il toponimo Vecchietto compare nel documento 141 del Codice Pelavicino che tratta dei Confini e degli Statuti di Ponzanello datato 26 giugno 1233
XVI - XVII (lavori di costruzione intero edificio)
il rettore di Pulica, Antonio Giovannetti, incaricato di riferire sulla richiesta degli abitanti di Vecchietto di avere una parrocchia autonoma da Bibola ricorda come la chiesa sia stata costruita con l'intenzione di farla riconoscere come parrocchiale “con tanto lor dispendio”, insieme con il cimitero, le campane e la casa canonica, in ossequio con i dettami del Concilio di Trento. Il relatore ricorda ancora che Marco Centurione, primo marchese di Espeta, figlio di Adamo primo marchese di Aulla (+ 1568), diede un suo contributo e che la popolazione costituì una notevole dote. L'edificio fu quindi costruito sul finire del Cinquecento
1634 (erezione a parrocchia autonoma carattere generale)
l'oratorio di Vecchietto, già dipendente dalla matrice di Bibola, fu eretto in parrocchia autonoma
1639 (erezione in confraternita carattere generale)
nel 1639 la chiesa di Vecchietto fu eretta in Confraternita della S.S. Vergine del Carmine
1790 (danni da incendio archivio)
il complesso parrocchiale fu devastato nel 1790 da un incendio che danneggiò fortemente l'archivio
1930 (?) (rifacimento presbiterio)
rifacimento completo del presbiterio, probabilmente a seguito dei danni sismici del 1920, con l'apertura dei colonnati, la sostituzione dell'altare maggiore, della balaustra, e lo spostamento della sacrestia, dalla collocazione originale (vicina all'altare della Madonna del Carmine) al fianco della navata laterale destra, infine la sistemazione dei due altari laterali, sulle pareti di fondo, con identiche cornici in marmo
1936 (consolidamento sismico coperture e soffitto)
lavori di consolidamento riguardano la sostituzione della copertura e la realizzazione del cordolo, non armato, sul perimetro dell'edificio e la sostituzione del soffitto della sacrestia con solaio di ferro e laterizio
1950 (pavimento presbiterio)
rifacimento completo del pavimento con piastrelle in ceramica bianca e nera
1997 (miglioramento sismico intero bene)
lavori di miglioramento sismico hanno fatto seguito alle scosse telluriche del 1995 intervenendo sulle navate e sulla sacrestia
2000 (lavori di restauro navata laterale destra)
riparazione della navata laterale destra con rifacimento della copertura della gronda e degli intonaci esterni ed interni
2007 (adeguamento igienico sacrestia)
modesto ampliamento della sacrestia per realizzazione di servizi igienici
2012 - 2013 (restauro facciata e campanile)
il restauro della facciata e' stato da poco completato mentre sono ancora in corso i lavori sul campanile
Descrizione
l'abitato di Vecchietto e la sua chiesa si collocano su un modesto rilievo affacciato sulla valle del Bardine generato dal contrafforte settentrionale del monte Grosso. E' inserito su quel fascio di percorsi utilizzati per raggiungere il nodo viario di Aulla ed i passi appenninici ad esso collegati, appoggiati sulla mezzacosta nord orientale dello spartiacque sinistro del Magra, cerniera fra la Piana lunense e la Lunigiana interna. La chiesa si trova sul capo orientale del borgo, sull'incrocio formato dall'antico tracciato viario che da Aulla conduceva a Sarzana attraverso le montagne e da quello che, aggirando l'abside dell'edificio, si appoggiava alla mezzacosta interna collegando Ponzanello, Pulica ed i centri del versante sinistro del torrente Bardine. La forma del fabbricato è composta da più elementi che probabilmente hanno affiancato un iniziale edificio a pianta rettangolare ampliato in tempi successivi. La facciata, infatti, presenta un volume principale a doppio spiovente con fastigio centrale più elevato, fiancheggiato a destra da un corpo minore con falda unica, unificati dallo stesso tipo di coronamento. L'interno si configura come un'aula coperta da volta a botte lunettata chiusa da un presbiterio absidato, preceduto da un arco trionfale ridotto in modo da non interrompere la continuità del vano, ed aperta asimmetricamente sui lati. Colpisce la ricchezza degli stucchi, che ornano l'architettura dell'altare, a sinistra dell'ingresso, ed ancora di più quelli che sontuosamente decorano la cappella della Madonna del Carmine, protettrice della potente Confraternita che, nel 1639, ebbe sede nella chiesa parrocchiale. Al presbiterio, fuoco terminale dell'aula liturgica, quasi si contrappose, pertanto, con il passare del tempo, un altro centro devozionale che l'esuberante fantasia degli stuccatori settecenteschi non limitò soltanto alla cappella dedicata alla Vergine, ma estese anche all'unghia della volta di destra, realizzando una sorta di controasse dell'impianto architettonico. Questo pur non essendo dichiarato dall'organizzazione strutturale degli spazi si comporta, di fatto, come un piccolo santuario all'interno dell'aula, riconoscibile proprio in forza della ricchezza delle forme, dei colori, dei motti cancellati da ridipinture eseguite quando il valore artistico attribuito a questi apparati decorativi era considerato irrilevante.
