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San Bartolomeo al Mare
Albenga - Imperia
chiesa
parrocchiale
San Bartolomeo
Parrocchia di San Bartolomeo
Pianta; Elementi decorativi; Arredi; Campanile; Facciata; Coperture; Pavimenti e pavimentazioni
nessuno
XIV sec - XIX sec(realizzazione campanile); XVI sec - XVI sec(realizzazione altari); 1505 - 1506(citazione intero bene); 1585 - 1586(citazione intero bene); 1624 - 1653(citazione intero bene); 1624 - 1653(citazione intero bene); 1641 - 1641(consacrazione intero bene); XVIII sec - XVIII sec(rifacimento intero bene); 1824 - 1824(costruzione organo); 1840 - 1840(realizzazione statua); 1887 - 1887(rifacimento intero bene); 1888 - 1890(rifacimento intero bene); 1896 - 1899(rifacimento altare); 1904 - 1904(rifacimento organo); 1949 - 1949(restauro campanile); 1958 - 1959(decorazione interno); 1975 - 1975(elettrificazione campane); 1982 - 1983(rifacimento copertura); 1993 - 1993(realizzazione bussla)
Chiesa di San Bartolomeo
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di San Bartolomeo <San Bartolomeo al Mare>
Ambito culturale (ruolo)
maestranze liguri (costruzione)
Notizie Storiche

XIV sec - XIX sec (realizzazione campanile)

Nelle diverse descrizioni e negli inventari più antichi non si fa quasi mai cenno dell'alto campanile, la cui torre è caratterizzata da una monofora strombata e dalle bifore ad arco romanico che ne determinano la datazione al XIV secolo. Si trova soltanto, in un inventario del 1682, la notizia che è dotato di due campane, una grossa e l'altra piccola”. Sono invece annotati i resoconti relativi alla realizzazione del nuovo concerto di campane di cui esso viene dotato nei primi mesi del 1881, ad opera del fonditore Giacomo Semeria. Tre anni dopo infine la torre campanaria viene dotata di un orologio meccanico costruito da Nicola Desiglioli di Chiappa. Il campanile è completato in alto da una guglia a forma di piramide ottagonale fortemente allungata.

XVI sec  (realizzazione altari)

Gli altari esistenti nella chiesa, che negli ultimi decenni del Cinquecento erano tre, al tempo delle visite apostoliche di monsignor Costa sono diventati sei: oltre all'altare maggiore, vi si trova quello dedicato al Santissimo Rosario, costituito, secondo l’uso del tempo, da un “banchetto dorato” ubicato nella cappella posta in capo alla navata laterale, adornata da una statua della Vergine e da una grande tela realizzata nel 1613 dal pittore locale Alfonso Arimondo.

1505 - 1506 (citazione intero bene)

Il primo documento che cita la chiesa di san Bartolomeo è del 1505: l’atto di costituzione della nuova parrocchia, creata mediante la separazione dalla matrice di San Giorgio di Cervo, con conseguente elevazione della chiesa a rettoria.

1585 - 1586 (citazione intero bene)

Citazione nella visita apostolica di Nicolò Mascardi Vescovo di Mariana e Accia alla Diocesi di Albenga: “Sia ampliata la sacristia. Non potendo da solo il parroco soddisfare all’onore della confessione, si procuri un coadiutore. Emetta il parroco la professione di fede nelle mani dell’Ordinario, altrimenti sia sospeso a divinis per un anno. Altari: Maggiore, SS. Rosario, S. Michele”.

1624 - 1653 (citazione intero bene)

Citata nel Sacro e Vago Giardinello: “proporzionato, e sontuoso Tempio, di facia à ponente, con portale, et intagliata figura in nera pietra del santo Titolare, con il 1606, et Choro à levante, ad una nave, et ala, distinto, in honor del primo predicator di Christo alli Armeni, et Indiani, Bartholomeo Apostolo; [...] fabricato detto Tempio, et il di lui Choro del 1614. alla moderna maestosamente reedificato, [...] arrichito di sontuosa, e ben delineata Ancona, con la figura del Titolare, in mezo di quelle de SS. Pietro, e Paolo Apostoli alla destra, Gio. Battista e Gio. Evangelista alla sinistra, con altri santi aletanti alla Divina contemplatione; Tien anche due altre porte à fianchi, adorna una di nero portale, et altra con l’imagine scolpita del già detto Santo, a vista d’ampia e maestosa Piazza inanti.”

