Lavori per la costruzione, sospesi a causa di una mancanza di fondi
1756 - 1760 (edificazione intero bene)
Ripresa dei lavori per la costruzione con la predisposizione dei legni per i fronti e l’Inserimento di nove chiavi in ferro nei quattro piloni di sostegno della volta. Nel 1757 allestimento degli archi in legno necessari alla costruzione dei passaticci (corridoi laterali di comunicazione, attraverso gli altari, con le sacrestie). Nel 1758 venne realizzata la sacrestia lato mare.
1761 - 1764 (edificazione intero bene)
Dopo la sospensione dei lavori per un anno, ripresero velocemente con l’inserimento di otto chiavi in ferro tra i pilastri a sostegno della volta. Nel 1762 venne realizzata la sacrestia lato monte. Arrivando al 1764 con la costruzione terminata fino al cornicione (ancora da terminare).
1768 - 1771 (edificazione intero bene)
Messa in opera del materiale e successivo arresto per mancanza di fondi.
1771 - 1772 (edificazione intero bene)
Prosecuzione dei lavori e sospensione.
1778 (edificazione intero bene)
Terminata la costruzione di tutto il cornicione. Sospensione dei lavori
1781 - 1783 (edificazione intero bene)
Prosecuzione dei lavori
1783 (edificazione intero bene)
Costruzione del campanile lato monte
1783 - 1787 (edificazione intero bene)
Costruzione della volta, con alcune interruzioni dovute anzitutto alle incrinature nell’arco di sostegno della volta posta sulla porta centrale; poi a parte di crollo dell’arco dal lato del coro. Progettazione della nuova volta affidata a Gaetano Cantone esecuzione capomastri Giuseppe Fantoni e Innocenzo Bossi
1787 - 1790 (edificazione intero bene)
Intonacatura della volta
1790 (edificazione intero bene)
Erezione dei cupolini sovrastanti le cappelle laterali dell’altare maggiore e messa in opera dell’altare marmoreo.
1791 (edificazione intero bene)
Termine di costruzione degli ingessi centrali e chiusura con una porta definitiva. Realizzazione delle tombe comunali sotto al lastrico della sacrestia lato mare (erano destinate alla comunità, ai bambini, ai sacerdoti, agli iscritti alla Compagnia del Santissimo Sacramento, ai Confratelli della Compagnia di Sant’Antoni Abate, alla Compagnia delle Donne intitolata all’Annunziata). Realizzazione del pavimento della chiesa. Esecuzione selciato dinnanzi al sagrato, chiamato “paglietto”, formato da pietre bianche e nere, da granito per il bordo e da pietre colorate con cui è raffigurato lo stemma dell’antico Borgo della Pietra.
1791 (edificazione intero bene)
Inaugurazione della chiesa
1791 - 1794 (costruzione canoniche)
Costruzione delle canoniche nella zona absidale della chiesa, lato monte.
1793 (edificazione intero bene)
Posizionamento interno dei tamburini di ingresso alla chiesa e del coro ligneo. Interessante la storia del coro ligneo: un pietrese Luigi Oxilia fu Nicolò si trovava con un suo bastimento a Marsiglia; passando davanti alla Cattedrale di Marsiglia e visto che alcuni rivoluzionari portavano sulla piazza il coro ligneo per bruciarlo, si accordò con loro per comprarlo al fine di non lasciare distruggere un così bel manufatto, sapendo che la chiesa della sua città natale ne era sprovvista. Concluso l’affare partì alla volta di Pietra Ligure con il prezioso carico.
1796 (edificazione intero bene)
Apertura di una porta laterale
1820 - 1863 (edificazione campanile)
Costruzione del campanile lato mare su progetto dell'ingegnere Padre Ampognani dei Minori Osservanti, capomastro Giuseppe Giobellini
1836 (edificazione intero bene)
Intonacatura di tutta la chiesa
1843 (edificazione intero bene)
Tinteggiatura di tutta la chiesa
1857 (edificazione intero bene)
Sostituzione del precedente altare con uno più consono alle dimensioni della chiesa
1858 (edificazione intero bene)
Sostituzione del precedente altare con uno più degno alla grande chiesa, su disegno del marmoraro genovese Gioacchino Vallebona.
1860 (decorazione interna intero bene)
Decorazione delle pareti ad opera del pittore savonese Antonio Novaro.
1860 (decorazione interna intero bene)
Decorazione per mano di Luigi Sacco, genovese pittore figurista storico; con scene dei miracoli del Taumaturgo San Nicolò, Angeli e Santi.
