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Tuscania
Viterbo
chiesa
parrocchiale
Santi Martiri
Parrocchia di Santi Martiri
Pianta; Impianto strutturale; Coperture; Pavimenti e pavimentazioni; Elementi decorativi
presbiterio - aggiunta arredo (1971-1981)
852/02/23 - 852/02/23(condizione giuridica intero bene); 1180/03/18 - 1180/03/18(condizione giuridica intero bene); 1323/05/16 - 1323/05/16(presenza di un ospedale intorno); 1612/01/09 - 1612/01/09(reliquie dei Santi Martiri altare maggiore); 1616/02/16 - 1616/02/16(descrizione e necessità di riparazione intero bene); 1616 - 1622(restauro chiesa intero bene); 1630/04/19 - 1630/04/19(richiesta istituzione cappellania altare di San Giuseppe); 1637/03/18 - 1637/03/19(benedizione cappella di San Giuseppe); 1644 - 1659(traslazione reliquie dei Santi Martiri intero bene); 1662/01/18 - 1662/01/18(visita pastorale intero bene); 1704 - 1704(censimento parrocchiale carattere generale); 1708/05/11 - 1708/05/11(quadro di San Lorenzo altare maggiore); 1774 - 1775(progetto di ricostruzione intero bene); 1774 - 1775(acquisto di aree contigue intero bene); 1776/05/25 - 1776/05/25(contratto di appalto intero bene); 1776 - 1776(inizio lavori intero bene); 1782 - 1785(fine lavori e benedizione intero bene); 1828/04/27 - 1828/04/27(consacrazione intero bene); 1834 - 1836(costruzione facciata); 1854 - 1856(realizzazione sagrestia e cantoria); 1922 - 1939(costruzione canonica intorno); 1954/08/19 - 1960/05/22(distruzione e ricostruzione cappella dei Santi Martiri); 1971 - 1981(restauro intero bene); 1983 - 1983(traslazione reliquie dei Santi Martiri carattere generale); 1993 - 1993(problemi statici coperture); 1997/08/08 - 1997/08/08(officiatura e cambio denominazione intero bene); 2013 - 2013(restauro della cancellata cappella dei Santi Martiri)
Chiesa dei Santi Martiri
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa dei Santi Martiri <Tuscania>
Altre denominazioni Chiesa di San Lorenzo
Autore (ruolo)
Lucchi, Domenico Antonio (ricostruzione chiesa)
Casella, Giacomo (costruzione facciata)
Ambito culturale (ruolo)
maestranze viterbesi (costruzione chiesa)
maestranze viterbesi (restauro chiesa)
maestranze viterbesi (ricostruzione chiesa)
maestranze viterbesi (costruzione facciata)
maestranze viterbesi (ricostruzione cappella dei Santi Martiri)
maestranze viterbesi (restauro chiesa)
Notizie Storiche

852/02/23  (condizione giuridica intero bene)

Nel privilegio di Leone IV riguardante la definizione dei confini della diocesi di Tuscania la chiesa di San Lorenzo è indicata quale dipendenza della pieve di Sant’Andrea; quest’ultima è assoggettata alla collegiata di Santa Maria Maggiore.

1180/03/18  (condizione giuridica intero bene)

Nella bolla di Alessandro III la chiesa figura tra le dirette dipendenze della collegiata di Santa Maria Maggiore.

1323/05/16  (presenza di un ospedale intorno)

Nel documento del vescovo Angelo Tignosi che conferma i privilegi al Capitolo della collegiata di Santa Maria Maggiore si rileva che in prossimità della chiesa di San Lorenzo è presente un ospedale appartenente ai canonici.

1612/01/09  (reliquie dei Santi Martiri altare maggiore)

Nella visita pastorale del vescovo Tiberio Muti si afferma che le reliquie dei Santi Martiri Secondiano, Veriano e Marcelliano, protettori della città, sono contenute in un repositorio posto sopra l’altare maggiore in maniera poco decorosa. Le reliquie erano state traslate nella chiesa di San Lorenzo dalla cripta della cattedrale di San Pietro per volontà dei canonici della collegiata di Santa Maria Maggiore.

