Mastro Angelo da Montefiascone realizza il fonte battesimale posto nella chiesa dei Santi Giovanni e Andrea Apostoli.
1550 - 1600 (elementi decorativi presbiterio)
La chiesa si dota di un dipinto ad olio su tavola rappresentante la "Natività" di autore ignoto ma attribuibile alla scuola del Perugino.
1550 - 1600 (elementi decorativi presbiterio)
La chiesa si dota di un dipinto ad olio su tavola rappresentante la "Madonna e i Santi", opera del pittore viterbese Monaldo Trofi.
1649 (cambio di giurisdizione a Canino carattere generale)
Con la distruzione di Castro e la conseguente sconfitta dei Farnese – possessori del Ducato – Canino e gli altri castelli che costituivano tale dominio passano sotto il diretto controllo della Chiesa e Papa Innocenzo X Pamphilj (1644-1655) trasferisce la sede vescovile ad Acquapendente.
1724 - 1728 (donazione cappella di San Clemente)
Papa Benedetto XIII Orsini (1724-30) dona alla chiesa l'urna in legno dorato contenente le Sacre reliquie del martire San Clemente – compatrono di Canino – per intercessione del vescovo di Acquapendente Egidio Recchi (1711-28).
1743 (visita apostolica intero bene)
Canino viene visitata da mons. Alessandro Salendi.
1771 (visita apostolica intero bene)
Canino è nuovamente soggetta a Visita Apostolica.
1780 (sistemazione mura adiacenti la chiesa intorno)
Le mura situate tra la Collegiata e la fascia che separa la Piazza Lunga (oggi via Roma) da quella della Rocca sono ridotte in pessimo stato e minacciano di crollare; per tale motivo si richiede l’autorizzazione a ristrutturare tutto il tratto fino alla gradinata della Chiesa.
1783 - 1788 (progetto di ricostruzione e affidamento lavori intero bene)
Si stabilisce la sostituzione della chiesa più antica con quella attuale, mantenendo però il medesimo titolo.
Il progetto porta la firma dell’architetto Pietro Camporese (1726-81).
1788/5/14 (posa prima pietra intero bene)
Si pone la prima pietra della nuova chiesa collegiata di Canino.
1788 - 1793 (ricostruzione intero bene)
Si procede alla costruzione della nuova chiesa collegiata.
1790 - 1800 (costruzione coro)
Si realizza il coro di legno di noce composti da quattordici stalli.
1791 (elementi decorativi presbiterio)
Il pittore viterbese Domenico Cervi realizza un olio su tela raffigurante i Santi Giovanni e Andrea, nonché un altro rappresentante la visione profetica di San Giovanni.
1791 (elementi decorativi cappella di San Clemente)
Il pittore Marcello Leopardi realizza per la collegiata un olio su tela raffigurante la "Vergine assunta in cielo".
1791 (elementi decorativi navata destra)
Il pittore viterbese Pietro Papini realizza per la collegiata un olio su tela raffigurante la "Vergine assunta in cielo".
1793 (inaugurazione intero bene)
La nuova chiesa collegiata viene inaugurata e, con l'occasione, si appone una iscrizione in marmo celebrativa dell'evento.
1797 (elementi decorativi navata destra)
La famiglia Paoletti dona alla nuova chiesa collegiata un dipinto ad olio su tela raffigurante la "Madonna delle Grazie".
1804 (consacrazione intero bene)
La nuova chiesa collegiata viene consacrata dal vescovo di Acquapendente Mons. Florido Pierleoni.
1806 - 1807 (opere di scultura cappella Bonaparte)
Luciano Bonaparte (1775-1840) fa erigere tre monumenti funebri in memoria della prima moglie (Christine Boyer), del padre (Carlo Bonaparte) e del figlio morto pochi mesi dopo la nascita (Giuseppe Luciano). Le tre sculture sono poste nella cappella Bonaparte, allora denominata della Madonna del Buon Consiglio.
