Chiesa dei Santi Filippo e Giacomo <Castiglione in Teverina>
Altre denominazioni
SS. Filippo e Giacomo
Autore (ruolo)
Scalza, Ippolito (costruzione chiesa)
Sforzini, Francesco (consolidamento chiesa)
Tarchi, Ugo (restauro chiesa)
Ambito culturale (ruolo)
maestranze viterbesi (costruzione chiesa)
maestranze viterbesi (consolidamento chiesa)
maestranze viterbesi (restauro chiesa)
Notizie Storiche
1566 (proposta di realizzazione intero bene)
Durante la visita pastorale avvenuta il martedì di Pasqua del 1566, il vescovo Gallesio Régard suggerisce alla comunità di Castiglione di edificare una nuova chiesa parrocchiale nella contrada “il Prato”; ciò perché il prelato si rende conto che la chiesa di San Giovanni Battista non è più sufficiente a contenere tutti i fedeli durante le celebrazioni liturgiche. La popolazione dichiara che vi provvederà quanto prima, pur trovandosi in ristrettezze economiche.
1568 (rinuncia alla costruzione intero bene)
I lavori di realizzazione della chiesa non sono cominciati e il vescovo Régard invia al Consiglio comunale una lettera di sollecito. I priori s’impegnano ad avviare al più presto le pratiche relative all’apertura del cantiere; tuttavia l’intenzione non verrà attuata per la rinuncia al vescovato da parte del prelato avvenuta nel corso dello stesso anno.
1582 (committenza e progettazione intero bene)
Nel 1582 gli abitanti di Castiglione decidono di costruire la nuova chiesa parrocchiale e invitano l’architetto orvietano Ippolito Scalza a redigere il progetto e il computo metrico. Il cardinale Alessandro Farnese s’interessa presso il fratello, il duca Ottavio, per ottenere l’area su cui edificare la chiesa e un contributo economico.
1582/12/09 - 1582/12/11 (decreto di fondazione intero bene)
Il 9 dicembre 1582 la comunità di Castiglione invia al vescovo Tommaso Sperandio la richiesta per l’edificazione della chiesa nel terreno donato dal duca Ottavio Farnese. Il prelato accoglie l’istanza e rilascia il decreto di fondazione con la clausola della controfirma del clero locale; quest’ultimo lo sottoscrive l’11 dicembre. Subito dopo vengono nominati i soprintendenti alla fabbrica.
1583/06/01 (posa della prima pietra intero bene)
Completate parzialmente le fondazioni, il vescovo Sperandio presenzia alla cerimonia della posa della prima pietra e dedica la chiesa all’apostolo Giacomo.
1590 - 1599 (modifica strutturale intero bene)
Alla fine del XVI secolo si verificano problemi strutturali alla fabbrica a seguito di un cedimento del terreno ed è necessario apportare modifiche al progetto. La confraternita del Santissimo Sacramento propone di sostenere le eccedenti spese della variante progettuale, a condizione che le venga concesso il vano sottostante la tribuna per adibirlo a oratorio. Terminati i fondi messi a disposizione, i lavori di muratura vengono appaltati saltuariamente a cottimo a diversi capomastri con le limitate risorse promesse dalla comunità laica.
1603/04/02 (visita pastorale intero bene)
Il vescovo Carlo Trotti nomina i nuovi soprintendenti della fabbrica e li intima a proseguire la costruzione della chiesa.
1605/07/02 (visita pastorale intero bene)
Il vescovo Trotti ordina che la chiesa venga dotata quanto prima di copertura e rifinita all’interno per potervi celebrare le funzioni liturgiche.
1616/06/04 (visita pastorale intero bene)
Constatato che la chiesa è quasi completata, il vescovo Pietro Ruina ordina di traslarvi gli arredi liturgici e il fonte battesimale della chiesa di San Giovanni Battista ed emana il decreto per la celebrazione delle Messe. La chiesa viene dotata di un campanile a vela posto sopra il muro destro del presbiterio e fornito di una campana.
1618 (committenza altare del Santissimo Crocifisso)
La confraternita della Misericordia chiede la concessione di un ambiente della chiesa per potervi svolgere le proprie attività, impegnandosi a finanziare la costruzione di un altare.
1622/06/01 (visita pastorale intero bene)
La chiesa è regolarmente officiata nell’altare maggiore dedicato a San Giacomo.
1630 (consacrazione intero bene)
Al termine dei lavori di costruzione, la chiesa viene consacrata ai Santi Apostoli Filippo e Giacomo come indicato nell’iscrizione incisa nel fregio del portale principale.
