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Capriglio
Asti
chiesa
parrocchiale
San Martino
Parrocchia di S. Martino
Pianta; Facciata; Impianto strutturale
presbiterio - aggiunta arredo (1966 (?))
XII - XIII(preesistenze intorno); XIII (?) - 1585(preesistenze intero bene); XVI (?) - XVI (?)(costruzione intero bene); XVII - XVII(descrizione intero bene); 1737 (?) - 1737 (?)(costruzione campanile e sacrestia); 1742 - 1759 (?)(descrizione intero bene); 1764 - 1764(modifiche intero bene); XIX - XIX(modifiche intero bene); XIX - XIX(descrizione intero bene); 1900 - 1900(descrizione intero bene); 1963 - 1966 (?)(modifiche intero bene); 1986 - 1986(passaggio di proprietà intero bene); XXI - 2009 (?)(restauri intero bene)
Chiesa di San Martino
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di San Martino <Capriglio>
Ambito culturale (ruolo)
maestranze piemontesi (costruzione)
Notizie Storiche

XII - XIII (preesistenze intorno)

Attestazione della prima chiesa di San Martino, pieve di riferimento di un nucleo rurale sperso nella zona dell'attuale cimitero, in un documento di Papa Eugenio III nel 1153. Probabilmente per motivi di sicurezza, intorno al XIII secolo l'insediamento si sposta in una zona più elevata vicino al castello. Viene così eretta la chiesa di Santa Maria o della Natività della Vergine che diventa luogo abituale di celebrazione. La chiesa parrocchiale continua a rimanere la vecchia San Martino.

XIII (?) - 1585 (preesistenze intero bene)

Costruzione, inizialmente intitolata a Santa Maria, di incerta datazione. Nel 1570 e nel 1585 il visitatore apostolico trova la chiesa, nella quale si esercitano per comodità degli abitanti le funzioni parrocchiali al posto della chiesa parrocchiale di San Martino, in stato talmente deplorevole da intimare che venga o ricostruita in altra sede, o completamente restaurata.

XVI (?)  (costruzione intero bene)

Possibile ricostruzione della chiesa di Santa Maria su preesistenze alla fine del XVI secolo.

XVII  (descrizione intero bene)

Descrizione agli inizi del Seicento a navata unica, ricoperta di mattoni ad eccezione del coro, con il pavimento e due porte. Risulta priva di tabernacolo e provvista di battistero lapideo a norma. Alla metà del Seicento l’edificio risulta in discreto stato; il pavimento deve essere lastricato; è costruito il tabernacolo; il battistero è provvisto di cancelli; il campanile si trova sopra la porta maggiore. Alla fine del Secolo il tetto deve essere riparato; occorre cambiarne la trave che minaccia il crollo. Occorre, inoltre, riparare la crepa nella parete dal lato dell’Epistola.

1737 (?)  (costruzione campanile e sacrestia)

Attestazione, nella visita di mons. Icardi, della presenza del campanile e della sacrestia. E' stato inoltre eretto un altare dedicato alla Madonna del Rosario.

1742 - 1759 (?) (descrizione intero bene)

Descrizione della chiesa nel 1742 con facciata rivolta a sud, provvista di piccole cornici; all’interno è bianca con un cornicione che la circonda. Ci sono sei finestre con telaio di legno chiuso con carta. Nella chiesa c’è il coro posto dietro l’altare maggiore. Il pavimento è a pianelle, integro. L’altare maggiore è provvisto di tabernacolo di legno dorato. Il campanile è alto circa 9 metri con due campane; la sacrestia, più lunga che larga, presenta tetto a volta e una finestra con inferriata e telaio di legno chiuso con carta; vi sono inoltre: l’altare del SS. Rosario e il pulpito di legno dipinto in rosso e ceruleo. Nel 1759 (?) viene realizzato da Cristoforo Solaro, comasco, il paliotto di scagliola policromo che copre la mensa dell’altare maggiore. Alla stessa epoca risale, probabilmente, anche il rifacimento in scagliola dell’altare del Rosario.

1764  (modifiche intero bene)

Revisione del tetto e provvista di nuova campana nel 1764 in occasione della visita del Vescovo. La campana viene realizzata dal fonditore Giovanni Antonio Bianco del Regio Arsenale di Torino ed è trasportata a Capriglio il 20 agosto 1764 da Cristoforo Scaglia, bovaro del medesimo luogo.

