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beni culturali della Chiesa cattolica
edilizia di culto
restauro
adeguamento liturgico
Acquapendente
Viterbo
basilica
concattedrale
Santo Sepolcro
Parrocchia di Santo Sepolcro
Pianta; Impianto strutturale; Coperture; Pavimenti e pavimentazioni; Elementi decorativi
presbiterio - aggiunta arredo (1970-1980)
951 - 968(fondazione intero bene); 1025 - 1025(esistenza intero bene); 1084/11/04 - 1084/11/04(esistenza intero bene); 1144/05/21 - 1144/05/21(amministrazione intero bene); 1149 - 1149(consacrazione intero bene); 1251 - 1251(acquisizione del titolo di basilica intero bene); 1317 - 1317(tumulazione nella basilica intero bene); 1326 - 1326(insediamento canonici di Gerusalemme intero bene); 1326/08/27 - 1326/08/27(amministrazione intero bene); 1402/02/14 - 1402/02/14(amministrazione intero bene); 1497 - 1497(amministrazione intero bene); 1536 - 1536(fusione campana intero bene); 1580 - 1580(visita papale intero bene); 1586 - 1586(ampliamento piazza della chiesa intorno); 1588 - 1588(sede parrocchiale intero bene); 1610 - 1610(fusione campana intero bene); 1642/10/09 - 1642/10/09(saccheggio carattere generale); 1644/09/13 - 1644/09/13(elevazione a sede vescovile intero bene); 1644/11 - 1644/11(trasporto arredi liturgici intero bene); 1652 - 1652(epigrafe commemorativa intero bene); 1652/02/16 - 1652/02/16(lavori e rinvenimento intero bene); 1652/09/15 - 1652/12/21(visita pastorale carattere generale); 1654/02/08 - 1654/02/08(consacrazione intero bene); 1656/02/04 - 1656/02/04(visita pastorale intero bene); 1658/02/08 - 1658/02/08(ampliamento altare privilegiato); 1662/01/18 - 1662/05/23(elementi decorativi intero bene); 1674/12/03 - 1674/12/03(trasporto reliquia intero bene); 1677/04/08 - 1677/04/08(vendita campane campanile); 1679/07/06 - 1679/07/24(visita pastorale intero bene); 1683 - 1688(rifacimento del pavimento intero bene); 1686/07/22 - 1686/07/22(costruzione coro); 1690/08/25 - 1690/08/25(visita pastorale intero bene); 1707/04 - 1707/04(inagibilità intero bene); 1721/01/23 - 1713/02/13(visita pastorale carattere generale); 1728/10/10 - 1728/11/29(visita pastorale carattere generale); 1732 - 1732(fuiìsione campana intero bene); 1732/10/20 - 1732/10/28(visita pastorale carattere generale); 1746 - 1746(lavori di ammodernamento intero bene); 1753/07/27 - 1753/07/27(stato avanzamento lavori intero bene); 1758/12/27 - 1758/12/27(pittura tribuna); 1763/12/28 - 1764/06/12(visita pastorale carattere generale); 1764/01/22 - 1764/01/22(richiesta di demolizione intorno); 1765/03 - 1765/03(fusione campana intero bene); 1765/11/09 - 1765/11/09(ristrutturazione intero bene); 1776/06 - 1776/06(visita intero bene); 1779 - 1779(ristrutturazione intero bene); 1789/03 - 1789/03(stato pericolante intero bene); 1789/10/29 - 1789/10/29(contratto di affidamento dei lavori di risarciment campanili); 1790/11/23 - 1790/11/23(permissione carattere generale); 1815/04/19 - 1815/04/19(perizia intero bene); 1815/06/05 - 1815/06/05(visita papale carattere generale); 1855 - 1855(lavori di miglioramento facciata e campanile); 1855 - 1866(costruzione cappelle laterali); 1860 - 1860(progetto per un nuovo accesso cripta); 1880 - 1880(restauro facciata); 1881 - 1881(trasporto e restauro altare intero bene); 1893/04/12 - 1893/04/12(trasporto e restauro bassorilievi intero bene); 1894/12/12 - 1894/12/12(elevazione a monumento nazionale cripta); 1944/06/08 - 1944/06/08(bombardamento intero bene); 1944/10 - 1944/10(saggi e controlli intero bene); 1946/03/20 - 1946/03/20(richiesta di permesso per restauri intero bene); 1946/06/28 - 1946/06/28(relazione per lo sgombero delle macerie intero bene); 1946/07/30 - 1946/07/30(progetto di restauro intero bene); 1946/09/02 - 1947/05/10(sgombero macerie intero bene); 1947/03/27 - 1947/03/27(progetto di restauro intero bene); 1947/05/28 - 1947/05/28(ispezione intero bene); 1947/09/09 - 1947/09/09(variante di progetto di restauro intero bene); 1947/12/29 - 1947/12/29(consegna incarico lavori di restauro intero bene); 1948/01/27 - 1948/01/27(inizio lavori di restauro intero bene); 1950/05/27 - 1950/05/27(consacrazione intero bene); 1950/06/04 - 1950/06/04(inaugurazione intero bene); 1966/05 - 1966/05(affissione epigrafi portico); 1980/08/31 - 1980/08/31(lavori di manutenzione portico); 1994/05/31 - 1994/05/31(progetto di musealizzazione del lapidario portico); 1996 - 1996(progetto di restauro e valorizzazione cripta); 2003 - 2003(realizzazione di un impianto di illuminazione cripta); 2013 - 2013(manutenzione straordinaria navata laterale)
Concattedrale del Santo Sepolcro
Tipologia e qualificazione basilica concattedrale
Denominazione Concattedrale del Santo Sepolcro <Acquapendente>
Altre denominazioni Chiesa di Santo Sepolcro
Autore (ruolo)
Fasolo, Vincenzo (ricostruzione postbellica chiesa)
Ambito culturale (ruolo)
maestranze viterbesi (costruzione chiesa)
maestranze viterbesi (ampliamento presbiterio)
maestranze viterbesi (ammodernamento chiesa)
maestranze viterbesi (restauro facciata)
maestranze viterbesi (costruzione cappelle laterali)
maestranze viterbesi (restauro facciata)
maestranze viterbesi (ricostruzione postbellica chiesa)
maestranze viterbesi (musealizzazione portico)
maestranze viterbesi (restauro cripta)
Notizie Storiche

