1653 Citazione nel Sacro e Vago Giardinello: “… diedero mano a ristaurar il sacro albergo del 1626 e del 1632. Lo ridussero a moderna e polita architettura d’una nave, et ala in volta di capace vaso, con choro ch’il levante risguarda, e facciata del sole l’ocaso, et appoggiati al fido scudo di S. Silvestro Papa, a cui protettione si dierono…sopra il cui altare eressero proportionata Cupola, a cui vicino resta il Cemiterio e Case Canonicali, e da ponente poco discosto corre picciol aqua detta fossatello che descende dal fonte detto del Poggio, non dal luogo molto distante, e verso levante vedesi altra maggior aqua detta fossato di Caneti, che descende dalle aque di Vendone, et entrano nel già fatto fiume d’Arosa. Et al fianco di tramontana quasi contiguo hanno i devoti Disciplinanti alzato e ristorato l’Oratorio dedicato alla regina de savij Cattarina, a cui diedero mano del 1633 e del 1635...”
1736 - 1743 (realizzazione altare maggiore)
Il grande altar maggiore fu commissionato allo scultore marmoraro Carlo Antonio Ripa poco prima del 1736 e consegnato alla chiesa nel 1743. L’altare del Ripa aveva sostituito un precedente altare, certamente in stucco e muratura, del quale non ci resta alcuna documentazione tranne la registrazione dell’esigua somma versata nel 1651 a “li maestri di Ranzo” per “acomodarlo”.
1769 (donazione pala d'altare)
L’arciprete Giovanni Antonio Casa dona una pala d’altare raffigurante l’Immacolata e i Santi Giuseppe e Silvestro Papa da collocare nell’abside.
1776 - 1778 (realizzazione altare)
L’altare maggiore del Ripa viene venduto all’Oratorio di S. Caterina e la chiesa di s. Silvestro decide di fornirsi di un nuovo arredo rivolgendosi al maggior scultore genovese, Pasquale Bocciardo. Nel 1976 l’altare giungeva da Genova ad Ortovero via mare e veniva montato nel presbiterio; nel 1778 giungeva anche la balaustra marmorea che tuttora delimita lo spazio presbiteriale.
1790 (realizzazione altare)
Pasquale Boccardo viene nuovamente contattato per eseguire l’altare marmoreo della Compagnia di N.S. del Rosario. Esso, costituito da un semplice paliotto e da gradini reggi candelabri in marmo rosso mischio e verde Polcevera con profili in marmo bianco, aveva una maestosa struttura con colonne e fastigio popolato da candidi angioletti, che racchiudeva in un’armoniosa cornice mistilinea, con i quindici Misteri dipinti su tavola, una statua marmorea della Madonna del Rosario. Venne posto alla parete destra della chiesa; l’ampliamento della chiesa nel 1975 ne ha determinato lo spostamento in capo alla navata destra privando il complesso delle colonne laterali e del fastigio.
1886 - 1890 (ampliamento intero bene)
In seguito al terremoto del 1886 la chiesa fu ingrandita e restaurata nell’anno 1890
1914 (consacrazione intero bene)
Il 20 aprile 1914 fu consacrata da Giosuè Cattarossi come recita la scritta riportata sull’arco che delimita il presbiterio:” Anno MCMXIV calendas mayi auspicante Ioseph Lamberti parocho electissimo Iosuè Cattarossi dioecesis albinganesis praesul piissimus hoc templum S. Silvestro pontifici dicatum cum ingenti devoti populi concursus consecravit”
1944 (restauro intero bene)
Il 23 giugno 1944 la chiesa subì un bombardamento aereo e furono eseguiti lavori di riparazione d’urgenza
1946 (affresco presbiterio)
Domenico Dellepiane affrescò le pareti laterali del presbiterio
1967 (restauro intero bene)
Lavori di restauro comprendenti il rifacimento del tetto in tegole marsigliesi, compresa la piccola e grande orditura, ripresa degli intonaci interni e riparazione dei marmi dell’altare.
1969 (ampliamento intero bene)
La chiesa è stata ampliata sul lato destro
1972 - 1973 (restauro intero bene)
Restauro a seguito dei movimenti tellurici del 1972 consistente nel rifacimento della copertura della sacrestia, degli intonaci esterni e dei cornicioni della torre campanaria.
1976 (rifacimento sacrestia)
lavori di ricostruzione della sacrestia mediante: rifacimento del tetto con sostituzione della piccola e grande orditura; demolizione dei muri pericolanti; cordolo in c.a. di coronamento ai muri perimetrali.