XIX  (modifiche intero bene)

Costruzione nel 1847 dei gradini per accedere all’altare maggiore e probabilmente della balaustra in arenaria locale ad opera dello scalpellino Biagio Sartorelli, di Bagnasco di Montafia. A seguito di gravi danni, riportati dalla chiesa nel 1860, tra cui, quasi certamente, lo smottamento di parte dell’abside, l’assetto dell’edificio cambia in modo radicale: l’aula unica è allungata verso l’ingresso di una campata; al fianco orientale si addossano due navatelle, arricchite da una cappella semicircolare; il campanile è completamente inglobato dalla nuova costruzione. I lavori di ampliamento e restauro durarono alcuni anni e sono condotti dall’ “impresaro Stefano Chiesa di Pino in Asteggiana”.

XIX  (descrizione intero bene)

Descrizione a fine Ottocento con pareti sane e ben riparate, con decorazione a fascia verde al di sotto della volta e alcuni ornati in corrispondenza dell’altare maggiore e di quello del Rosario. Il pavimento è sano. Il tetto internamente è a volta, esternamente a tegole, necessita di essere riparato in corrispondenza della facciata. Ci sono dieci finestre con vetrate. Vi è il coro di forma ottagonale. Gli altari non sono modificati. Il battistero è collocato all’inizio della chiesa dalla parte del vangelo ed è a forma di altare, tutto in marmo. Sono presenti le pile dell’acqua santa. La sacrestia ha il pavimento non in buono stato. Il tetto internamente è a volta, esternamente a tegole. Ha una finestra.

1900  (descrizione intero bene)

Descrizione agli inizi Novecento non sufficiente per la popolazione. Le pareti risultano dipinte di azzurro con fiori olivastri e rossicci. Il tetto è descritto internamente a volta.

1963 - 1966 (?) (modifiche intero bene)

Collocazione ad opera della mamme di Capriglio, nel 1963 anno del 175° anniversario della nascita, di una lapide a ricordo di Margherita Occhiena, madre di San Giovanni Bosco, che nella chiesa di San Martino è stata battezzata e si è sposata. Nella 1966 la facciata ottocentesca della chiesa viene rivestita di laterizio e pietra di Luserna e di Trani con mosaico raffigurante la Madonna con il Bambino tra angeli; vengono eseguiti importanti altri lavori interventi sulla copertura, sul pavimento, sugli architravi di porte e finestre e sull’impianto elettrico.

1986  (passaggio di proprietà intero bene)

Passaggio dal patrimonio dell’ente Chiesa Parrocchiale di S. Martino a quello dell’ente Parrocchia di S. Martino per D.M.I. in data 7/11/86 pubblicato sulla G.U. del 24/11/86 n. 273 ai sensi e per gli effetti della Legge 222/85.

XXI - 2009 (?) (restauri intero bene)

Intervento di restauro dei primi anni del Duemila che ha interessato alcuni arredi e l’interno dove il restauro ha restituito le cromie originarie all’altare della Madonna del Rosario e ripristinato le decorazioni parietali ottocentesche, valorizzandone l’ornato. Si è intervenuti anche sull'impianto termico.
Descrizione

