chiese italiane censimento chiese edifici di culto edifici sacri beni immobili patrimonio ecclesiastico beni culturali ecclesiastici beni culturali della Chiesa cattolica edilizia di culto restauro adeguamento liturgico San Martino Alfieri Asti chiesa parrocchiale Santi Carlo e Maria Parrocchia dei Santi Carlo e Maria Pianta; Facciata; Impianto strutturale presbiterio - aggiunta arredo (1970 (?)) XII - 1828(preesistenze carattere generale); XIX - XIX(preesistenze intero bene); XIX - XIX(preesistenze intero bene); 1828 - 1829(preesistenze carattere generale); 1829 - 1833(costruzione intero bene); XX - XX(descrizione intero bene); 1900 - 1900(modifiche controfacciata); 1929 - 1929(descrizione intero bene); 1929 - 1929(descrizione intero bene); 1929 - 1929(restauro intero bene); 1929 - 1929(restauro intero bene); 1932 - 1932(restauro campanile); 1958 - 1958(restauro campanile); 1977 (?) - 1977 (?)(variazione titolo carattere generale); 1978 - 1978(restauro intero bene); 2005 - 2008(restauro organo); 2008 - 2009(restauro copertura)
Chiesa dei Santi Carlo e Maria
Tipologia e qualificazione
chiesa parrocchiale
Denominazione
Chiesa dei Santi Carlo e Maria <San Martino Alfieri>
Altre denominazioni
Chiesa di San Carlo e Santa Maria
Ambito culturale (ruolo)
maestranze piemontesi (costruzione)
Notizie Storiche
XII - 1828 (preesistenze carattere generale)
Esistenza di chiesa intitolata alla Natività di Maria, collocata in prossimità del lato meridionale del castello degli Alfieri, soggetta ai Canonici Regolari di Santa Croce di Mortara e alla chiesa di Santa Maria Nuova di Asti, come si legge da una bolla del papa Innocenzo II del 1134. Nel 1585 viene descritta con il tetto rotto, il pavimento devastato e le pareti pericolanti. Nel 1589 l'edificio crolla e viene ricostruito in tre anni sotto il titolo di Santa Maria delle Grazie. Verso la metà del Settecento, la nuova chiesa e ancora officiata dai canonici di Santa Maria Nuova. Nel 1828 l'edificio viene descritto con pessima struttura esteriore, internamente quasi quadrato, a una sola navata con quattro cappelle laterali, assai basso di volta e collocato in posizione tanto sfavorevole da essere freddissimo in inverno e caldissimo in estate.
XIX (preesistenze intero bene)
Descrizione della chiesa a navata unica, con pareti sanissime; la volta è decorata a cassettoni con stucchi interni. Nel riquadro centrale è raffigurata la Gloria di San Carlo Borromeo, opera del pittore Pasqualini, con quattro medaglioni raffiguranti i quattro evangelisti. Le pitture subiscono infiltrazioni di umidità a causa delle sempre tardive riparazioni del tetto. Il pavimento è sano e regolare. Il tetto internamente è a volta, esternamente a tegole e necessita di alcune piccole riparazioni. Ci sono due grandi finestre nel corpo della chiesa e due nel coro, tutte munite di vetrate con grate. Vi è la tribuna. Il coro è di forma semicircolare abbastanza ampio, realizzato dal minusiere Benedetto Trinchero. L’altare maggiore in marmo, costruito nel 1833 su progetto dell’ingegnere Melano, è realizzato dallo scalpellino Ferrari di Asti: è di struttura conforme alla chiesa, provvisto di tabernacolo ugualmente di marmo e cinto da balaustra.
XIX (preesistenze intero bene)
Oltre all’altare maggiore vi è un altare laterale, dal lato del Vangelo, sotto il titolo di Sant’Elisabetta Regina, titolare della compagnia delle Umiliate. L’altare è di cotto di forma semplice, il tabernacolo di legno di forma quadrata. L’altare è munito di balaustra di legno distante un metro dalla predella, elevata di un gradino dal piano del presbiterio e il presbiterio, a sua volta, innalzato di un gradino rispetto al piano della chiesa. Vi è il pulpito collocato in un luogo idoneo, munito di croce e crocifisso. Ci sono due pile per l’acqua santa, una accanto alla porta maggiore, l’altra accanto a quella del coro. La chiesa ha tre porte: una grande che dà accesso alla chiesa, l’altra al coro, l’altra, aperta successivamente, che introduce alla cappella di Sant’Elisabetta. Ci sono due campane ben collocate. La sacrestia è in buono stato, ha il pavimento sano. Il tetto internamente è a volta esternamente a tegole.
1828 - 1829 (preesistenze carattere generale)
Decisione di edificare una nuova chiesa al centro del capoluogo; il progetto di massima viene affidato dal marchese Carlo Emanuele all’ingegnere Ernesto Melano (1792-1867), progetto che traccia anche un piano di risistemazione urbanistica e viabile del capoluogo. La vecchia chiesa è sconsacrata il 9 giugno 1829 e demolita e i mattoni recuperati vengono impiegati per le fondazioni della nuova chiesa.