1632 (completamento altare del Santissimo Crocifisso)
Viene ultimato l’altare dedicato al Santissimo Crocifisso.
1633 (aggiunta arredo presbiterio)
Nel presbiterio viene aggiunto un coro ligneo di otto stalli e viene costruita la balaustra di legno.
1638 (rifacimento altare maggiore)
Viene realizzato il nuovo tabernacolo dell’altare maggiore in sostituzione di quello ivi trasferito nel 1616 dalla vecchia chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista.
1638 (ampliamento campanile)
Il campanile a vela viene ampliato per il posizionamento di una seconda campana commissionata dalla confraternita della Misericordia.
1639 (completamento copertura)
Il tetto della chiesa viene ultimato e alla confraternita della Misericordia viene concesso l’ambiente posto al di sopra della sagrestia.
La collegiata viene gravemente danneggiata dal terremoto e l’architetto Francesco Sforzini viene incaricato di redigere la perizia dei danni e di predisporre il progetto di consolidamento; il tecnico prevede di rinforzare le volte delle navate laterali con catene metalliche e di demolire e ricostruire la volta della navata centrale.
Nelle navatelle viene eseguita la messa in opera di catene metalliche.
1703/03/04 (variante al progetto di consolidamento intero bene)
L’adunanza comunale approva una variante al progetto di consolidamento su suggerimento delle maestranze locali; esse propongono di rinforzare con catene metalliche anche la volta della navata principale e di realizzare degli speroni sui fianchi delle navatelle.
1706/04/18 (riapertura intero bene)
Terminati i lavori di consolidamento, la chiesa è riaperta al culto con solenne cerimonia da parte del vescovo Onofrio Elisei.
1715 (rifacimento altare maggiore)
L’altare maggiore della chiesa viene rinnovato.
1759 (consolidamento navata centrale)
La volta della navata principale viene rinforzata con la messa in opera di tre catene metalliche per riparare i danni causati dal terremoto del 14 giugno 1759.
1797/05/29 (committenza campanile)
In occasione della visita pastorale del vescovo Martino Cardella, si decide di realizzare sul lato destro della chiesa, accanto alla facciata, un campanile a torre.
1800 - 1811 (costruzione campanile)
Nel 1800 viene cominciata la costruzione del campanile e ben presto i lavori vengono sospesi per mancanza di fondi; essi vengono ripresi nel 1809 per ordine del vescovo e la struttura viene completata nel 1811.
1825 (elementi decorativi presbiterio)
L’artista svizzero Giovanni Bettoli realizza la vetrata policroma per la finestra semicircolare del presbiterio e il pittore viterbese Pietro Papini la nuova pala dell’altare maggiore.
1836 (restauro campanile)
Il Comune provvede alla riparazione dei danni provocati al campanile da un fulmine nel 1827.
1846 (rifacimento copertura)
Per iniziativa dell’amministrazione comunale, viene rifatta la travatura del tetto della chiesa e in facciata viene ricostruita la finestra.
1948 - 1953 (restauro intero bene)
Per volontà dell’arciprete Vincenzo Cavicchia e della comunità castiglionese tra il 1948 e il 1953 la chiesa viene restaurata sotto la direzione tecnica dell’architetto Ugo Tarchi. In tale occasione vengono realizzati un nuovo pavimento alla veneziana e la zoccolatura in travertino dei pilastri; gli altari dedicati al Santissimo Crocifisso, al Sacro Cuore di Gesù, al Santissimo Rosario e all’Assunta vengono risistemati e i pittori acquesani Alfredo e Marcello Consoli decorano le volte della navata centrale e del presbiterio.
1979 - 1981 (restauro campanile)
La Direzione delle opere pubbliche della Regione Lazio restaura il campanile danneggiato da un fulmine.
1990 (restauro facciata)
La facciata della chiesa viene restaurata.
1994 (consolidamento navate)
Le fondazioni dei pilastri delle navate vengono rinforzati con cordoli in cemento armato e per contrastare il problema dell’umidità si realizzano un’intercapedine e un impianto di riscaldamento del tipo radiante a pavimento. Gli interventi vengono commissionati dal sacerdote Camillo Gentili, come ricordato da una targa posta all’interno della chiesa.
1995 (restauro altare maggiore)
Vengono restaurate le dorature dell’altare maggiore.
1996 - 1999 (ristrutturazione presbiterio e ambienti annessi)
Viene ricostruito il tetto a padiglione del presbiterio e dei vani laterali, mentre l’ambiente sottostante viene ristrutturato per essere adibito a sala parrocchiale.