951 - 968 (fondazione intero bene)

Matilde di Westfalia fonda probabilmente la chiesa.

1025  (esistenza intero bene)

Una Bolla emanata dall'antipapa Clemente III (1025/1029-1100) il 4 novembre 1084 cita l'abbazia del Santo Sepolcro ad Acquapendente.

1084/11/04  (esistenza intero bene)

Una Bolla emanata dall'antipapa Clemente III (1025/1029-1100), facendo riferimento a una questione sorta tra i chierici di San Marcello a Roma e l'abate del Santo Sepolcro di Acquapendente, certifica l'esistenza della chiesa e dell'abbazia aquesiana.

1144/05/21  (amministrazione intero bene)

Una Bolla emanata da papa Lucio II (1144-1145) diretta all'abate del Santo Sepolcro di Acquapendente rende noto che presso l'abbazia risiedono i benedettini.

1149  (consacrazione intero bene)

La chiesa viene consacrata da papa Eugenio III (1145-1153). Invece, il vescovo di Orvieto Ildebrando consacra l'altare della cripta.

1251  (acquisizione del titolo di basilica intero bene)

La chiesa entra in possesso del titolo di basilica.

1317  (tumulazione nella basilica intero bene)

Il corpo di Sant'Ermete martire, patrono principale di Acquapendente, viene tumulato nell'altare dedicato ai Santi Innocenti e che, più tardi, sarà dedicato alla Madonna del Fiore.

1326  (insediamento canonici di Gerusalemme intero bene)

I canonici di Gerusalemme, profughi dalla Terra Santa, vengono invitati ad insediarsi nella chiesa del Santo Sepolcro di Acquapendente.

1326/08/27  (amministrazione intero bene)

Il Santo Sepolcro di Acquapendente viene dato in commenda al vescovo di Fermo.

1402/02/14  (amministrazione intero bene)

I canonici regolari agostiniani sono al governo della chiesa del Santo Sepolcro di Acquapendente.

1497  (amministrazione intero bene)

Il cardinale Giuliano Cesarini (1398-1444) risulta abate commendatario della basilica del Santo Sepolcro di Acquapendente.

1536  (fusione campana intero bene)

Si fonde la campana piccola, posta attualmente sul campanile settentrionale della facciata.

1580  (visita papale intero bene)

Un'iscrizione posta nella basilica ricorda come papa Gregorio XIII Boncompagni (1572-85) abbia celebrato il "Santo Sacrifizio" in una piccola cappella dedicata alla Passione di Cristo, posta nell'andito che scende alla cripta dalla navata sinistra della chiesa superiore; con l'occasione, il Pontefice dona alla chiesa dei sacri paramenti in cui figura il suo stemma.

1586  (ampliamento piazza della chiesa intorno)

Il vescovo di Castro – Celso Paci (1581-91) – fa ampliare e livellare la piazza antistante la chiesa, demolendo la scalinata di accesso al portale principale. Inoltre, lo stesso fa erigere una "colonnetta" di spoglio all'inizio della piazza, dove incominciano le case sulla strada Romana, presso il muro di recinzione dell'orto della chiesa.

