chiese italiane censimento chiese edifici di culto edifici sacri beni immobili patrimonio ecclesiastico beni culturali ecclesiastici beni culturali della Chiesa cattolica edilizia di culto restauro adeguamento liturgico Castelnuovo Calcea Asti chiesa parrocchiale Santo Stefano Parrocchia di S. Stefano Pianta; Facciata; Impianto strutturale presbiterio - intervento strutturale (1970 (?)); presbiterio - intervento strutturale (1970 (?)) 1681 - 1688(costruzione intero bene); XVIII - XVIII(modifiche intero bene); XIX - XIX(modifiche intero bene); 1902 - 1902(descrizione intero bene); 1913 - 1914(modifiche esterno); 1920 - 1929(modifiche intero bene); 1939 - 1939(restauro intero bene); 1943 - 1944(modifiche facciata); 1986 - 1986(passaggio di proprietà intero bene); 1990 - 1990(manutenzione copertura); 1992 - 1992(restauro interno); 1995 - 1995(restauro facciata); 1996 - 1997(restauro organo a canne); 2000 - 2001(restauro campanile); 2000 - 2004(restauro interno)
Chiesa di Santo Stefano
Tipologia e qualificazione
chiesa parrocchiale
Denominazione
Chiesa di Santo Stefano <Castelnuovo Calcea>
Ambito culturale (ruolo)
maestranze piemontesi (costruzione)
maestranze ticinesi (costruzione)
Notizie Storiche
1681 - 1688 (costruzione intero bene)
Costruzione in sostituzione della precedente chiesa dedicata a Santa Maria della Spina, della quale resta l'ancona cinquecentesca a destra del presbiterio raffigurante la Madonna con il Bambino. Il nome dell’architetto, di area milanese che cura il progetto, resta sconosciuto: probabilmente si era già occupato di altri lavori al servizio della famiglia Trotti che possedette il castello di Castelnuovo fino al 1837. I capimastri che curano fattivamente l’erezione della chiesa sono i fratelli Gatto di Castagnole Lanze. Le maestranze, artigiani specializzati nella costruzione delle volte e nell’arte dello stucco, provengono in gran parte dal Canton Ticino. L’interno della chiesa è a navata unica con quattro cappelle laterali con corredo di decorazioni a stucco, tra i primi elementi decorativi della chiesa, opera dei fratelli Bellotto di Bellinzona, terminati prima del 1695.
XVIII (modifiche intero bene)
Realizzazione nel 1728 della balaustra, dei gradini dell’altare maggiore e dei primi due altari laterali, opera del marmista Buscaglino di Olivola di Frassinello. L’altare maggiore in marmi policromi risale agli anni 1775-1780.
XIX (modifiche intero bene)
Decorazione e raffigurazioni a tempera della volta centrale nel 1881 ad opera del sacerdote torinese Domenico Mentasti con tre quadri rappresentanti la Vergine in Gloria, Santo Stefano in Gloria, e Angeli in adorazione del Santissimo Sacramento. Nel 1882 è completamente rifatto il pavimento della chiesa. Nel 1899, sulla tribuna della controfacciata della chiesa, è collocato l’organo a canne, opera di Giuseppe Gandini di Varese in sostituzione di organo di Giuseppe Savina del 1774.
1902 (descrizione intero bene)
Descrizione in buono stato con pareti sane, ben riparate e dipinte a tinte semplici con qualche ornato e simbolo religioso. La copertura internamente è a volta ed esternamente a tegole ordinarie. Ci sono 12 finestre con vetrate in buono stato. Ci sono due coretti ai lati del presbiterio che servono da ripostiglio per gli arredi sacri. Il pulpito è collocato in modo conveniente. Il battistero è collocato in fondo alla chiesa, a sinistra di chi entra; la vasca è in marmo, sormontata e coperta da una cupola lignea. È chiuso da cancellata in ferro, il sacrario è in marmo. Vi sono tre porte compresa quella di ingresso in sacrestia. Ci sono quattro campane, tre risalenti al 1819, l’altra di fine 1800. C’è la sacrestia molto piccola, con pavimento in buono stato, coperta internamente a volta ed esternamente a tegole.
