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Asti
Asti
chiesa
parrocchiale
S. Martino
Parrocchia di S. Martino
Pianta; Facciata; Impianto strutturale
presbiterio - aggiunta arredo (1970 (?))
IX - XVII(preesistenze carattere generale); 1696 - 1709(costruzione intero bene); 1710 - 1714(costruzione sacrestia); 1710 - 1715(decorazione intero bene); 1713 - 1713(costruzione cappella dei Santi Barnabiti); 1720 - 1720(costruzione coro); 1720 - 1731(decorazione intero bene); 1736 - 1736(consacrazione intero bene); 1749 - 1749(decorazione sacrestia); 1781 - 1781(sopraelevazione campanile); 1804 - 1806(modifiche intero bene); 1815 - 1815(restauro facciata); 1880 - 1885(costruzione cappella del battistero); 1882 - 1886(decorazione volta del coro); 1884 - 1885(costruzione altare laterale); 1889 - 1889(costruzione organo); 1936 - 1938(costruzione vetrate); 1961 - 1966(restauro intero bene); 1978 - 1978(modifiche facciata); 1987 - 1987(passaggio di proprietà intero bene); 1988 - 1988(restauro campanile); 1997 - 1998(restauro copertura); 1999 - 2013(restauro volte); 2014 - 2015(restauro vetrate)
Chiesa di San Martino
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di San Martino <Asti>
Altre denominazioni S. Martino
Ambito culturale (ruolo)
maestranze piemontesi (costruzione)
Notizie Storiche

IX - XVII (preesistenze carattere generale)

Quella intitolata a San Martino, vescovo di Tours, è la terza chiesa per importanza nella città di Asti, dopo la cattedrale di Santa Maria Assunta e la collegiata di San Secondo. La chiesa parrocchiale viene citata in una permuta di beni già nel 886 d.C. Dal 1168 al 1328 fu affidata ai canonici regolari della Congregazione di Oulx, a seguire ai Canonici Secolari di Asti fino al 1552 e ai frati Eremitani di S. Agostino fino al 1585, che la lasciarono ai Sacerdoti secolari; dal 1606 al 1987 la chiesa fu sede dei padri Barnabiti giunti ad Asti nel 1601. I Padri Barnabiti dal 1682 al 1691 costruirono il collegio adiacente alla chiesa dove si stabilirono; dal 1695 al 1696 demolirono la precedente chiesa trecentesca a tre navate sul cui sedime viene costruita l’attuale chiesa; rimane solo il campanile (1328?).

1696 - 1709 (costruzione intero bene)

Costruzione dell’attuale chiesa verosimilmente su progetto del padre barnabita Giovanni Ambrogio Mazenta (Milano 1565-1636). I lavori iniziarono nel 1696 e la nuova costruzione fu benedetta da Mons. Milliavacca nel 1709.

1710 - 1714 (costruzione sacrestia)

Demolizione della vecchia sacrestia e costruzione dell’attuale al termine della quale vengono installati gli armadioni in noce opera di mastro minusiere Antonio Manzone, che realizzarà successivamente anche i confessionali (1734).

1710 - 1715 (decorazione intero bene)

Lavori per i cartigli e i cornicioni in stucco lungo tutta la chiesa (1710). Realizzazione delle pitture del coro rappresentanti tre episodi della vita di S. Martino, presumibilmente opera del bolognese Antonio Caccioli, e realizzazione del “Trionfo di S. Martino” opera dell’Aliberti; realizzazione dell’altare marmoreo del Sacro Cuore - S. Giuseppe, opera dell’architetto Pompeo Marchesi di Milano, dono del dott. G.B. Volpini di Asti, collocato nella cappella principale di sinistra vista presbiterio; realizzazione delle balaustre e installazione dei pilastrini di marmo nero dei due matronei del presbiterio sui quali saranno poste grate in legno dorato (1720).

1713  (costruzione cappella dei Santi Barnabiti)

Realizzazione del complesso marmoreo e altare dei Santi Barnabiti, nella cappella principale di destra vista presbiterio, ad opera dell’arch. Pompeo Marchesi di Milano, donato da mons. Innocenzo Milliavacca che lo benedisse il 10 novembre.

1720  (costruzione coro)

Realizzazione del coro a 17 stalli opera di mastro Antonio Manzone.

