compare nella falsa Bolla di Onorio II Pie postulatio voluntatis, del 29 maggio 1126 come soggetta al Monastero di Aulla sotto il nome di Ulmeta
1221 (giurisdizione localita')
nel 1221 il luogo di Ulmeta compare tra le terre poste, dall'Imperatore Federico II, sotto la giurisdizione del Monastero di Aulla
1231 (concessione intero bene)
nella chiesa di Ceserano dinnanzi al pievano di Soliera, il Vescovo di Luni Guglielmo e Pietro Bernardino di Erberia, podestà delle terre dei Bianchi, concessero, all'abate Venanzio del monastero di San Caprasio di Aulla, pieno potere di murare, incasellare edificare a suo piacimento il luogo di Ulmeta
1470 - 1471 (prime attestazioni intero bene)
compare come cappella dipendente dalla vicina pieve di Soliera sempre con il nome di Ulmeta. E' probabile che, come accade altre volte, il monastero di Aulla avesse sul luogo la competenza amministrativa ed il pievano di Soliera quella pastorale
XVI - XVIII (erezione in parrocchia intero bene)
la chiesa viene eretta in parrocchia nel secolo XVI, il registro dei matrimoni infatti data a partire dal 1565 mentre i battesimi, fino al secolo XVIII, si celebravano a Soliera
1570 - 1573 (inventario intero bene)
in un inventario, fatto risalire al 1570-73, la cappella di Rometta compare ancora tra le dipendenze del monastero di Aulla
1720 - 1741 (trasformazione intero edificio)
la data 1720 incisa sul primo gradino del presbiterio fa pensare alla trasformazione dell'edificio medievale. I lavori furono intrapresi per volontà di don Giuseppe Gervasi (1671-1758) parroco fra il 1709 ed il 1755. Sempre al 1720 risale il tabernacolo collocato sul muro settentrionale della chiesa mentre la data 1741 è ancora incisa sullo stipite del portale
1905 (manutenzione intero edificio)
nel 1905 la chiesa fu totalmente “ripulita” con la spesa di circa lire 400. Il termine si trova in una relazione dell'archivio parrocchiale
1908 (rifacimento pavimento)
nel 1908 fu realizzato il pavimento con mattonelle della ceramica di Ponzano Magra con spesa di lire 339,75
1911 (innalzamento campanile)
nel 1911 il campanile fu innalzato di un piano, tutto in mattoni, regalati dall'Impresa Parisi costruttrice della ferrovia Aulla - Monzone
1921 (consolidamento abside)
dopo il terremoto del 1920 l'abside fu rinforzata con una piattabanda in cemento armato
1937 (riparazione copertura)
riparazione completa del tetto della chiesa e, parzialmente, del campanile
1939 (restauro intero edificio)
restauro della chiesa parrocchiale da parte del prof. Ilio Bernabò, insegnante di architettura presso la Reale Accademia di Belle Arti e anche pittore emerito. A lui si devono i dipinti della Madonna, di San Pietro ed i modelli delle decorazioni. Il suo allievo Zambani Ernesto, di Pallerone, curò le tinteggiature e le decorazioni geometriche
1990 (restauro interno interno)
nel 1990 furono eseguiti lavori di ripresa delle decorazioni pittoriche interne
2011 - 2012 (restauro esterno intero edificio)
sotto la direzione della Soprintendenza di Lucca sono stati eseguiti lavori di restauro del campanile, della copertura e della facciata
Descrizione
l'abitato di Rometta e la sua chiesa si collocano su un modesto rilievo, generato dal monte Carlisciaro, che le pendici scoscese del promontorio, affacciato sulla valle dell'Aulella, qualificano come caposaldo di un antico percorso proveniente da Olivola. Il tracciato incontrava qui la direttrice della valle dell'Aulella diretta ai passi del Cerreto e dei Carpinelli, porte dell'Emilia Estense e della Garfagnana. Il cassero duecentesco del castello, chiamato ancora oggi Malaspina, protegge l'accesso al borgo mentre la chiesa dedicata ai S.S. Pietro e Paolo si trova sul lato opposto del borgo, in prossimità dell'antico circuito murario, con l'abside rivolta a levante ed il fianco maggiore affacciato verso la valle. Affaccia su un sagrato sostenuto da strutture voltate costruite per adeguarne il livello al pavimento dell'aula liturgica, nell'ambito di quel programma d'interventi che, all'inizio del secolo XVIII, interessarono l'antico complesso medievale. A questo proposito si sottolinea che l'anomala altezza del catino absidale rispetto al pavimento della chiesa suggerisce un innalzamento complessivo del nuovo edificio. Il prospetto della chiesa, a capanna, con unica finestra rettangolare, incorniciata da mostre sormontate da un timpano triangolare, privo di modanature, in asse con il portale in macigno, datato 1741, si chiude con una cornice che segue l'andamento degli spioventi, è completamente intonacata e priva di decorazioni. A sinistra si affianca il lato corto della canonica, con la finestra datata 1720, mentre a destra un'abitazione privata aderisce al muro della navata laterale della chiesa impedendo la lettura dell'antico prospetto. Sopra tutto il complesso si staglia la mole del campanile con la cella aggiunta nel 1911, appoggiata al lato meridionale dell'edificio all'altezza del presbiterio, sopra la sagrestia. L'interno configura uno spazio unitario, coperto da una volta a botte lunettata sostenuta da una trabeazione ionica continua a specchiature cieche rettilinee, sul lato sinistro, ed aperte con arcate, a sesto ribassato, su quello destro per collegare la navata laterale. L'edificio di Rometta s'inserisce in quella casistica, abbastanza frequente, anche nella Lunigiana storica, della tipologia delle chiese a due navate o bipartite, oggetto di numerosi studi specialistici.
