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Viterbo
Viterbo
chiesa
parrocchiale
S. Maria dell'Edera
Parrocchia di Santa Maria dell'Edera
Pianta; Impianto strutturale; Coperture; Pavimenti e pavimentazioni; Elementi decorativi
presbiterio - aggiunta arredo (1970-1980)
1587 - 1588(proposta di realizzazione intero bene); 1589/06/15 - 1589/06/15(posa della prima pietra intero bene); 1592/09/20 - 1592/09/20(consacrazione intero bene); 1595 - 1595(completamento facciata intero bene); 1598/01 - 1598/01(progetto della chiesa intero bene); 1605 - 1605(costruzione campanile); 1608 - 1608(sistemazione altari intero bene); 1618 - 1618(costruzione canonica intorno); 1639 - 1639(erezione della parrocchia carattere generale); 1640 - 1640(passaggio di proprietà intero bene); 1943/01/17 - 1943/01/19(danneggiamento intero bene); 1947 - 1949(ricostruzione intero bene); 2017 - 2018(consolidamento e restauro intero bene)
Chiesa di Santa Maria dell'Edera
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di Santa Maria dell'Edera <Viterbo>
Altre denominazioni S. Maria dell'Edera
Ambito culturale (ruolo)
maestranze viterbesi (costruzione chiesa)
maestranze viterbesi (ricostruzione chiesa)
maestranze viterbesi (consolidamento e restauro chiesa)
Notizie Storiche

1587 - 1588 (proposta di realizzazione intero bene)

Nel 1587 alla confraternita dei Disciplinati viene donato un terreno fuori le mura urbane; nel podere è presente una piccola cappella a protezione di un’immagine della Madonna ritenuta miracolosa e avvolta nell’edera. Il sodalizio decide di realizzare una chiesa in sostituzione della preesistente cappella. Nel 1588 il Comune di Viterbo concede un sussidio per l’acquisto di un’ulteriore area per l’edificazione della fabbrica religiosa.

1589/06/15  (posa della prima pietra intero bene)

Il 15 giugno del 1589 si svolge la cerimonia della posa della prima pietra presenziata dal vescovo Carlo Montilio.

1592/09/20  (consacrazione intero bene)

L’edificio viene consacrato.

1595  (completamento facciata intero bene)

La facciata della chiesa viene ultimata nel 1595.

1598/01  (progetto della chiesa intero bene)

Alcuni documenti ci informano che nel gennaio del 1589 il progetto della chiesa è stato predisposto dal romano Adriano Schiratti (o Schiriatti).

1605  (costruzione campanile)

Viene eretto un campanile a vela.

1608  (sistemazione altari intero bene)

Nell’altare maggiore della chiesa viene collocata l’immagine della Madonna dell’Edera e vengono realizzati gli altari minori.

1618  (costruzione canonica intorno)

Sul lato destro della chiesa viene costruita la canonica.

1639  (erezione della parrocchia carattere generale)

La chiesa viene elevata a parrocchia.

1640  (passaggio di proprietà intero bene)

La confraternita dei Disciplinati cede la chiesa alla curia che la affida ai padri Silvestrini.

1943/01/17 - 1943/01/19 (danneggiamento intero bene)

Tra il 17 e il 19 gennaio del 1943 la chiesa viene danneggiata da un bombardamento aereo per la sua vicinanza alla stazione ferroviaria di Porta Fiorentina; si verifica il crollo della copertura e di un’estesa porzione dell’elevato.

1947 - 1949 (ricostruzione intero bene)

La chiesa di Santa Maria dell’Edera e la casa canonica vengono ricostruite. Il progetto e la direzione dei lavori sono affidati all’architetto Antonio Piraino, che aggiunge al complesso un campanile a torre sul fianco sinistro. Conclusi i lavori, nell’edificio di culto vengono traslati tre altari in marmo provenienti da quello dismesso della Pace, da destinare al presbiterio e agli altari delle due cappelle laterali.

2017 - 2018 (consolidamento e restauro intero bene)

L’edificio di culto, chiuso al pubblico da vari anni, viene sottoposto a partire dal 2017 a lavori di consolidamento e restauro.
Descrizione

