chiese italiane censimento chiese edifici di culto edifici sacri beni immobili patrimonio ecclesiastico beni culturali ecclesiastici beni culturali della Chiesa cattolica edilizia di culto restauro adeguamento liturgico Salea Albenga Albenga - Imperia chiesa parrocchiale San Giacomo Maggiore Parrocchia di San Giacomo Maggiore Pianta; Elementi decorativi; Facciata; Campanile; Pavimenti e pavimentazioni; Coperture nessuno 1236 - 1236(citazione intero bene); 1585 - 1586(citazione intero bene); 1624 - 1635(citazione intero bene); 1655 - 1655(cappellania intero bene); 1723 - 1753(restauro intero bene); 1750 - 1776(restauro intero bene); 1839 - 1839(installazione campana); 1874 - 1892(restauro intero bene); 1895 - 1895(sistemazione area esterna); XX sec - XX sec(manutenzione intero bene); 1976 - 1979(manutenzione intero bene); 1998 - 2001(restauro intero bene)
Chiesa di San Giacomo Maggiore
Tipologia e qualificazione
chiesa parrocchiale
Denominazione
Chiesa di San Giacomo Maggiore <Albenga, Salea>
Ambito culturale (ruolo)
maestranze liguri (costruzione)
Notizie Storiche
1236 (citazione intero bene)
La chiesa, inizialmente intitolata ai Santi Giacomo apostolo e Cristoforo martire, è citata per la prima volta in un documento del 1236.
1585 - 1586 (citazione intero bene)
La chiesa faceva parte della rete primitiva delle capelle dipendenti dalla cattedrale; la prima attestazione documentale del ruolo parrocchiale che la chiesa rivestiva risale agli Atti della visita apostolica di Mascardi; tuttavia, avrebbe ottenuto le fonti battesimali l’11 aprile 1515.
1624 - 1635 (citazione intero bene)
Quel che oggi si vede dell’edificio è il frutto del rimaneggiamento seicentesco. Il “Sacro e Vago Giardinello” data all’11 aprile 1515 l'innalzamento del campanile e la sua successiva inaugurazione, mentre al 24 settembre 1622 la posa della prima pietra della nuova fabbrica, “in moderna e polita architettura d’una nave a due ali, con facciata a mezzogiorno...ed ampio Choro verso tra-montana...”. Il testo manoscritto prosegue: “La Chiesa Parocchiale de SS. Giacomo Apostolo e Christoforo martire non è consacrata... fu perfezionata del 1636 e di nostra licenza a 22 luglio concessa, vi fu celebrata la Messa”. La chiesa, che a quel tempo non era consacrata ed aveva per matrice la cattedrale, aveva annessi il cimitero e le case canonicali destinate al rettore.
1655 (cappellania intero bene)
Francesco Della Valle istituisce nella chiesa la cappellania sotto il titolo della Vergine Maria.
1723 - 1753 (restauro intero bene)
Nel corso del Settecento sono documentati, a cadenza regolare, lavori di ristrutturazione delle co-perture e del tetto. Nel 1723 vengono acquistati "300 abbaini" e calcina "per il tetto". L'acquisto dello stesso numero di abbaini si ripete nel 1729, quando vengono anche poste nuove "bocche alle sepolture" in marmo e ardesia sul pavimento, e nel 1741. Nel 1737 un "mastro Franceschino Ba-gutti" è al lavoro nella "fabbrica della chiesa", e viene rendicontato un cospicuo acquisto di calce. Nel 1739 "Giacinto di Braga di Portogallo detto il Barbone", definito "intagliatore celeberrimo" ot-tiene 35 lire per la realizzazione del crocifisso dell'altare maggiore. L'anno successivo il "Barbone" realizzerà dei "canti" per una croce processionale. Con regolare cadenza decennale, nel 1750 si esegue la consueta manutenzione del tetto, seguita da un intervento straordinario nel 1753.
