chiese italiane censimento chiese edifici di culto edifici sacri beni immobili patrimonio ecclesiastico beni culturali ecclesiastici beni culturali della Chiesa cattolica edilizia di culto restauro adeguamento liturgico Onzo Albenga - Imperia oratorio sussidiario San Lorenzo Parrocchia di San Martino Pianta; Elementi decorativi; Facciata; Campanile; Pavimenti e pavimentazioni; Coperture nessuno XV sec - XV sec(citazione intero bene); 1578 - 1578(demolizione portico); 1585 - 1586(citazione intero bene); 1602 - 1612(adeguamento intero bene); 1618 - 1618(interdizione altare); 1635 - 1635(ricostruzione portico); 1638 - 1642(citazione intero bene); 1647 - 1651(restauro intero bene); 1679 - 1680(restauro intero bene); 1706 - 1706(copertura portico); 1726 - 1726(rifacimento altare); 1984 - 1984(rifacimento copertura); 1996 - 1996(tinteggiatura aula)
Oratorio di San Lorenzo
Tipologia e qualificazione
oratorio sussidiario
Denominazione
Oratorio di San Lorenzo <Onzo>
Ambito culturale (ruolo)
maestranze liguri (costruzione)
Notizie Storiche
XV sec (citazione intero bene)
La presenza organizzata dei Disciplinanti a Onzo nel basso medioevo è certificata dall'identificazione di una croce processionale del XV secolo a loro appartenuta.
1578 (demolizione portico)
Nel più antico registro della confraternita viene annotata una spesa per avere fatto "spianare il portico" dell'oratorio.
1585 - 1586 (citazione intero bene)
Citazione nella visita apostolica di Nicolò Mascardi Vescovo di Mariana e Accia alla Diocesi di Albenga dove viene ribadita la proibizione di consumare in oratorio il "pasto" del Giovedì Santo.
1602 - 1612 (adeguamento intero bene)
Durante il primo decennio del Seicento l'oratorio viene adeguato alle norme tridentine e borromee. L'edificio risulta in buone condizioni.
1618 (interdizione altare)
L'altare viene temporaneamente interdetto per carenze negli arredi.
1635 (ricostruzione portico)
Viene ricostruito il portico.
1638 - 1642 (citazione intero bene)
Le visite pastorali riscontrano diverse problematiche: tetto pericolante, ancona in cattive condizioni, altare non più a norma.
1647 - 1651 (restauro intero bene)
I confratelli, sotto il priorato di Gio Francesco Ferrari, curano un rifacimento completo della chiesa: viene sostituito il tetto, coperto con coppi, e la volta interna viene controsoffittata in canniccio. Successivamente l'altare restaurato viene decorato con la pala, avvicinata allo stile di Giacomo Rodi, oggi esposta in parrocchia.
1679 - 1680 (restauro intero bene)
L'oratorio viene dotato di campana, vetrate alle finestre e "banche" in legno per il coro e le cariche sociali.
1706 (copertura portico)
Il portico viene coperto con un nuovo tetto di "chiappe".
1726 (rifacimento altare)
L'altare viene rifatto, con l'acquisto di "gesso, pennelli e colori"; probabilmente in questa occasione viene commissionata l'attuale pala d'altare.
1984 (rifacimento copertura)
Rifacimento del tetto previa demolizione della vecchia copertura, sostituzione della piccola e grossa orditura, posa di gronde in ardesia, manto di copertura in tegole olandesi.
1996 (tinteggiatura aula)
Viene eseguito il rifacimento dell'intonaco e della tinteggiatura dell’aula.
Descrizione
L'oratorio sorge a monte della chiesa parrocchiale di San Martino, su un poggio in posizione dominante sul crinale, a levante dell'abitato di Capitolo; rappresenta la sede della locale Confraternita dei Disciplinanti. Alle spalle dell'oratorio si estende l'area cimiteriale. Il sagrato è un ampio piazzale alberato; la semplicissima facciata e il corpo laterale della sacrestia delimitano lo spiazzo a meridione. Nelle fonti più antiche per ora conosciute, l'oratorio della fine del Cinquecento è descritto munito di un portico, oggi assente. Probabilmente il pronao, mantenuto fino alla prima metà dei Settecento, è stato demolito nell'arco degli ultimi due secoli: ciò spiegherebbe sia l'eccessiva semplicità della facciata, priva anche delle consuete "finestre del perdono", sia l'ampiezza del sagrato. La data del 1893 - a pochi anni dal terremoto del 1887 - inscritta nel timpano dell'altare potrebbe celebrare la ristrutturazione della chiesa. All'interno l'edificio è composto da un’unica aula rettangolare voltata a botte, con la macchina d'altare settecentesca rialzata di due gradini sopra un piccolo presbiterio, a sua volta delimitato da un altro scalino.
Pianta
La chiesa è composta da un'unica aula rettangolare voltata a botte.
Elementi decorativi
Nella volta del presbiterio un decoro pittorico finge una volta a crociera: sembra un'imitazione di quello – eseguito però a stucco – della cappella dei santi Cosma e Damiano nella stessa parrocchia. Gli intonaci del presbiterio sono colorati, mentre le pareti dell'aula sono bianche. Un cornicione modanato corre lungo le pareti, all’imposta della volta; l’arco trionfale è costituito da due lesene doriche decorate a finto marmo e da un arco leggermente ribassato, ornato da formelle. L’altare, probabilmente frutto dell'intervento del 1726, è in stucco, e ai lati presenta due colonne tortili nere. Il timpano spezzato ha un medaglione ovale al centro e due aerei angioletti a tuttotondo all'esterno, che sorreggono la palma del martirio e la graticola, attributo del santo titolare. L'altare conserva la pala, con una tela del XVIII secolo che rappresenta la Madonna con Bambino e il santo titolare con San Carlo Borromeo. La tela seicentesca, con lo stesso soggetto, che decorava il vecchio altare, avvicinata all'ambito di Giacomo Rodi, è conservata in parrocchia. Ai lati dell'altare si aprono due nicchie con statue.
Facciata
La facciata dal profilo a capanna è molto semplice, ed è ornata solamente da una finestra mistilinea e da un campaniletto a vela posto sulla sommità.
Campanile
Il campanile a vela, intonacato, è posto sul culmine del tetto a capanna, in asse e in aderenza alla facciata.
Pavimenti e pavimentazioni
La pavimentazione è in piastrelle esagonali di ardesia.
Coperture
La copertura dell'edificio è in tegole portoghesi.