chiese italiane
censimento chiese
edifici di culto
edifici sacri
beni immobili
patrimonio ecclesiastico
beni culturali ecclesiastici
beni culturali della Chiesa cattolica
edilizia di culto
restauro
adeguamento liturgico
Ponzanello
Fosdinovo
Massa Carrara - Pontremoli
chiesa
parrocchiale
S. Martino Vescovo
Parrocchia di San Martino Vescovo
Facciata; Impianto strutturale; Interno; Presbiterio; Struttura; Coperture; Pavimenti e pavimentazioni; Elementi decorativi; Elementi lignei; Torre campanaria o campanile
nessuno
1185 - 1185(prime attestazioni del sito Castrum de Ponzanello); 1254 - 1254(ecclesia nova intero edificio); 1273 - 1273(caposaldo vescovile il borgo fortificato); 1296 - 1297(successive attestazioni intero edificio); 1568 - 1568(visita pastorale intero edificio); XVII - XVII(ristrutturazione intero edificio); 1896 - 1896(datazione portico d'ingresso)
Chiesa di San Martino Vescovo
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di San Martino Vescovo <Ponzanello, Fosdinovo>
Altre denominazioni S. Martino Vescovo
Ambito culturale (ruolo)
maestranze lunigianesi (costruzione)
Notizie Storiche

1185  (prime attestazioni del sito Castrum de Ponzanello)

nel 1185 il “castrum de Ponzanello cum curte ed districtu et venatione sua” è elencato tra i possedimenti del Comitato di Luni concessi al vescovo Pietro

1254  (ecclesia nova intero edificio)

San Martino di Ponzanello compare come titolo in un documento del Codice Pelavicino del 6 maggio 1254 e in un atto del 4 ottobre dello stesso anno come chiesa nuova, denominazione ripetuta anche in atti del seguente anno: 5, 13, 29 marzo, 16 maggio 1255. In documenti successivi, salvo due degli stessi anni, compare come ecclesia, il che potrebbe suggerire l’esistenza di una chiesa vecchia, di cui si sono perdute le tracce, oppure la graduale semplificazione del termine con il progressivo allontanarsi della ricostruzione o della nuova costruzione dell’edificio

1273  (caposaldo vescovile il borgo fortificato)

nel secolo XIII Ponzanello ricevette un grande impulso dalla politica territoriale dei vescovi di Luni ed in particolare dal vescovo Enrico, pastore lunense tra il 1273 ed il 1297, che fece riparare il castello, costruire molte case ed il Palatium magnum

1296 - 1297 (successive attestazioni intero edificio)

scorrendo gli elenchi delle pievi, delle cappelle e degli Enti della Diocesi di Luni si rileva che la chiesa di Ponzanello compare come dipendenza del Capitolo lunense a partire dalle Decime del 1296-97

1568  (visita pastorale intero edificio)

la chiesa fu visitata il 12 maggio del 1568 dal delegato del cardinale Lomellini, che annota la presenza delle cappelle di San Rocco, di Sant’Antonio, di Santa Maria Vergine, di San Lazzaro dove si trovava il Corpo di Cristo che fu fatto trasferire in un tabernacolo ligneo sull’altare maggiore

XVII  (ristrutturazione intero edificio)

nel corso del secolo XVII, probabilmente nella seconda metà, la chiesa fu ridotta in volta e trasformata nelle forme attuali. L’intervento è riconducibile al filone stilistico adottato dai Malaspina nelle altre chiese del loro feudo di Fosdinovo, al quale Ponzanello apparteneva, principalmente nella parrocchiale di San Remigio, ricostruita dopo un incendio avvenuto nel 1666. La stessa data compare nella facciata dell’oratorio dell’Annunziata che il marchese Pasquale Malaspina, feudatario dal 1663 al 1669, fece rivestire in marmo. Proprio in quell’anno, il 4 giugno del 1666, il marchese aveva ottenuto dall’imperatore Leopoldo I il privilegio di coniare moneta, ed anche a Ponzanello fu istituita, come a Fosdinovo, una zecca. E’ probabile quindi che la trasformazione della chiesa di San Martino sia riconducibile a questo periodo

1896  (datazione portico d'ingresso)

la data 1896 è incisa sul portale ligneo d’ingresso probabilmente in questo periodo è stato aggiunto il portico non rappresentato nella mappa napoleonica del 1825
Descrizione