La chiesa parrocchiale di San Martino, meta di pellegrini di ogni nazionalità in quanto chiesa di “mamma Margherita”, inizialmente intitolata a Santa Maria, è databile intorno all’inizio del XVI secolo; ampliata nella seconda metà dell’Ottocento si presenta a pianta asimmetrica a tre navate; la navata principale, con accesso in facciata, è coperta da volta a botte lunettata e termina con coro poligonale con stalli coperto da volta a fusi con lunette; l’area presbiterale è rialzata di tre scalini rispetto all’aula liturgica e conserva la balaustra in arenaria e l’altare maggiore a gradini per candelieri, con paliotto in scagliola, tabernacolo con ciborio, croce d’altare e crocifisso e portine laterali con soprastanti candelabri. Il coro comunica con un disimpegno che conduce al campanile e alla sacrestia. L’adiacente navata laterale ospita il battistero in corrispondenza della controfacciata e termina con l’altare dedicato alla Madonna del Rosario; la terza navata ha accesso in facciata e in sommità comunica con la sacrestia; vi si apre l’unica cappella laterale di forma semicircolare e intitolata al Sacro Cuore. Le piccole navate laterali sono coperte da volte a vela. La facciata rispecchia l’interno ed è rivestita di laterizi, tripartita da paraste rivestite di pietra di Trani che poggiano su zoccolatura rivestita di pietra di Luserna. La facciata a copertura della navata originaria si presenta ad un ordine delimitata da paraste angolari che reggono trabeazione e frontone con timpano triangolare e con tondo in rilievo con acronimo DOM. Il portale di accesso è sottolineato da cornice e sovrastato da mosaico raffigurante la Madonna con Bambino tra angeli e da finestra incorniciata a semicerchi. Termina la porzione di facciata una croce sommitale. Alle restanti due navate corrisponde una facciata, bipartita da paraste, con frontone piatto che nasconde il profilo a falde della retrostante copertura; una finestra centinata illumina la navata di mezzo mentre la navata di estremità è accessibile direttamente dall’esterno attraversando un secondo portale incorniciato. Dal profilo della copertura a falde emerge una parte dell’antico e tozzo campanile a pianta quadrata in muratura di mattoni intonacata, torre con orologio, cella campanaria e tetto a padiglione con croce sommitale.
Pianta
Pianta asimmetrica a tre navate; la navata principale, con accesso in facciata, termina con coro poligonale con stalli; l’area presbiterale è rialzata di tre scalini rispetto all’aula liturgica e conserva la balaustra in arenaria e l’altare maggiore a gradini per candelieri, con paliotto in scagliola, tabernacolo con ciborio, croce d’altare e crocifisso e portine laterali con soprastanti candelabri. Il coro comunica con un disimpegno che conduce al campanile e alla sacrestia. Sulla navata principale si apre una nicchia contenente una stata della Madonna e un monumento a parete di Margherita Occhiena, madre di S. Giovanni Bosco. L’adiacente navata laterale ospita il battistero in corrispondenza della controfacciata e termina con l’altare dedicato alla Madonna del Rosario; la terza navata ha accesso in facciata e in sommità comunica con la sacrestia; vi si apre l’unica cappella laterale di forma semicircolare e intitolata al Sacro Cuore. Si accede all’edificio dalla facciata sperando una breve scalinata.
Facciata
Facciata articolata che rispecchia le vicende costruttive dell’edificio, rivestita di laterizi, tripartita da paraste rivestite di pietra di Trani che poggiano su zoccolatura rivestita di pietra di Luserna. La facciata a copertura della navata originaria si presenta ad un ordine delimitata da paraste angolari che reggono trabeazione e frontone con timpano triangolare e con tondo in rilievo con acronimo DOM. Il portale di accesso è sottolineato da cornice e sovrastato da mosaico raffigurante la Madonna con Bambino tra angeli e da finestra incorniciata a semicerchi. Termina la porzione di facciata una croce sommitale. Alle restanti due navate corrisponde una facciata, bipartita da paraste, con frontone piatto che nasconde il profilo a falde della retrostante copertura; una finestra centinata illumina la navata di mezzo mentre la navata di estremità è accessibile direttamente dall’esterno attraversando un secondo portale incorniciato.
Impianto strutturale
Struttura portante verticale composta da pareti, pilastri e paraste in muratura di mattoni intonacata all’interno, a vista e parzialmente rivestita all’esterno, struttura terminante in sommità con cornicione perimetrale su cui s’impostano le volte con catene e lunette a copertura della navata principale che sono a botte e a fusi; le restanti due navate minori sono coperte da volte a vela parzialmente incatenate; la sacrestia è coperta da volta a padiglione. La copertura è a falde con manto in coppi e dal suo profilo emerge una parte dell’antico e tozzo campanile a pianta quadrata in muratura di mattoni intonacata, torre con orologio, cella campanaria e tetto a padiglione con croce sommitale
Adeguamento liturgico

presbiterio - aggiunta arredo (1966 (?))
Collocazione di altare a tavolo volto a popolo in legno e di leggio in legno; rimozione del pulpito.
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