1720 - 1731 (decorazione intero bene)

Realizzazione di affreschi, ad opera di G.C. Aliberti di Canelli, aiutato in alcune composizioni architettoniche e prospettiche dal genero Giov. Battista La Veglia, nella cappella dei Santi Barnabiti, con raffigurazioni riguardanti la Sacra Famiglia in sosta durante la fuga in Egitto e l’adorazione dei Magi; nel 1726 Aliberti affresca la cupola con la "Gloria di San Martino" e le virtù allegoriche della fede, speranza, carità e giustizia; i quattro evangelisti sul tamburo sono di vaga attribuzione in quanto oggetti di ridipinture ottocentesche. Dopo la morte di Aliberti, nel 1727, la decorazione continua ad opera del bolognese Antonio Caccioli (1672-1740), che nel 1729, in controfacciata sopra la bussola, realizzata la pittura rappresentante San Michele Arcangelo piumato e i profeti Geremia e Isaia; la cappella di sinistra viene affrescata da Giovanni Battista Pozzo con la "Visitazione" e il "Sogno di San Giuseppe"; nel 1731 vengono realizzate la bussola in noce e le porte.

1736  (consacrazione intero bene)

Consacrazione della chiesa ad opera di mons. G.B. Roero vescovo di Acqui.

1749  (decorazione sacrestia)

Affreschi nella sacrestia ad opera dei fratelli Pietro Antonio e Giovanni Pietro Pozzo.

1781  (sopraelevazione campanile)

Innalzamento di un piano della torre campanaria del sec. XIV.

1804 - 1806 (modifiche intero bene)

Vendita dell’altare maggiore di ignoto marmorino (1731) alla parrocchia di Calliano, previa demolizione del soprastante complesso marmoreo delle “Confessioni” del 1732, con imponente statua di San Martino, opera di C. Francesco Rista, sorretto da otto colonne tortili di marmo; la statua di San Martino viene posta sulla facciata della chiesa; alcune colonne vengono utilizzate a sostegno della tribuna dell’organo e di quella di fronte, i cui marmi policromi settecenteschi provengono dalla distrutta chiesa di San Bernardino dei PP. Francescani, così come il nuovo altare maggiore opera di Francesco Ferrari, ticinese, eseguito nel 1756. Sull’altare maggiore troneggia il settecentesco crocifisso ligneo probabilmente di bottega bonzanighese. Nel 1806 vengono poste in facciata le statue lignee della Fede e della Speranza provenienti dalla chiesa della Madonna delle Grazie dei Padri Agostiniani.

1815  (restauro facciata)

Restauri della facciata e installazione delle settecentesche statue marmoree degli apostoli Filippo e Giacomo, provenienti dalla Certosa di Valmanera, e della croce in ferro con le insigne episcopali.

1880 - 1885 (costruzione cappella del battistero)

Realizzazione del battistero con piedistallo, vasca e seicentesco pannello in noce e con cancelletti in ferro battuto, il tutto su disegno del geom. Grasso M. (1884); superiormente al battistero si trova un matroneo sostenuto da alcune delle colonne marmoree provenienti dalla demolizione delle “Confessioni” del 1732.

1882 - 1886 (decorazione volta del coro)

Realizzazione ad opera del pittore sacerdote Mentasti di Torino della “Gloria di Maria”, sulla parete superiore del coro, che ha chiuso il finestrone centrale ed eliminato le due precedenti figure profetiche alibertiane di Daniele ed Ezechiele, simmetriche a quelle presenti in controfacciata ai lati della finestra sopra la bussola.

1884 - 1885 (costruzione altare laterale)

Realizzazione dell’altare della Madonna di Lourdes, voluto da P. Vincenzo Nuovoloni e benedetto da mons. Giuseppe Ronco, vescovo di Asti. Il matroneo superiore è sostenuto da alcune delle colonne marmoree provenienti dalla demolizione delle “Confessioni” del 1732. Rivestimento di marmo delle pareti della chiesa.

1889  (costruzione organo)

Collaudo del nuovo organo opera della ditta Vegezzi-Bossi di Torino.

1936 - 1938 (costruzione vetrate)

Installazione delle vetrate istoriate opera della Ditta Albano Macari di Torino, raffiguranti San Martino, Sant'Antonio Maria Zaccaria, fondatore dei PP. Barnabiti, e San Paolo Apostolo.

1961 - 1966 (restauro intero bene)

Rifacimento del tetto della chiesa, della cupola e del campanile con sostituzione di piccola e media orditura; sostituzione di due colonne di cemento della cella campanaria; installazione d'impianto calorifero ad aria calda con bruciatore a nafta e vasca per carburante; rifacimento parziale dell’impianto d'illuminazione.

1978  (modifiche facciata)

Rimozione, dalle nicchie di facciata, delle statue della Fede e della Speranza e dei due cherubini in noce massiccio che stavano ai piedi della statua marmorea di San Martino.

