chiese italiane censimento chiese edifici di culto edifici sacri beni immobili patrimonio ecclesiastico beni culturali ecclesiastici beni culturali della Chiesa cattolica edilizia di culto restauro adeguamento liturgico Ischia di Castro Viterbo chiesa sussidiaria Madonna del Giglio Parrocchia di Sant' Ermete Martire Pianta; Impianto strutturale; Coperture; Pavimenti e pavimentazioni; Elementi decorativi presbiterio - aggiunta arredo (1966-1970) XIV - XV(realizzazione dipinto murale intero bene); 1478 - 1478(prima menzione documentata intero bene); 1480 - 1489(elementi decorativi intero bene); 1630 - 1630(citazione intero bene); 1825 - 1825(affiliazione intero bene); 1930 - 1930(restauro affresco intero bene); XXI - XXI(restauro intero bene)
Chiesa della Madonna del Giglio
Tipologia e qualificazione
chiesa sussidiaria
Denominazione
Chiesa della Madonna del Giglio <Ischia di Castro>
Ambito culturale (ruolo)
maestranze viterbesi (costruzione chiesa)
maestranze viterbesi (restauro chiesa)
Notizie Storiche
XIV - XV (realizzazione dipinto murale intero bene)
Tra il XIV e il XV secolo viene dipinta l’immagine della “Madonna lactans” portata in gloria dagli angeli che decora la parete di fondo di un sacello coperto da una volta ogivale. Secondo la tradizione, il piccolo edificio dedicato alla Madonna del Giglio viene realizzato nel luogo dell’apparizione della Vergine che allatta il Bambino ad un giovane pastore alla ricerca di alcuni agnelli smarriti.
1478 (prima menzione documentata intero bene)
La prima testimonianza documentata della cappella mariana è la visita pastorale del vescovo di Castro svoltasi nel 1478.
1480 - 1489 (elementi decorativi intero bene)
Nel nono decennio del XV secolo all’interno del sacello viene realizzato il dipinto murale raffigurante Cristo in Pietà, alla cui base sono ancora leggibili le prime tre cifre della data di realizzazione (148-). Si ritiene che in questo decennio o in un’epoca poco successiva Antonio del Massaro da Viterbo, detto il Pastura, abbia eseguito l’affresco della Crocifissione con la Vergine, la Maddalena e i Santi Giovanni e Francesco nella lunetta di fondo della struttura architettonica che ha inglobato la primitiva cappella.
1630 (citazione intero bene)
La chiesa viene citata espressamente da Benedetto Zucchi nella sua relazione sul ducato di Castro.
1825 (affiliazione intero bene)
Il santuario della Madonna del Giglio viene affiliato alla basilica romana di Santa Maria Maggiore.
1930 (restauro affresco intero bene)
Si esegue la pulitura dell’affresco della Crocifissione imbrattato da schizzi di calce.
XXI (restauro intero bene)
All’inizio del XXI secolo, la chiesa viene restaurata e l’area antistante e la strada che dal paese vi conduce vengono riparate e sistemate dopo lo straripamento del fosso Cellerano.
Descrizione
Il santuario si trova immerso nella campagna e il suo accesso è possibile tramite una biforcazione di via Guglielmo Marconi in direzione nord.
Precede l’edificio uno spiazzo pavimentato in blocchetti di selce, che compongono motivi decorativi.
L’impianto, il cui asse va da sud-ovest a nord-est, è costituito da un’aula rettangolare, più larga che profonda, e da un coro quadrato. L’aula è aperta verso l’esterno per mezzo di un grande arco a sesto acuto, e ripartita internamente da un altro arco trasversale a sesto acuto; mentre il coro è introdotto da un arco a tutto sesto. Un tetto a due falde con orditura a vista copre l’aula, sostenuto dal muro di facciata, dall’arco trasversale mediano e dalla parete di fondo, su cui si apre il coro.
L’entrata in chiesa è protetta da una cancellata in ferro.
Il coro è coperto da una volta a crociera costolonata. Al centro del vano è collocato un altare a mensa isolata; mentre il fondo è occupato da un volume basso in cui è ricavata una nicchia ogivale internamente affrescata; così come è affrescata la parete arretrata superiore. L’illuminazione naturale del luogo di culto è garantita dal grande arco aperto nel prospetto.
L’interno del santuario si presenta intonacato, salvo la parete in cui si apre il coro e l’interno di questo, per una porzione in basso di circa due metri, che si mostrano in muratura di blocchi tufacei. Con conci a vista appare anche la ghiera dell’arco trasversale, e ugualmente con muratura a vista si presenta l’edificio all’esterno.
Pianta
La pianta è di forma rettangolare, con profondità minore rispetto alla larghezza e un coro quadrato. Sul fondo di quest’ultimo e per tutta la sua larghezza è addossato un volume, al centro del quale è ricavata una nicchia rettangolare. In posizione avanzata rispetto a quest’ultima si trova l’altare a mensa isolata.
Impianto strutturale
La struttura è in muratura continua di blocchi e bozze di tufo ben ammorsata agli angoli. Le tre pareti trasversali dell’aula, aperte da archi, sostengono la copertura a doppia falda con doppia orditura lignea e mattoni. La copertura a crociera del coro, costolonata, scarica invece il suo peso sui quattro angoli.
Coperture
L’aula è coperta da un tetto a doppia falda, mentre il presbiterio ha un tetto a padiglione.
Pavimenti e pavimentazioni
Il pavimento è rivestito in mattoni di terracotta di varie forme, posate in opera a mosaico.
Elementi decorativi
La chiesa è decorata solamente in corrispondenza della parete di fondo. Qui sono presenti affreschi la cui datazione va dal XV sec. agli inizi del XVII. Il grande affresco che rappresenta la Crocifissione di Gesù è attribuito ad Antonio del Massaro.
Adeguamento liturgico
presbiterio - aggiunta arredo (1966-1970)
La chiesa è adeguata liturgicamente con altare a mensa isolato in pietra rivolto verso l’assemblea e ambone mobile in metallo.