La chiesa di Santo Stefano, nota anche col nome di Pieve di Sorano, è citata nella Bolla di Eugenio III del 1148 indirizzata al Vescovo Gottifredo II ed in tutti i documenti posteriori fino agli Estimi della Chiesa lunense del 1470-71.
1568 (visita pastorale carattere generale)
Il Cardinale Lomellini compie una vista pastorale e riferisce che la chiesa di S. Stefano fosse una chiesa campestre e in parte scoperta e ne ordina la riparazione. Negli anni successivi la pieve viene restaurata.
1610 (restauro intero bene)
Il restauro della pieve è documentato in un disegno del 1610, eseguito per la corte spagnola, in cui si vede la chiesa con le tre navate perfettamente coperte.
XVIII (abbandono carattere generale)
A causa dell'insalubrità del sito per la presenza del fiume Magra e della pericolosità per il passaggio continuo di eserciti, l'edificio viene abbandonato definitivamente come sede parrocchiale alla metà del XVIII secolo mentre si riedifica la chiesa nel borgo.
1876 - 1878 (tamponamento absidi)
Verso la fine dell'800 viene compiuto il primo passo che porterà all'appropriazione della pieve da parte del Comune e di alcune famiglie filattieresi. Viene eretto un muro che taglia trasversalmente la chiesa all'altezza delle prime colonne vicino alle absidi e viene ricavato un ampio locale adibito a cappella mortuaria. I lavori, che comprendono anche il restauro del muro di cinta, durano due anni e terminano nel 1878.
1880 - 1882 (costruzione navate laterali)
Tra il 1880 e il 1882 il Consiglio Comunale approva la costruzione di diverse cappelle sepolcrali all'interno della chiesa, le arcate della navata sinistra sono tamponate con nuove coppie di archi e colonne neoclassiche, sopra ogni cappella vengono costruite delle volte a vela e viene allargato il tetto con la costruzione di un cornicione.
1903 (degrado intero bene)
Nel 1903 Mons. Oppi descrive nel "Libro Cronico" che la "Chiesa del Camposanto" è senza tetto e da anni quasi cadente. Da allora fino alla fine del secolo è un continuo susseguirsi di crolli e restauri più o meno parziali.
1905 (restauro copertura)
Nel luglio 1905 sono necessari altri lavori di restauro della parte coperta. Viene rifatto il tetto verso la torre, tolta l'umidità, ripulita ed imbiancata interamente e rifatta la porta. Queste migliorie permettono di celebrarvi sporadicamente la S. Messa.
1924 - 1966 (reperto archeologico architrave)
In occasione dei lavori di restauro nella Pieve si scoprono le prime statue stele di Sorano. La Sorano V era riutilizzata in una porta laterale della chiesa come architrave rivolta verso l'alto così che non fosse riconoscibile a chi transitava attraverso la porta. Queste statue stele offrono un formidabile riscontro alla pratica di rottura e rendere disponibili per altri usi idoli pagani .
1953 (crolla copertura)
Durante la guerra la pieve viene lesionata tanto che nel 1953 avviene il crollo del tetto.
1966 - 1967 (restauro absidi)
Nel 1966 iniziano i lavori di ristrutturazione della Pieve e nell'anno seguente il restauro della parte esterna delle absidi.
1996 (realizzazioni sottofondazioni)
Nel 1996 vengono realizzate le sottofondazioni sul lato nord della Pieve che era il lato più degradato.
1998 - 2000 (restauro intero bene)
Nel 1998, in occasione della distribuzione dei fondi giubilari, i cantieri sono diventati veramente attivi. Vengono realizzati un drenaggio attorno alla Pieve, le sottofondazioni, i collegamenti con iniezioni armate, le travi di collegamento e i cordoli in acciaio inox rivestiti in pietra a cui si ancora la capriata, eliminate le superfetazioni, consolidate le parti degradate, integrate le murature, stuccati i paramenti, ripristinata la quota originaria del pavimento in arenaria e realizzati impianti di riscaldamento ed elettrico adeguati. Infine si è passati a mettere in opera la tradizionale copertura in lastre di arenaria locali "piagne" ripristinando così l'originaria immagine della Pieve.
2000 (apertura al culto intero bene)
Il 29 ottobre 2000 la Pieve di Sorano è stata ufficialmente riaperta al culto.