1750 - 1776 (restauro intero bene)
Nella seconda metà del '700 viene portato avanti un progetto di radicale rinnovamento dell'edifi-cio. Nel 1762 la fabbriceria delibera la "rinnovazione" dell'altare di Sant'Antonio Abbate, per la quale vengono organizzate una cottura di fornace nei dintorni e un acquisto di gesso ad Alassio. Operano nella chiesa i "maestri stuccatori" fratelli Massetti, mentre Pietro Manfredi dipinge la pala di altare. Nel 1769 alcuni muratori rifanno "la nave del tetto verso il mare” e, a seguire, ini-zia il restauro della pavimentazione. Entro il 1776 si concludono altri lavori al pavimento, all'appa-rato decorativo, agli intonaci e viene posta una nuova "bocca della sepoltura" nel pavimento sotto il pulpito. Da parte sua, la compagnia del Rosario nel 1785 fa "accomodare le colonne del trono e alla statua" del proprio altare, e affida la realizzazione della predella dell'altare a Pietro Ceriaro. Nel 1790 viene acquistata una nuova statua della Madonna con Bambino
1839 (installazione campana)
In occasione di una manutenzione del tetto, viene installata la campana maggiore, fusa da Filippo Bertoldo di Bagnasco.
1874 - 1892 (restauro intero bene)
Nella seconda metà dell'Ottocento l'aggiornamento dell'edificio si arresta, e anche le manutenzioni ordinarie paiono diventare sporadiche. Nel 1874 il consiglio dei fabbriceri prende atto del pessimo stato del tetto della chiesa e della sacrestia, e dei pavimenti, ma la carenza di risorse rallenta i lavori. Infatti, nel 1878, anche lo scultore Olivari di Genova reclama 300 lire per il mancato pagamento della nuova statua di San Giacomo. Nel 1886 la fabbriceria delibera lavori urgenti al tetto, che era già stato ritenuto in "cattivissimo stato", ma il terremoto del 1887 aggrava la situa-zione. La fabbriceria cerca di ottenere un mutuo agevolato per reperire i fondi necessari e, nel 1889, viene concesso un mutuo governativo di 3.200 lire. Nel 1892 i lavori di consolidamento e restauro finanziati col mutuo vengono conclusi, comprese la posa di un nuovo pavimento in marmo, e la realizzazione della balaustra e dei gradini dell'altare.
1895 (sistemazione area esterna)
La fabbriceria delibera un intervento urgente al tetto e la costruzione di un muro presso l'angolo sud est della chiesa, per allargare la strada e consentire un migliore svolgimento delle processioni. Viene montato un parapetto attorno al sagrato.
XX sec (manutenzione intero bene)
Nella prima metà del Novecento la chiesa pare non subire interventi consistenti. Nel 1944 le truppe naziste occupano la canonica e minano i terreni attorno alla chiesa. Solo nella seconda metà del '900 si riscontrano di nuovo interventi incisivi, come il risanamento della cupola del campanile (1961).
1976 - 1979 (manutenzione intero bene)
Negli anni tra il 1976 ed il 1979 sono stati eseguiti vari lavori consistenti in: riparazione alla scala ed ai ballatoi in legno del campanile ed alle porte esterne della chiesa; revisione del tetto con la sostituzione parziale della copertura in tegole, sostituzione delle gronde in ardesia, e messa in opera di canali di gronda e pluviali. E’ stata altresì realizzata la balaustra per il vano Battistero la cui vasca, negli anni ’80, è stata completata con il coperchio con simbologia in rame sbalzato. Ne-gli stessi anni è stata fusa, sistemata ed elettrificata la campana e sulla torre è stato collocato un nuovo orologio.
1998 - 2001 (restauro intero bene)
Con Nullaosta prot. 9168 del 11.11.1998 della Soprintendenza sono stati realizzati interventi di restauro alla facciata, copertura e campanile. La facciata è stata restaurata mediante rifacimento dell’intonaco ammalorato, rimozione di scialbi e ridipinture sulla restante porzione del prospetto e completa tinteggiatura ai silicati; gli affreschi sono stati consolidati e ripuliti. La copertura revisionata con la sostituzione delle tegole degradate, la posa di lastre in ardesia sulle linee di gronda soprastanti la facciata e di nuove converse in rame. Alla sommità del campanile il cornicione, le lesene e tutto il corpo del lanternino sono stati risanati e trattati ad intonaco fine e dipinti con colori ai silicati. Sono state sostituite le lastre di ardesia al di sopra di tutte le cornici e risanati gli orologi sui due prospetti del campanile; all’interno è stata in parte completata e in parte ricostruita la scala in legno. I lavori sono iniziati il 18/10/1999 e terminati il 15/05/2001.