1616/02/16  (descrizione e necessità di riparazione intero bene)

La chiesa viene descritta in occasione della visita pastorale del 16 febbraio 1616. All’interno non viene custodito il Santissimo e manca il fonte battesimale; oltre all’altare maggiore sono presenti un altare minore non officiato e una fossa comune nella quale vengono seppelliti i poveri. Le pareti sono dipinte con antiche figure di santi, ma nessuna immagine raffigura il titolare San Lorenzo. La chiesa è dotata di campanile e di una canonica per il parroco. Viene ordinata la riparazione del tetto, in quanto la chiesa è “derelicta et quasi diruta” e minaccia di crollare, poiché vi piove dentro. Viene disposta anche la realizzazione di un dipinto avente come soggetto San Lorenzo.

1616 - 1622 (restauro chiesa intero bene)

Il tetto, il pavimento e il campanile vengono restaurati; durante la visita pastorale del 28 febbraio del 1622 viene appurato che la chiesa non necessita di riparazioni.

1630/04/19  (richiesta istituzione cappellania altare di San Giuseppe)

Nella chiesa è presente un altare dedicato a San Giuseppe e affidato alle cure della compagnia omonima. In occasione della visita pastorale del vescovo Muti, i confratelli chiedono al prelato la licenza di poter nominare un cappellano, impegnandosi ad assumere gli oneri del mantenimento. Il vescovo fa osservare loro che la cappellania deve essere fornita di una congrua dote per essere istituita.

1637/03/18 - 1637/03/19 (benedizione cappella di San Giuseppe)

La confraternita di San Giuseppe ha edificato una cappella e un nuovo altare e chiedono al vescovo Alessandro Cesarini, in visita alla chiesa di San Lorenzo, di consacrarli per consentire nel giorno seguente, festa di San Giuseppe, la celebrazione della messa in onore del Santo. La benedizione viene impartita dal vicario generale.

1644 - 1659 (traslazione reliquie dei Santi Martiri intero bene)

Dopo aver svolto la visita pastorale nella chiesa di San Lorenzo, il vescovo Francesco Maria Brancaccio dispone che le reliquie dei Santi Martiri, sistemate dietro l’altare maggiore della chiesa, vengano trasferite nella cappella di San Giuseppe; nel 1659 il decreto del vescovo è ancora disatteso

1662/01/18  (visita pastorale intero bene)

Il vescovo Brancaccio constata che nella chiesa è stata costruita una cappella, posta in prossimità dell’ingresso sul lato meridionale della navata, per custodire le reliquie dei Santi Martiri; queste sono collocate in una cassa di vetro al di sotto dell’altare e protette da un’inferriata. Il frontespizio dell’altare su colonne ornate da capitelli compositi presenta in sommità figure dorate di angeli.

1704  (censimento parrocchiale carattere generale)

L’arciprete Antonio Barbacci nella “Relazione dello stato antico e moderno della Città di Tuscania e sua Chiesa” redatta nel 1704 riporta che nella zona della parrocchia di San Lorenzo, pur essendovi ricompreso il palazzo del magistrato, non ci sono residenti e che in essa vi soggiornano soltanto i viandanti presso un’abitazione attigua al carcere messa a disposizione dalla comunità.

1708/05/11  (quadro di San Lorenzo altare maggiore)

La visita pastorale del 5 maggio 1708 informa che sull’altare maggiore della chiesa è stato posto un quadro raffigurante San Lorenzo e altri santi.

1774 - 1775 (progetto di ricostruzione intero bene)

Il Capitolo della collegiata di Santa Maria Maggiore decide di intraprendere la ricostruzione della chiesa di San Lorenzo al fine di disporre di una sede all’interno della città. L’architetto viterbese Domenico Lucchi predispone il progetto che prevede la demolizione della vecchia chiesa a navata unica, con esclusione della facciata e della cappella dei Santi Martiri, e la sua sostituzione con un edificio più ampio a pianta centrale.

