia, i cui beni furono venduti per finanziare la guerra di Venezia contro il turchi
1931 - 1937 (restauro intero bene)
Lavori di restauro furonoi intrapresi nel 1931 e inaugurati nel 1937.
2014 - 2015 (restauro facciata )
Nel biennio 2014-2015 sono stati realizzati degli interventi che hanno interessato la facciata principale della chiesa.
Descrizione
La chiesa, fin dall’origine, ha funzione monastica, ma rimane collocata esternamente ai chiostri, tanto da essere facilmente raggiunta dalla gente.
L’attuale chiesa è opera dei Camaldolesi, sui resti della chiesa portuense e di quella a tre navate, tutte e due incendiate.
E’ consacrata da S.Gregorio Barbarigo, che viene a compiere due visite pastorali nel 1669 e nel 1686.
E’ costruita su pianta rettangolare con angoli smussati; essi rendono l’unica navata di forma ellissoidale.
Il soffitto si alza a vela, sorretto, con la trabeazione, da un ordine composito; sopra tre ordini di finestre consentono una gradevole luminosità.
Le sei cappelle laterali, di pregevole fattura, presentano paliotti decorati con intarsi in marmo e interessanti pale.
Nella parte destra della navata, partendo dalla porta d’entrata, si notano:
l’altare di S.Isidoro, forse l’ospitaliere, adatto a sottolineare la connotazione ospitale del monastero; la recente immagine della Madonna e la pala della Crocifissione, attribuita alla scuola di Guido Reni (1575-1642), da segnalare per la sua drammaticità ed il raffinato colorismo.
Nel lato sinistro della chiesa si trovano gli altari: di S.Lucia, martire di Siracusa; di S.Bellino, vescovo di Padova, fautore di importanti donazioni nel periodo portuense, durante la fase costruttiva del monastero; l’altare di S.Romualdo, è da notare, perché è il santo fondatore della congregazione nata a Camaldoli e, per questo chiamata camaldolese, attenta al carattere mistico della Regola Benedettina, anche se, nello scorrere del tempo, accanto alla regola, si sono affiancate attenzioni verso le arti, le scienze, i problemi sociali e i monasteri si sono aperti ad una vita cenobitica, sempre più estesa alla comunità.
I quattro angoli smussati presentano altrettanti nicchie che accolgono le statue di alcuni santi.
Sono: S.Antonio, prima agostiniano poi diventato francescano; S.Giuseppe, sposo di Maria; S.Rocco e S.Biagio, scelti, forse perché considerati protettori di feriti e malati.
Percorsa la navata, si accede ad una delle parti rimaste dopo gli incendi delle chiese precedenti, portuense e camaldolese; ora è adibita a presbiterio.
Nelle pareti laterali appaiono due lunette dipinte. Una, un po’ sciupata dal tempo, lascia scorgere la rappresentazione di un ferito soccorso da una figura china nell’atto di portare aiuto; secondo una antica leggenda il soccorritore sarebbe S.Romualdo; secondo una differente interpretazione la scena potrebbe descrivere l’episodio del buon samaritano descritto dal Vangelo (cf.Lc 10,33).
L’altra lunetta dipinge il ritorno del corpo di S.Teobaldo, della sua traslazione, alla abbazia della Vangadizza, suo priorato, antecedente alla insediazione alla cattedra vescovile di Verona.
Adiacenti ai muri laterali del presbiterio si notano due campate con quattro colonne romaniche e due portali laterali; da un lato si apre la cella per salire al campanile, in parte appartenente alla prima chiesa, in parte ristrutturato ed adornato con l’attuale lanterna con bifore e trifore, probabilmente per iniziativa dei Camaldolesi.
Sulla parete sinistra si accede ad un locale di ordine romanico.
Dietro l’altare maggiore era sepolto il monaco Giacomo da Villafora, priore di S.Salvaro o S.Salvatore, collegato all’abbazia delle Carceri.
Al di là del presbiterio rimane anche il coro della prima chiesa. E’ privo dei pregevoli stalli che si trovano, ora, nel duomo di Chioggia ed, in parte, al palazzo Ducale di Alessandro VII, per ricavare i fondi necessari durante la guerra contro i Turchi.
In questa occasione il vescovo di Padova S.Gregorio Barbarigo, ottiene dalla vendita delle Carceri il denaro utile per rinnovare il seminario di Padova e dotarlo di elaborati sussidi didattici.
Sopra la trabeazione del coro è posto un quadro raffigurante l’Annunciazione, opera di notevole valore, di Luca da Reggio.
Facciata
La facciata, di ispirazione barocca, non fa comparire la conformazione della precedente struttura romanica, impostata dai Portuensi, quella distrutta dall’incendio del 1242 e riparata, neppure quella a tre navate, colpita da un altro incendio nel 1643, durante la conduzione abbaziale dei Camaldolesi.
Presenta una ricca trabeazione che articola due ordini.
Un primo ordine fa sporgere delle lesene, poste su alti basamenti, alternati con lesene composite.
Il secondo ordine presenta paraste ornate da rigonfiamenti e scanalature poggianti su riquadri rettangolari, fra le paraste sono collocate nicchie che ospitano statue di santi.
Sembrano distinguibili i santi che richiamano la iconografia ufficiale: S.Pietro, prima guida della Chiesa (cf. Mt 16,18), con la chiave in mano; S.Paolo, l’apostolo delle genti a cui scrisse tante lettere, raccolte nel Nuovo Testamento, difensore della fede, con la spada in mano, (cf Le lettere) S.Benedetto, con il testo della Regola benedettina, fondatore di monasteri oggi diffusi in tutto il mondo; S.Romualdo, con semplici vesti, fautore di una spiritualità incline a privilegiare la dimensione contemplativa del monachesimo.
Al centro della parte superiore della facciata si apre una finestra semicircolare; un timpano triangolare sovrasta l’insieme e conferisce una ulteriore solennità all’armonioso contrasto architettonico di luci ed ombre, disegnato dagli elementi in rilievo.
La parete esterna termina con due angoli smussati che richiamano la forma ad ellisse della navata, come si vede visitando l’interno.
Una lapide muraria, posta nel 1686 dai Camaldolesi, sopra la porta d’ingresso, ricorda il restauro eseguito da loro sulla chiesa romanica degli agostiniani, distrutta, quasi completamente, da un incendio ed ora “meliori culto exornata”.
Si accede all’interno attraverso un bel portale ornato con adatti battenti, che introducono nello spazio dedicato in modo specifico alla preghiera.
Adeguamento liturgico
presbiterio - intervento strutturale (1995)
Nel 1995 sono stati realizzati degli interventi di adeguamento liturgico in occasione di lavori di restauro della chiesa, consistenti nell'apertura del coro, lo spostamento dell'altare e dell'ambone.
L'altare è in pietra di Vicenza con intarsio in marmo mentre l'ambone risulta provvisorio in legno
fonte battesimale - intervento strutturale (1970)
Il fonte battesimale in trachite è posizionato in ambito laterale della chiesa, il battistero, vicino alla sacrestia. L'edificio è del XI secolo con affreschi del 1400