Nel 1478 i Domenicani si insediano nella contrada Braida di Toirano, occupando due case che erano state possedute dai Disciplinanti; nel1481 l'insediamento domenicano di Toirano ottiene la qualifica di Vicariato, sottoposto al convento di Santa Caterina di Finalborgo.
1585 - 1586 (citazione intero bene)
La visita apostolica Mascardi nota come le “camere e le abitazioni” dei Domenicani siano ricavate al piano superiore della chiesa e ne ordina la demolizione, pena l'abbandono del convento.
1589 (ampliamento intero bene)
La Comunità di Toirano cede ai Domenicani una casa contigua alla chiesa per permettere un ampliamento della chiesa e la sua regolarizzazione alle normative postconciliari.
1624 - 1635 (citazione intero bene)
Paneri nel “Sacro e Vago Giardinello” cita l'edificio con l'intitolazione di “Nostra Signora delle Grazie”, e lo descrive “leggiadramente composto di due Capelle à lati, e di Maestoso Choro elegantemente eretto, con Dorica e Corintia compositione d'Ancona”. Paneri nota come già presente il quadro di Orazio De Ferrari
1627 (aggiornamento intero bene)
Il 25 luglio 1627 Padre Raimondo Raimondi, Vicario del Convento, posa la prima pietra del nuovo edificio sacro, un progetto “alla moderna, di polita architettura, con facciata à Levante, e Choro à Ponente”.
1640 (benedizione intero bene)
Benedizione del nuovo edificio da parte di padre Tomaso Burlo priore di Santa Caterina
1774 (costruzione sacrestia)
Acquisto di 700 “chiappe” per la costruzione della nuova sacrestia.
1784 (completamento sacrestia)
Mastro Giacomo, mastro Piero e aiuti si impegnano a “imbiancare la sacrestia e la chiesa, dipingere l'altare del Rosario, aggiustare il lastrico e altre fatiche”. Per il pavimento vengono acquistate 250 “chiappe” di ardesia. Durante i lavori i muratori bevono 21 fiaschi di vino.
1794 (invasione intero bene)
A novembre i soldati francesi si acquartierano nella chiesa; il Comune provvede a rimuovere e a mettere al sicuro le “ancone” degli altari.
1852 (ristrutturazione presbiterio)
I procuratori della chiesa commissionano “al signor Gagliotti Giuseppe (...) nativo di Carrara abitante in Savona”, per complessive mille lire, la balaustra per la “divisione del coro dal corpo della medesima chiesa”, la scalinata di tre gradini per la balaustra suddetta, la scalinata per l'altar maggiore, una vasca “per acqua da lavarsi” e una vaschetta per l'acqua benedetta per la sacrestia.
1944 (danneggiamento intero bene)
Un bombardamento aereo causa la distruzione dell’adiacente convento, e danneggia gravemente la chiesa, provocando anche il parziale crollo della volta.
1952 (ristrutturazione intero bene)
Il Genio Civile di Savona esegue la ristrutturazione della chiesa, che comporta il rifacimento del tetto e la posa di un pavimento in graniglia.
1969 (ristrutturazione intero bene)
Un ulteriore intervento di ristrutturazione comprende la formazione di una intercapedine, il rifacimento parziale degli intonaci, la deumidificazione dei muri con iniezione di materiale plastico, il restauro del tetto in lastre di ardesia alla genovese.
Descrizione
La chiesa sorge nel centro di Toirano nel rione della Braida, inserita in una schiera di abitazioni che costeggia la strada centrale dell'abitato. L'allineamento delle costruzioni davanti e a monte della chiesa è stato alterato dalle conseguenze del bombardamento del 1944, che ha cancellato il corpo di fabbrica del convento domenicano e ha aperto delle soluzioni di continuità nelle schiere di case. La chiesa era totalmente inserita nel costruito già in origine: lo spazio per la sua edificazione era stato ricavato nello spazio occupato da due case, appartenute a un certo Pietro Ferraro, il quale le aveva ricevute tramite una permuta fatta con i Disciplinanti del luogo. La costruzione dell'edificio religioso è dovuta ai Domenicani, che ebbero un Vicariato a Toirano fino alla fine del Settecento. La chiesa, originariamente intitolata a Nostra Signora delle Grazie, tra il 1600 e il 1700 ospiterà anche i sepolcri dei conti D’Aste, che rinunceranno al patronato a fine Settecento. L'edificio ha mantenuto l'impianto post-rinascimentale, con la semplice facciata che affaccia sulla strada tramite una gradinata. Uno spoglio interno ad aula unica ha il soffitto a botte, rifinito da un cornicione con modanature. Sulle pareti frontali, ai lati delle balaustre, sono ricavate due nicchie con mensola di ardesia e cornice di legno dorato. Nelle pareti laterali si aprono quattro nicchioni, due dei quali con altari.
Pianta
La chiesa è composta da un'ampia unica aula rettangolare, con due nicchioni sui lati lunghi; il presbiterio, più stretto, è anch'esso di forma rettangolare.
Elementi decorativi
L'interno della chiesa non presenta decorazioni architettoniche di rilievo, ad eccezione del cornicione modanato della volta. L'altare maggiore ha subito interventi nell'Ottocento e nel secondo dopoguerra, ma mantiene il paliotto intarsiato di marmi policromi, volute con cherubini e due teste d'angelo laterali a chiudere i gradini. L'abside ospita un coro ligneo a doppio ordine, ottocentesco; sopra, sulla parete di fondo è collocato il quadro di Orazio De Ferrari raffigurante la Vergine con il Bambino. Anche La balaustra del presbiterio è ottocentesca. Una delle nicchie nell'aula conserva un altare laterale originale, con paliotto in marmo intarsiato; è fronteggiato, nella nicchia opposta, da un altare ricostruito negli anni Cinquanta del Novecento. Nella chiesa sono conservate due statue processionali, una Madonna del Rosario settecentesca, attribuita da qualche autore a Giovanbattista Bissone, e la cassa di San Pietro, scolpita da Giovan Battista Drago nel 1859.
Facciata
La facciata ha il profilo a capanna, con un unico portale in posizione centrale, incorniciato da una modanatura. Una cornice orizzontale, sorretta da quattro lesene appena aggettanti, divide il fronte in due settori. La parte superiore ha altre due lesene agli estremi e racchiude una finestra, che si presenta come una monofora affiancata da due aperture rettangolari, il che potrebbe far pensare che, in origine, si trattasse di una serliana.
Campanile
Un campanile a vela, intonacato e privo di decorazioni, con due campane, è impostato sul prospetto orientato a nord ovest.
Pavimenti e pavimentazioni
Alcuni scampoli di pavimentazioni storiche in ardesia sono conservati solo nelle nicchie degli altari laterali. Nel secondo dopoguerra viene posata una nuova pavimentazione in graniglia, suddivisa in grandi quadrati.
Coperture
Il tetto a capanna, rifatto negli anni Cinquanta, è coperto di lastre di ardesia, con coppi di cotto al colmo.