1588  (sede parrocchiale intero bene)

La chiesa è una delle sedi parrocchiali di Acquapendente ed ha anche il titolo di priorato.

1610  (fusione campana intero bene)

La confraternita del Santissimo Sacramento fa fondere a sue spese – ad opera di Domenico Rosalbi di Chianciano – una campana, attualmente posta sul campanile meridionale della facciata.

1642/10/09  (saccheggio carattere generale)

La comunità di Acquapendente viene saccheggiata dalle truppe di Odoardo Farnese (1612-46).

1644/09/13  (elevazione a sede vescovile intero bene)

Innocenzo X Pamphilj (1644-55) – con la bolla “In supremo millantis Ecclesiae Throno” – trasferisce la sede episcopale dalla soppressa Castro ad Acquapendente, separando quest'ultima dalla diocesi di Orvieto, dichiarandola città. La chiesa del Santo Sepolcro è elevata a cattedrale.

1644/11  (trasporto arredi liturgici intero bene)

Il simulacro dell'Immacolata e vari arredi della demolita cattedrale di Castro vengono trasportati nella nuova cattedrale aquesiana.

1652  (epigrafe commemorativa intero bene)

Nella cattedrale viene posta una epigrafe in memoria dell'elevazione di Acquapendente a diocesi.

1652/02/16  (lavori e rinvenimento intero bene)

Si rinviene il corpo di Sant'Ermete martire, patrono principale di Acquapendente, nel disfacimento dell'altare dedicato ai Santi Innocenti e poi alla Madonna del Fiore, in seguito al riordinamento della cattedrale disposto dal vescovo Pompeo Mignucci (1650-54). Il corpo, dopo essere stato esposto alla pubblica venerazione e portato in processione per la città, viene collocato sotto l'altare maggiore della cattedrale insieme a quello di San Bernardo vescovo di Castro, trasportatovi dalla cattedrale castrense.

1652/09/15 - 1652/12/21 (visita pastorale carattere generale)

La città di Acquapendente è oggetto di visita.

1654/02/08  (consacrazione intero bene)

La cattedrale viene nuovamente consacrata da parte del vescovo Pompeo Mignucci.

1656/02/04  (visita pastorale intero bene)

Il vescovo Nicolò Leti (1655-74) visita la cattedrale.

1658/02/08  (ampliamento altare privilegiato)

Essendo stato ingrandito il presbiterio della cattedrale e spostato l'altare maggiore, il vescovo Nicolò Leti procede a riconsacrarlo, dedicandolo al Santo Sepolcro di Gesù Cristo; forse, in occasione di questi lavori vengono eliminati gran parte dei gradini di una riproduzione della Scala Santa, collocata all'interno della cappella della Passione di Cristo, posta nell'andito che collega la navata sinistra della chiesa alla cripta.

1662/01/18 - 1662/05/23 (elementi decorativi intero bene)

Il vescovo Nicolò Leti (1655-74) dona alla chiesa un busto in marmi policromi del patrono Sant’Ermete. L’opera, dallo stesso commissionata, giunge da Roma al principio dell’estate.

1674/12/03  (trasporto reliquia intero bene)

Si trasporta il corpo del beato Bernardo – vescovo di Castro – al nuovo altare maggiore della chiesa.

1677/04/08  (vendita campane campanile)

Il Capitolo della cattedrale approva, su proposta del vescovo Lodovico Magni (1774-80), la vendita di due campane (di cui una era già rotta) per far fronte all’elevata spesa per i risarcimenti del campanile.

1679/07/06 - 1679/07/24 (visita pastorale intero bene)

Il vescovo Lodovico Magni (1674-1680) visita la cattedrale e gli altri luoghi ecclesiastici di Acquapendente.

1683 - 1688 (rifacimento del pavimento intero bene)

Il vescovo Giambattista Febei sopraintende al rifacimento del pavimento in marmo della cattedrale e consacra l'altare maggiore a Sant'Ermete.

1686/07/22  (costruzione coro)

L'intagliatore Matteo Siler da Trento rilascia quietanza di pagamento di 166 scudi al vescovo Giambattista Febei (1683-88), ricevuti per la realizzazione di un nuovo coro ligneo con stalli dei canonici per la cattedrale, comprensiva della fattura del falegname Trifone Pace.

1690/08/25  (visita pastorale intero bene)

La chiesa è oggetto di visita da parte del vescovo Alessandro Fedeli (1690-96).

1707/04  (inagibilità intero bene)

La cattedrale è inagibile perché si sta lavorando alla riparazione del campanile che minaccia di crollare.