1774 - 1775 (acquisto di aree contigue intero bene)

Per la realizzazione del nuovo impianto della chiesa, i canonici acquistano il casalino e il canneto contigui alla chiesa di proprietà della Confraternita di San Giuseppe e il sito del conte Giuseppe Brugiotti posto di fronte al palazzo Magistrale; il monastero di San Paolo cede una stalla posta presso la piazza del Comune e confinante con la proprietà della Compagnia di San Giuseppe, già acquisita dai canonici.

1776/05/25  (contratto di appalto intero bene)

Viene stipulato il contratto di appalto per la costruzione della nuova chiesa di San Lorenzo tra il capomastro Rocco Lucchi e il Capitolo della collegiata di Santa Maria Maggiore; si prevede di completare l’edificio entro due anni a partire dal perfezionamento dell’accordo tra le parti secondo il progetto dell’architetto Lucchi.

1776  (inizio lavori intero bene)

Nel capitolato redatto dal capomastro Lucchi all’inizio dei lavori, si specifica che non verranno realizzati la facciata, il campanile e gli altari laterali al fine di contenere le spese.

1782 - 1785 (fine lavori e benedizione intero bene)

Nell’agosto del 1782 la fabbrica della chiesa è completata; l’ingresso che nella precedente chiesa si apriva sulla via laterale (via Rivellino, rispondente alla vecchia piazza del Comune), nella nuova costruzione viene aperto sull’attuale piazza Franco Basile. Nel 1785 l’edificio viene benedetto dal vicario generale su incarico del vescovo.

1828/04/27  (consacrazione intero bene)

La chiesa viene consacrata in onore di San Lorenzo e dei Santi Secondiano, Veriano e Marcelliano dal vescovo Gaspare Bernardo Pianetti; l’evento è ricordato da un’epigrafe posta all’interno della chiesa.

1834 - 1836 (costruzione facciata)

L’architetto Giacomo Casella realizza la facciata della chiesa su disegno dell’architetto romano Gaetano Gerasi.

1854 - 1856 (realizzazione sagrestia e cantoria)

L’architetto Casella costruisce la sagrestia e la cantoria della chiesa, dove viene collocato l’organo realizzato da Camillo Del Chiaro nel 1855.

1922 - 1939 (costruzione canonica intorno)

Durante il pontificato di Pio XI su istanza del priore don Giuseppe Cupelli e a spese della Santa Sede, viene costruita la canonica della chiesa su un terreno donato dal podestà di Tuscania conte Enrico Pocci.

1954/08/19 - 1960/05/22 (distruzione e ricostruzione cappella dei Santi Martiri)

La cappella dei Santi Martiri subisce gravi danni per il crollo della torre civica avvenuto il 19 agosto 1954; il sacello viene completamente ricostruito con la spesa di lire 3.800.000, come annotato nella relazione sulla chiesa del 22 maggio 1960 redatta dal parroco don Giuseppe Ricci. Altri interventi promossi dal sacerdote riguardano la trasformazione in sacrestia della cappella dell’Assunta, non adibita al culto, e il risanamento della vecchia sacrestia utilizzata come sala di adunanze; nella testata orientale del transetto viene realizzato l’altare dell’Immacolata Concezione.

1971 - 1981 (restauro intero bene)

Dopo il terremoto del 6 febbraio 1971 vengono eseguiti lavori di restauro; successivamente la chiesa verrà officiata soltanto in occasione della festa dei Santi Martiri.

1983  (traslazione reliquie dei Santi Martiri carattere generale)

L’urna contenente le reliquie dei Santi Secondiano, Veriano e Marcelliano viene trasferita dalla chiesa di San Lorenzo alla cattedrale di San Giacomo e collocata nell’altare della cappella dei Santi Martiri; vi ha provveduto il primicerio della cattedrale don Domenico Zannetti.