2000 (restauro intero bene)
L’altare dedicato al Santissimo Crocifisso viene restaurato a cura del Comitato Festeggiamenti SS. Crocifisso dell’anno 2000, mentre quello della Madonna del Rosario viene risistemato a spese dei fedeli in occasione del cinquantesimo anno di sacerdozio del parroco della chiesa Camillo Gentili. La parete di fondo del presbiterio e la pala dell’altare maggiore vengono risanati dalle infiltrazioni di umidità.
2011 (ricostruzione copertura)
A cura dell’architetto Alessandra Rocchi viene ricostruito il manto di copertura della chiesa e rinnovato il sistema di raccolta delle acque piovane.
Descrizione
La chiesa dei Santi Filippo e Giacomo sorge in piazza Maggiore, nel nucleo storico dell’abitato, e si presenta isolata, con l’eccezione della parte anteriore del fianco sinistro. L’impianto, disposto con asse est-ovest, è a tre navate con coro rettangolare rivolto ad est. La sacrestia a sinistra e un ambiente annesso a destra, non emergenti rispetto al perimetro rettangolare dell’organismo religioso, fiancheggiano il coro; le rispettive scale interne permettono di raggiungere gli ambienti superiori. Mediante la scala del vano annesso a destra si accede alla sala parrocchiale sottostante; questa ha ingresso autonomo dal vicolo retrostante alla chiesa, posto ad una quota inferiore rispetto alla piazza. Un campanile a pianta quadrata è collocato a destra della facciata.
Le navate sono divise da quattro arcate a tutto sesto su pilastri, inquadrate, nella navata centrale, da un ordine architettonico a paraste con capitelli tuscanici. Al di sopra della trabeazione si erge un breve ordine attico su cui s’imposta una volta a botte lunettata e scandita trasversalmente da archi, in corrispondenza dei quali vi sono catene metalliche di rinforzo. L’accesso centrale, dotato di bussola, è fiancheggiato da due ingressi minori, corrispondenti alle navatelle.
Il presbiterio, rialzato di un gradino, comunica con la navata attraverso un arco a tutto sesto. Al centro del vano, su una piattaforma lievemente rialzata, è disposto l’altare maggiore, con mensa isolata. La pala d’altare, ornata da una semplice modanatura, è posta sulla parete di fondo. L’ambiente è coperto da una volta a botte lunettata, con testata a padiglione.
Lo spazio della chiesa è illuminato nella navata centrale da finestre quadrate ricavate nelle lunette e da un finestrone rettangolare nella controfacciata, mentre nel presbiterio da una finestra semicircolare nella lunetta di testata, oltre che da due balconate disposte simmetricamente sulle pareti laterali.
Le navate minori sono articolate in campate rettangolari coperte da volte a crociera. Lungo la navata meridionale si distribuiscono il fonte battesimale, l’altare del Santissimo Rosario, un confessionale ligneo e l’altare del Sacro Cuore di Gesù; tra la terza e la quarta campata è posizionato un organo a canne. Lungo la navata settentrionale sono collocati un armadio contenente sacre reliquie entro una nicchia curva, l’altare dedicato all’Assunta, un confessionale di legno e l’altare del Santissimo Crocifisso.
La facciata della chiesa è del tipo a edicola, a due ordini sovrapposti su paraste, raccordati da rampanti curvilinei e conclusa da un timpano triangolare. Un’intelaiatura tuscanica tripartisce il livello inferiore, nel quale si aprono i tre accessi; la parte superiore presenta anch’essa un ordine tuscanico ed è caratterizzata dal solo finestrone ornato da un’incorniciatura con volute. Sia la trabeazione inferiore sia quella superiore si presentano contratte.
Il portale centrale è ornato da un timpano triangolare spezzato; gli accessi laterali sono riquadrati invece da una cornice semplificata. I rampanti curvilinei di raccordo fra il primo e il secondo ordine sono chiusi ai lati da bassi pilastrini. Al di sopra del timpano s’innalza al centro una croce metallica.
Tutti i partiti architettonici della facciata sono intonacati con tonalità di colore differenziata rispetto ai fondi, anch’essi rifiniti ad intonaco; mentre le incorniciature delle aperture sono in travertino.