1987  (passaggio di proprietà intero bene)

I Barnabiti dopo 386 anno lasciano Asti (settembre). Le loro proprietà passeranno alla parrocchia di S. Martino.

1988  (restauro campanile)

Lavori di ripassatura della copertura con sostituzione dei faldali e tinteggiatura della facciata; sostituzione del castello di legno del campanile con putrelle di ferro imbullonate tra loro e incastrate nei muri perimetrali e incorporate nella nuova soletta del campanile; elettrificazione delle campane.

1997 - 1998 (restauro copertura)

Restauro della copertura della chiesa e della casa canonica con il contributo CEI 8X1000 alla Chiesa Cattolica.

1999 - 2013 (restauro volte)

Interventi di restauro, realizzati in più fasi e con il contributo della fondazioni bancarie, che hanno mirato alla conservazione di intonaci affrescati nella sacrestia e nella chiesa; in particolare per quanto riguarda la chiesa, gli inteventi si sono concentrati sulle opere alibertiane sulle volte e pareti in corrispondenza della bussola di ingresso, sulle cappelle laterali principali, sul tamburo e sulla cupola.

2014 - 2015 (restauro vetrate)

Restauro artistico delle vetrate della Ditta Albano Macari di Torino.
Descrizione

L'attuale chiesa di San Martino fu costruita verosimilmente su progetto del padre barnabita Giovanni Ambrogio Mazenta. I lavori iniziarono nel 1696 e la nuova costruzione fu benedetta da mons. Milliavacca nel 1709. La pianta è a croce greca con presbiterio e ampio coro rettangolare con stalli e con cappelle laterali; la pianta ingloba la torre campanaria del XIV sec., che venne innalzata di un piano nel 1781, la cappella invernale Jemalis con ex cappella mortuaria, locali ripostiglio e disimpegno con scale per accedere ai matronei e alla cantoria; la pianta ingloba inoltre la sacrestia settecentesca con finte architetture ed ornati della volta dipinti dai fratelli Pietro Antonio e Giovanni Pietro Pozzi nel 1749. Di nota è all’interno l’apparato decorativo della chiesa, in parte oggetto di recenti restauri, in particolare l’apparato ornamentale a stucco e ad affresco ad opera di mastri luganesi e del pittore astigiano G. C. Aliberti. La facciata è a due registri conclusa da volute angolari e da timpano a cappello; la nicchia centrale sopra il portale d'ingresso ospita la statua di San Martino, realizzata nel 1732 da Carlo Francesco Rista.
Pianta
Pianta a croce greca con presbiterio e ampio coro rettangolare con stalli e con cappelle laterali dedicate all’Immacolata Concezione, ai Santi Barnabiti e al Sacro Cuore - S. Giuseppe; una cappella è occupata dal battistero mentre le cappelle costituenti il braccio orizzontale della croce sono occupate dai confessionali; la pianta ingloba inoltre: la torre campanaria del XIV sec., che venne innalzata di un piano nel 1781; la cappella invernale Jemalis con ex cappella mortuaria; locali ripostiglio e disimpegno con scale per accedere ai matronei e alla cantoria; la sacrestia settecentesca con finte architetture ed ornati della volta, dipinti dai fratelli Pietro Antonio e Giovanni Pietro Pozzi nel 1749.
Facciata
Facciata a due registri conclusa da volute angolari e da timpano a cappello; la nicchia centrale sopra il portale d'ingresso ospita la statua di San Martino, realizzata nel 1732 da Carlo Francesco Rista e destinata in origine alla tribuna marmorea dell'altare maggiore e poi ivi collocata durante le soppressioni dell'epoca napoleonica. Altre quattro nicchie sono state realizzate per accogliere statue provenienti da altre fabbriche: le due statue di marmo degli apostoli Filippo e Giacomo, provenienti dalla Certosa di Valmanera (1815), e quelle lignee, ora in deposito, della Fede e della Speranza, provenienti dalla chiesa della Madonna delle Grazie dei padri Agostiniani nel 1806.
Impianto strutturale
Struttura verticale composta da paraste e pareti di muratura di mattoni pieni e cotti, con orizzontamenti in muratura a volte a botte con lunette e cupola con tiburio ottagonale all'incontro dei bracci; il tetto è a falde con orditura primaria e secondaria lignea e manto in coppi di laterizio.
Adeguamento liturgico

presbiterio - aggiunta arredo (1970 (?))
Collocazione di altare a tavolo ligneo volto a popolo e di leggio ligneo.
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