Facciata
il prospetto principale della chiesa compone lungo l'asse della facciata: il portale con mostre lisce di spessore omogeneo in muratura; la finestra rettangolare; la cornice terminale composta da spioventi curvilinei simmetrici culminanti in un fastigio centrale a due falde leggermente inclinate; lo adorna, infine, un occhio ellittico verticale contenente la marmorea statua del patrono legato al palo del supplizio. A questa pagina principale si affianca, a destra, un corpo minore ad una falda con l'ingresso autonomo, coordinato con la sovrastante finestra. Ancora a destra, ma con un corpo non allineato si trova la sacrestia e, sul fondo di questa, il campanile in pietra con cuspide piramidale rivestita in ardesia loricata. A sinistra, in posizione molto arretrata rispetto al fronte, si affianca un ulteriore volume a base rettangolare con copertura ad uno spiovente con la finestra che illumina la cappella della Madonna del Carmine, accessibile dall'interno della chiesa.
Impianto strutturale
l'impianto strutturale è composto da volumi affiancati di diversa consistenza, organizzati ai lati di un vano monodirezionato dall'abside semicircolare di maggiore altezza e regolarità planimetrica. Il volume principale è coperto da una volta a botte, con catino terminale pari alla larghezza dell'aula, entrambi lunettati.
Pianta
la pianta dell'edificio si compone di più elementi, aggiunti probabilmente, in tempi diversi. Il corpo principale è costituito da un'aula rettangolare chiusa dal presbiterio semicircolare e si percepisce come unità spaziale bipartita aperta sulla navata laterale destra. Lo spazio a sinistra, che non si configura come navata, è stato ottenuto abbattendo la parete che separava la cappella del Carmine dall'antica sacrestia, spostata all'esterno sullo spazio un tempo occupato dal cimitero, al tempo del rifacimento del presbiterio.
Presbiterio
tutta l'area del presbiterio e le parti ad esso adiacenti furono interessate da un progetto di ristrutturazione intorno al 1930, si nota, infatti un'unità stilistica d'insieme. Fu sostituito l'altare maggiore, disegnato secondo modelli formali diffusi nelle riviste del periodo compreso tra le due guerre e la predella in marmo di Calacatta, una vena apuana in quegli anni molto utilizzata ed oggi esaurita, è un indizio abbastanza sicuro di datazione. La balaustra fu sostituita da un parapetto di balaustri prismatici in marmo ornati da intarsi floreali sulla facciata esterna. L'intervento architettonico di maggior rilievo fu l'apertura delle pareti, solitamente chiuse, della mezza campata situata tra l'arco trionfale e l'emicilo absidale. Per ricomporne l'equilibrio statico furono messe in opera due coppie simmetriche di colonne in marmo apuano creando una sorta di comunicazione visiva, quasi scenografica, tra le parti terminali della chiesa ornate con altari dall'identica cornice in stile
Struttura
la struttura dell'edificio è in muratura portante, realizzata con pietrame sbozzato murato a calce. Sul fronte e sui fianchi la chiesa è intonacata mente nella parte absidale espone il paramento murario stuccato con abbondante malta di calce.
Coperture
la copertura del vano principale è a due spioventi con manto in coppi ed embrici alla toscana sostenuti da struttura lignea a capriate. Gli altri corpi sono coperti con semplici falde inclinate.
Elementi decorativi
la qualità degli stucchi della cappella della Madonna del Carmine è rilevante per la varietà formale e cromatica. La tipologia dell'altare può essere ricondotta tra quelle diffuse all'epoca dell'erezione della Confraternita presenti anche nella vicina chiesa di Bibola. Il dossale è formato da una ricca trabeazione composita, ornata con dentelli ed ovuli, sormontata da un timpano curvilineo spezzato contenente un cartiglio in finto portoro, sostenuta da colonne tortili nere appoggiate su un basamento angolato disposto ai fianchi della mensa. In un secondo momento fu eseguito l'apparato decorativo della cappella e delle unghie della volta a botte. Al centro della crociera è stata realizzata una gloria con lo Spirito Santo in raggiera tra nuvole rosate e cherubini, mentre i costoloni e le unghie della volta sono ornati con motivi fitomorfici chiari su fondo verde-azzurro.
Torre campanaria o campanile
il campanile, a base quadrata, si eleva al di sopra della sacrestia per tre livelli l'ultimo dei quali contiene la cella campanaria composta da quattro arcate composte all'interno di una trabeazione ritmata da robuste paraste. Questo elemento e le specchiature dell'ordine inferiore presumono la completa intonacatura del manufatto oggi in fase di restauro.
Adeguamento liturgico
altare - aggiunta arredo (1980)
il presbiterio era stato ristrutturato agli inizi degli anni '30 con altare, colonne e balaustra in marmo, l'adeguamento liturgico ha riguardato solo l'aggiunta di una pedana in legno, in prosecuzione del gradino d'altare in marmo di Calacatta e la collocazione del nuovo altare in legno
ambone - aggiunta arredo (1980)
semplice ambone in legno
sede - aggiunta arredo (1980)
la sede viene collocata a lato dell'altare, vicino alle colonne