Il campanile, addossato al fianco meridionale, è a pianta quadrata, scandito in tre ordini: il primo con riquadratura a fasce e cornice superiore; il secondo con ordine semplificato e timpano curvo; il terzo, relativo alla cella campanaria, con finestre arcuate al centro dei quattro lati, intelaiatura di paraste composite ribattute e superiore timpano triangolare. La torre si conclude con un dado murario con oculi, sormontato da un piccolo basamento da cui spicca il sostegno metallico di una singola campana superiore.
Pianta
L’organismo si compone di tre navate lunghe m 22.80 e divise da arcate su pilastri; quella centrale, di ampiezza all’incirca il doppio delle navatelle, comunica con il vano rettangolare del presbiterio a fondo piano, profondo m 7.50, al centro del quale è collocato l’altare maggiore. Lungo il perimetro esterno delle navate laterali sono collocati due altari per parte (in origine erano quattro per lato).
Dal coro si accede alla sacrestia mediante una porta collocata sulla parete laterale sinistra; parimenti vi si accede dalla navatella tramite un vano collocato nella parete di testata. Due porte consentono di entrare nell’ambiente speculare alla sacrestia, rispettivamente dal presbiterio e dalla navata destra. All’inizio di quest’ultima è posizionato, accanto al fonte battesimale, l’ingresso al campanile.
Coperture
Al di sopra della volta a botte lunettata a copertura della navata centrale, è presente un tetto a due falde sorretto da capriate appoggiate sulla muratura (le testate lignee delle catene sono visibili dall’esterno); piccole aperture rettangolari sulla sommità dei muri consentono di aerare il sottotetto. Sulle volte delle navatelle il tetto è ad unico spiovente, sostenuto da puntoni incassati nella muratura della navata maggiore e poggianti sul muro perimetrale esterno. L’area presbiteriale, la sacrestia e l’ambiente a questa speculare sono coperti da un tetto a padiglione. Il manto di copertura è in coppi di laterizio.
Pavimenti e pavimentazioni
Le navate hanno pavimentazione costituita da quadroni in gres porcellanato e disposta a 45° rispetto all’asse longitudinale della chiesa con fasce a scacchiera in corrispondenza delle strutture portanti verticali di larghezza pari a quella dei pilastri. L’area presbiteriale presenta una pavimentazione in cemento e graniglia di marmo.
Impianto strutturale
L’edificio presenta un impianto strutturale costituito da murature continue, pilastri e archi, a sostegno del sistema spingente delle coperture voltate e del tetto. Le strutture portanti verticali sono in muratura mista irregolare costituita da pietrame locale con puntuali elementi in tufo e in laterizio legati con malta di calce. I paramenti murari interni, la facciata e la struttura del campanile sono rifiniti ad intonaco tinteggiato, mentre i paramenti murari esterni delle navatelle, della navata centrale e dell’area presbiteriale presentano tracce di intonaco e sono parzialmente a vista. La piattabanda delle finestre della navata centrale è in mattoni.
Le forze spingenti della volta a botte della navata principale sono contrastate da catene metalliche trasversali, mentre quelle delle volte a crociera delle navate minori da contrafforti esterni a scarpa. La parete della facciata si eleva oltre la linea di falda; l’ammorsamento con i muri longitudinali della navata è rafforzato dall’inserimento di catene metalliche.
Elementi decorativi
Le coperture voltate della navata centrale e del coro, l’arco trionfale e le arcate di comunicazione tra le navate presentano decorazioni pittoriche, realizzate tra il 1948 e il 1953 dai pittori Alfredo e Marcello Consoli.
L’altare maggiore è in legno dorato e risale al 1715; la pala d’altare raffigurante la Madonna della Neve e i Santi titolari della chiesa è opera del pittore viterbese Pietro Papini, eseguita nel 1825.
Gli altari minori con frontespizi, caratterizzati da colonne e timpani curvilinei spezzati, presentano elementi decorativi in rilievo o a tutto tondo eseguiti in stucco e impreziositi da dorature. Gli altari sono ornati da rilievi o statue in gesso o da quadri ad olio; le tavole dipinte sono datate tra il XV secolo, come quella dell’altare dedicato all’Assunta attribuita all’anonimo Maestro di Castiglione in Teverina, e il XVII secolo.
Nel fregio del portale principale è incisa l’iscrizione: SS. IACOB. ET PHILIP. DIC. A.D. MDCXXX.
Adeguamento liturgico
altare - aggiunta arredo (1981-1982)
L’intervento per adeguare il presbiterio alle disposizioni conciliari è stato condotto mediante il taglio della mensa e del paliotto dell’altare maggiore settecentesco, realizzato in legno dorato, e la loro traslazione in avanti sulla piattaforma rialzata posta al centro del vano.