1829 - 1833 (costruzione intero bene)
Costruzione, con il concorso della popolazione, della nuova chiesa con un “ampio coro” e cappelle laterali ad opera del Marchese Don Carlo Emanuele Alfieri di Sostegno, con posa della prima pietra in data 28 luglio; consacrazione sotto il titolo di San Carlo Borromeo in data 23 giugno 1833 ad opera del vescovo di Asti Michele Amatore Lobetti. La chiesa assume la titolatura di San Carlo e Santa Maria.
XX (descrizione intero bene)
Descrizione agli inizi del Novecento con due cappelle laterali. L’altare del Crocifisso, sulla parete di sinistra, di patronato della famiglia Alfieri di Sostegno, è di cotto coperto di stucco lucido con due gradini in mezzo ai quali è posto il tabernacolo, di forma quadrata con porticina in legno dorato; l'altare del Crocifisso ospita, come icona, il Crocifisso ligneo con ai lati la Madonna e San Giovanni, affrescati dal Pasqualini ed è cinto da balaustra di pietra. Il secondo altare, sotto il titolo della Santissima Vergine del Rosario, è perfettamente simmetrico a quello del Crocifisso e ha come icona d’altare, l’affresco del Pasqualini, datato 1833, raffigurante la Madonna del Rosario con i Misteri; è cinto da balaustra di pietra.
1900 (modifiche controfacciata)
Costruzione dell’organo a canne ad opera di Giuseppe Gandini di Varese e collocazione sulla tribuna in controfacciata.
1929 (descrizione intero bene)
Descrizione come imponente e a forma di croce: la chiesa ha ampio coro di forma circolare con ha due grandi cappelle laterali e tre altari; la volta è tutta a cassettoni e porta nel centro un bel dipinto a fresco rappresentante la Gloria di San Carlo del pittore Gaspare Pasqualini; vi sono dipinti i quattro Evangelisti, elegantemente a chiaroscuro; sotto la volta corre un ricchissimo fregio a base di foglie stilizzate in bassorilievo; sulla facciata sta un grandioso peristilio con quattro colonne.
1929 (descrizione intero bene)
Le sue condizioni di statica e di manutenzione sono ottime. I suoi muri misurano metri uno di spessore. Non è stata mai ampliata. La chiesa non è patronata; è patronata solo la cappella del Crocifisso; questo diritto è stato concesso al Marchese Alfieri e alla sua famiglia. La chiesa è isolata. Sopra la sacrestia vi è un'ampia sala che serve per le adunanze. Sotto l'Oratorio privato di Casa Alfieri vi sono le tombe di detta Casa; di fianco a queste e sotto la cappella del Crocifisso, vi è il sepolcreto dei parroci e di fianco una piccola stanza che serve da ripostiglio.
1929 (restauro intero bene)
Intervento consistente in: ripassamento del tetto e sostituzione della copertura del pronao con lastroni ondulati in zinco; rinnovo del mobilio della sacrestia su disegno di Romano Bussolino; decorazione dell'interno della chiesa su bozzetto del prof. Giorgio Boasso di Torino eseguito dai decoratori Giuseppe Quirico e Lelio Bianchi; rinfrescatura delle pitture e rifacimento dei quattro evangelisti in chiaroscuro ad opera del pittore Anacleto Laretto; restauro del trittico di Defendente Ferrari ad opera di Ascanio Pasquini di Arezzo.
1929 (restauro intero bene)
Sistemazione di due artistiche edicole in legno per la collocazione delle statue di San Carlo Borromeo e Sant'Antonio di Padova su disegno dello scultore Giuseppe Stuflesser di Ortisei; posa di quattro artistiche vetrate, due nel coro e due nella chiesa, e di vetri cattedrali; provvista di due statue in legno, Madonna del Rosario e Madonna Immacolata, dello scultore Stuflesser e di due statue in carton romano, San Carlo Borromeo e San Giuseppe della ditta Luigi Raffaelli di Milano; rinnovo del basamento della facciata e di parte della volta del pronao; riparazione e rinverniciatura di tutti i banchi, del coro, di tutte le porte.
1932 (restauro campanile)
Riparazione del campanile.
1958 (restauro campanile)
Rimozione delle vecchie campane, sistemazione della cella campanaria e fornitura e posa in opera di concerto di campane.
1977 (?) (variazione titolo carattere generale)
Variazione del titolo della Parrocchia e del Beneficio da S. Carlo Borromeo a Santi Carlo e Maria.
1978 (restauro intero bene)
Intervento consistente in: tinteggiatura dell'interno della chiesa; rinnovo del tetto con sostutizione dell'orditura; restauro dei banchi; rifacimento dell'impianto elettrico.
2005 - 2008 (restauro organo)
Restauro dell'organo a canne Giuseppe Gandini di Varese 1900 con il contributo CEI 8X1000 alla Chiesa Cattolica.
2008 - 2009 (restauro copertura)
Restauro conservativo del tetto, intervento realizzato con il contributo CEI 8X1000 alla Chiesa Cattolica.