1721/01/23 - 1713/02/13 (visita pastorale carattere generale)

La comunità di Acquapendente è oggetto di visita pastorale da parte del vescovo Bernardino Egidio Recchi (1711-28).

1728/10/10 - 1728/11/29 (visita pastorale carattere generale)

La comunità di Acquapendente è oggetto di visita pastorale da parte del vescovo Ferdinando Agostino Bernabei (1728-29).

1732  (fuiìsione campana intero bene)

Il vescovo Simone Gritti (1729-43) commissiona a sue spese il rinnovamento della campana maggiore, attualmente nel campanile settentrionale della facciata della cattedrale. Il lavoro è commissionato a Pietro Paolo Spinelli da Poggio Mirteto.

1732/10/20 - 1732/10/28 (visita pastorale carattere generale)

Le chiese di Acquapendente sono oggetto di visita pastorale da parte del vescovo Simone Gritti.

1746  (lavori di ammodernamento intero bene)

Si operano alcuni rinnovamenti nella facciata e nel tetto della chiesa per volere di mons. Giacomo Filippo Consoli – amministratore apostolico di Acquapendente – a spese di papa Benedetto XIV Lambertini (1740-58) e con il sostegno delle rendite della Mensa vescovile. Il Pontefice deputa a sopraintendere alla fabbrica mons. Alessandro Belmonte, suo prelato domestico.

1753/07/27  (stato avanzamento lavori intero bene)

Il vescovo Bernardo Bernardi (1746-58) riceve dal cardinal Carlo Alberto Guidobono Cavalchini (1683-1774) un memoriale a firma di A. Belmonte su quanto è stato rappresentato a papa Benedetto XIV Lambertini circa i lavori della cattedrale, in modo che anche il prelato locale possa rilasciare il suo parere, inoltrandolo alla Congregazione del Buon Governo.

1758/12/27  (pittura tribuna)

Preso possesso della diocesi di Acquapendente, il vescovo Giovan Domenico Santucci (1758-63) ordina che venga dipinta la volta della tribuna della cattedrale.

1763/12/28 - 1764/06/12 (visita pastorale carattere generale)

La comunità di Acquapendente è oggetto di visita da parte del vescovo Clemente Maria Bardini (1763-90).

1764/01/22  (richiesta di demolizione intorno)

La comunità chiede alla Congregazione del Buon Governo di poter demolire, sino all'altezza delle mura urbane, una torre difensiva che minaccia di crollare sulla sacrestia della cattedrale, essendo scalzata nei fondamenti dalla corrente del torrente della Quintaluna.

1765/03  (fusione campana intero bene)

Viene commissionata dal vescovo Clemente Maria Bardini la rifusione di una campana rotta della cattedrale al campanaro orvietano Carlo Tognini, facendovi aggiungere il metallo delle campane dell'ospedale e della chiesa di Sant'Egidio.

1765/11/09  (ristrutturazione intero bene)

Si stipula un contratto di costruzione per la volta a "cameracanna" della cattedrale. L'incarico è affidato dal vescovo Clemente Maria Bardini al capomastro muratore Marco Volpini, attingendo gran parte del denaro dalle offerte ricevute per onorare l'incoronazione della statua della Madonna dell'Immacolata Concezione.

1776/06  (visita intero bene)

Il vicario generale Francesco Dolci visita la cattedrale.

1779  (ristrutturazione intero bene)

Il vescovo Clemente Maria Bardini e i canonici della cattedrale contribuiscono, con più centinaia di scudi, all'esecuzione dei lavori per ristrutturare, consolidare e rendere decorosa la chiesa del Santo Sepolcro.

1789/03  (stato pericolante intero bene)

Il vescovo Clemente Maria Bardini espone a Pio VI Braschi (1775-1799) come in cattedrale siano pericolanti le coperture della navata centrale e della sacrestia, oltre ad essere già crollata la volta della cappella della Madonna del Fiore, crollo che ha fatto strapiombare un suo muro perimetrale. Si chiede pertanto un contributo in denaro alla Reverenda Camera Apostolica e – insieme – la possibilità di poter tagliare venti alberi nelle macchie camerali dello Stato di Castro, per farne delle travi.

1789/10/29  (contratto di affidamento dei lavori di risarciment campanili)

Si affidano i lavori di risarcimento dell'episcopio, dei poderi e dei campanili del Duomo al muratore Domenico Borghetti di Viterbo. L'ammontare totale della spesa è calcolato in 254 scudi.

1790/11/23  (permissione carattere generale)

Il Tesoriere Generale della Reverenda Camera Apostolica – cardinal Fabrizio Ruffo (1744-1827) – accorda il taglio di venti alberi nelle macchie camerali dello Stato di Castro per poterne ricavare delle travi per le coperture della cattedrale.

