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Andora
Albenga - Imperia
chiesa
sussidiaria
Santi Giacomo e Filippo
Parrocchia di San Giovanni Battista
Pianta; Elementi decorativi; Facciata; Campanile; Pavimenti e pavimentazioni; Coperture
altare - aggiunta arredo (1970)
XIII sec - XIII sec(costruzione intero bene); 1350 - 1350(completamento torrre); 1585 - 1586(citazione intero bene); 1798 - 1798(danneggiamenti intero bene); 1809 - 1809(chiusura intero bene); 1835 - 1837(riapertura intero bene); 1868 - 1868(realizzazione sacrestia); 1903 - 1903(restauro intero bene); 1932 - 1935(restauro intero bene); 1964 - 1964(restauro intero bene); 1998 - 1998(restauro copertura); 2002 - 2002(restauro intero bene); 2022 - 2023(progetto PNRR intero bene)
Chiesa dei Santi Giacomo e Filippo
Tipologia e qualificazione chiesa sussidiaria
Denominazione Chiesa dei Santi Giacomo e Filippo <Andora>
Altre denominazioni Oratorio dei Santi Giacomo e Filippo
Ambito culturale (ruolo)
maestranze liguri (costruzione)
Notizie Storiche

XIII sec  (costruzione intero bene)

La chiesa è databile a metà del Duecento.

1350  (completamento torrre)

Viene completata la struttura della vicina torre.

1585 - 1586 (citazione intero bene)

L'edificio viene citato come “oratorio di San Giacomo nel Castello” nella visita apostolica Mascardi.

1798  (danneggiamenti intero bene)

La chiesa viene occupata e danneggiata dalle truppe francesi; il soffitto ligneo viene quasi completamente bruciato.

1809  (chiusura intero bene)

La chiesa non viene officiata, ma mantiene rendite annue per le pigioni di alcuni terreni, come i due situati in Pian dell'Alberola.

1835 - 1837 (riapertura intero bene)

La chiesa viene riaperta al culto, e viene restaurato il crocifisso medievale, ritenuto all'epoca trecentesco. I lavori sono finanziati da G.B. Micheri, emigrato andorese, del quale era conservato un ritratto nell'oratorio di San Nicolò.

1868  (realizzazione sacrestia)

La famiglia Maglione fa costruire una sacrestia, raccordando torre e chiesa con un locale con volto sottostante e tetto a capanna a due falde. L'edificio verrà demolito durante i restauri.

1903  (restauro intero bene)

Alfredo d'Andrade dirige la prima campagna di restauro dell'edificio, che comporta, tra gli altri interventi, la ricostruzione della copertura.

1932 - 1935 (restauro intero bene)

Viene organizzato un ulteriore ciclo di restauri.

1964  (restauro intero bene)

Nuovi lavori di restauro vengono diretti da Nino Lamboglia.

1998  (restauro copertura)

Si svolge un intervento di restauro del tetto

2002  (restauro intero bene)

Vengono installazione delle nuove vetrate artistiche nelle aperture della facciata e viene restaurato l'affresco dell'Annunciazione della torre campanaria.

2022 - 2023 (progetto PNRR intero bene)

L'area di borgo Castello, con la chiesa dei Santi Giacomo e Filippo, viene inserita nei progetti del bando “per la rigenerazione culturale, sociale ed economica dei borghi a rischio abbandono e abbandonati” (attuazione PNRR componente M1C3 Turismo e Cultura 4.0 – Misura 2, Rigenerazione di piccoli siti culturali, patrimonio culturale religioso e rurale – Linea di azione A). Anche attorno alla chiesa si svolgono gli scavi archeologici preliminari all'attuazione del progetto.
Descrizione

