un gruppo di frati Eremiti Agostiniani provenienti dal convento periferico di Sant'Anna a Castello si insediano in una proprietà donata da Daniel Barbeta sita nella centrale parrocchia di Sant'Angelo e fondano il nucleo del futuro convento di Santo Stefano
1294 (posa della prima pietra intero bene)
viene posta la prima pietra della prima chiesa di Santo Stefano
1325 (completamento intero bene)
termina la costruzione della prima chiesa
1432 - 1450 (ristrutturazione intero bene)
iniziano i lavori di trasformazione e ampliamento della chiesa: sulle nervature della volta della cappella maggiore è segnata la data 1443
1475 - 1525 (costruzione campanile)
viene costruito il campanile, i cui lavori subiscono rallentamenti a causa della pendenza che si manifesta nel manufatto
1496 (consacrazione intero bene)
la chiesa viene consacrata da Bartolomeo, Vescovo di Sebenico
XVI (demolizione coro )
dopo il Concilio di Trento viene demolito il coro dei monaci che si trovava al centro della navata maggiore; i setti marmorei vengono addossati alle pareti laterali del presbiterio
1575 (restauro campanile)
il campanile viene restaurato dopo che un fulmine lo colpisce il 7 agosto 1585
1613 (ricostruzione altar maggiore)
viene ricostruito l'altar maggiore in forme barocche, isolato, al centro del presbiterio
1810 (erezione a parrocchia intero bene)
in seguito alla soppressione degli ordini religiosi, il 24 ottobre 1810 la chiesa di Santo Stefano viene dichiarata parrocchiale, riunendo i circondari di Sant'Angelo, San Maurizio, San Vitale e San Samuele
1847 - 1852 (restauro intero bene)
la chiesa viene restaurata su impulso del parroco Piccini, finanziato da Maria Loredana de Gatterburg Morosini
1900 - 1911 (restauro intero bene)
chiesa e campanile vengono radicalmente restaurati, ripristinando in parte le originarie forme tardogotiche
1971 - 1973 (restauro intero bene)
l'edificio viene restaurato nelle strutture
Descrizione
La chiesa di Santo Stefano sorge quasi completamente circondata dagli edifici dell'ex convento: ne sono visibili esclusivamente la facciata, parte del fianco meridionale, affacciato sull'omonimo campo e parte del presbiterio che, caso unico a Venezia, è costruito su un arcone pensile che scavalca un canale, il rio del Santissimo. La facciata, a salienti, presenta la parte centrale assai più decorata rispetto alle fronti delle navate minori, sulle quali si aprono due finestre ogivali ottocentesche, presentando un portale tardogotico attribuito a Bartolomeo Bon, due finestroni ogivali, due finestre circolari e pinnacoli sommitali. Gli spioventi sono decorati da archetti ciechi. L'interno è a tre ampie navate su colonne di marmo rosso di Verona alternate a fusti di marmo greco, terminanti in tre absidi poligonali; il vasto soffitto è a carena di nave a sezione polilobata. Lo snello campanile cinquecentesco, dall'accentuatissima pendenza, ha canna a due ordini e della a trifore.
Coperture
A carena di nave
Facciata
A salienti, con archetti lungo gli spioventi, pinnacoli sommitali e portale tardogotico
Impianto strutturale
Edificio in muratura con solai e volte di forma articolata
Pianta
A tre navate
Presbiterio
A pianta quadrata, su volta che scavalca il canale sottostante, con abside poligonale