Descrizione
La Chiesa di San Giacomo Maggiore in Salea sorge alla sommità del piccolo borgo nell’entroterra ingauno, in posizione dominante e facilmente individuabile con gli alti cipressi che s’innalzano sul suo sagrato. È’ raggiungibile percorrendo la stretta strada (Via San Giacomo) che attraversa l’abitato e prosegue tra gli ulivi raggiungendo il manufatto ed il retrostante cimitero; l’accesso pedonale è garantito anche a mezzo di un’ampia e caratteristica scalinata che, sviluppandosi in adiacenza alla casa canonicale, consente di raggiungere l’ingresso della chiesa. Il fabbricato presenta un volume principale al quale si addossano il corpo di fabbrica della sacrestia e l’alto campanile: la struttura portante in muratura di pietrame e mattoni presenta un soprastante intonaco dalla particolare colorazione, come le pietre che in diversi punti fuoriescono dallo strato soprastante mettendo in risalto oltre al colore la loro particolare composizione. La chiesa è risolta planimetricamente secondo il classico schema usato tra il cinquecento ed il seicento: tre navate suddivise da pilastri parastati quadrangolari che sfociano in un grande vano presbiteriale, ideale prolungamento della navata centrale. I muri perimetrali presentano superficie intonacata e tinteggiata (bianca) arricchita da semplici lesene con cornice terminale proposte anche sui pilastri quadrangolari che scandiscono lo spazio. Alle pareti laterali si addossano gli altari minori che presentano mensa in marmo e tele o nicchie con decorazioni a stucco. Il vano presbiteriale, sopraelevato rispetto all’aula maggiore, è caratterizzato dalla presenza di un grande altare in marmo. La facciata risulta ripartita da una decorazione a riquadri nei quali si aprono le bucature di accesso e le tre finestre semicircolari. Posteriormente troviamo il campanile diviso in due parti da un cornicione che distingue il sottostante paramento scandito da lesene e sottili cornici in mattoni dal corpo terminale intonacato e tinteggiato di forma ottagonale e cupoletta nervata.
Pianta
In pianta la chiesa mostra un impianto a tre navate con presbiterio quadrangolare e copertura a volta: un’ampia botte sulla navata centrale e crociere su quelle laterali; lo spazio interno è scandito dai pilastri e le navate laterali ritmate dalle lesene. Il vano presbiteriale è sopraelevato rispetto all’aula maggiore.
Elementi decorativi
I paramenti murari interni, pur arricchiti dalle paraste e dai cornicioni mostrano un generale aspetto di linearità e semplicità, con gli intonaci bianchi e trovano gli unici ambiti di arricchimento negli al-tari minori che presentano mensa in marmo e tele o nicchie con decorazioni a stucco. Nella prima campa-ta della navata sinistra che ospita il fonte battesimale è visibile un affresco con relativa cornice in par-te coperto da un sottile strato di tinta bianca. Il presbiterio è caratterizzato dalla presenza di un gran-de altare in marmo dietro al quale si dispone il coro ligneo.
Facciata
All’esterno di particolare valore artistico è la facciata che propone una decorazione a “riquadri” nei quali si aprono le bucature di accesso e le tre finestre semicircolari: il portale in marmo attorno all’ingresso prin-cipale riporta l’iscrizione “1775”. Sopra a questo il quadrante centrale mostra una decorazione pitto-rica rappresentante una figura umana (probabilmente proprio S. Giacomo), mentre nei quattro quadranti superiori, posti sopra alla cornice a stucco che suddivide la facciata, le rappresentazioni dipinte.
Campanile
In posizione posteriore, sul lato destro si trova il campanile a base quadrata che presenta paramenti scanditi da lesene e sottili cornici in mattoni sino all'imposta della lanterna: al di sopra del cornicione che per forma e colorazione si stacca dal sottostante tessuto murario si eleva il corpo terminale dalla forma ottagonale e cupoletta nervata; alla sommità l’alto cornicione a stucco e la soprastante lanterna con cupola riportano finiture superficiali differenti con paramenti intonacati e tinteggiati che si differenziano dal sottostante volume d’elevazione tripartito che include la cella campanaria caratterizzata da quattro monofore e due orologi. La copertura della cupola e della lanterna è in scandole di ardesia.
Pavimenti e pavimentazioni
Il pavimento è in lastre di marmo quadrate bianche e nere
Coperture
La copertura a falde presenta manto in tegole marsigliesi con gronda in abbadini di ardesia: la parte sulla navata sinistra prosegue con uguale pendenza a copertura del corpo di fabbrica della sacrestia.