La chiesa dedidicata ai santi Giacomo e Filippo è edificata su una collinetta dominante la valle del torrente Merula, sulla sua sponda orografica sinistra. La chiesa è inserita all'interno del perimetro del borgo medievale del castello, in prossimità delle mura e del “Paraxo” fortificato; nel borgo è compreso un altro edificio sacro medievale, l'oratorio di San Nicolò. La costruzione della chiesa è risalente alla metà del XIII secolo, ed è considerata uno dei più notevoli esempi di architettura tardo romanica del ponente ligure. Per la sua costruzione fu utilizzata la pietra calcarea di capo Mele, così come per l'attigua torre. L'impianto della chiesa è di tipo basilicale, a tre navate e tre absidi; le due minori sono a sezione semicircolare, mentre quella centrale ha per sezione un arco di cerchio. Il fronte meridionale appoggia su una scarpata e non è decorato. La facciata settentrionale è dotata di una porta ad arco ogivale, decorata con due colonnine in marmo con i capitelli sostituiti da strutture in mattoni. La porta è sopraelevata rispetto al piano della strada con una scalinata a due rampe aggettante. All'interno il piano del pavimento è situato a una quota inferiore di circa 80 centimetri rispetto all'ingresso, mentre il presbiterio è quasi altrettanto rialzato rispetto alla navata centrale. Tre pilastri ottagonali e cinque colonne divisono la chiesa in tre navate. I plinti emergono dal pavimento di alcuni centimetri, tranne il primo pilastro a sinistra che si presenta incassato. L'ultima colonna a destra, invece, non ha plinto o base. Le colonne, rotonde e scolpite, sorreggono gli archi delle navate. Gli archi di sostegno, con controarchi aggettanti, sono ogivali e falcati. I primi archi sono impostanti ad altezze irregolarmente superiori. Nella navata sinistra si notano le imposte della volta a botte demolita in occasione della posa della copertura in legno durante i restauri dei primi anni del '900.
Pianta
L'edificio presenta una pianta di tipo basilicale con una divisione a tre navate e tre absidi.
Elementi decorativi
Le colonne hanno capitelli cubici con cordoni e figure scolpite; i pilastri si concludono alla sommità con modanature. La copertura in legno, rifatta nel 1903, nella navata sinistra è decorata dei motivi cassettonati replicati, nelle altre navate la lavorazione è stata semplificata. Il catino absidale è chiuso da archi multipli con una lievissima flessione ogivale. I restauri e le vicende precedenti della chiesa hanno riportato la chiesa a un aspetto particolarmente spoglio e severo.
Facciata
Nel prospetto settentrionale si apre il portale con protiro, in stile romanico. E' definito superiormente da una copertura piana, sottolineata da una modanatura. È strombato, con quattro gradini decorati da colonnine di marmo collegate superiormente da cordoni ottagonali. Nella lunetta non è più leggibile l'affresco. Alcuni fusti delle colonnine sono mancanti; uno solo, in realtà, è medievale; sembrano originali, invece, le basi e la maggioranza dei capitelli. Una grande finestra centrale, pentafora, ad arco ogivale, con colonnine laterali e cordonatura ottagonale, sottolinea l'arco. Delle lesene racchiudono la parte centrale più alta e si interrompono all'altezza degli archetti pensili che sottolineano le falde delle navate laterali. Le lesene sono unite, inferiormente, da una modanatura orizzontale. Le aperture in facciata sono due, in corrispondenza delle navate. Quella a sinistra è una bifora con colonnine, cordonatura ottagonale di contorno e archetti in marmo. A destra si trova una monofora con arco ogivale a conci bianchi e neri, come negli altri archi in facciata.
Campanile
La chiesa non è dotata di un proprio campanile. Accanto alla chiesa è presente la monumentale porta-torre “del Castello”, in pietra viva con merlatura in stile ghibellino. La torre funge di fatto da campanile dell'edificio religioso.
Pavimenti e pavimentazioni
Il pavimento si presenta in lastre di pietra.
Coperture
Le falde del tetto a capanna hanno il manto in lastre di ardesia.
Adeguamento liturgico

altare - aggiunta arredo (1970)
Aggiunta di mensa in marmo
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