Descrizione
La chiesa intitolata ai Santi Carlo e Maria è stata realizzata, con il concorso della popolazione, sotto il patronato e gli auspici del marchese Carlo Emanuele Alfieri, con un ampio coro e cappelle laterali, tra il 1829 e il 1833, su progetto dell'ingegnere Ernesto Melano, progetto che traccia anche un piano di risistemazione urbanistica e viabile del capoluogo e prevede la ricostruzione dell'edificio sacro in luogo più salubre rispetto alle precedenti strutture, ovvero al lato meridionale del castello degli Alfieri dove erano state localizzate le precedenti chiese intitolate all Natività di Maria e a Santa Maria delle Grazie.
La chiesa si presenta all'interno con aula liturgica a forma di croce, coperta da volte a botte cassettonate ai bracci e volta a vela centrale, con presbiterio quadrangolare coperto da volta a botte cassettonata terminante con coro semicircolare con stalli coperto da volta a semicatino cassettonato. Le cappelle laterali sono intitolate al Crocifisso e alla Madonna del Rosario. Alla sinistra del presbiterio si trova la cappella nobiliare con la sottostante cripta; l'accesso alla cappella nobiliare, così come lo speculare accesso alla sacrestia, è sottolineato da avancorpo murario impreziosito da coppia di colonne tuscaniche in marmo terminante con cornicione con mensoline con attico. Un cornicione fregiato corre lungo il perimetro interno rendendo ancora più elegante il sistema voltato. La facciata, in muratura di mattoni a vista, è a due ordini con scalinata di accesso; il primo ordine è caratterizzato dal pronao e dal semplice portale di accesso, sottolineato da cornice laterizia, fiancheggiato da lapidi commemorative della Prima guerra mondiale; il portale è sormontato dalla finestra semicircolare del secondo ordine, che si presenta con muratura a bugna e termina superiormente con frontone con mensoline con timpano triangolare.
Pianta
Pianta con aula liturgica a croce dotata ancora di pulpito e con presbiterio quadrangolare, con altare maggiore con imponente ciborio e portine laterali, terminante con coro semicircolare con stalli. L'accesso avviene da bussola lignea con soprastante tribuna per organo; entrando a sinistra si trova il fonte battesimale, a seguire l'accesso al vano tecnico, la cappella del Crocifisso, rialzata di uno scalino e con balaustra, e l'accesso alla scala che conduce alla cripta della Fam. Alfieri di Sostegno; entrando sulla destra si trova la porta di accesso alla scala della tribuna, la cappella della Madonna del Rosario, rialzata di uno scalino e con balaustra, e l'accesso al locale ripostiglio. Il presbiterio, rialzato di tre scalini rispetto all'aula liturgica e con balaustra, comunica sulla destra con la sacrestia, che funge anche da cappella invernale, dotata di ripostiglio, e che comunica con vano di ingresso laterale e di accesso al piano superiore e al campanile. Alla sinistra del presbiterio si trova la cappella nobiliare con la sottostante cripta; l'accesso alla cappella nobiliare, così come lo speculare accesso alla sacrestia, è sottolineato da avancorpo murario impreziosito da coppia di colonne tuscaniche in marmo terminante con cornicione con mensoline con attico.
Facciata
Facciata in muratura di mattoni a vista a due ordini con scalinata di accesso; il primo ordine è caratterizzato dal pronao, coperto da tre voltine a botte, percepibili nella tessitura muraria della trabeazione, e parzialmente sostenute dalle colonne tuscaniche; il semplice portale di accesso, sottolineato da cornice laterizia, è fiancheggiato da lapidi commemorative della Prima guerra mondiale; il portale è sormontato dalla finestra semicircolare del secondo ordine che si presenta con muratura a bugna e termina superiormente con frontone con mensoline con timpano triangolare.
Impianto strutturale
Struttura verticale composta da paraste e pareti in muratura di mattoni con orizzontamenti voltati in muratura; l'aula liturgica a croce è voltata a botte nei bracci e a vela nel corpo centrale; il prebiterio è voltato a botte mentre il coro a semicatino; le volte del presbiterio, del coro e dei bracci della croce sono cassettonate. La sacrestia ha soffitto piano in putrelle e tavelloni. La copertura è a falde con oriditura lignea e manto in coppi di laterizio. L'imponente campanile a base quadrata è in muratura di mattoni a vista; inglobato nelle volumetrie adiacenti, emerge dal piano della copertura con torre per orologio, cella campanaria e cupolino sommitale, rastremandosi elegantemente verso l'alto con l'ausilio di cornici.
Adeguamento liturgico
presbiterio - aggiunta arredo (1970 (?))
Collocazione di altare a tavolo ligneo volto a popolo con formelle decorative raffiguranti angeli, il volto di Gesù, l'eucarestia; collocazione laterale di leggio ligneo su predella con decorazione metallica a forma di croce; la sede è composta da seduta lignea a rocchetto damascata e due sedie con seduta imbottita.