1993  (problemi statici coperture)

Si verificano problemi statici alla lanterna e al tetto.

1997/08/08  (officiatura e cambio denominazione intero bene)

Completati gli interventi di consolidamento, l’8 agosto 1997 la chiesa viene officiata dal vescovo Andrea Cordero Lanza di Montezemolo. La parrocchia assume il nome di “parrocchia dei SS. Martiri Secondiano, Veriano e Marcelliano”.

2013  (restauro della cancellata cappella dei Santi Martiri)

L’associazione culturale Centro Studi L’Unicorno, con il patrocinio del FAI, promuove il restauro della cancellata quattrocentesca della cappella dei Santi Martiri.
Descrizione

La chiesa dei Santi Martiri si trova in piazza Franco Basile, al margine meridionale del centro storico di Tuscania, e si presenta isolata, ad eccezione del fianco destro che confina con un edificio privato; il fianco sinistro costeggia via Rivellino, mentre la parte posteriore è rivolta su largo delle Sette Cannelle. L’impianto, con asse disposto da nord a sud, è a quincunx a terminazione absidata, formato da quattro bracci, coperti da una volta a botte, da una crociera conclusa da una cupola emisferica, poggiante su pennacchi, con superiore lanterna a pianta circolare, e da quattro ambienti tra i bracci della crociera, di cui quello anteriore destro non di appartenenza alla chiesa. Il braccio meridionale, rialzato di un gradino, funge da presbiterio, dove, in prossimità dell’arcata d’ingresso, è posizionata la mensa isolata dell’altare maggiore; ai lati, l’ambiente ospita gli stalli lignei del coro, mentre sulla parete dello spazio semicircolare è collocata la pala d’altare. Al lato destro del presbiterio è presente l’ambiente della sacrestia, accessibile dal braccio orientale mediante una porta ricavata all’interno di un’arcata cieca, mentre al lato sinistro sorge un sacello a pianta rettangolare, concluso da un’abside non emergente, con ingresso opposto a quello della sacrestia e ugualmente ricavato all’interno di un’arcata cieca. Al lato sinistro del braccio anteriore è presente un ambiente accessorio, dal quale si accede al campanile. L’accesso alla chiesa è filtrato da una bussola lignea addossata alla controfacciata e sormontata da una cantoria. L’alzato interno, intonacato di bianco, è articolato da un ordine ionico su colonne lungo i lati dei bracci e su paraste nei piedritti della crociera, nelle pareti di testata dei bracci trasversali e nella parete dell’abside. Lo spazio della chiesa è illuminato anteriormente dalla finestra rettangolare della controfacciata, nella crociera da due finestre arcuate della lanterna e in ciascun braccio da una finestra semicircolare ricavata in una delle due lunette della rispettiva botte di copertura. La chiesa ha una facciata in stucco, ispirata alla soluzione di Valadier per San Pantaleo a Roma: un arco su ampi piedritti si staglia sul fondo; quest’ultimo suddiviso in due livelli da una cornice corrispondente a quella d’imposta dell’arco; mentre il tutto è coronato da un timpano triangolare. In asse si apre il portale d’ingresso architravato su colonne di ordine tuscanico e realizzato in peperino, mentre al di sopra della cornice dei piedritti è presente una finestra ad arco ribassato ricavata nella lunetta dell’arco. Il prospetto laterale sinistro è caratterizzato dai resti della facciata del primitivo impianto della chiesa, in muratura a vista costituita da blocchi tufacei, nonché dal paramento esterno anch’esso in muratura a vista, costituita da blocchi squadrati di tufo, della cappella annessa di più recente realizzazione e infine dalla presenza del campanile. L’antica facciata della chiesa, corrispondente all’interno alla testata del braccio sinistro della crociera, è suddivisa in due parti da una cornice e ha le aperture tamponate (portale sormontato da una lunetta e finestra circolare); superiormente è presente un’arcata cieca pertinente all’attuale impianto della