1624 - 1653 (citazione intero bene)

Da altre annotazioni riportate nello stesso manoscritto si ricava che “Dell’anno 1647. d 18. settembre con universal giubilo della detta Parochia si diede principio ad inalzar d.a Chiesa eguale alla magnificenza del Choro, et in volta alla moderna, con spesa di scuti cinquecento, che si cavano da elemosine delli huomini dell’istesso luogo, et in quest'Inverno serà totalm.te coperta in volta”. E non si manca di lodare gli abitanti del luogo, che «maggiormente infiammati, l’arrichirono di proportionate Capelle, vagamente depinte, et ornate; tra quali non può, ne deve tacersi la maestria di quella del S.119 Rosario, che quanto più muove, et aletta il Christiano à contemplar la Regina de Cieli, tanto più il spinge à riccorrere alla di lei intercessione.”

1641  (consacrazione intero bene)

Il 18 novembre 1641 il Vescovo di Albenga Pier Francesco Costa, consacra la chiesa e l’altare maggiore con le reliquie dei Santi Bonifacio Vescovo e Martire, Leonardo, Santa Valeria e Quintina martiri.

XVIII sec  (rifacimento intero bene)

Nella seconda metà del Settecento la cappella sarà oggetto di un consistente rifacimento, con l’installazione dell’altare della Madonna del Rosario in marmi mischi acquistato a Genova nel 1778 ad opera di Luca Orsolino, vent'anni dopo la sostituzione dell’altare principale con un manufatto in marmo fatto giungere dalla capitale. Addossato alla parete perimetrale della navata laterale si trova l’altare della Madonna del Carmine con la statua della Vergine col Bambino alloggiata nell'apposita nicchia; nel lato opposto della chiesa si trova invece la cappella del Santissimo Nome di Dio, posta in un vano ottenuto con un ampliamento verso l’esterno tra il campanile e l’accesso laterale di mezzogiorno. A questa in seguito sarà aggiunta la dedicazione alle Anime Sante del Purgatorio e si provvederà a dotarla, nel 1782, di una nuova ancona dipinta da Tommaso Carrega ispirata a questa novità, in sostituzione di quella ivi esistente dal 1613 eseguita da messer Gregorio pintore.

1824  (costruzione organo)

In alto, sopra l'ingresso principale, alla data del sisma si trova la tribuna dell'organo. La chiesa è dotata di uno strumento di quel genere fin dalla prima metà del Seicento; inizialmente però esso era collocato in un palco costruito appositamente sopra l'ingresso laterale posto a valle, verso il cimitero. Lo spostamento nella nuova sistemazione è stato voluto dai “fabbricieri” nel momento in cui si è resa necessaria la sostituzione del vecchio apparato non più funzionante, né riparabile: si è optato quindi per l'acquisto di un nuovo organo, affidandone la costruzione nel 1824 all’organaro Lazzaro Fresia; questo però per adempiere al suo incarico impiegherà quattro anni, anziché i pochi mesi pattuiti al momento del contratto.

1840  (realizzazione statua)

Nel 1840, si provvederà a dotare la chiesa anche di una sua statua del santo titolare per uso processionale, commissionandola allo scultore taggese Giovanni Battista Zucchetti.

1887  (rifacimento intero bene)

Il terremoto del 23 novembre 1887 causa numerosi danni; il campanile cadendo sfonda il tetto e la volta della chiesa, determinandone la rovina e provocando dei cedimenti e delle profonde fessurazioni anche nelle strutture verticali rimaste in piedi. Sei mesi dopo il capomastro Carlo Agostino Viale redige una perizia in cui prospetta una modifica sostanziale dell’edificio tale da ridurlo a un'unica navata, con due cappelle laterali opposte. Stima che si possa rendere agibile la chiesa con una spesa di poco superiore alle settemila lire, comprendendovi anche la riparazione del tetto della sacrestia, che ha subito danni minori. La perizia del Viale ottiene l'approvazione prescritta, dopo avervi apportato alcune modifiche e tagli della spesa richiesti dall'ingegnere capo del Genio Civile, in modo da ridurre la sommatoria dei costi a 5.713 lire.

1888 - 1890 (rifacimento intero bene)

Il capomastro Viale avvia le demolizioni delle parti pericolanti del campanile e le relative riparazioni, con messa in opera di tre chiavi in ferro. All’ing. Bernardo Ardoino viene affidato il progetto architettonico definitivo che viene presentato il 9 agosto 1888; durante le operazioni di demolizione si appura che i danni prodotti dalle scosse sono più gravi di quanto stimato e tutte le strutture della chiesa sono in condizioni tali da precluderne il riutilizzo, comprese le fondazioni, indebolite fra l’altro dalle sepolture esistenti all’interno dell’edificio. Prende corpo così la nuova soluzione più ampia, senza cappelle laterali e meglio raccordata al presbiterio che si conserva ottenendo un arretramento sul lato a monte. I lavori si concludono nel 1890. Successivamente vengono realizzati il nuovo pavimento, la ricollocazione del polittico di S. Bartolomeo sulla parete di fondo dell'abside, il restauro della statua del santo titolare e la riparazione dell'orologio del campanile.