1808/02/28 (vendita dei beni camerali di Canino carattere generale)
Con atto rogato dal notaio camerale Nicola Nardi, assente il senatore Luciano Bonaparte, furono venduti a quest’ultimo i beni camerali di Canino per una cifra di 100.000 scudi. Tali beni consistevano in circa 8.000 ettari di terreni, diversi fabbricati e il forno fusorio.
1808/08/15 (visita di Luciano Bonaparte carattere generale)
Luciano Bonaparte visita Canino.
1809 (elementi decorativi ingresso)
Luciano Bonaparte dona alla chiesa collegiata due tondi lignei ad olio su tela di provenienza toscana rappresentanti le figure ieratiche dei profeti Isaia e Michea.
1809 (elementi decorativi intero bene)
Luciano Bonaparte dona alla chiesa collegiata un dipinto della "Madonna con Bambino e Santi" proveniente dalla Cappella Medici di Firenze.
Papa Pio VII Chiaramonti (1800-23) nomina Luciano Bonaparte "principe di Canino".
1816 (costruzioni altari accessori intero bene)
Nella chiesa collegiata vengono eretti l’altare del SS. Crocefisso, situato vicino la Sacrestia, e l’altare della Madonna delle Grazie.
1818 (costruzione campanile)
Si eleva il nuovo campanile della chiesa collegiata nel luogo dove sorgeva la chiesa di San Carlo.
1840 (opere di scultura cappella Bonaparte)
Alexandrine de Bleschamp fa erigere un monumento funebre in memoria del marito Luciano Bonaparte. La scultura è eseguita da Luigi Pampaloni (1791-1847) e viene posta nella cappella Bonaparte, allora denominata della Madonna del Buon Consiglio.
1854 (modernizzazione cappella Bonaparte)
Alexandrine de Bleschamp (1778-1855) ottiene di poter trasformare in cappella gentilizia la cappella già dedicata alla Madonna del Buon Consiglio.
1855/07/26 (sepoltura cappella Bonaparte)
Morta Alexandrine de Bleschamp, il suo corpo viene tumulato nella cappella.
1886 (crollo campanile)
Il campanile crolla per problemi statici.
1889 (ricostruzione campanile)
Il campanile è ricostruito nel medesimo luogo in cui sorgeva.
2016 - 2019 (restauro intero bene)
A seguito del terremoto verificato nell’estate del 2016, la chiesa è attualmente oggetto di restauro.
Descrizione
La chiesa dei Santi Giovanni e Andrea Apostoli di Canino sorge nel cuore del borgo antico, più precisamente accanto all'attuale piazza Costantino De Andreis nei pressi della fontana dodecagonale farnesiana risalente al XVI secolo.
Orientata secondo l'asse geografico che va da nord-ovest a sud-est, la fabbrica si imposta su uno schema a croce latina con tre navate, transetto poco sporgente e coro a terminazione absidale.
Uno schiacciato atrio media fra l'interno e l'esterno e consente lo sviluppo di una cantoria sopra collocatavi, mentre ai lati delle navate – più basse e contraddistinte da una successione di volte a vela – prendono corpo le cappelle laterali (tre per lato): vani coperti a botte dalle ridotte dimensioni che, scanditi da un ordine tuscanico, inquadrano finestre termali nelle pareti di fondo sotto cui alloggiano diversi dei numerosi dipinti in possesso della parrocchia.
Paraste ioniche di maggiore dimensione connotano la navata centrale, il transetto e il coro, definendo così sia il ritmo delle membrature sia la gerarchia degli spazi. Sopra la trabeazione che cinge l'invaso decritto dall'ordinanza si appoggiano volte a botte riquadrate, dotate di unghiature finestrate, mentre la crociera è coperta da una calotta su pennacchi sferici, racchiusa esternamente in un tiburio quadrato dalla modesta altezza. Sulla parete sud-est del transetto si apre la cappella Bonaparte: un ambiente finestrato coperto da una volta a botte contraddistinto dai monumenti funebri di Luciano Bonaparte (1775-1840) – principe di Canino che qui volle erigere due cenotafi alla memoria del padre Carlo Maria Bonaparte (1746-85) e della prima moglie Christine Boyer (1771-1800) – dalla lapide commemorativa della seconda moglie Alexandrine de Bleschamp (1778-1855) e della memoria in marmo dedicata al figlioletto della coppia morto in tenera età, Giuseppe Luciano (1806-07). Al contrario, sul lato opposto (nord-est) si trova la sagrestia: un locale a soffitto piano intonacato dotato di due finestre da cui si entra negli uffici parrocchiali, in parte usati come magazzini, e si sale alla canonica soprastante per mezzo di una scala.