Facciata
il prospetto principale della chiesa compone lungo l'asse della facciata il portale in arenaria, la finestra con timpano triangolare, mostre ed architrave privi di modanature e si chiude con una cornice in muratura che segue l'andamento degli spioventi. Il portale in macigno, con stipiti ed architrave rettilinei, di dimensione omogenea con manufatti ornati di raccordo in corrispondenza degli scapi è datato 1741 ed ha l'architrave scolpito con motivi floreali simmetrici rispetto alla croce e le chiavi, simbolo del patrono. La navata laterale si colloca a destra dell'ingresso, ma non è visibile perché nascosta da un edificio, oggi smembrato dalla proprietà; la sua larghezza coincide con il lato maggiore della sacrestia, che si allinea al muro perimetrale del presbiterio, fondato sul vicolo sottostante, e sulla quale s'imposta il campanile. Sia il fianco settentrionale che l'abside sono nascosti da costruzioni addossate mentre quello meridionale è fiancheggiato da un terrazzo che permette l'accesso alla navata laterale della chiesa ed all'edificio di abitazione contiguo.
Impianto strutturale
l'impianto strutturale è composto da due volumi affiancati di diversa altezza, generati da una base sub-rettangolare, con dimensione longitudinale prevalente su quella trasversale, chiusi sul perimetro esterno da una muratura portante priva di contrafforti e collegati all'interno da tre arcate. La volta delle aule è a botte lunettata e si può ragionevolmente affermare che la spinta di quella che ricopre il volume maggiore sia contrastata, oltre che dalle catene in ferro e dalle pareti di chiusura, dal volume della casa canonica addossata a settentrione ed a meridione dalla volta, meno elevata del volume della navata laterale. La navata principale è più profonda e si chiude con un presbiterio absidato dal catino molto più basso della trabeazione come se fosse la struttura preesistente dell'abside medievale che non è stata demolita.
Pianta
la pianta dell'edificio a due navate inserisce la chiesa di Rometta nel novero di questa particolare tipologia diffusa nella Lunigiana medievale anche se un corpus completo di questi fabbricati non è stato ad oggi redatto. Lo spazio interno è ripartito in tre campate per la navata maggiore e due per quella minore. Oltre all'altare maggiore, in muratura, la chiesa di Rometta contiene due altari, uno nell'aula principale e l'altro sul fondo di quella laterale, dedicato alla Vergine addolorata. Quest'ultimo è ornato con una trabeazione composita sostenuta da due colonne tortili poste a sostegno di un frontone curvilineo aperto, al centro del quale si trova un cartiglio, sostenuto da due cherubini e un motto cancellato dalla successiva ridipintura monocroma, dato che, vista la tipologia del manufatto, è probabile, come accade alrove, che la trabeazione fosse policroma. Il presbiterio sopraelevato di un gradino occupa tutta la terza campata dove si trova l'altare maggiore, ispirato liberamente ad una composizione di gusto ligure. Il coro ligneo segue l'emicilo interno dell'abside al di sopra del quale la trabeazione dell'aula s'interrompe, adattando curiosamente le paraste alla curva del catino. L'ingresso è caratterizzato dalla cantoria costruita a sbalzo sulla controfacciata.
Struttura
la struttura dell'edificio è in muratura portante, completamente intonacata sia all'interno che all'esterno. L'unica parte in vista è quella situata sotto l'archivolto relativa al paramento esterno dell'abside romanica.
Coperture
la copertura è a due spioventi con manto in coppi ed embrici alla toscana, da poco risistemata
Pavimenti e pavimentazioni
il pavimento dell'aula è realizzato con piastrelle in ceramica proveniente dalla fabbrica ligure di Ponzano Magra
Elementi decorativi
la chiesa è dipinta con colori chiari che tendono a mettere in risalto le membrature architettoniche, di stile ionico, impreziosite da un fregio con motivi floreali bianchi su fondo blu, scandito da cartigli in corrispondenza dei pilastri. Insolito è l'utilizzo della specchiatura rettilinea al posto della consueta serie di arcate utilizzata per delimitare le cappelle laterali. L'ornato settecentesco con cartigli a stucco, posti anche in corrispondenza degli assi delle campate, cornici intorno alle finestre e sulla volta è stato reinserito nel programma decorativo novecentesco.
Elementi lignei
il coro ligneo settecentesco è inserito nell'emicilo absidale ed è privo dello schienale. I seggi esterni sono molto semplici e presentano una serie di moduli specchiati affiancati tra loro.
Torre campanaria o campanile
il campanile, a base quadrata, si eleva al di sopra della sagrestia per tre livelli, l'ultimo dei quali frutto di un'aggiunta del 1911 eseguita dalla ditta che costruiva la ferrovia Aulla-Monzone. L'innalzamento ha comportato la chiusura, per motivi statici, delle arcate dell'antica cella campanaria. Il manufatto è completamente intonacato e riconducibile in quel filone di torri, prive di guglia, molto diffuso nella Garfagnana e nella Lunigiana orientale.