1815/04/19  (perizia intero bene)

L'architetto Felice Del Sette forma una perizia circa i lavori occorrenti a riparare i muri di parapetto della piazza della cattedrale, i quali risultano – per una lunghezza di quindici canne – in "parte demoliti e parte diruti". La spesa preventivata è di 50 scudi.

1815/06/05  (visita papale carattere generale)

Papa Pio VII Chiaramonti (1800-23) interviene in cattedrale e concede al Capitolo dei canonici il privilegio del collare violaceo e fiocco violaceo al cappello.

1855  (lavori di miglioramento facciata e campanile)

In occasione del terzo "festone" che ricorre ogni venticinque anni dall'incoronazione della statua dell'Immacolata, si eseguono lavori alla facciata e ai campanili.

1855 - 1866 (costruzione cappelle laterali)

Si costruiscono le due cappelle, poste ai lati dell'abside centrale medievale, dedicate a Sant'Ermete e al Santissimo Sacramento.

1860  (progetto per un nuovo accesso cripta)

L'ingegnere pontificio Venanzio Caporioni progetta un nuovo accesso alla cripta dalla navata centrale, dotandone il prospetto di un rivestimento marmoreo.

1880  (restauro facciata)

Si procede al restauro della facciata della cattedrale. I lavori sono eseguiti dal mastro muratore Odoardo Risani.

1881  (trasporto e restauro altare intero bene)

Il vescovo Concetto Focaccetti (1878-87) commissiona a Giovan Battista Troiani il trasporto in cattedrale - dall'ex chiesa parrocchiale di San Pietro - e il restauro di un monumentale altare in ceramica, realizzato nel 1522 da Giacomo Parissi da Benevento.

1893/04/12  (trasporto e restauro bassorilievi intero bene)

Vengono collocati nella basilica del Santo Sepolcro due bassorilievi di Agostino Duccio, ad opera di Angelo Michele Gessi, vicario generale della diocesi aquesiana e canonico onorario della cattedrale.

1894/12/12  (elevazione a monumento nazionale cripta)

Con atto del Ministero della Pubblica Istruzione, la Giunta Superiore delle Belle Arti dichiara la cripta della cattedrale aquesiana del Santo Sepolcro monumento nazionale.

1944/06/08  (bombardamento intero bene)

Una deflagrazione di un convoglio tedesco carico di munizioni – colpito da un bombardamento aereo nel piazzale antistante la cattedrale aquesiana del Santo Sepolcro – provoca gravi danni alla facciata e all'interno delle navate della basilica.

1944/10  (saggi e controlli intero bene)

Si eseguono dei saggi nelle murature dei pilastri settecenteschi delle arcate fra le navate alla ricerca delle strutture medievali. Nel frattanto, crolla la parte interna settentrionale fra le navate.

1946/03/20  (richiesta di permesso per restauri intero bene)

Il vescovo Giuseppe Pronti (1738-51) chiede al Ministero per i Lavori Pubblici di poter procedere alla ricostruzione della cattedrale aquesiana nelle parti rimaste danneggiate a causa degli eventi bellici.

1946/06/28  (relazione per lo sgombero delle macerie intero bene)

L'ingegnere capo dell'ufficio del Genio Civile di Viterbo – Agostino Tarantini – redige una relazione per lo sgombero delle macerie e demolizione delle parti pericolanti della cattedrale di Acquapendente, per un importo di 2.400.000 lire. La facciata aveva perso gli intonaci e stucci, la navata settentrionale era crollata e le strutture di copertura di gran parte del corpo delle navate ingombravano i pavimenti. Inoltre, la navata meridionale presentava le volte a crociera seriamente lesionate, i pilastri meridionali mostravano fenomeni di schiacciamento e gli ambienti annessi ai fianchi erano in maggioranza crollati. Infine, nell'area presbiteriale della chiesa era crollata la volta a camera canna e la struttura muraria settecentesca che separava il braccio settentrionale del transetto.

1946/07/30  (progetto di restauro intero bene)

L'architetto Vincenzo Fasolo (1885-1969) è incaricato del progetto di restauro della cattedrale aquesiana.

1946/09/02 - 1947/05/10 (sgombero macerie intero bene)

Si procede allo sgombero delle macerie.

1947/03/27  (progetto di restauro intero bene)

L'architetto Vincenzo Fasolo presenta il suo progetto di restauro.

1947/05/28  (ispezione intero bene)

L'ingegnere capo dell'ufficio del Genio Civile di Viterbo – Ugo De Bartolo – comunica al Provveditorato Regionale alle Opere Pubbliche di aver effettuato un sopralluogo nella cattedrale di Acquapendente, rilevando che il progetto dell'architetto Vincenzo Fasolo comporta "molte modifiche strutturali rispetto alla forma attuale della chiesa".