All'esterno, la facciata sporge su uno slargo contiguo alla piazza che ne permette l'osservazione integrale solo di scorcio. Si tratta un prospetto a due ordini concluso da un timpano triangolare. Il livello inferiore è tripartito da lesene tuscaniche binate; il livello superiore, di pressoché eguale altezza, s’innalza invece per il solo corpo centrale ed è scandito ugualmente da lesene binate – questa volta però ioniche – raccordandosi alla parte sottostante con settori ricurvi. L’ingresso principale è in asse e contrassegnato da un frontespizio semicircolare che diviene triangolare in corrispondenza degli altri due portali fiancheggianti quello centrale, mentre nel secondo ordine l’assialità è ribadita da una finestra rettangolare con timpano triangolare. Nel fregio della trabeazione campeggia la scritta "IN HONOREM SS. APLORUM IOANNIS ET ANDREAE UNIVERSITAS CANINI ANNO DNI MDCCXCIII". Conclude l'assetto esterno una serie di sculture lapidee riproducenti fiaccole, poste in alzato in continuità delle paraste, e il campanile isolato a quattro livelli sovrapposti e così articolato: un basamento lapideo; un settore pieno impreziosito da una lapide commemorativa; un settore parzialmente bucato per mezzo di una monofora e cadenzato da bugne agli angoli; un ultimo settore aperto su tutti i lati da monofore sottolineate da archi in pietra nonché da una cornice sporgente.
Inoltre, è da segnalare che sotto la chiesa è stata recentemente aperta una sede della Caritas utilizzando parte dei sotterranei creatisi per via dell'inclinazione del terreno sopra cui la fabbrica è stata costruita.
Pianta
L’impianto della chiesa è a croce latina con tre navate, cappelle laterali di ridotta profondità, transetto poco sporgente e coro absidato. In corrispondenza dell’angolo sud del transetto si apre un vano entro il quale è ospitata la cappella Bonaparte. In posizione diametralmente opposta – invece – si trova la sagrestia. Di qui, lungo la parete nord si collocano gli uffici parrocchiali e i magazzini. Altresì, al livello superiore si sviluppa la canonica.
Sotto la chiesa, si trovano dei sotterranei parzialmente utilizzati come sede della Caritas diocesana. Accanto alla facciata (angolo nord) si erge, di poco distaccato e in linea con la facciata, il campanile a pianta quadrata.
Impianto strutturale
Attualmente, la chiesa è inagibile e chiusa al pubblico perché in restauro a seguito dei danni subiti durante il terremoto dell’estate del 2016.
Strutturalmente, l’edificio si presenta impostato su un sistema di murature continue perimetrali a sacco, pilastri collegati longitudinalmente da archi a tutto sesto, a definire la navata, e setti trasversali che formano i vani delle cappelle laterali. L’aula è coperta con volta a botte in muratura e questa scarica il suo peso sui pilastri, a loro volta contraffortati dai setti trasversali relativi alle cappelle. Favorisce la stabilità dell’edificio la presenza a nord della casa parrocchiale e, a sud, la presenza di abitazioni private.
Coperture
La chiesa è coperta da tetti a doppia falda sulla navata centrale, i bracci del transetto e il coro, mentre in corrispondenza della crociera un tetto a quattro falde copre il tiburio quadrato. Tetti a falde uniche sono presenti invece sulle navate laterali e sulle relative cappelle, eccetto che sulla cappella Bonaparte coperta da un tetto a doppia falda. Infine, sagrestia e uffici parrocchiali presentano una copertura a più falde orientate secondo lo sviluppo degli ambienti sottostanti. L’insieme delle coperture è caratterizzato uniformemente da un manto in coppi.