chiesa, realizzato nel XVIII secolo. L’esterno della cappella annessa è ugualmente ripartito in due registri da una cornice aggettante con una coppia di finestre in ciascuno di essi. Il prospetto posteriore è in muratura a vista in blocchi e bozze di tufo ed è caratterizzata dalla presenza di buche pontaie. Il campanile a pianta quadrata, intonacato, si compone di due livelli; quello inferiore che s’innalza al di sopra del colmo del tetto della chiesa è privo di finestre, mentre quello superiore, relativo alla cella campanaria, presenta una monofora per lato. La struttura a torre è conclusa da una cupoletta.
Pianta
La chiesa presenta una pianta cruciforme costituita da quattro bracci uguali di forma rettangolare, da uno spazio centrale quadrato e da quattro ambienti angolari. Il braccio longitudinale posteriore, rialzato di un gradino, ha terminazione absidata e ospita, in prossimità dell’arcata d’ingresso, la mensa isolata dell’altare maggiore e, lateralmente, gli stalli lignei del coro. Gli ambienti angolari, di cui quello anteriore destro non è pertinente alla chiesa, sono destinati a sacrestia (vano posteriore destro), a cappella (vano posteriore sinistro) e a deposito (vano anteriore sinistro). Alla sacrestia vi si accede dal braccio trasversale mediante una porta, mentre al sacello da una cancellata posta in posizione simmetrica rispetto all’ingresso della sacrestia. Una porta posta sul lato sinistro del braccio anteriore immette nell’ambiente di servizio e al campanile.
Impianto strutturale
L’elevato della chiesa è composto da muratura continua e da archi a tutto sesto che formano l’innesto dei bracci dell’impianto. L’intero spazio è voltato con botti lunettate a copertura dei bracci, con cupola emisferica su pennacchi, racchiusa esternamente in un tiburio a pianta circolare e sormontata da lanterna, nella crociera e con catino absidale nella terminazione semicircolare del presbiterio. La parete della facciata s’innalza al di sopra della linea di colmo del tetto. La struttura è costituita da blocchi e bozze di tufo, il cui paramento murario esterno è visibile nel prospetto posteriore e nella parte superiore della parete di testata del braccio trasversale destro. La cappella annessa alla chiesa, di più recente realizzazione, presenta all’esterno un’apparecchiatura muraria costituita da blocchi squadrati di tufo.
Coperture
Al di sopra delle strutture voltate, i quattro bracci dell’organismo sono coperti da tetti a due falde e l’abside da un tetto a padiglione; il tiburio cilindrico, la cui struttura è superiormente rastremata, ha un tetto conico a due livelli. La lanterna è conclusa da una cupoletta rivestita in lastre di piombo. Gli ambienti tra i bracci della crociera hanno copertura piana, ad eccezione di quello adibito a sacrestia che è coperto da un tetto inclinato a due spioventi. Il rivestimento dei tetti è in coppi ed embrici di laterizio.
Pavimenti e pavimentazioni
La pavimentazione interna è formata da piastrelle quadrate in cotto disposte a 45° entro settori delimitati da ampie fasce in lastre di peperino. La soglia del gradino del presbiterio è anch’essa in lastre di peperino.
Elementi decorativi
Le pareti interne si presentano interamente tinteggiate di bianco senza distinzione tra le membrature architettoniche e le superfici di fondo. La pala d’altare è collocata all’interno di una cornice ornata superiormente da elementi in stucco in rilievo e a tutto tondo. Gli altari di testata dei bracci trasversali sono decorati da marmi policromi e da elementi a tutto tondo impreziositi da dorature.
Adeguamento liturgico

presbiterio - aggiunta arredo (1971-1981)
La chiesa è stata adeguata alle prescrizioni liturgiche del Concilio Vaticano II durante i lavori di restauro successivi all’evento sismico del 1971. Nel presbiterio è stata collocata una mensa isolata in legno.
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