1947/09/09  (variante di progetto di restauro intero bene)

L'architetto Vincenzo Fasolo rinnova il progetto di parziale ricostruzione della cattedrale. L'importo complessivo stimato è di 33.111.399, 25 lire.

1947/12/29  (consegna incarico lavori di restauro intero bene)

Si consegnano i lavori per la ricostruzione della cattedrale aquesiana alla ditta, specializzata in restauri, dell'ingegnere Giorgio Caputo di Roma.

1948/01/27  (inizio lavori di restauro intero bene)

L'architetto Vincenzo Fasolo e l'ingegnere Giorgio Caputo danno inizio ai lavori di restauro.

1950/05/27  (consacrazione intero bene)

Il vescovo Giuseppe Pronti consacra il rinnovato altare maggiore della cattedrale e benedice il nuovo edificio del battistero.

1950/06/04  (inaugurazione intero bene)

La cattedrale viene inaugurata dal cardinale Nicola Canali (1874-1961), Gran Maestro dell'Ordine del Santo Sepolcro.

1966/05  (affissione epigrafi portico)

In occasione delle celebrazioni dell'ottavo centenario della desta della Madonna del Fiore, vengono collocate nel portico – più precisamente sul fianco meridionale della cattedrale – due epigrafi commemorative degli eventi storici della cattedrale.

1980/08/31  (lavori di manutenzione portico)

In occasione del settimo "festone" dell'Incoronazione dell'Immacolata, vengono effettuati alcuni lavori di manutenzione al portico sul fianco meridionale della cattedrale, che era stato progettato dall'architetto Vincenzo Fasolo.

1994/05/31  (progetto di musealizzazione del lapidario portico)

L'architetto Renzo Chiovelli, con la collaborazione di Fabio Chiovelli, presenta un progetto per la musealizzazione dei reperti del lapidario della cattedrale da realizzarsi nel portico sul fianco meridionale del duomo.

1996  (progetto di restauro e valorizzazione cripta)

L'architetto Chiovelli predispone un progetto di restauro e valorizzazione della cripta del duomo.

2003  (realizzazione di un impianto di illuminazione cripta)

Si procede alla realizzazione di un nuovo impianto d'illuminazione della cripta della basilica del Santo Sepolcro ad Acquapendente. Il progetto è dell'architetto Renzo Chiovelli.

2013  (manutenzione straordinaria navata laterale)

Si procede alla sistemazione del tetto che presentava problemi di infiltrazione.
Descrizione