1986 (restauro campanile)
Restauro della torre campanaria mediante picchettatura e rifacimento degli intonaci; sostituzione delle gronde in ardesia; coloritura delle pareti.
1991 (realizzazione riscaldamento)
Realizzazione di impianto di riscaldamento mediante costruzione di locale ad uso caldaia sul lato nord della chiesa con annesso piccolo ripostiglio e realizzazione di impianto di riscaldamento ad aria calda alimentato a gas. Sono stati altresì realizzati lavori interni consistenti in: rifacimento del solaio in legno a copertura del corridoio di accesso al campanile; formazione di un piccolo locale ad uso servizi igienici per il personale addetto alla pulizia della chiesa.
1999 (rifacimento impianto elettrico)
Rifacimento dell’impianto elettrico e di terra con installazione di lampade ad alogenuri metallici e lampade alogene
Descrizione
Posta a margine della viabilità, la Chiesa di San Silvestro presenta pianta a due navate e quattro cappelle laterali con copertura a botte; la copertura a due falde conclude il prospetto arricchito, sotto il cornicione da corsi e merli semicircolari in laterizio, e da un rosone centrale circolare tamponato con cornice bianca e nera. Sul lato sinistro la torre campanaria in stile gotico.
Pianta
Edificio a due navate con abside pentagonale e altare orientato con retrostante coro ligneo; la navata centrale è coperta a botte e quella laterale, delimitata da quattro pilastri, da quattro piccole botti. Sulla sinistra si trovano quattro cappelle: la prima ospita il fonte battesimale, le altre dedicate al Sacro Cuore, al Cristo morto, e alla Madonna del Carmine. Sull'ingresso è posto il coro con l'organo.
Elementi decorativi
Gli interni, intonacati, sono caratterizzati da cornici dipinte bianche e nere che delimitano gli archi, le lesene ed i pilastri delle navate e dell’abside.
Arredi
Lo scenografico altare maggiore di Pasquale Bocciardo è in marmi policromi: tre tipi diversi di rosso mischio si alternano a decorazioni in marmo violetto screziato e giallo caldo, mentre il cupo verde Polcevera ha la funzione di “staccare” i profili laterali della mensa e del paliotto dalle candidissime figure dei due angeli, e di evidenziare l’architettura del tabernacolo con le due lesene che ne fiancheggiano la porticina. Il nitido disegno del paliotto e dei gradini reggicandelabri in espansione è definito dalle cornici in marmo bianco, connotate da motivi decorativi di semplice eleganza, come il fregio a ovuli sotto la mensa e le volute a ricciolo con le due corolle-conchiglie sul gradino più alto. Il paliotto bombato, sorretto da due piedi di solida struttura, è centrato da una grande movimentatissima cornice in marmo bianco e violetto, che racchiude la grata aperta alla vista delle reliquie, e che si collega con due drappeggi alle erme angeliche laterali, sopra la testa degli angeli, le volute laterali dei gradini reggicandelabri si espandono come grandi foglie sfrangiate, con una nervatura centrale costituita dallo stesso motivo decorativo a medaglioni.
Pavimenti e pavimentazioni
Pavimento in marmo bianco con tozzetti neri.
Facciata
La facciata, intonacata, conclude nella parte superiore in una quinta con profilo a capanna; il cornicione è arricchito da corsi e merli semicircolari in laterizio. Lo stesso andamento della copertura è seguito dal portale che contiene la porta di ingresso, in rilievo a righe orizzontali bianche e nere come anche le finiture d’angolo della facciata stessa. Sopra all’ingresso un rosone circolare tamponato con cornice bianca e nera; il basamento dell’edificio invece è costituito da una zoccolatura in intonaco a rilievo grigia.
Coperture
Copertura a due falde con manto in tegole marsigliesi
Campanile
La torre campanaria presenta le caratteristiche proprie dello stile gotico ed è inserita nel complesso della chiesa dalla quale vi si accede dopo aver attraversato una stretta manica di corridoio residuo di una navata del vecchio edificio. È costruita in ciottoli tondi misti a malta ricavata sul posto. Nei primi due ordini la muratura è rivestita da intonaco grezzo, mentre il terzo ed il quarto sono finiti con intonaco lisciato a pasta di calce. Il quarto ordine è sfondato sui quattro lati per ospitare l’impianto campanario ed è arricchito da una decorazione semplice sulle lesene d’angolo e sulle cornici delle monofore delle campane. Dal cornicione si innalza la cuspide sulla quale nel 1890 sono stati collocati i quadranti dell’orologio pubblico.