La chiesa di Santa Maria dell’Edera sorge in viale Trieste, nel quartiere Ellera di Viterbo; situata all’interno di un lotto di appartenenza, si presenta isolata, ad eccezione della parte posteriore che confina con la casa parrocchiale. L’impianto, con asse che va da sud-est a nord-ovest, è a navata unica con una cappella per lato e terminazione triconca, consistente in uno pseudo transetto con testate interamente ricurve e profondo coro absidato. In quest’ultimo ambiente, rialzato di un gradino, è collocata, in posizione isolata, la mensa dell’altare maggiore; ai lati due porte simmetriche immettono rispettivamente, a destra, in un piccolo vano accessorio e, a sinistra, in un disimpegno, dal quale si accede al campanile, alla sacrestia e alla retrostante canonica. Le pareti dell’aula sono articolate da un ordine tuscanico su paraste, in peperino, che scandiscono le superfici intonacate di bianco in quattro parti di differente ampiezza, di cui la quarta inquadrante, in entrambi lati, l’arco di accesso alle cappelle. Al di sopra della trabeazione, si erge un breve attico. L’aula è coperta da una volta a botte ripartita da sottarchi in corrispondenza delle paraste, mentre il transetto da una calotta a profilo parabolico e lo spazio del coro da un semicatino absidale. L’interno è illuminato dalla finestra rettangolare della controfacciata e lateralmente da due finestre ugualmente rettangolari nelle pareti curve del transetto. Le cappelle laterali, emergenti dal perimetro della navata e prive di finestre, hanno pianta rettangolare e sono coperte da volte a botte; nella parete di fondo ospitano un altare rialzato di un gradino. Due accessi minori simmetrici si aprono ai lati dell’aula, mentre l’ingresso principale è filtrato da una bussola lignea addossata alla controfacciata. La facciata è del tipo a edicola, a due ordini a fasce sovrapposti, raccordati da volute, e conclusa da un timpano curvo. Si presenta realizzata a cortina di mattoni e in parte con membrature in peperino, tranne che nei fondi del primo ordine e del timpano curvo che sono intonacati di bianco. La parte inferiore, tripartita, ospita nel campo centrale il portale d’ingresso, in peperino, sormontato da timpano triangolare, mentre in quelli laterali nicchie in cortina; la parte superiore è interamente realizzata nelle fasce e nei fondi a cortina edilizia ed è caratterizzata dalla presenza di una finestra sovrastata da uno stemma. Lateralmente alle volute di raccordo tra i due ordini, su un piano leggermente arretrato, sono visibili il volume della navata e gli spioventi inclinati del tetto. I prospetti laterali presentano una duplice intelaiatura, in peperino e in mattoni, su fondi in parte intonacati e in parte in cortina laterizia. Il campanile a pianta quadrata si compone di tre livelli; quello inferiore interamente in peperino e illuminato da tre feritoie su un lato, quello intermedio che s’innalza al di sopra del tetto della chiesa è caratterizzato da un’articolazione a fasce in peperino e in mattoni su fondi intonacati uguale a quella dei prospetti laterali ed è illuminato da tre feritoie per lato. L’ultimo livello interamente in mattoni, relativo alla cella campanaria, è a pianta ottagonale con una monofora per lato. La struttura a torre è conclusa da cupolino a padiglione.
Pianta
L’organismo è composto da un’aula rettangolare con una cappella per lato e terminazione triconca, consistente in uno pseudo transetto con testate concave e profondo coro absidato; quest’ultimo è introdotto da un’arcata trasversale. Due porte poste, in posizione simmetrica, ai lati del coro conducono a spazi accessori; quella di destra conduce ad un ambiente di servizio, mentre quella opposta ad un disimpegno che relaziona l’interno della chiesa con il campanile, la sacrestia e la casa parrocchiale. Oltre all’ingresso principale, si accede alla chiesa da due ingressi secondari collocati ai lati della navata.
Impianto strutturale
L’elevato della chiesa è costituito da muratura continua, da un’arcata trasversale in conci di peperino che immette dal transetto al coro e da due arcate longitudinali minori, ugualmente in conci di peperino, che introducono allo spazio delle cappelle laterali. L’intero impianto è voltato con botte a copertura dell’aula, con una calotta a profilo parabolico nel transetto e con un catino absidale nel coro. La presenza delle cappelle laterali emergenti costituisce una contraffortatura nei confronti della spinta esercitata dalla volta della navata. All’interno, le pareti sono interamente intonacate, ad eccezione delle membrature architettoniche che si presentano in conci di peperino a vista. All’esterno, il paramento murario dei prospetti presenta specchiature intonacate delimitate da fasce in mattoni; le angolate e le cornici orizzontali sono in conci di peperino. Il paramento della parte inferiore della facciata presenta le medesime caratteristiche, mentre quella superiore è interamente in cortina di mattoni.
Coperture
Al di sopra delle coperture voltate, la navata, il transetto e il coro sono coperti da un tetto a due falde; quello relativo al transetto e al coro è impostato ad una quota leggermente più alta. Le cappelle laterali hanno copertura a padiglione. Al di sopra delle volte, le falde del tetto sono sorrette da capriate in legno, le cui catene però sono costituite da tiranti metallici. Il manto superiore dei tetti è in coppi ed embrici di laterizio.
Pavimenti e pavimentazioni
La pavimentazione della chiesa fino al gradino del presbiterio è suddivisa in quattro settori da due fasce ortogonali che segnano gli assi principali. Ciascun settore è rivestito da piastrelle quadrate in cotto. La soglia del gradino del presbiterio è in marmo bianco.
Elementi decorativi
Le superfici interne intonacate di bianco e le membrature dell’ordine architettonico in peperino conferiscono all’elevato interno un aspetto bicromo. Il semicatino del coro è abbellito da un affresco raffigurante l’Ultima Cena e realizzato nel 1949 dalla pittrice Agata Pistone.
Adeguamento liturgico

presbiterio - aggiunta arredo (1970-1980)
L’intervento di adeguamento della chiesa alle prescrizioni liturgiche stabilite nel Concilio Vaticano II ha previsto l’aggiunta nel presbiterio di una mensa isolata in marmo bianco con paliotto decorato da marmi policromi.
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