1896 - 1899 (rifacimento altare)

Nel mese di novembre del 1896 e poi nel dicembre e nel gennaio successivi fervono i lavori di rifacimento dell’altare maggiore; nelle registrazioni contabili della chiesa sono annotate numerose spese per l'acquisto dei materiali, per il compenso dei carrettieri che riportano nella chiesa i marmi dell’altare rimossi quasi dieci anni prima e per quello del capomastro Carlo Agostino Viale che ne cura la ricomposizione”. Seguono subito dopo le registrazioni delle spese per l’acquisto e la realizzazione del nuovo pulpito in muratura e marmi policromi e della relativa scala. A questo punto la ricostruzione della chiesa è quasi completata. Mancano soltanto le decorazioni interne della volta e delle pareti, la rimessa in funzione dell’organo, e alcuni particolari minori, quali il sopracielo dell’altare maggiore, che viene acquistato e posto in opera all’inizio dell'estate successiva, e quello del pulpito, per il quale invece si devono attendere altri tre anni.

1904  (rifacimento organo)

Il nuovo parroco, il reverendo Fiorenzo Fossati, rimette in funzione l'organo a canne della chiesa commissionandone uno nuovo a Giovanni Battista Dessiglioli, originario della frazione Chiappa. I lavori di costruzione del nuovo organo vengono eseguiti nella primavera del 1904; il 12 luglio successivo il maestro Alcantarini ne esegue il collaudo e il 24 agosto.

1949  (restauro campanile)

Restauro del campanile per riparare i danni causati da un fulmine

1958 - 1959 (decorazione interno)

Don Angelo Calmarini, mette mano alla decorazione interna della chiesa, le cui pareti e la volta sono ancora completamente disadorne. Egli chiama la ditta dell’alessandrino Carlo Frascaroli, i lavori hanno inizio nel 1958 e terminano in quello successivo. La ditta si avvale della collaborazione del pittore Carlo Valfredi, al quale si devono le raffigurazioni dei santi inserite in dieci larghe cornici poste lungo le pareti e altri particolari artistici a completamento della decorazione misurata e rigorosa che caratterizza l’insieme.

1975  (elettrificazione campane)

Elettrificazione delle campane

1982 - 1983 (rifacimento copertura)

Rifacimento della copertura in tegole con gronde in ardesia, sostituzione del manto e della piccola orditura in legno, dei canali di gronda e dei pluviali, riparazione del frontone della facciata con la sostituzione delle tegole con lastre di ardesia.

1993  (realizzazione bussla)

