chiese italiane censimento chiese edifici di culto edifici sacri beni immobili patrimonio ecclesiastico beni culturali ecclesiastici beni culturali della Chiesa cattolica edilizia di culto restauro adeguamento liturgico Armati Stellanello Albenga - Imperia chiesa parrocchiale Santi Vincenzo ed Anastasio Parrocchia di Santi Vincenzo e Anastasio Pianta; Elementi decorativi; Facciata; Campanile; Pavimenti e pavimentazioni; Coperture altare - intervento strutturale (1980) XV sec - XVI sec(costruzione intero bene); 1586 - 1586(separazione intero bene); 1636 - 1637(realizzazione coro); 1780 - 1789(ricostruzione intero bene); 1896 - 1896(manutenzione facciata); 1941 - 1941(realizzazione impianto elettrico); 1946 - 1947(riparazione intero bene); 1951 - 1951(restauro intero bene); 1993 - 1993(restauro intero bene)
Chiesa dei Santi Vincenzo ed Anastasio
Tipologia e qualificazione
chiesa parrocchiale
Denominazione
Chiesa dei Santi Vincenzo ed Anastasio <Armati, Stellanello>
Ambito culturale (ruolo)
maestranze liguri (costruzione)
Notizie Storiche
XV sec - XVI sec (costruzione intero bene)
Presumibile prima edificazione della chiesa, che, secondo la descrizione nel “Sacro e Vago Giardinello”, si presentava, all'inizio del Seicento, ad una navata con ala.
1586 (separazione intero bene)
11 agosto 1594: La diocesi di Albenga dispone la separazione della nuova parrocchia di San Vincenzo dalla chiesa matrice dei SS. Pietro e Paolo di Testico; secondo alcune fonti, il procedimento di distacco era iniziato nel 1586.
1636 - 1637 (realizzazione coro)
Risulta iniziato il cantiere per la realizzazione del “coro alla moderna”, terminato nell’ottobre del 1637.
1780 - 1789 (ricostruzione intero bene)
La chiesa viene ricostruita su progetto di Domenico Belmonte; Tommaso Carrega interviene per affrescare le volte.
1896 (manutenzione facciata)
Il 9 giugno 1896 il consiglio di Fabbriceria della parrocchia esamina la perizia dell'ingegnere Ardoino riguardante “i lavori da farsi nella facciata della Chiesa”, per un importo di 3200 lire. La fabbriceria delibera di procedere con i lavori e di richiedere un contributo al Regio Economato Generale.
1941 (realizzazione impianto elettrico)
I fabbriceri deliberano di dotare la chiesa di impianto elettrico e di rifare il pavimento della sacrestia.
1946 - 1947 (riparazione intero bene)
La fabbriceria delibera di intervenire su chiesa e sacrestia per riparare i danni dovuti ai “bombardamenti bellici” e ai "danni per la neve"
1951 (restauro intero bene)
Gli amministratori della chiesa e il parroco decidono di “compiere in questo anno santo i restauri della Chiesa, affidandone l'artistica esecuzione all'illustre prof. C. Felice Dellepiane di Valenza”.
1993 (restauro intero bene)
Si svolgono lavori di restauro dell'interno e dell'esterno.
Descrizione
La chiesa parrocchiale dedicata ai Santi Vincenzo e Anastasio è situata nei pressi della borgata degli Armati, nel territorio di Stellanello. Sorge su un terrazzo fluviale che ha ammorbidito la sommità di un poggio in posizione centrale nel cuore della vallata del Merula; ai piedi del versante, sotto la chiesa e il cimitero, la valle si allarga e il torrente rallenta e diventa guadabile. Sulla sponda opposta del guado si trova l'oratorio di Santa Maria Maddalena. La monumentale facciata orientata a est rappresenta un punto di riferimento visivo per tutta la valle. Alla chiesa si affiancano, in un massiccio complesso unitario, edifici di abitazione, nati come canonica. Attorno alla chiesa un grande spazio non edificato, appena ondulato, ospita giardini pubblici, orti e frutteti, parcheggi e un sagrato piuttosto ampio a fondo naturale e prato. La chiesa fu ricostruita nella forma attuale nel corso del XVIII secolo, su progetto di Domenico Belmonte, e sono state riscontrate le analogie con il disegno della chiesa parrocchiale di Costa d’Oneglia, curato dallo stesso architetto. L'aula ellittica è introdotta da un atrio; nel perimetro si aprono sei cappelle, poste tre per lato in posizione simmetrica; quattro hanno gli altari. Gli spazi sono unificati dall’ampio cornicione modanato, che risvolta anche nel presbiterio e nell’atrio; è sostenuto da paraste composite, digradanti in corrispondenza delle cappelle e nel presbiterio, dove continuano in costoloni nella sovrastante calotta. Gli archi delle cappelle poggiano su un ordine minore; non si interrompe, così, la continuità del cornicione e aumenta il senso di uniformità della composizione.
