Santuario di Nostra Signora di Pontelungo <Albenga>
Ambito culturale (ruolo)
maestranze liguri (costruzione)
Notizie Storiche
sec XII - sec XIII (preesistenze intero bene)
Il titolo di Madonna di Pontelungo deriva dal ponte medievale a dieci arcate presso il quale sorge il santuario, ma nel medioevo questo era noto come Ecclesia Sanctae Mariae Pontis Arociae, S. Maria del Ponte sull'Arroscia. La primitiva chiesa era situata in capo al ponte, sulla destra per chi usciva dalla città, vicino al quale esisteva un ospizio per viandanti. Nella chiesa e nell'ospizio di Ponte Lungo appaiono insediati i monaci ponterii, specializzati nella funzione di custodia e manutenzione dei ponti. Abbandonata dai monaci, nel 1330 il vescovo Federico di Ceva affida il priorato della chiesa di Pontelungo all'arcidiacono della cattedrale, al quale restava l'onere di provvedere con i propri redditi all'ospedale, dove rimanevano come custodi e inservienti alcuni reclusi o eremiti.
1192 (citazione intero bene)
Prima citazione nel “Liber Censuum Sanctae Romanae Ecclesiae”
1250 (denominazione intero bene)
Intorno al 1250 la chiesetta muta nome in “chiesa del Pontelungo”
sec XIV (assegnazione intero bene)
Le devastazioni della guerra e le inondazioni del fiume succedutesi nel primo ventennio del Quattrocento mandarono in rovina l'ospedale e il priorato venne dato in commenda a Bartolomeo Fieschi sotto il quale la chiesa era divenuta pericolante e l'ospedale inospitale, per cui la commenda venne assegnata dal Papa Martino V al canonico Domenico Beruto.
1502 (donazione trittico)
Nel 1502 G.B. Campofregoso, nella qualità di commendatario, invia da Genova il trittico di Giovanni Barbagelata. Esso rappresenta al centro la Vergine che tiene sulle ginocchia il Bimbo, con una colomba in mano, simbolo di pace, mentre la Madonna mostra il frutto del melograno, ad indicare l’abbondanza di grazie da lei riversate sugli uomini. Ai lati vi sono i santi Giovanni Battista e Sisto.
1715 - 1722 (edificazione intero bene)
Erezione della nuova chiesa di fronte alla primitiva chiesetta poi demolita. I lavori, iniziati nel 1715, si protrassero fino al 1722 sotto la direzione dei capomastri Ambrogio Oddi e Pier Cristoforo Ricci. La costruzione risultò un vano ellittico, con finta cupola in cui fu effigiata l'Assunta (1722), un breve atrio ed una finestra serliana in facciata. Il 22 dicembre 1722 l’immagine viene incoronata nella cattedrale di Albenga e trasportata con lunga processione nel suo Santuario.
1737 (costruzione porticato)
Per volontà del card. G.B. Spinola, abate commendatario del monastero di S. Maria e S. Martino dell'isola Gallinara, fu costruito l'atrio esterno.
1792 (ampliamento intero bene)
Il campanile fu innalzato nel 1792, quando fu ingrandito il santuario con l'aggiunta dell'abside ellittica (attuale presbiterio) e della sacrestia.
1796 - 1798 (costruzione altare)
Posizionamento dell'altare neoclassico, opera dello scultore Giovanni Barabino sul quale due angeli sorreggono il trittico (proveniente dalla precedente chiesa) del pittore genovese Giovanni Barbagelata che il priore G.B. di Campofregoso fece eseguire nel 1502. La mensa a forma di sarcofago è del 1796, opera dello scultore Andrea Casaregis.
1835 (decorazione facciata)
Decorazione dell'intera facciata
1840 (costruzione altari)
Erezione di due altari laterali dedicati a S. Giovanni Battista (tela di Giuseppe Isola) e a S. Martino di Tours (tela di Leonardo Massabò)
1879 (consacrazione intero bene)
Il santuario fu consacrato da mons. Filippo Allegro, vescovo eletto di Albenga, per mandato dell'amministratore apostolico card. Gaetano Alimonda
1886 (ampliamento intero bene)
Il vescovo Allegro affidò il santuario ai frati minori e furono realizzati il coro e l’ adiacente convento.
1932 - 1936 (ampliamento cappelle)
Ampliamento delle due cappelle laterali su progetto dell’ing. Gazzano di Finalborgo, oggi dedicate a S. Antonio da Padova e a S. Francesco d'Assisi e conseguente demolizione degli altari laterali.
1934 (realizzazione vetrate)
Vengono realizzate le vetrate delle cappelle ad opera del prof. Siletti e quella della facciata che riproduce il trittico della ditta Ianni
1949 - 1954 (elevazione intero bene)
Pio XII, con decreto del 9 luglio 1949 dichiara la Beata Vergine Maria patrona principale della città e della diocesi di Albenga e nel 1954 in vescovo Mons. Raffale De Giuli ne eleva il santuario a titolo di santuario diocesano.
1956 (restauro portico)
Restaurati facciata e portico da Antonio Dantella di Albenga ed eliminati i muretti-sedili che chiudevano sui lati gli archi.