la chiesa di San Martino di Ponzanello di trova nella parte bassa dell’antico presidio vescovile, su un terrazzamento sostenuto da alte muraglie; vi si accede tramite una scalinata collegata all’erta del percorso principale che conduce alla rocca, posta sulla sommità del colle, dall’ampia visuale verso la Val di Magra. Il terrazzamento delimitato da un parapetto verso mezzogiorno ospita sia la chiesa, preceduta dalla torre campanaria, separata da un’angusto intercapedine dal pendio superiore del colle, con l’abside poligonale rivolta ad oriente, sia l’Oratorio, oggi dedicato a San Filippo Neri, che si dispone ad angolo retto rispetto ad essa. L’edificio coperto a capanna con il presbiterio ridotto rispetto all’aula ha perduto quasi completamente l’aspetto medievale che compare nella documentazione della seconda metà del secolo XIII. Ne rimane traccia nell’arco ogivale dell’ingresso parzialmente ridimensionato dalla torre campanaria addossata all’antica facciata alla quale nel secolo XIX si aggiunse il grazioso portico neo-romanico che oggi caratterizza il prospetto. Anche la grande bifora che illumina l’interno, inserita nella lunetta dell’apparecchiatura voltata seicentesca, sembra rimaneggiata in quel periodo. L’interno è un’armonica composizione barocca ad aula unica, con arco trionfale schiacciato, a causa del contrasto tra l’ampia curvatura della volta a botte lunetta che ne ricopre lo spazio e l’apertura a tutto sesto del presbiterio. Le finiture bianche e grigie richiamano la vicina parrocchiale di Fosdinovo, ricostruita nel secolo XVII, e l’intervento dei Malaspina dai quali il borgo di Ponzanello, almeno dal 1481 dipendeva stabilmente. Il sobrio apparato decorativo si coordina con le pregevoli pale marmoree degli altari delle cappelle composte nel proporzionato disegno della trabeazione sulla quale scarica il peso della struttura voltata
Facciata
la chiesa San Martino di Ponzanello è preceduta da un breve sagrato e da un portico ottocentesco a due campate a tutto sesto coperto con un tetto a capanna asimmetrico, a causa della presenza della torre campanaria, addossata alla facciata principale. Le arcate in calcare cavernoso scaricano su una colonna in macigno con capitello di gusto romanico, il peso della sovrastante parete ornata con finestrelle disposte simmetricamante ai lati di una piccola nicchia. Il volume principale, semplicemente intonacato, emerge oltre il portico mostrando un’ampia bifora con ghiere in mattoni, contenuta all’interno di un fornice incorniciato con bozze di pietra, sormontata dal doppio spiovente del tetto. L’ingresso principale si configura come un’arcata ogivale dalla ghiera ridimensionata, nel lato sinistro, dal volume della torre campanaria, verosimilmente addossata in seguito
Impianto strutturale
l’impianto strutturale è generato da una pianta rettangolare, ripartita in quattro campate da pilastri che irrigidiscono le pareti laterali, rinforzando e predisponendo la muratura, presumibilmente rettilinea dell’impianto medievale, a sostenere il peso della volta a botte lunettata continua, leggermente ribassata che ricopre il vano. Il presbiterio, di dimensioni minori dell’aula, coperto allo stesso modo, chiude lo spazio interno con un’abside poligonale preceduta da una campata rettilinea. Catene trasversali sono collocate a distanza costante in corrispondenza dei pennecchi delle unghie laterali. A sinistra del presbiterio si addossa il volume più basso della sacrestia
Interno
l’interno è armoniosamente articolato dalla trabeazione dorica che commisura altari e pareti legando in un disegno unico aula e presbiterio, incorniciato dall’arco trionfale ionico. La curva schiacciata, dovuta alle diverse curvature della volta e dell’arco stesso, è corretta dall’ornato, che riportando sulla superficie la dimensione del pilastro, riconduce l’immagine architettonica alle giuste proporzioni. Il movimento della parete inserisce i quattro altari centrali all’interno di un motivo insolitamente speculare, fiancheggiato da due tratti rettilinei: uno corrispondente all’ingresso, dove trova posto la cantoria e l’altro alla campata che precede il presbiterio, a destra occupata da un altare che non trova riscontro nella parte opposta lasciata libera. Il cromatismo bianco e grigio, presente anche a Fosdinovo, rielabora il tema della pietra serena e dell’intonaco bianco di gusto rinascimentale
Presbiterio
il presbiterio, sopraelevato di due gradini è contenuto all’intero di un vano sub quadrato con l’altare, in marmo policromo di gusto ligure ad andamento scalare contrario, che separa il coro dalla parte anteriore. Sul fondo, sotto la finestra rettangolare, ricavata nella parte lunata della copertura, un’ampia nicchia a tutto sesto contiene l’immagine marmorea del patrono, secondo l’iconografia che lo ritrae in abiti vescovili seduto in cattedra
Struttura
la struttura è in pietra completamente intonacata ad esclusione del frontone del portico e di uno spigolo della torre campanaria. Qui compare l’ammorsatura angolare di una muratura composta di elementi eterogenei legati con abbondante malta poi ricoperta da intonaco
Coperture
la copertura dell’edificio è a capanna, con coppi ed embrici disposti su falde simmetriche. La copertura del portico si trova ad un livello inferiore indipendente con lo spiovente di sinistra, minore dell’altro, verso il campanile
Pavimenti e pavimentazioni
il pavimento dell’aula è marmo bianco di Carrara a mattonelle quadrate
Elementi decorativi
l’apparato decorativo improntato a grande sobrietà, è funzionale alla partitura architettonica dell’organismo e mette in risalto le pregevoli pale marmoree che adornano gli altari delle cappelle laterali
Elementi lignei
il coro ligneo, con inginocchiatoio semplice, è scandito da una serie omogenea di pannelli a triplice specchiatura verticale sormontati da una cornice. Lo scanno centrale, gerarchizzato rispetto agli altri, presenta un fastigio a volute contrapposte
Torre campanaria o campanile
il campanile è un robusto manufatto a pianta quadrata, addossato al prospetto principale della chiesa, probabilmente a seguito della ristrutturazione barocca interferendo parzialmente con la ghiera ogivale della porta d’ingresso. Su un alto volume slanciato, privo di modanature architettoniche, s’imposta il volume della cella campanaria a quattro fornici, con pilastri angolari dal raccordo semicircolare, ricca trabeazione copertura a calotta ogivale estradossata posta su un tamburo cilindrico. Nella parte basamentale del lato occidentale si apre una nicchia con l’immagine marmorea della Vergine con Bambino
Adeguamento liturgico

nessuno
Contatta la diocesi