Pianta
Sull'asse maggiore dell'ellisse si inseriscono un atrio rettangolare e un presbiterio di ugual forma ma di maggiore estensione, concluso da un’abside semicircolare. Le volte sono a catino nell’abside, a botte lunettata sul presbiterio e a vela sull’atrio e sull’aula.
Elementi decorativi
Affreschi e pitture caratterizzano l'interno, quasi completamente decorato, ad eccezione delle prime cappelle a sinistra e a destra, più spoglie e prive di altari. Buona parte degli interventi pittorici sono da attribuire a Carlo Felice Delle Piane, chiamato a ridecorare la chiesa nel 1951. Le seconde cappelle hanno le volte affrescate a finti cassetti, mentre le terze sono abbellite con stucchi, presumibilmente quelli eseguiti da Lorenzo Acquarone alla fine del Settecento. I quattro altari sono accomunati dal fatto di essere stati disegnati per ospitare nicchie da statue. I due altari contrapposti centralmente hanno mense a sarcofago più lineari e colonne tortili che contornano le nicchie; gli altri due, anch'essi concepiti simmetricamente, hanno fastigi più elaborati e una policromia accentuata dall'utilizzo di marmi diversi. Il pulpito è inserito tra la seconda e terza cappella a sinistra e mantiene il suo paracielo. L'altare centrale, secondo la tradizione, sarebbe di provenienza francese e sarebbe stato donato dal vescovo di Albenga in occasione della conclusione del progetto di ristrutturazione seguito da Belmonte. Sopra il crocifisso è ancora allestito il sopracielo. Un notevole coro in legno di noce a due ordini di stalli è installato lungo il perimetro dell'abside.
Facciata
All’esterno la facciata si sviluppa su un profilo planimetrico mistilineo, con le ali leggermente arretrate rispetto al corpo centrale. In alzato è composta da due ordini di colonne binate poste su alti piedistalli; doriche nella parte inferiore e corinzio in quella superiore, le colonne laterali sono inserite nel muro, mentre quelle centrali avanzano rispetto alla parete, movimentando maggiormente la composizione. Le ali sono collegate alla parte centrale mediante paraste digradanti, doriche nella parte inferiore e ioniche in quella superiore. Un alto cornicione modanato unisce l’ordine inferiore, separando le due sezioni della facciata. La parte superiore, che sviluppa solamente la parete centrale di quella inferiore, presenta al centro una finestra dalla ricercata forma mistilinea, decorata all’apice da una conchiglia con un cherubino e da fiori. Al di sopra vi è una piccola mensola mistilinea poggiante su due cherubini. Il frontone è concluso da un ampio cornicione mistilineo dentellato, decorato al di sopra da vasi fiammati; delle volute uniscono le ali con la parte centrale.
Campanile
Il campanile a base quadrata presenta lesene nelle ultime due sezioni, semplici costoloni in quello inferiore e ioniche in quello superiore, contenente la cella campanaria. Al di sopra si eleva un piccolo tamburo a pianta circolare, unito agli angoli del cornicione sottostante attraverso quattro piccole volute, al di sopra poggia una cuspide a bulbo ricoperta di scaglie di ardesia.
Pavimenti e pavimentazioni
La chiesa ha il pavimento coperto di lastre di marmo bianco e bardiglio disposte a scacchiera.
Coperture
Un tetto a padiglione a sei falde si eleva sopra l'aula principale. Otto falde, invece, seguono l'andamento del perimetro interno dell'abside, e altre due falde simmetriche coprono a capanna il presbiterio. I manti sono in tegole marsigliesi
Adeguamento liturgico
altare - intervento strutturale (1980)
Si è proceduto all'adeguamento liturgico separando la mensa dall'altare maggiore e rimontandola in posizione più avanzata.