Quanto all'interno, sia la navata centrale sia il coro e il transetto sono connotati da una volta a botte unghiata, mentre nella crociera prende forma una calotta su pennacchi sferici e le navate laterali sono coperte attraverso una successione di volte a vela che introducono alle cappelle laterali, concluse quest’ultime in alzato da botti orientate perpendicolarmente rispetto all'asse longitudinale della fabbrica.
Pavimenti e pavimentazioni
La chiesa è pavimentata interamente in marmo, così come la sagrestia. Invece, negli uffici parrocchiali la pavimentazione è a graniglia, mentre nelle sale della Caritas diocesana è in quadrati di cotto.
Elementi decorativi
La chiesa possiede alcuni elementi di pregio fra cui: due tondi lignei raffiguranti ad olio su tela i profeti Isaia e Michea (nella controfacciata); un fonte battesimale in travertino, opera di Angelo da Montefiascone risalente al 1474 (nella navata sinistra); un crocifisso ligneo scolpito e dipinto di autore ignoto (nella navata sinistra); quattro confessionali lignei risalenti al 1794 (nelle navate laterali); un coro in legno di noce databile al 1796 (nel presbiterio); una formella in pietra calcare raffigurante la "Madonna con Gesù Bambino in trono" databile al XVI secolo (nel transetto destro); un reliquiario a sarcofago con il corpo di San Clemente in legno dorato e risalente ai primi anni de XIX secolo (transetto destro); un sarcofago di marmo del 1675 (nella sacrestia); due reliquiari a statuetta raffiguranti San Giovanni Evangelista e Sant'Andrea realizzati attorno al 1600 (nel presbiterio) e cinque reliquiari a busto rappresentanti rispettivamente Santa Lucia, Santa Cecilia, papa Pio V, San Vito papa e San Valeriano (nel presbiterio).
Inoltre, sono presenti nella cappella Bonaparte alcune sculture di pregio in marmo bianco: un monumento sepolcrale dedicato a Carlo Bonaparte (1806, opera di M. Laboreur); un altro dedicato a Giuseppe Luciano Bonaparte (1807, opera di A. Canova); un altro dedicato a Luciano Bonaparte (1840, opera di L. Pampaloni) e – infine – un altro dedicato a Cristina Boyer (1806, opera di M. Laboreur).
Quanto invece a pitture, la chiesa può vantare: una "Madonna col Bambino e santi" di Mariotto Albertinelli (XVI secolo, navata sinistra); un "Ritratto di Pio VII" di J. B. Wicar (inizio XIX secolo, navata sinistra); "L'Eucarestia e i SS. Clemente e Rocco" di S. Conca (XVIII secolo, navata sinistra); "San Francesco di Paola" di autore ignoto (XVIII secolo, navata sinistra); una "Natività" di autore ignoto (XVI secolo, presbiterio); un quadro raffigurante i "Santi Giovanni e Andrea" di D. Corvi (1791, presbiterio); una "Madonna in trono con Gesù Bambino e Santi" di Francesco d'Antonio Zacchi (1484, presbiterio); una "Beata Vergine delle Grazie" di autore ignoto (XVII secolo, presbiterio); una "Assunzione della Vergine e Santi" di M. Leopardi (1791, transetto destro); una "Annunciazione" di autore ignoto (1590, navata destra); una "Madonna con Gesù e i SS. Antonio e Filippo Neri" di autore ignoto (1650, navata destra); una "Via crucis" formata da quattrodici pezzi di autore ignoto (XIX secolo, navate); un "Ritratto di Pio VI" di autore ignoto (fine XVIII secolo, navata sinistra) e una "Maria Santissima della Pietà" di autore ignoto (XIX secolo, navata sinistra).
Adeguamento liturgico
presbiterio - intervento strutturale (1970-1980)
Si è provveduto a posizionare al centro del presbiterio un nuovo altare autonomo.