Descrizione
La chiesa di Santo Stefano, nota anche come Pieve di Sorano, è collocata nel fondovalle, sulla sponda sinistra del fiume Magra; vanta antichissime origini, si fa oscillare la sua origine intorno all'XI secolo, e notevole importanza in passato. Ha subito diverse stratificazioni degli anni, un recente restauro ha rimesso in luce il suo aspetto originario. E' realizzata in conci irregolari di pietra, la copertura è a capanna realizzata in capriate in legno e lastre di pietra, le cosiddette "piagne". L'impianto è a tre navate terminanti in tre absidi.
Interno
L'impianto della pieve è a tre navate e tre absidi, unico esempio in Lunigiana. Le colonne sono sormontate da brevi capitelli disadorni, appena scalfiti da disegni elementari.
Navata sinistra
Sotto le arcate della navata sinistra sono rimaste le tre coppie di archi e pilastri eseguite alla fine del XIX secolo per delimitare le cappelle sepolcrali. Appoggiata alla parete della facciata troviamo una statua stele, la Sorano I, la prima ritrovata. Nell'abside che chiude questa navata è posto il tabernacolo in pietra proveniente forse da Linari.
Navata centrale
Nella navata centrale è rimasto il cornicione in cotto che ci indica dove fosse posizionato il tetto; la parte di muro sovrastante è stato costruito nel corso del recente restauro. Sopra la prima colonna di sinistra si trova murato un bassorilievo di pietra raffigurante un Adamo, sembra un bambino nella culla e potrebbe esserci una relazione col fatto che la primitiva pieve era una chiesa battesimale.
Navata destra
Nella parete della navata destra sono presenti alcune aperture tamponate, visibili anche all'esterno, che fanno supporre l'esistenza di un precedente edificio, forse con funzioni difensive, collegato alla torre.
Facciata
Sulla parte sinistra della facciata si notano due discontinuità nella muratura; un arco e una vaga forma ellissoidale che corrispondono a due nicchie sovrapposte sul lato interno della parete, dovevano quindi essere due aperture. Il livello esterno doveva essere più basso per permettere il passaggio attraverso l'arco che potrebbe essere l'entrata della primitiva pieve. L'attuale facciata è stata rialzata nel corso dei recenti restauri e fra la parte vecchia e quella nuova è stato inserito un alto strato di malta in modo da rendere visibile anche l'aspetto precedete al restauro.
Pareti laterali
La parete laterale sinistra è vistosamente inclinata verso l'esterno ed è retta da due contrafforti, il più piccolo costruito in prossimità dello spigolo della facciata e l'altro in corrispondenza della massima deformazione. Sulla parete laterale destra è possibile notare tre aperture tamponate, due finestre ed un arco, in parte nascosto dal contrafforte maggiore, probabile accesso laterale. Le finestre si trovano in prossimità della torre dove la muratura, a conci più grossi e squadrati, è differente da quella della parte sinistra della parete, da qui l'ipotesi dell'esistenza di un precedente edificio, forse con funzioni difensive, collegato alla torre. Anche i residui di copertura, visibili sul lato ovest della torre e disposti obliquamente, fa ipotizzare la presenza di un edificio adiacente ad essa.
Torre campanaria o campanile
La torre è a base quadrangolare e in essa si possono distinguere tre tipologie costruttive segno di costruzione in epoche diverse; la parte più bassa è realizzata in conci grossi squadrati e doveva far parte dell'edificio preesistente civile o di difesa.; la seconda, contemporanea alla costruzione della pieve attuale o di poco precedente, in ciottoli non squadrati, a corsi orizzontali, con buche pontaie disposte ad intervalli regolari; la terza è eseguita con pietre piccole disposte irregolarmente a ricostruire la parte terminale della torre. In alto, sui quattro lati, figurano degli ampi archi ora tamponati, non si sa se in origine fossero aperti per permettere l'osservazione del territorio circostante oppure fungessero da cella campanaria.
Retro
La parte artisticamente più ricca è il prospetto est, ovvero il prospetto absidale; L'abside maggiore, sulla quale si aprono tre monofore, presenta semicolonne addossate a lesene che reggono archetti rientranti, all'interno dei quali si trovano decorazioni a losanga. Le absidi minori hanno invece decorazione molto più semplice con monofora centrale e lesene che reggono archetti addossati alla parete. I capitelli delle semicolonne riportano al repertorio medievale con forme di teste umane o animalesche. La copertura, a forma di semicono, è in lastre di ardesia. La costruzione della pieve venne sicuramente influenzata dalla torre preesistente e dall'edificio adiacente che venne inglobato; a fine lavoro l'abside guardava ad oriente ma non perfettamente ad est così i costruttori modificarono le finestre voltandole verso l'orientazione corretta.