1913 - 1914 (modifiche esterno)
Crollo e ricostruzione del portichetto laterale.
1920 - 1929 (modifiche intero bene)
Lavori di abbellimento intorno al 1920. Riparazione nel 1928 del porticato sulla facciata. Realizzazione nel 1929 del rivestimento di marmo delle basi delle colonne fino al cornicione, per un’altezza totale di due metri, con lo zoccolo che corre tutto intorno ai muri della parte interna e rivestimento delle quattro colonne a fianco dell’altare maggiore e quella a lato dell’altare di San Giuseppe.
1939 (restauro intero bene)
Restauro delle pitture e decorazioni sotto il buon pennello del prof. Mario Busca di Torino; vengono ripassate: la parte centrale e le quattro cappelle laterali; i molti stucchi ricamati con vera arte decorativa e ornamentale; i graziosi quadretti simbolici; le colonne cilindriche o a spirale. Tutto risalta ora più vivo sullo sfondo reso più brillante con la tinta ad olio e anche le decorazioni ad oro sono rinnovate e completate. Vengono restaurati anche i quadri che danno il nome agli altari i cui soggetti sono: Sant'Antonio da Padova, San Filippo Neri e le anime purganti all'altare del Suffragio; la natività all'altare di San Giuseppe; la Madonna del Rosario con i relativi misteri alla cappella della Madonna sul cui sfondo viene aperta una finestra come per la cappella intitolata a Sant’Anna. A conclusione della decorazione vengono installate vetrate che presentano la devozione ai nuovi Santi.
1943 - 1944 (modifiche facciata)
Restauro su progetto e consulenza dell'architetto. Chioccarello di Torino e lavoro eseguito dalla ditta Torchio di Tigliole. Tutto è stato non solo restaurato, ma di molto migliorato. Non un palmo è stato senza ritocco: lo sfondo rilegato con calce e cemento e rinfrescato nella tinta propria del mattone; le cornici corrette e condotte secondo il loro stile; i capitelli solo abbozzati modellati con precisione ed eleganza; il porticato antistante rafforzato e reso più snello; le colonne assicurate; la volta a crociera decorata e arricchita di bassorilievi; il tetto cambiato; tutto l'insieme armonizzato nella tinta e nei motivi ornamentali in stile barocco. Ora le quattro statue delle Virtù teologali trovano loro degno posto spiccando nel loro candore sullo sfondo in mattone.
1986 (passaggio di proprietà intero bene)
Passaggio dal patrimonio dell’ente Chiesa Parrocchiale di S. Stefano Protomartire a quello dell’ente Parrocchia di S. Stefano per D.M.I. in data 7/11/86 pubblicato sulla G.U. del 24/11/86 n. 273 ai sensi e per gli effetti della Legge 222/85.
1990 (manutenzione copertura)
Ripasso generale del tetto con sostituzione di listelli, pulizia e sostituzione di coppi rotti o in cattivo stato, sostituzione di canali di gronda in acciaio e relative bocchette, colli d’oca, gomiti e testate.
1992 (restauro interno)
Restauro delle decorazioni Mentasti 1881 che ha interessato la volta centrale, la zona sottostante con lunette, le lesene con capitelli e il cornicione della navata centrale, ad opera del restauratore Baffoni.
1995 (restauro facciata)
Intervento ad opera della ditta Mascarino consistente in: lavaggio con idropulitrice e leggera sabbiatura nelle parti più resistenti; stilatura dei giunti e delle crepe nella parte alta della facciata; finitura della superficie con mano di scialbo; rimozione dei mattoni deteriorati; rifacimento della zoccolatura e delle cornici nella parte bassa; ripristino dei mattoni deteriorati nel fianco Sud.
1996 - 1997 (restauro organo a canne)
Restauro dell’organo costruito da Giuseppe Gandini di Varese nel 1899 ad opera dei F.lli Marin di Lumarzo; intervento realizzato con il contributo CEI 8X1000 alla Chiesa Cattolica.