1976 - 1978 (restauro pronao)
Vengono eseguiti lavori di restauro del pronao; essi hanno interessato la decorazione settecentesca e l’impermeabilizzazione della copertura dello stesso. Sono state inoltre restaurate le vetrate istoriate dell’abside.
1978 (adeguamento altare)
Il 02/11/1978 viene concesso il nulla osta a staccare la mensa dalla pala dell’altare di cm 70 e a rimuovere l’ultimo gradino d’accesso all’altare stesso che sarà impiegato lateralmente come passaggio dietro la mensa, in modo da poter celebrare verso il pubblico secondo le nuove disposizioni della liturgia.
1982 (rifacimento copertura)
L’11 /09/ 1982 vengono autorizzati dalla Soprintendenza per i beni ambientali e architettonici della Liguria i lavori di rifacimento del tetto consistenti nella sostituzione del manto in tegole e di parte della piccola orditura
1996 (rifacimento impianto elettrico)
Rifacimento di impianto elettrico e di illuminazione
1999 - 2000 (restauro intero bene)
Lavori di restauro delle decorazioni interne e della balconata lignea dell’organo eseguiti dalla restauratrice Claudia Maritano di Carcare e sostituzione della bussola di ingresso in legno.
2006 (rifacimento sagrato)
Rifacimento della pavimentazione del sagrato in pietra arenaria ed autobloccanti in cotto.
Descrizione
La chiesa sorse sull’antica unica strada del tempo, la via Julia Augusta, nei pressi del ponte medievale ora interrato, dove un tempo vi era la foce del fiume Centa.
Il santuario fa parte di un più ampio complesso che comprende il convento a cui è annesso.
Ad aula unica è affiancato dal corpo della sacrestia a sinistra e preceduto da un porticato in aggetto rispetto al filo del prospetto principale. Esternamente sono visibili i volumi che contengono le cappelle laterali; l’abside semicircolare che include il coro invece è inclusa nel volume del convento in continuità con la sacrestia a cui si ha accesso diretto anche dall’esterno.
Pianta
Edificio a pianta centrale composto da un’aula ottagonale e da un presbiterio in origine rettangolare, successivamente ampliato da un’ampia abside ellittica. Ai lati dell’aula si aprono due cappelle quadrangolari, mentre un ampio porticato precede l’ingresso. Nell’aula, nei pilastri che reggono la volta, si aprono quattro nicchie per statue. Dietro all’abside vi è un vasto coro semicircolare in comunicazione con la sacrestia posta sul alto sinistro del santuario. La copertura è a cupola sull’aula e sul presbiterio, a botte sulle cappelle. Annesso alla chiesa vi è il convento.
Elementi decorativi
Internamente gli spazi sono ritmati da lesene composite con capitelli dorati e fusto a finto marmo verde, rosso e giallo nell’aula, rudentate e bianche nel presbiterio. Gli spazi eterogenei sono unificati da un ampio cornicione profilato d’oro che risvolta anche nell’abside.
La volta dell’aula presenta una decorazione a riquadro impreziosita da finte architetture che contornano quattro medaglioni raffiguranti S. Giuseppe, S. Michele, S. Giovanni e Re Davide. Sulle aree a sfondato si riscontra una decorazione a reticolo; la chiave di volta racchiude una tela raffigurante l’ascesa al cielo della Vergine. Le volte delle cappelle laterali contengono una riquadratura che raffigura il Santo a cui sono dedicate, in quella di destra a S. Francesco in cui gli appaiono Cristo e la Vergine, in quella di sinistra S. Antonio con la Vergine ed il Bambino. Le nicchie poste nelle pareti angolari di raccordo tra le cappelle – presbiterio ed ingresso contengono statue in gesso raffiguranti le quattro virtù teologali Fides, Charitas, Temperantia e Spes, scritte queste riportate su cartiglio al di sopra della nicchia.
Una balaustra lignea settecentesca realizzata con assi verticali avvicinati costituisce la cantoria dell’organo posta sull’ingresso principale; il fronte risulta abbellito da decoro floreale, musicale ed a finti stucchi con tonalità verde – ocra. la base presenta un’ugual decoro ma con cromia turchese.
Facciata
Esternamente la facciata è dominata dal portico a tre fornici, al di sopra del quale la facciata si sviluppa con un ordine di lesene doriche rudentate, di ordine gigante al centro, dove si apre una finestra a serliana. La facciata è conclusa in alto da un timpano triangolare. Le due ali sono collegate alla parte centrale da un timpano spezzato che si raccorda con i capitelli delle lesene centrali.
Il portico è decorato da finti cassettoni nella parte interna delle arcate, mentre la trabeazione ha un decoro a volute.
Campanile
Posto sulla falda sinistra della copertura è diviso in due parti: quella inferiore a pianta quadrata che contiene le campane e quella superiore cilindrica con copertura a cupola e manto in scandole di ardesia.
Coperture
La copertura è a due falde con manto in tegole marsigliesi.
Pavimenti e pavimentazioni
Il pavimento interno è a scacchiera in marmo bianco e nero.
Adeguamento liturgico
altare - intervento strutturale (1978)
Viene staccata la mensa dalla pala dell’altare di cm 70 e a rimosso l’ultimo gradino d’accesso all’altare stesso che viene impiegato lateralmente come passaggio dietro la mensa, in modo da poter celebrare verso il pubblico secondo le nuove disposizioni della liturgia