1863 (edificazione intero bene)
Termine dei lavori della facciata con la collocazione delle statue di San Nicola e dei Santi Pietro e Paolo, opera di Antonio Brilla
1867 (decorazione interna intero bene)
Decorazione, per mano di Luigi Sacco, della volta con la scena del Paradiso, la Vergine e San Nicolò.
1867 (decorazione interna intero bene)
Collocazione delle statue realizzate con una intelaiatura di ferro rivestita da un impasto di polvere di marmo, pozzolana e calce, eseguite da Antonio Brilla, raffiguranti i quattro Evangelisti collocati nei quattro piloni della navata e i quattro dottori della chiesa, collocati nelle nicchie laterali delle cappelle maggiori.
1891 (consacrazione intero bene)
Dopo le vicissitudini storiche trascorse per la costruzione della chiesa, la presenza del secondo campanile, le pitture interne, le statue finalmente collocate nelle nicchie, la facciata ormai utlimata, l’installazione della campana maggiore, l’organo e l’orologio, contribuirono ad assicurare una veste assai decorosa in occasione della consacrazione della chiesa dopo un secolo dalla benedizione (avvenuta nel novembre 1791)
1891 (edificazione intero bene)
Costruzione nella controfacciata, lato mare, della cappella dedicata alla Madonna di Lourdes
1969 (riscaldamento intero bene)
Messa in opera del riscaldamento della chiesa
1986 (restauro intero bene)
Concerto di otto campane sul campanile lato mare e realizzazione del portone di bronzo (opera di Andrea Monfredini)
1991 (restauro intero bene)
Restauro delle vetrate
1999 (restauro intero bene)
Rifacimento del tetto con tinteggiatura dei prospetti laterali ad opera della ditta Formento Filippo su progetto dell'arch. Tortarolo Patrizia con la collaborazione dell'Ingegnere Pier Luigi Valle e del Geometra Edoardo Ciribì. Nel corso del restauro vengono aperte sei nuove finestre, quattro nella navata centrale e due nella zona del presbiterio.
2012 (restauro intero bene)
Restauro murario della zona del presbiterio, dell’abside e delle due cappelle laterali. Con la posa del nuovo altare proveniente dalla Cattedrale di Albenga
2013 (restauro intero bene)
Tolto il pericolo della penetrazione d’acqua dal tetto con i lavori del 2000, i restauri del 2013 realizzati dalla ditta Angelo Petrucci hanno ridato agli affreschi i loro colori originali. L’umidità, oltre che dal tetto, risaliva anche dalle fondamenta con grave danno delle pareti e dei marmi della zoccolatura. Per togliere questo degrado è stato installato un impianto di deumidificazione magneto-induttivo, il sistema Kappa 3000, che elimina il problema in modo definitivo e non invasivo. I marmi della zoccolatura della Basilica erano corrosi e polverizzati dall’umidità: con il restauro sono stati tutti sostituiti. Con i restauri sono stati restaurati anche i lampadari della chiesa.
Descrizione
E’ la “chiesa nuova” che i Pietresi decisero di realizzare per celebrare il miracolo della liberazione dalla peste avvenuto l’otto Luglio 1525. In quell’anno, la popolazione pietrese fu decimata dalla peste. Gli abitanti superstiti chiusero le otto porte delle mura e misero le chiavi nelle mani di una antica icona in legno, dipinta nel 1496 dal genovese Barbagelata che raffigurava San Nicolò di Bari e che, recentemente restaurata, sovrasta l’altar maggiore della Basilica. quindi abbandonarono il paese rifugiandosi a monte dell'abitato, ove costruirono delle baracche: ancora oggi la zona è conosciuta con il nome di “baracchini”. Giunta la mattina dell'8 luglio il suono a festa delle campane dell'antica parrocchiale svegliò i pietresi che furono stupiti della cosa essendo il paese deserto. Tornati entro le mura apparve loro sulla torre un vecchio ammantato in abiti pontificali; salirono nella cella campanaria e videro sulla campana maggiore l'impronta di una mano, ancora oggi visibile, che secondo la tradizione appartiene a San Nicolò. Per questo la Comunità, fece il voto di erigere una nuova Chiesa parrocchiale in suo onore.
La chiesa fu iniziata nel 1752 Opera monumentale degli architetti Giovan Battista Montaldo e Gaetano Cantoni, si presenta in tutta la sua imponenza ai fedeli fin dall’esterno. Inaugurata nel 1791, anche se ancora incompleta. La maggior parte dei lavori terminò nel 1858. La consacrazione avvenne l’otto luglio 1891. In occasione dei festeggiamenti per il secondo centenario di vita, nel 1991, venne elevata alla dignità di Basilica.
La facciata barocco-rinascimentale presenta visibili tendenze classicheggianti, con i simmetrici campanili, le guglie sormontate dalla croce, le triplici porte e finestre, le sculture degli apostoli Pietro e Paolo ai lati e il gruppo di San Nicolò al centro, opere di Antonio Brilla.