2000 - 2001 (restauro campanile)
Consolidamento del campanile a seguito dell'evento sismico dell'agosto del Duemila; intervento consistito in: consolidamento mediante posa di tiranti ai vari piani della torre; restauro del cornicione; sostituzione della copertura in rame; ripulitura nella sostituzione dei mattoni guasti; ripasso di tutti gli interstizi tra mattone e mattone.
2000 - 2004 (restauro interno)
Restauro delle cappelle del Suffragio e del Rosario con finanziamenti ministeriali e contribuzioni private e dei dipinti ad olio raffiguranti la Via Crucis nella cappella di San Giuseppe.
Descrizione
La Chiesa parrocchiale, intitolata a Santo Stefano protomartire, sorge nelle vicinanze dei resti dell’antico castello, nella parte più alta dell’abitato di Castelnuovo Calcea; si affaccia sulla piazza principale. Dal portone intagliato in legno di noce si accede all’interno del sacro edificio, che colpisce subito per la ricchezza dell’apparato decorativo, composto non solo da stucchi e pitture, ma anche da statue lignee dorate e da tele. La pianta è a navata unica con due coretti e quattro cappelle laterali; vi è pulpito in legno di noce con paracielo poligonale. L’aula liturgica si sviluppa in quattro campate ed è separata dall’area presbiteriale da balaustre marmoree. Il presbiterio, rialzato di due scalini dall’aula, termina con coro semicircolare con stalli lignei e badalone. Da questa zona si accede sul lato sinistro alla sacrestia a pianta rettangolare, mentre sul lato destro al campanile a pianta quadrata. L’altare maggiore in marmi policromi, con soprastante corona, è rialzato di tre gradini, provvisto di tabernacolo con portina lignea dorata, gradini per candelieri, ciborio con croce d’altare e crocifisso sullo sfondo. L’interno è illuminato sul lato destro da due ordini di cinque finestre ad illuminazione diretta delle cappelle e della navata centrale, sul lato sinistro da un’unica fila di cinque finestre ad illuminazione della navata, mentre il coro presenta due aperture al primo ordine con vetrate artistiche e tre al secondo; completa il sistema delle aperture la finestra lobata in facciata, incorniciata da edicola. L’accesso principale al sacro edificio avviene attraversando la bussola lignea con soprastante tribuna per organo a canne accessibile da scaletta laterale. Il battistero antico è collocato in fondo alla chiesa, a sinistra di chi entra, delimitato da cancellata in ferro, con vasca in marmo, sormontata e coperta da una cupola lignea. La facciata barocca in mattoni lavorati a vista è scandita da lesene con capitelli con elementi dell'ordine composito e ionico reggenti una trabeazione che separa i due ordini sovrapposti ed il frontone semicircolare. Il portale centrale di accesso è sottolineato da un protiro voltato a crociera con colonne su alto basamento con capitello con elementi dell'ordine tuscanico ed ospita un portone intagliato in legno di noce coevo alla chiesa, opera del Besozzo e del Bianchi, artisti provenienti dalla zona lombarda del Lago Maggiore, che scolpirono anche il pulpito e alcuni mobili della sacrestia. In facciata entro nicchie sono visibili quattro statue risalenti al 1943 raffiguranti le Virtù Fede, Speranza Carità ed Umiltà. La struttura portante verticale della chiesa è composta da paraste e pareti in muratura di mattoni e termina in sommità, in corrispondenza della navata, con cornicione a ballatoio, su cui si imposta il sistema delle volte con incatenamenti metallici; le volte delle cappelle laterali hanno imposta inferiore di quelle della navata centrale e sono riccamente decorate con stucchi. Le volte che sono per lo più a botte con o senza lunette e a semicatino unghiato in corrispondenza del coro. La copertura è a falde con orditura lignea e manto in coppi di laterizio. Il campanile, in posizione arretrata sul lato destro della chiesa, è in muratura di mattoni a vista, a pianta quadrata e si sviluppa in zoccolo, cinque piani di torre, di cui l’ultimo con orologio, cella campanaria con cornicione con mensole decorative e pinnacoli superiori, lanterna poligonale con cupolino sommitale e croce conclusiva.