Localizzata ai margini del centro storico di Acquapendente, la basilica minore del Santo Sepolcro si erge solitaria al termine di un’ampia piazza da cui prende avvio la via Roma, uno degli assi stradali principali della comunità. Fiancheggiata dalla strada regionale 2 – meglio nota come via Cassia – la chiesa si orienta secondo l'asse che va da nord-ovest a sud-est e si imposta su una pianta del tipo basilicale con tre navate, transetto, cripta e presbiterio conseguentemente rialzato di quattordici gradini. All'esterno, la fabbrica si affaccia sul piazzale con un prospetto articolato in tre settori aggettanti, mediati da interassi arretrati di minore ampiezza. Prominente emerge il settore centrale a sommità rettilinea. Gli altri due, infatti, accolgono al livello superiore le due torri campanarie che, uguali, si mostrano forate lungo tutti e quattro i lati da monofore riquadrate entro la muratura portante. In asse, un alto portale con cornice in pietra e timpano curvilineo segnala l'ingresso mentre, sopra, un secondo livello accoglie una finestra rettangolare sovrastata da una nicchia circolare ospitante un busto di pietra. L'ordine architettonico, che rilega al piano terreno tutto il fronte per mezzo di paraste tuscaniche poste a sostenere una trabeazione in aggetto, si ripete al secondo livello solo nel settore centrale e assume le fattezze di uno ionico, completato nella sommità da pinnacoli con sfere. All'interno, la navata centrale si sviluppa in senso longitudinale, ritmata da quattro archi in pietra poggiati su alti piloni rettangolari. Superiormente, prende forma un cleristorio sopra il quale si innesta un tetto in legno con pianelle faccia-vista sostenuto da sette capriate del tipo palladiano. Lateralmente, due strette navate – nuovamente coperte alla stessa maniera di quella principale ma secondo un'unica falda – consentono la circolazione dei pellegrini senza che da questo movimento ne risulti disturbato lo spazio centrale. Lo spazio soprelevato del presbiterio, coperto a tetto in vista, comunica attraverso un arco con il vano del coro; che è sovrastato da una volta ovale su pennacchi ed è concluso da un’abside semicircolare. Ai lati del coro, in asse con le navate minori, sono presenti infine due cappelle laterali. Sulla sinistra (nord-est) si trova la cappella dedicata a S. Ermete martire, protettore della città; sulla destra (sud-ovest) prende invece forma la cappella del Santissimo Sacramento: una sala riccamente decorata e connotata da un'abside poggiante su un diaframma di colonne dai capitelli dorati. In corrispondenza dell'altare maggiore, si dipana al piano inferiore la cripta della chiesa: un ambiente interamente coperto da volte a crociera – costolonate e ravvicinate su colonne con capitelli variamente lavorati – che, valorizzato dalla presenza di manufatti di pregio, accoglie sul fondo (sud-est) due altre cappelle lateralmente all’altare: quella sulla destra (sud-ovest) è coperta con una volta a botte ribassata ed è completamente realizzata in tufo, nonché forata sul fondo da un diaframma di pilastri che nasconde la presa d'aria e luce retrostante; l'altra, analoga alla prima ma disposta sul lato opposto (nord-est), ospita altresì statue di ceramica e una finestra sul fondo. Quanto alla sagrestia, questa si posiziona lungo il fianco sinistro (nord-est) del duomo e vi si entra solo dopo aver salito una scala di undici gradini. Sul fianco diametralmente opposto, invece, si accede ad un portico arredato con statue di pietra, comunicante con l'esterno per mezzo di una rampa di quattro gradini.
Pianta
La chiesa si imposta su uno schema basilicale con tre navate, transetto, presbiterio e coro absidato, fiancheggiato da due cappelle. Il presbiterio è rialzato rispetto al piano di calpestio delle navate per via della presenza – sotto allo stesso – di una cripta, raggiungibile scendendo due scale laterali parallele a quelle necessarie per salire; quest’ultima – a sua volta – è dotata di due cappelle laterali di forma pressoché rettangolare e concluse entrambe da un’abside. Delle due cappelle ai lati del coro, quella a sinistra (nord-est) è dedicata a S. Ermete martire e di forma rettangolare; quella a destra (sud-ovest) è in onore del Santissimo Sacramento ed è una sala nuovamente rettangolare, conclusa da un'abside poggiante su un diaframma di colonne. Quanto alla sagrestia, questa si posiziona lungo il fianco sinistro (nord-est) del duomo e vi si accede da un vano dotato di una scala sulla destra (sud-est). Sul fianco diametralmente opposto, invece, si può oggi entrare in un portico rettangolare, comunicante con l'esterno per mezzo di una rampa di quattro gradini.
Impianto strutturale
La concattedrale si presenta impostata su un sistema di murature perimetrali portanti di ampio spessore. La struttura sembra essere in blocchi di tufo squadrati e assemblati con giunti di malta. Sopra alla navata centrale si innesta un tetto ligneo che, qui a doppia falda con capriate del tipo palladiano, si ripete anche nelle navate laterali secondo però una falda unica. Le cappelle laterali, invece, sono coperte con volte a botte e concluse da un’abside. Altresì, il coro esibisce una volta ovale. Nella cripta, un sistema di ravvicinate volte a crociera definisce la struttura di questo spazio, terminato in profondità da altre due cappelle fiancheggianti l’abside di fondo, entrambe coperte con volte a botte. Quanto alla sagrestia, questa mostra un soffitto piano intonacato così come il portico, con la sola differenza che quest’ultimo ha le travi in rilievo.