Entrando, ci si rende conto dell’ampiezza e della preziosità della Basilica per la grandiosità della navata unica in stile romano, per l’immensa volta a padiglione e per le pareti e cappelle coperte di decorazioni, sculture, figure e medaglioni eseguiti in affresco.
Pianta
La chiesa ha un impianto basilicale, senza navate, ad aula unica. Il presbiterio, rialzato di due scalini rispetto alla navata centrale ha due cappelle laterali più basse e l’abside semicircolare.
Impianto strutturale
Ad unica ampia navata a pianta rettangolare, coperta da volta a padiglione con 6 cappelle laterali e due ampie cappelle emisferiche ai lati dell'Altare Maggiore. Gli spazi interni sono tutti fittamente decorati e scanditi da un ordine gigante di lesene composite con i fusti decorati da pellacce e fregi a volute, sormontate da un’ampia trabeazione, risvoltata anche nell’abside, con cornicione superiore molto aggettante e sottocornice a dentelli, il fregio riprende i motivi decorativi delle lesene. L’altare maggiore in marmi policromi proviene dalla Cattedrale di Albenga ed è un’opera del 1714 dei fratelli Carlo Giuseppe e Giovanni Battista Stella. E’ in marmi bianchi e rossi mischi. Il paliotto è a sarcofago, in marmo rosso profilato di bianco, con un oculo centrale incorniciato da volute da cui dipartono sui lati fiori e palme. Due erme angeliche affiancano il paliotto e sostengono la mensa. Al di sopra tre gradini reggicandelabro decorati da scansie marmoree si espandono verso l’alto e affiancano il tabernacolo a tempietto, altre due erme angeliche sono poste a decorare le estremità dell’ultimo gradino.
Facciata
La facciata è caratterizzata dai due campanili gemelli che si elevano alle estremità ed ornata da due ordini di lesene collegate da un’alta trabeazione modanata, con capitelli compositi nell’ordine inferiore e nel frontone, dorici nelle celle campanarie. I tre portali seguono il medesimo schema decorativo, due robuste semicolonne su basamenti cubici a sostegno dell’architrave dorico con triglifi e metope ornate da un fiore, il portale centrale differisce per le maggiori dimensioni e per l’imponente statua di San Nicola in gloria con ai lati due angeli recanti gli attributi iconografici. I portali minori hanno invece al di sopra due epigrafi entro cornici rettangolari e due finestre trilobate. Due nicchie contenenti le statue dei SS. Pietro e Paolo sono ricavate entro le specchiature nelle basi dei due campanili. Il frontone con timpano triangolare coronato da pinnacoli è ornato al centro da un’ampia finestra trilobata, recante al di sopra in stucco le insegne vescovili di San Nicola mentre il timpano ha le palme incrociate entro una corona d’alloro. Il frontone è collegato ai due campanili da due volute in muratura.
Elementi decorativi
Nella splendida volta è raffigurato San Nicola nell’atto di chiedere l’intercessione a Nostra Signora del Soccorso, più in alto il Paradiso con la Trinità, nella parte bassa della volta angeli e putti fanno da contorno alla raffigurazione. A chiusura della decorazione, in basso tre putti musicanti, sull’arpa suonata da quello in mezzo compare la firma del pittore con la data. Sulle vele della volta sono raffigurate le virtù Cardinali. Tutta la chiesa è decorata con virtù e profeti. Nella volta dell’abside nuovamente angeli musicanti mentre nel catino absidale sono raffigurati i Santi Ambrogio, Giuseppe e Luigi.
Coperture
Tetto a padiglione con manto in ardesia
Pavimenti e pavimentazioni
Posato nel 1791 è in lastre quadrate di marmo bianco e nero posate in diagonale.
Adeguamento liturgico
altare - intervento strutturale (1969)
Demolizione della gloria del vecchio altare trasformato in semplice mensa rivolta verso i fedeli
presbiterio - intervento strutturale (1971)
Avvicinamento dell’altare alla balaustra, abbassamento della predella da tre a un solo gradino, riduzione della balaustra di circa la metà
altare - intervento strutturale (2009)
Rimozione della mensa e posa in opera dell’altare della Cattedrale donato dal Capitolo della Cattedrale e dal Vescovo Mons. Mario Oliveri. L’altare è opera dei fratelli Stella, famosi marmorini genovesi che lo realizzarono intorno al 1720 ed è stato montato rispettando le disposizioni liturgiche con la mensa staccata e rivolta al popolo. Lavoro eseguito con maestria e scrupolosità dalla ditta Alberto Dellatommasina.