Pianta
Pianta a navata unica con due coretti e quattro cappelle laterali; vi è il pulpito in legno di noce con paracielo poligonale. L’aula liturgica si sviluppa in quattro campate ed è separata dall’area presbiteriale da balaustre marmoree. Il presbiterio, rialzato di due scalini dall’aula, termina con coro semicircolare con stalli lignei e badalone. Da questa zona si accede sul lato sinistro alla sacrestia a pianta rettangolare, mentre sul lato destro al campanile a pianta quadrata. L’altare maggiore in marmi policromi, con soprastante corona, è rialzato di tre gradini, provvisto di tabernacolo con portina lignea dorata, gradini per candelieri, ciborio con croce d’altare e crocifisso sullo sfondo. L’interno risulta riccamente abbellito da elementi architettonici, raffigurazioni pittoriche e dorature; sono presenti arredi mobili di pregio, oltre che statue in legno dorato e ricchi stucchi nelle cappelle laterali. Alle pareti sono collocate le tele con le quattordici stazioni della Via Crucis. L’interno è illuminato da due ordini di cinque finestre ad illuminazione diretta delle cappelle e della navata centrale sul lato destro, da un’unica fila di cinque finestre ad illuminazione della navata sul lato sinistro, mentre il coro presenta due aperture al primo ordine con vetrate artistiche e tre al secondo; completa il sistema delle aperture quella lobata posta in facciata, facciata dalla quale avviene l’accesso principale attraversando la bussola lignea con soprastante tribuna per organo a canne accessibile da scaletta laterale. Il battistero antico è collocato in fondo alla chiesa, a sinistra di chi entra, delimitato da cancellata in ferro, con vasca in marmo, sormontata e coperta da una cupola lignea. Sotto l’area presbiterale della chiesa si trova la cappella della Confraternita della Santissima Trinità, con accesso indipendente da via Guercina superando una scalinata e oltrepassando il portico di facciata.
Facciata
Facciata in mattoni a vista a due ordini. Il primo ordine, pentapartito da paraste e lesene con capitelli compositi, termina con una trabeazione lineare senza fregi che sorregge il secondo ordine, tripartito da lesene con capitello ionico, che contiene volute e pinnacoli laterali e termina con trabeazione e frontone curvilineo sommitale. In facciata entro nicchie sono visibili quattro statue risalenti al 1943 raffiguranti le Virtù Fede, Speranza, Carità ed Umiltà. Le nicchie dell’ordine inferiore sono evidenziate da edicole con timpano curvo, mentre quelle dell’ordine superiore da cornici mistilinee con volute. Il portale centrale di accesso, delimitato da edicola con elementi decorativi, è sormontato da finestra rettangolare lobata ed è protetto da un protiro voltato a crociera con colonne su alto basamento con capitello con elementi dell'ordine tuscanico. Il portone intagliato in legno di noce è coevo alla chiesa ed è opera del Besozzo e del Bianchi, artisti provenienti dalla zona lombarda del Lago Maggiore.
Impianto strutturale
Struttura portante verticale composta da paraste e pareti in muratura di mattoni, terminante in sommità in corrispondenza della navata con cornicione a ballatoio, su cui si imposta il sistema delle volte con incatenamenti metallici; le volte delle cappelle laterali hanno imposta inferiore di quelle della navata centrale e sono riccamente decorate con stucchi. Le volte sono per lo più a botte con o senza lunette e a semicatino unghiato in corrispondenza del coro. La copertura è a falde con orditura lignea e manto in coppi di laterizio. Il campanile, in posizione arretrata sul lato destro della chiesa, è in muratura di mattoni a vista, a pianta quadrata e si sviluppa in zoccolo, cinque piani di torre, di cui l’ultimo con orologio, cella campanaria con cornicione con mensole decorative e pinnacoli superiori, lanterna poligonale con cupolino sommitale e croce conclusiva.
Adeguamento liturgico
presbiterio - intervento strutturale (1970 (?))
Collocazione di altare a tavolo volto a popolo in marmo posto su predella marmorea e sorretto da gambe tornite.
presbiterio - intervento strutturale (1970 (?))
Collocazione di leggio ligneo dorato in posizione laterale e di sede su predella lignea composta da sedute.