Coperture
La navata centrale è coperta per mezzo di un tetto ligneo a due falde con pianelle faccia-vista sostenuto da sette capriate del tipo palladiano. Lateralmente, invece, le navate laterali hanno ugualmente il tetto in vista ma seguono un’unica falda. Quanto al presbiterio, questo presenta un soffitto piano ligneo con travi in evidenza in corrispondenza dell’altare maggiore e, a seguire, una volta ovale su pennacchi in concomitanza del coro. Sui fianchi, le cappelle laterali sono altresì voltate a botte, così come quelle della cripta, la quale – invece – resta connotata da una selva di volte a crociera fra loro ravvicinate e poggianti su colonne. Circa infine alla sagrestia, questa esibisce un soffitto piano alla stessa maniera del portico, con la sola differenza che quest’ultimo ha le travi in rilievo.
Pavimenti e pavimentazioni
La concattedrale presenta molteplici pavimentazioni. In particolare, nella cripta si registra un mattonato organizzato secondo una disposizione alternativamente orizzontale e verticale, che nelle cappelle lascia il posto a una pavimentazione in ciottoli di pietra. Altresì, al piano superiore un mattonato disposto a spina di pesce scandisce l'aula e il portico laterale (sud-ovest) mentre, nel presbiterio, si nota invece una pavimentazione in mattonelle bianche e nere: soluzione ripetuta anche nelle due cappelle di S. Ermete e Santissimo Sacramento. Quanto alla sagrestia, questa offre una pavimentazione in lastre di graniglia grossa di marmo.
Elementi decorativi
La chiesa possiede alcuni elementi di pregio fra cui spiccano: un altare maggiore in marmo riccamente decorato (XIX secolo); un sarcofago in legno intagliato, dorato e dipinto volto a ospitare le spoglie mortali di Sant'Ermete (cappella del SS. Sacramento); una pala d'altare in terracotta invetriata di Iacopo Beneventano (1522); tre tronetti per l'esposizione eucaristica in legno dorato (XIX secolo); un altare laterale in marmo per le celebrazioni diarie (XIX secolo); un monumento funebre dedicato a Tranquillo Guarnerio (XX secolo); un olio su tela raffigurante la "Sacra famiglia con San Giovannino" (XX secolo); una "Madonna del fiore", opera di Giuseppe Salimbeni (1859); una " Santa Lucia e Sant'Andrea" (1827); una "Madonna con Gesù Bambino e santi" (1827); un "San Rocco" (XX secolo); una tela riportante "Angeli con ostensorio e santi" (1827); una "Crocifissione e santi" (1590); un ritratto di Simone Gritti (1730), del vescovo Salvini (1847), di Bernardo Bernardi (1746); del cardinale Corsini (1794), del cardinale Campanella (1794); di due cardinali ignoti (XIX secolo), di papa Pio VI Braschi (1750); del vescovo Bernardino Recchi (1711), di Pio VII Chiaramonti (XIX secolo) e di Pio XII Pacelli (XX secolo); un dipinto murale che mostra la "Madonna del Fiore" (XIV secolo); un altro rappresentante la "Natività di Gesù" (XIV secolo); un lacerto con riprodotta "Santa Lucia" (XIV secolo); un affresco con "Santa Caterina d'Alessandria e San Michele" (1490); una lapide commemorativa del vescovo Pompeo Mignucci (1652); una riferita alla chiesa (1658); un'altra sempre attinente alla chiesa (1746); due riferite a Pio VII (1804 e 1815); una a Eugenio Pacelli (1942); una nuovamente riguardante la cattedrale (1950); un’acquasantiera a colonna in marmo (XIX secolo); un'altra con basamento in marmo nero e foglie (XIX secolo); una più semplice in pietra (1490); una con fusto a fuso in marmo (1490); un fonte battesimale in pietra calcarea scolpita (XIV secolo); due lastre in marmo scolpito ritraenti San Michele arcangelo e San Raffaele arcangelo di Agostino Duccio (1456); due acquasantiere in marmo bianco baccellate (1790); sei formelle di bronzo (XX secolo); due frammenti con protomi di animali (1090); due con girali e rosette il primo e, l'altro, con animali entro tondi (1090); altri due frammenti lapidei con fattezze animali (1090) e un capitello con motivi fogliari (1090); un cippo in tufo (200 d.C.); una statua della "Madonna Immacolata" con suo baldacchino processionale ; una raffigurante il "Cristo morto" (XVII secolo); una copia del busto di Innocenzo X Pamphilj di Alessandro Algardi di autore ignoto (XX secolo); un busto di S. Ermete, opera di Mario Vinci (1979); un "S. Ermete" in ceramica dipinta realizzato ancora dallo stesso autore (XX secolo); una "Via Crucis" di quindici formelle in terracotta del medesimo artista (1984) e un gruppo scultoreo a tema “Deposizione” sempre di Mario Vinci (XX secolo); una statua di Santa Cecilia in ceramica dipinta (XIX secolo); una "Madonna del Carmine" in legno dorato e dipinto (XVIII secolo); una "Madonna con Gesù Bambino" lignea, dorate e dipinta (XVIII secolo); una "Madonna con Gesù Bambino", un "San Giuseppe", due pastori, tre "Re Magi" e un angelo in terracotta (XX secolo); un "Ecce Homo" il legno scolpito e dipinto (XIX secolo) e otto sgabelli ancora in legno scolpito e dipinto (XIX secolo).
Adeguamento liturgico

presbiterio - aggiunta arredo (1970-1980)
Si è provveduto a una ristrutturazione generale del bene tenendo presente le nuove indicazioni. In particolare, si è proceduto a realizzare un altare isolato in pietra al centro del presbiterio rivolto verso le navate sottostanti. Dietro, sulla destra è stato invece collocata la sedia del celebrante, in legno.
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