Realizzazione della bussola di ingresso in legno
Descrizione

La parrocchiale è situata nell'omonima borgata, da cui il comune trae la denominazione. L’immobile include il volume della chiesa, la sacrestia ed il campanile sul lato destro. E’ un edificio ad unica navata che conclude nel presbiterio delimitato da gradini e balaustra in marmo; l’abside è semicircolare ed è riccamente decorata dal polittico e da quadri raffiguranti i Santi. Ai lati dei due ingressi secondari si trovano gli altari del Sacro Cuore e della Madonna del Rosario e. dalla parte opposta, due nicchie che contengono i confessionali. In controfacciata, sull’ingresso è l’orchestra con l’organo. La facciata segue linee semplici ed e ripartita da un ampio cornicione e da lesene che concludono nel timpano a capanna.
Pianta
Edificio a navata unica con volta a botte ed abside semicircolare, sul lato destro si trova il corpo della sacrestia con volta a padiglione.
Elementi decorativi
La decorazione interna si presenta all'insegna della fusione armoniosa di elementi tipici di stili diversi, in un linguaggio eclettico ancora in voga nella prima metà del ‘900 e qui ben espresso soprattutto nelle pitture della volta a botte. Verso l’altar maggiore, sistemati nelle cappelle laterali, a destra troviamo il quadro raffigurante la Madonna del Rosario con Santi domenicani e fedeli oranti, realizzato da un ignoto pittore nella prima metà del XVII sec. Il dipinto vede la scena suddivisa in due parti, quella centrale, ruota attorno alla figura della Madonna, sulle cui ginocchia troviamo un Gesù Bambino; a sinistra S. Domenico e a destra S. Caterina da Siena; lo spazio esterno vede la raffigurazione dei 15. Sulla parete opposta la Madonna del Carmine e Santi, realizzato da un altro ignoto pittore probabilmente tra fine XVII e inizio XVIII sec. La solida composizione è tutta incentrata sulla rappresentazione di Nostra Signora che dona a S. Simone Stock lo scapolare, la striscia di panno simbolo dell'Ordine Carmelitano. All'altezza degli ingressi laterali in due nicchie sono ospitate a sinistra la statua di S.Teresa del Bambino Gesù, e a destra quella di S. Luigi Gonzaga. Le pitture della volta ruotano attorno a due cornici principali, inserite in un contesto dove dominano elementi geometrici, croci e finti rosoni. Sotto la cornice aggettante è infine possibile scorgere i 10 Comandamenti, racchiusi entro altrettanti semplici cartigli. Sopra gli ingressi laterali vediamo S Francesco fra le rocce e, di fronte, S. Caterina da Siena in adorazione davanti al crocifisso; verso il presbiterio invece S. Domenico Savio tra due angeli e, sulla parete opposta, S. Maria Goretti immersa in una distesa di gigli, alle cui spalle si può scorgere la facciata della chiesa di S. Bartolomeo. Nel presbiterio, troviamo le statue di S. Bartolomeo, sulla sinistra, e di S. Michele Arcangelo, a destra. Sopra l'altar maggiore, realizzato in marmi policromi, troviamo il sopracielo costituito da una tela raffigurante l’Eterno in gloria circondato da angeli. Nella zona del coro è il polittico cinquecentesco opera di Raffaello de Rossi, al centro vi è S. Bartolomeo raffigurato su di una nuvola posta tra Cielo e Terra; negli scomparti laterali compaiono due coppie di santi: a sinistra S. Pietro, e S. Paolo, a destra S. Giovanni Battista e S. Giovanni Evangelista. Nei registri superiori, possiamo vedere, a sinistra, S. Vito, con il cane, accompagnato da S. Sebastiano, giovane; a destra invece sono dipinte S. Agata, e S. Caterina d'Alessandria; nella lunetta vediamo la raffigurazione di Dio Padre, caratterizzato dal globo, ad indicare la Sua sovranità sul mondo. Vi è poi l'Annunciazione, rappresentata in due tondi separati posti ai lati della cima. Nella parte più bassa del polittico, sono raffigurati la caduta di S. Paolo sulla via di Damasco ed il martirio di S. Bartolomeo.
Arredi
In prossimità dell'ingresso maggiore, nella posizione classica a sinistra di chi entra, vi è l'antico fonte battesimale, protetto da una cancellata in ferro battuto e collocato in una nicchia. Nell’area della navata laterale si trovano anche due confessionali, uno collocato tra gli altari del Santissimo Rosario e del Carmine e l’altro sul fondo della chiesa, vicino al battistero, che è posto a lato dell'ingresso principale. Addossato alla prima colonna di divisione delle navate, quella più vicina al presbiterio, si trova un pregevole pulpito in marmi policromi, che alla fine del Settecento ha preso il posto di quello originale in legno realizzato nel 1571 dal dianese Iacopo Filiberta. Addossata alla controfacciata si trova la zona dell’orchestra, realizzata interamente in legno. I due altari laterali sono dedicati, a sinistra alla Madonna del Rosario e a destra al Sacro Cuore. L’altare maggiore è in marmi policromi del XIX secolo costruito secondo modelli settecenteschi; murato nel retro dell’altare vi è il tabernacolo degli oli santi, realizzato in ardesia probabilmente a metà del ‘500. Addossata alla parete absidale si trova il coro ligneo, eseguito negli ultimi anni del XIX sec.
Campanile
Il campanile, posto sul lato destro in aderenza al corpo della screstia, ha base quadrata ed è diviso in quattro ordini scanditi da sottili cornici marcapiano; il secondo e il terzo ordine presentano bifore a cui corrispondono in alto le bucature delle campane. Conclude in una cuspide intonacata.
Facciata
La facciata è bipartita orizzontalmente da un ampio cornicione e verticalmente quadripartita da lesene che concludono in capitelli corinzi al di sotto del timpano che segue l’andamento a capanna della copertura. Ai lati dell’ingresso troviamo due nicchie simmetriche ed in asse con la porta un rosone circolare.
Coperture
La copertura a due falde ha manto in tegole marsigliesi e gronda in abbadini di ardesia.
Pavimenti e pavimentazioni
Il pavimento è in lastre di marmo bianco e bardiglio posate a schema geometrico.
Adeguamento liturgico

nessuno
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